Politica

Il 2025 nelle previsioni degli analisti… e pure da parte dell’AI

La storia non si ferma mai, lo sappiamo. E l’anno appena incominciato potrebbe segnare l’inizio di un nuovo capitolo, assolutamente inedito. Nel quale gli equilibri globali in costante evoluzione, dipendono in gran parte dalle scelte dei leader che guideranno le nazioni chiave. La vera sfida? Cercare di trasformare le criticità in opportunità.

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    E’ ancora presto per dirlo perchè l’anno è appena iniziato e siamo ancota tutti sotto l’effetto dei brindisi di ieri sera… Però c’è chi sta già lavorando per interpretare tendenze e segnali, considerando quello appena iniziato come un anno decisivo per gli scenari globali. Il 2025 si candida sottosvariati punti di vista come fondamentale, una curva della storia destinata a risolvere o – speriamo vivamente di no – rendere maggiormente intricati i nodi geopolitici che tengono il mondo col fiato sospeso. Su una cosa gli analisti internazionali sono concordi: ci troviamo di fronte ad un’annata decisiva. Cambieranno gli equilibri derivanti dalla guerra in Ucraina? Si risolveranno i vari conflitti in atto nel pianeta? Oppure bisogna attrezzarsi in vista di un ulteriore deterioramento della situazione?

    Il nuovo scenario globale: l’ipotesi Trump

    Per fare un’analisi che abbia un senso non si può che partire dal ritorno di Donald Trump alla Casa Bianca. Il tycoon annuncia l’intenzione di riscrivere le regole del gioco internazionale con una visione più assertiva e meno paziente rispetto a quella di Biden. Promettendo una quantomeno imporbabile pace lampo in Ucraina entro 24 ore dal suo insediamento, che avverrà il prossimo 20 gennaio 2025. Ma come sarebbe possibile? Alcune indiscrezioni descrivono una sorta di “congelamento” del conflitto, con il riconoscimento de facto dei territori occupati dai russi e un ingresso dell’Ucraina nella NATO non prima di 20 anni.

    La politica commerciale del rieletto Trump

    Con le recenti ammissioni del presidente Zelensky sulla inferiorità militare del suo esercito, è probabile che lo “zar” Putin si appresti ad una negoziazione da una netta posizione di vantaggio. In questo ambito che futuro si può pensare per l’’Europa e per la tenuta dell’alleanza transatlantica, già messa a rischio dalla politica commerciale aggressiva di Trump? Nuovi dazi che il presidente rieletto potrebbe attivare verso i paesi UE, sono potenzialmente in grado di creare conseguenze economiche e politiche davvero imprevedibili.

    Medio Oriente: campo minato ad altissimo rischio

    La caduta del regime siriano di Assad ha inaugurato, sul finire dell’anno appena trascorso, una stagione di rinnovata incertezza. Il nuovo governo, composto in parte da ex jihadisti, parla di stabilità e diritti per tutti, anche se sono in molti a temere che si verifichi quello che è accaduto in Afghanistan. La tregua in Libano si basa su presupposti fragilissimi e potrebbe cedere da un momento all’altro. A Gaza qualche barlume di possibilità per un accordo, anche se fino ad oggi non è stato concretizzato niente. Le tensioni tra Israele e Iran, messe in secondo piano dagli eventi in Siria, potrebbero riesplodere in qualsiasi momento.

    La sfida Usa VS Cina

    La competizione, attualmente giocata sul piano economico, potrebbe rapidamente degenerare. Il mix fra il protezionismo convinto di Trump, insieme alla questione mai risolta di Taiwan che rappresenta una vera e propria miccia a rischio d’innesco, rischia di trasformare la mera rivalità commerciale in qualcosa di più grande.

    E la nostra Europa che fine farà?

    Già provata dalla crisi energetica e dall’inflazione dilagante, l’UE è chiamata ad affrontare un 2025 ricco di sfide. Il rapporto con Washington potrebbe incrinarsi ulteriormente, mentre la guerra in Ucraina rappresenterà ancora un peso sull’economia europea. Anche se appare un impegno enorme, Bruxelles deve necessariamente cercare di ritagliarsi maggiore autonomia.

    L’AI dice la sua sul futuro dell’Italia

    Nessuna buona notizia per noi da parte di un’analisi condotta dall’intelligenza artificiale generativa: il peggio deve ancora venire. Così alemno sostiene l’AI riguardo al futuro economico, politico, sociale, demografico, culturale, ambientale e geopolitico dell’Italia. “Il protrarsi della guerra in Ucraina e l’intensificarsi di conflitti in altre regioni alimentano rischi geopolitici che potrebbero influenzare la sicurezza energetica e la stabilità economica dell’Italia”. Sempre secondo l’Ai, da tenere sotto controllo saranno le alleanze: “L’Italia dovrà gestire con attenzione le sue relazioni con partner strategici, come la Cina, soprattutto in settori chiave come le telecomunicazioni e l’energia. Recenti indagini su investimenti cinesi in aziende italiane evidenziano la necessità di proteggere gli asset nazionali strategici”.

    Reggerà il governo Meloni?

    Su questo specifico apsetto l’IA appare chiara: “Le forze di opposizione cercheranno di sfruttare eventuali segnali di insoddisfazione popolare per rafforzare il proprio consenso e influire sul dibattito pubblico. Questo potrebbe includere un’accentuazione delle critiche sulle politiche economiche, sociali e ambientali, nonché un’azione mirata a mobilitare settori della popolazione maggiormente colpiti da problemi come l’aumento del costo della vita, la disoccupazione giovanile o le disparità territoriali”.

    Quante di queste previsioni diventeranno reali? C’è solo un modo per scoprirlo; vivere – possibilmente al meglio – questo 2025.

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