Politica
Niente sesso, ma un graffio sì: Le Iene confezionano lo scoop, ma che ci faceva Sangiuliano in déshabillé nella camera della Boccia?
Un mix di selfie, accuse e vendette scandisce l’inchiesta più boccaccesca dell’anno. Mentre la verità si nasconde tra pettegolezzi e (finti?) scoop, ci si chiede se la storia sia vera o solo un episodio di un reality senza fine.
Niente sesso tra la Boccia e Sangiuliano? Ma come! Dopo mesi di voci boccaccesche, la verità su questa “non-storia” tra chat torride e selfie insanguinati. Eccoci qua, a guardare Le Iene che, nella puntata di ieri sera, hanno lanciato un altro affondo sul caso Boccia-Sangiuliano, promettendo “una serie di esclusive” con cui Alessandro Sortino ha portato a galla retroscena e segreti. La presunta relazione tra il ministro Gennaro Sangiuliano e l’imprenditrice Maria Rosaria Boccia sembrava ormai un feuilleton da tabloid: passioni segrete, litigi e addirittura ferite fisiche. Ma ieri sera, il plot twist: niente baci, niente amore clandestino, niente incontri proibiti. Solo rancori, selfie drammatici e un pizzico di vendetta.
Negli “audio esclusivi in possesso della trasmissione di Italia 1” la Boccia nega con forza qualsiasi intimità con il ministro, descrivendo una situazione ben lontana da ogni sospetto amoroso. La donna, intervistata da Sortino e parlando con il sindaco di Scafati, Pasquale Aliberti, si dichiara un fiume in piena: “Non c’è stato neanche un bacio tra me e il ministro,” confessa. Poi, come a voler mettere la parola fine al pettegolezzo, aggiunge: “Domani escono delle foto che dicono sia uno scoop, no? Ma in nessuna di quelle foto ci baciamo o ci abbracciamo. Io ho dei fogli di lavoro in mano, lui va avanti e io dietro, come si fa sempre con i ministri.”
Ma la Boccia non si limita a smentire la relazione: rivendica di non essere stata lei a parlarne per prima e di sentirsi, anzi, vittima di una violazione della privacy. Insomma, nessuna storia d’amore segreta, nessuna passione proibita: solo una serie di coincidenze mal interpretate e montate a dovere. Ma allora, perché questa “sputtanata” mediatica?
La risposta è tanto semplice quanto esplosiva. Boccia confida al sindaco il motivo dietro questa “uscita” mediatica: “Mi sono sentita amareggiata quando lui mi ha tolto l’incarico e quindi ho deciso di sputtanarlo perché non avevo avuto quello che volevo.” Una dichiarazione schietta, quasi disarmante. Alessandro Sortino precisa che “l’audio ascoltato non è integrale, e non si può essere certi che Maria Rosaria stia riferendo quello che l’ha spinta davvero a comportarsi così o se invece stia riportando soltanto un’intenzione che altri le attribuiscono.”
In ogni caso, la motivazione lascia il pubblico senza parole. Qui non si parla di amore, ma di orgoglio ferito e di un bisogno quasi spietato di rivalsa, una dinamica che di romantico non ha assolutamente nulla. Neppure il ruolo del sindaco di Scafati che si inserisce nella storia con una doppiezza che meriterebbe un premio Oscar. Da un lato ascolta con aria complice le confidenze di Maria Rosaria, dall’altro non si fa scrupolo di registrate tutto e passare i file audio e schermate di messaggini alle Iene, senza risparmiare dettagli. Un doppio gioco che aggiunge pepe alla vicenda, rendendola quasi un dramma da commedia dell’arte.
Se c’è un dettaglio che tutti ricordano di questa vicenda, è il taglio sulla testa del ministro Sangiuliano. Ma ieri sera Le Iene aggiungono un tassello inedito: i selfie insanguinati, che il ministro si è scattato subito dopo l’incidente. Un’espressione drammatica, una mano insanguinata, e una cover del ministero ben visibile: come a voler suggellare un momento epico. Queste immagini, confluite in un esposto contro la Boccia per aggressione, diventano ora la “prova” di una notte a dir poco movimentata, ma anche un ulteriore enigma. Perché scattarsi selfie in un momento simile? Nel bagno della Boccia? Cosa voleva dimostrare il ministro? E, se come dice la Boccia “manco un bacio” che ci faceva il ministro in desabillé in camera sua.
Tra gli ingredienti da thriller che Sortino introduce c’è anche una misteriosa telefonata anonima, che ha dato il via a tutto il caso mediatico. Alex Fiumara, il paparazzo autore delle foto, racconta di aver ricevuto una chiamata da una voce femminile con accento romano che gli annuncia uno scoop clamoroso: “Il ministro Sangiuliano ha l’amante, una donna che lavora nel ministero e che sta creando scompiglio.” La donna aggiunge, con toni quasi minacciosi, che è ora di “darla in pasto alla stampa” per “vedere se si ferma”. Una frase che lascia poco spazio a interpretazioni.
Sortino si chiede: chi c’è dietro questa voce anonima? Qualcuno che voleva mettere la Boccia in riga? Qualcuno stanco di un’influenza troppo grande da parte della donna? La teoria del complotto ministeriale sembra farsi sempre più reale, ma senza prove definitive tutto resta nel campo delle ipotesi.
Come se la storia non fosse già abbastanza intricata, Le Iene rivelano una chat mai vista prima in cui la Boccia chiede al ministro di poter controllare il suo cellulare “a distanza.” Non proprio una richiesta usuale, soprattutto per una “non amante.” Sangiuliano risponde secco e infastidito: “Nel mio telefono ci sono chat riservate, con ministri, presidenti di Regione e sindaci. Non sono cose che puoi leggere.” Una richiesta curiosa e inusuale, che apre ulteriori dubbi su quale fosse il vero rapporto tra i due.
Un ultimo dettaglio, quasi da romanzo, è il mistero della “chiave d’oro.” Durante un’intervista a Piazzapulita, la Boccia nega con fermezza di averla mai posseduta, ma Sortino ne parla come di un elemento centrale, un simbolo che sembra legare la Boccia al potere, o a qualche ruolo che non ci è ancora del tutto chiaro. Chi ha questa chiave e cosa rappresenta davvero?
Insomma, si lanciano pietre, ma non si danno risposte. E il dubbio viene. Davvero la storia di Maria Rosaria Boccia e Gennaro Sangiuliano è tutt’altro che un semplice scandalo amoroso? Tra selfie sanguinanti, telefonate anonime, chat inedite e una chiave misteriosa, Le Iene ci hanno portato dentro un intrigo fatto di vendette, segreti di Stato e orgogli feriti. La Boccia ha lanciato il suo guanto di sfida, mettendo in piedi una “sputtanata” senza mezzi termini, mentre Sangiuliano, ferito nel fisico e nell’onore, è il protagonista involontario di una saga che sembra ben lontana dal suo epilogo.
Quello che resta è una storia fatta di ombre, di non-detti e di colpi di scena. Fatto sta che questa storia boccaccesca continua a tenere incollati gli spettatori, affamati di gossip più che mai. Insomma, una telenovela in tutto e per tutto, con tanto di colpo di scena settimanale. Ora resta da capire come risponderà la Boccia e se davvero avrà l’ultima parola, lo scopriremo solo alla prossima puntata.
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Politica
Antonio De Matteo tra cinema e televisione: l’attore di “Mare Fuori” torna con film e serie che lo vedono protagonista
Antonio De Matteo, conosciuto per il ruolo di Lino in Mare Fuori, si prepara a una stagione ricca di progetti che lo consacrano come uno dei volti più interessanti del panorama artistico italiano. Nei prossimi mesi, lo vedremo impegnato sia sul grande che sul piccolo schermo, con interpretazioni che spaziano dal dramma storico alla commedia poliziesca.
Antonio De Matteo, noto al grande pubblico come il Lino di Mare Fuori, è pronto a emozionare i suoi fan con nuovi progetti che lo vedono protagonista in importanti produzioni. Nei prossimi mesi, l’attore sarà impegnato su più fronti, dal cinema alla televisione, con ruoli che promettono di sorprendere.
Nel cast di Mia, il nuovo film di Valentina De Amicis
De Matteo è tra gli interpreti principali di Mia, film diretto da Valentina De Amicis, al fianco di Matteo Paolillo ed Ester Pantano. La pellicola, girata nelle Marche tra Loreto, Porto Recanati, Sirolo, Ancona, Numana e Osimo con il supporto della Marche Film Commission, racconta una storia intensa e ricca di colpi di scena. De Matteo, in un ruolo ancora avvolto nel mistero, promette di lasciare il segno: «Sarò un personaggio del tutto inaspettato, che irromperà nella vita della protagonista, ma poi andate a vederlo al cinema», ha dichiarato enigmatico l’attore.
Un tassista nella storia: Pasquale Rotondi
Tra i prossimi progetti, De Matteo sarà co-protagonista di Pasquale Rotondi (titolo provvisorio), film diretto da Roberto Dordit, con Simone Liberati e Lia Greco. Ambientato tra il 1939 e il 1943, il film racconta vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale. L’attore interpreta Augusto Pratelli, un tassista di Urbino coinvolto in eventi storici che promettono di affascinare il pubblico.
In arrivo su Sky Cinema: Piedone – Uno sbirro a Napoli
Dal 2 dicembre, Antonio De Matteo sarà anche su Sky Cinema con Piedone – Uno sbirro a Napoli, rivisitazione del classico di Bud Spencer. La serie, suddivisa in quattro episodi, vede Salvatore Esposito nei panni del celebre poliziotto, affiancato da Fabio Balsamo, Silvia D’Amico e la regia di Alessio Maria Federici. De Matteo interpreta il miglior amico di Piedone, un “operatore sociale” sui generis, che torna nella sua vita dopo anni trascorsi all’estero. «Un personaggio super positivo, con un’energia travolgente», ha rivelato l’attore.
Antonio De Matteo si conferma così un volto sempre più presente e poliedrico nel panorama cinematografico e televisivo italiano, pronto a regalare nuove emozioni al pubblico.
Politica
Maria Rosaria Boccia, spuntano documenti choc: quella prima laurea in Economia Aziendale non esisterebbe!
In atti del 2011 e 2012, la stessa Boccia si dichiara “diplomata”, mentre nel profilo LinkedIn, poi rimosso, millantava una laurea in Economia Aziendale del 2005 e una recente. Con la prima laurea ormai smentita, il caso si fa sempre più controverso e il curriculum dell’imprenditrice rischia di sgretolarsi.
Nuove ombre sul curriculum di Maria Rosaria Boccia: il settimanale “Oggi” pubblica documenti che metterebbero in discussione la legittimità della prima delle sue due lauree in Economia Aziendale. Un colpo di scena che porta a chiedersi quanto di vero ci sia nella narrazione accademica dell’imprenditrice di Pompei, già al centro di polemiche per le sue frequenti revisioni del passato.
Quello che lascia a bocca aperta è che la fonte di questi documenti è proprio Maria Rosaria Boccia stessa. Lo scorso 30 ottobre, forse nel tentativo di sviare l’attenzione, ha condiviso sui social una copia della sentenza di divorzio. Eppure, in quegli atti ufficiali del 2011 e 2012, risulta chiaramente “diplomata”. Nella prima pagina del ricorso, in bella vista, compare la dicitura “di professione commerciante e titolo di studio diploma”. Insomma, nessuna traccia di lauree!
Ma l’imprenditrice, fino a poco tempo fa, era stata molto chiara nella sua bio su LinkedIn, dove vantava due titoli accademici: uno in Economia Aziendale, conseguito nel 2005 presso l’Università degli Studi Parthenope di Napoli, e una seconda laurea, completata nel 2023 in modalità telematica. Non solo la Boccia sfoggiava un titolo “tardivo” di dubbia utilità, ma anche una laurea in economia che oggi sembra frutto della sua fantasia.
Se le rivelazioni di “Oggi” sono veritiere, la prima laurea della Boccia si dissolverebbe come una bolla di sapone. E viene da chiedersi: qual è il motivo di questo gioco di prestigio accademico? Perché costruire un curriculum su un falso titolo? I documenti sono chiari, e l’immagine dell’imprenditrice rischia ora di essere travolta da questo crollo di credibilità.
Intanto, gli osservatori più attenti si interrogano su cosa possa ancora emergere dalle ricerche che continuano a scavare nel passato della Boccia.
Politica
Caso Santanchè: Ki Group Holding sull’orlo del fallimento, debiti e indagini travolgono il “gioiellino bio”
Dopo la composizione negoziata fallita, gli avvocati che assistono Ki Group Holding spa rinunciano all’incarico, lasciando l’azienda bio sempre più vicina alla liquidazione giudiziale. L’Agenzia delle entrate presenta istanza per il fallimento, mentre la Procura di Milano continua a indagare sulla gestione della ministra Santanchè e dell’ex compagno.
Nuovi guai per Daniela Santanché. Dopo il collasso di Ki Group srl e Biofood, ora anche Ki Group Holding spa – la società che fino alla fine del 2021 è stata nelle mani della ministra del Turismo e del suo ex compagno, l’imprenditore Canio Mazzaro – si trova a un passo dal baratro, con oltre 400 mila euro di debiti verso il Fisco. La situazione, già precaria da tempo, ha spinto l’Agenzia delle entrate a chiedere l’intervento del Tribunale di Milano per avviare la procedura di liquidazione giudiziale. La “rottamazione-quater”, che avrebbe dovuto dare respiro alle casse della società, non ha portato i frutti sperati: anche questa strada è fallita con il mancato pagamento delle rate.
I pm valutano l’ipotesi di bancarotta
La Procura di Milano, sotto la guida di Marcello Viola, continua a indagare sul ruolo dell’imprenditrice di Fratelli d’Italia nella gestione della società, il cui declino sembra proprio coincidere con la presenza di Santanchè e Mazzaro. La loro amministrazione, tra mancati pagamenti e tentativi infruttuosi di risanamento, ha trasformato quello che un tempo era considerato un “piccolo gioiellino bio” in un’impresa in perenne crisi. E mentre i pm valutano l’ipotesi di bancarotta – ipotesi esclusa in precedenza per il caso Visibilia, legato invece all’accusa di falso in bilancio – la situazione di Ki Group Holding si fa sempre più critica.
Il tentativo di risanamento è naufragato
L’istanza per la liquidazione giudiziale, firmata dall’avvocato Carlo Dall’Asta, è stata depositata martedì. Non è la prima volta che la società tenta di rimanere a galla: già i pm Marina Gravina e Luigi Luzi avevano richiesto il fallimento per l’intero gruppo, ma la Holding era riuscita a ottenere una composizione negoziata della crisi, protetta da misure temporanee. Tuttavia, anche questo tentativo di risanamento è naufragato, e gli avvocati che assistevano la società in sede civile hanno rinunciato all’incarico, lasciando la Ki Group Holding sempre più isolata.
L’Agenzia delle entrate, che vanta crediti per oltre 414 mila euro, ha tentato di recuperare il proprio credito tramite pignoramenti, senza però ottenere alcun successo. Di fronte a questa situazione disperata, ha deciso di rivolgersi al Tribunale per far dichiarare lo “stato di insolvenza” della società, considerata incapace di onorare le proprie obbligazioni. Come si legge nell’istanza, la decadenza dal beneficio della rateazione e l’esito negativo dei pignoramenti sinora eseguiti sono la prova di un’azienda ormai incapace di risollevarsi.
L’appuntamento per discutere il destino di Ki Group Holding è fissato per il 14 novembre, data in cui verranno anche esaminate le sorti di Bioera, altra società della galassia bio associata a Santanchè e Mazzaro. La domanda, ormai, sembra essere una sola: ci sarà ancora spazio per un nuovo miracolo finanziario, o assisteremo all’ennesimo epilogo amaro per un’azienda italiana che non è riuscita a mantenere le promesse?
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