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Cronaca

Papa Francesco contro i ricchi e i giganti del web: “Pagate più tasse e date una mano ai più poveri”

Durante un incontro con i Movimenti popolari in Vaticano, Papa Francesco ha lanciato un appello per una redistribuzione più equa della ricchezza, invitando i miliardari a contribuire di più per il bene comune. Tra i suoi bersagli, anche le grandi aziende del web e le star del calcio, accusate di alimentare fenomeni come la ludopatia.

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    Papa Francesco non ci gira intorno e, ancora una volta, alza la voce contro i potenti della Terra. “Dovrebbero esserci più tasse per i milionari, davvero!” ha tuonato Bergoglio durante un incontro con i Movimenti popolari in Vaticano. Una frase che non lascia spazio a dubbi e che chiama in causa direttamente i più ricchi del pianeta, chiedendo loro di fare la loro parte per una giustizia sociale sempre più necessaria.

    Più tasse ai più ricchi

    “Dicono che dovrebbero esserci più tasse per i milionari. E io dico: davvero! È necessario che chi ha di più apra il proprio cuore e condivida i beni che possiede”, ha spiegato il Papa. Non un semplice invito alla beneficenza, ma un vero e proprio appello a un cambiamento strutturale, in cui i privilegiati del mondo siano chiamati a contribuire attivamente per alleviare le sofferenze di chi non ce la fa più.

    Bergoglio non le manda a dire

    “Il Diavolo entra sempre dalle tasche”, ha detto Bergoglio, citando un antico detto spagnolo. E se la ricchezza si accumula nelle mani di pochi, mentre il resto della popolazione arranca, il risultato è inevitabile: “Se la gente non ha un salario adeguato, la logica dello scarto si farà strada, con la violenza della desolazione e con la guerra di tutti contro tutti”. Un richiamo forte e chiaro a chi, nelle stanze del potere economico, preferisce chiudere gli occhi di fronte alla sofferenza.

    Nel mirino anche i giganti del web

    Non solo i Paperoni, ma anche i giganti del web sono nel mirino di Papa Francesco. Il pontefice ha esortato le grandi piattaforme digitali e i colossi dell’Intelligenza artificiale a “lasciar da parte l’arroganza di essere al di sopra della legge” e a comportarsi in maniera responsabile, specialmente in merito ai contenuti che circolano sulle loro reti. “Siate rispettosi e responsabili riguardo a ciò che circola grazie alle piattaforme”, ha detto, mettendo in guardia contro il rischio di favorire fenomeni devastanti come la pedopornografia e la ludopatia.

    Un accenno particolare è stato poi dedicato al mondo del calcio e, in particolare, ai suoi volti più noti che prestano il loro volto alle campagne pubblicitarie delle scommesse online. “Questo tocca le tasche dei più bisognosi, alimenta la dipendenza, distrugge persone e famiglie intere”, ha denunciato il Papa.

    Un discorso che ha sicuramente fatto sobbalzare più di una poltrona, anche in Vaticano. Non è infatti la prima volta che Bergoglio si scaglia contro le disparità economiche, ma questa volta ha voluto rincarare la dose, raccontando anche un aneddoto personale: “Qualche confratello mi ha rimproverato, dicendomi che dovrei essere meno duro coi ricchi. Ma io rispondo: Gesù lo è stato ancora di più”.

    Parole forti, che lasciano poco spazio all’interpretazione e che sono destinate a suscitare reazioni contrastanti. Mentre i media e gli esperti si interrogano su quanto questo appello influirà sui prossimi scenari economici e politici, una cosa è certa: Papa Francesco non ha intenzione di tirarsi indietro nella sua battaglia per un mondo più giusto e solidale, in cui le disuguaglianze siano ridotte e la ricchezza sia realmente al servizio di tutti.

      Cronaca

      Eredità Agnelli: sequestro di 74,8 milioni per John, Lapo e Ginevra Elkann

      I sospetti ruotano intorno alla fittizia residenza estera della vedova di Gianni Agnelli. Secondo le accuse, la sua stabile dimora era in Italia, ma l’eredità è stata gestita seguendo il diritto svizzero. Per la Procura, un disegno criminale per evitare le tasse italiane su un patrimonio di oltre 800 milioni di euro

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        Non c’è pace per l’eredità della famiglia più famosa d’Italia. Dopo anni di battaglie legali e tensioni interne, la Procura di Torino ha disposto un sequestro preventivo di beni per 74,8 milioni di euro nei confronti di John, Lapo e Ginevra Elkann, insieme al commercialista e presidente della Juventus Gianluca Ferrero e al notaio svizzero Urs Robert Von Gruenigen. L’accusa? Frode fiscale e truffa ai danni dello Stato.

        Al centro l’eredità dell’avvocato

        Al centro dell’inchiesta c’è la gestione dell’eredità di Marella Caracciolo, vedova di Gianni Agnelli. Secondo gli inquirenti, la signora Agnelli sarebbe stata residente stabilmente in Italia almeno dal 2010, nonostante fosse formalmente domiciliata in Svizzera. E qui cominciano i guai: il testamento è stato aperto seguendo il diritto elvetico, permettendo di sottrarre una parte cospicua del patrimonio ai controlli fiscali italiani. Un’operazione che la Procura definisce come un “disegno criminoso volto a sottrarre l’ingente patrimonio e i relativi redditi alle leggi successorie e fiscali italiane”.

        L’esposto di Margherita

        L’esposto di Margherita Agnelli, madre dei tre fratelli Elkann, è stato l’innesco dell’indagine. Margherita, da tempo in guerra aperta con i figli per la gestione dell’eredità, ha denunciato la presunta fittizia residenza estera della madre, dando il via a un’indagine che ha portato alla scoperta di documenti contabili, e-mail e altre prove che sembrano confermare i sospetti.

        Il cuore dell’accusa ruota intorno alla rendita vitalizia percepita da Marella Caracciolo, che ammonterebbe a oltre 29 milioni di euro tra il 2015 e il 2019. Una somma su cui, secondo la Procura, non sono state pagate le imposte dovute in Italia. Ma non finisce qui: nel mirino ci sono anche redditi di capitale provenienti da attività finanziarie gestite tramite trust alle Bahamas, per un valore complessivo di oltre 116 milioni di euro. E poi le imposte sulle successioni e donazioni, con un totale di tributi evasi stimato in oltre 32 milioni di euro, su una massa ereditaria che supera gli 800 milioni.

        Un quadro che ha portato all’intervento della Guardia di Finanza, delegata a eseguire il sequestro preventivo. “Plurimi e convergenti elementi indiziari” è la formula utilizzata dalla Procura per descrivere le prove raccolte durante l’indagine. A pesare nella decisione del sequestro anche la rilevazione di spartizioni post mortem tra gli eredi di opere d’arte e gioielli di immenso valore, che avrebbero contribuito a ridurre l’imponibile fiscale in Italia.

        L’inchiesta prosegue, con i legali degli Elkann pronti a dare battaglia. “È tutto in regola, ogni operazione è stata fatta rispettando le normative vigenti”, è la linea difensiva. Ma la Procura non molla la presa e, al momento, la posizione dei fratelli Elkann e degli altri indagati resta sotto la lente di ingrandimento.

        La famiglia Agnelli, simbolo del capitalismo italiano e protagonista della storia economica e politica del Paese, continua a far parlare di sé. E mentre i riflettori si accendono su questa intricata vicenda legale, si attendono sviluppi che potrebbero riscrivere ancora una volta il futuro del celebre casato.

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          Cronaca Nera

          Unabomber: dopo 30 anni la svolta si avvicina? Nuove indagini sul DNA e sospetti riaprono il caso

          Il caso di Unabomber italiano, rimasto irrisolto per quasi tre decenni, viene riaperto con l’analisi di nuovi indizi genetici. Tracce di DNA su ordigni inesplosi e una segnalazione anonima accendono nuove speranze, mentre undici persone vengono indagate. La verità è più vicina?

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            Dopo trent’anni di misteri, potrebbe esserci una svolta decisiva nel caso di Unabomber, l’attentatore seriale che ha seminato il panico tra il Friuli-Venezia Giulia e il Veneto con ordigni esplosivi piazzati tra il 1994 e il 2006. A differenza del suo omologo americano, Theodore Kaczynski, l’identità dell’Unabomber italiano è rimasta sconosciuta per anni. Ma grazie alle recenti scoperte sul DNA mitocondriale ritrovato su alcuni reperti legati agli attentati, il mistero potrebbe essere finalmente risolto.

            Riaperto il caso

            Il caso, riaperto nel 2022 dalla Procura di Trieste su richiesta di due vittime e di un giornalista, ha portato all’indagine su undici persone, due delle quali erano già state menzionate in precedenti inchieste poi archiviate. Tracce genetiche, come frammenti di peli trovati su ordigni inesplosi e resti di nastro isolante, sono state analizzate con tecnologie avanzate, dando nuove speranze agli investigatori. I risultati delle analisi, attesi per i prossimi mesi, potrebbero portare finalmente alla verità.

            Il focus sulle nuove tracce di DNA non è l’unico elemento che tiene viva l’attenzione. Una segnalazione anonima fatta ai Carabinieri ha riacceso il dibattito: l’invito a indagare su Luigi Pilloni, un ex militare, riapre vecchi sospetti mai del tutto chiariti. “Indagate su di lui, è stato un militare, sapeva usare gli ordigni”, riporta la soffiata anonima.

            Tra le reazioni più forti a questo nuovo capitolo c’è quella di Maurizio Paniz, legale di Elvo Zornitta, uno degli innocenti ingiustamente sospettati negli anni passati. Paniz ha criticato duramente il fatto che nuove informazioni siano trapelate sui giornali prima che la difesa ne fosse informata, pur dichiarandosi favorevole a ulteriori approfondimenti che potrebbero finalmente chiudere il caso.

            Con il passare del tempo, la determinazione degli investigatori non è diminuita. Antonio De Nicolo, ex procuratore capo di Trieste, ha sottolineato che “Non possiamo dare l’impressione di arrenderci senza aver tentato tutto il possibile”. L’ex comandante dei Ris di Parma, Luciano Garofano, si è detto possibilista su eventuali “esiti risolutivi” grazie all’uso delle nuove tecnologie scientifiche.

            La speranza è che queste nuove analisi e piste possano portare alla risoluzione di uno dei casi più complessi e oscuri della cronaca nera italiana.

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              Storie vere

              Gaya Spolverato: la più giovane primaria italiana alla guida della chirurgia

              Si è formata negli Stati Uniti, al Memorial Sloan Kettering e alla Johns Hopkins. E ora, a soli 41 anni, la primaria più giovane d’Italia, guida la Chirurgia Generale 3 del Policlinico di Padova.

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                Ha 41 anni e il suo è un nome che risuona sempre più forte nel panorama della chirurgia oncologica italiana. La prof.ssa Gaya Spolverato originaria di Albignasego (Padova), è stata recentemente nominata primaria della Chirurgia Generale 3 del Policlinico di Padova, diventando di fatto la più giovane a ricoprire questo ruolo nel nostro Paese.

                Carriera internazionale e un forte impegno per la parità di genere

                Il suo percorso professionale l’ha portata a specializzarsi negli Stati Uniti, al prestigioso Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York, e a lavorare come ricercatrice alla Johns Hopkins di Baltimora. Un curriculum ricco di esperienze internazionali che l’ha resa una chirurga oncologa di fama.

                Dalla chirurgia alla difesa del ruolo delle donne

                Oltre alle sue indiscusse competenze tecniche, Spolverato è una fervida sostenitrice della parità di genere nel mondo della medicina. Ha fondato, infatti, “Women in Surgery Italia“, un’associazione che si impegna a valorizzare il ruolo delle donne in chirurgia e a creare una rete di supporto tra colleghe.

                Leadership emotiva per eccellere

                Spolverato crede fermamente che le emozioni, spesso considerate un ostacolo per le donne in posizioni di leadership, possano invece essere una risorsa preziosa. “Le emozioni“, afferma in una intervista, “sono la base della ‘leadership emotiva’, la forza che ci permette di eccellere“.

                Nella chirurgia ci vuole molto impegno a tutto campo

                La sua attività non si limita alla pratica clinica. È segretaria generale della Società Italiana di Chirurgia Oncologica e fa parte di numerose società scientifiche internazionali. Ha inoltre fondato la prima fellowship nazionale in chirurgia oncologica e pubblica regolarmente su riviste scientifiche di prestigio. Super competente, organizzata, instancabile, con una volontà di ferro e uno sguardo determinato, Gaya Spolverato è diventata un modello per le giovani generazioni. Grazie alla sua passione, dedizione e talento è riuscita a raggiungere traguardi importanti, anche in un campo tradizionalmente maschile come è la chirurgia.

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