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Politica

Pier Silvio Berlusconi scende in politica ad aprile! Tra rumors e strategie, il futuro del figlio del Cavaliere

L’ad di Mediaset potrebbe aver fissato una data per una svolta decisiva nella sua vita professionale. Ecco cosa potrebbe succedere e quali sono le posizioni della famiglia Berlusconi.

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    Da mesi si rincorrono voci sempre più insistenti su una possibile discesa in politica di Pier Silvio Berlusconi. I rumor sembrano confermare che l’ad di Mediaset stia riflettendo su un passo che potrebbe cambiare lo scenario politico italiano. In particolare, si ipotizza che Pier Silvio possa attendere il prossimo aprile 2025, data indicata come possibile per il referendum sull’autonomia differenziata. Perché proprio quel momento? Per molti, la tornata referendaria rappresenta un possibile punto di svolta: una sconfitta del centrodestra potrebbe scatenare una crisi di governo e offrire a Pier Silvio un trampolino per il grande salto.

    Ma perché l’idea di un ingresso in politica da parte del figlio del Cavaliere continua a far discutere? Da una parte c’è la fascinazione per un’eredità politica e mediatica che sembra inevitabile. Silvio Berlusconi è stato, e rimane, una figura imprescindibile della storia recente italiana. Il pensiero di una continuità, con Pier Silvio pronto a guidare Forza Italia o a creare un movimento tutto suo, sembra affascinare molti.

    Dall’altra, però, c’è chi sottolinea le difficoltà e le insidie di un simile percorso. Anche in famiglia le opinioni sono divergenti. Se da una parte ci sono sostenitori, come la compagna Silvia Toffanin e Niccolò Querci, dall’altra troviamo la ferma opposizione di Marina Berlusconi. La primogenita, infatti, sembra poco convinta che la politica possa giovare alle aziende di famiglia, oggi più solide che mai e lontane dai tempi in cui le battaglie del padre le rendevano vulnerabili.

    Marina e Pier Silvio: due visioni, un’unica famiglia

    Il contrasto tra fratelli è una delle chiavi di lettura più interessanti di questa possibile evoluzione. Marina è stata sempre in prima linea per difendere l’onore e il patrimonio di famiglia, ma preferisce una gestione più defilata, lontana dalle luci della ribalta. Per lei, dopo anni di battaglie legali e mediatiche che hanno segnato profondamente la storia dei Berlusconi, entrare nel “tourbillon” politico significherebbe esporsi a rischi inutili. Dall’altro lato, Pier Silvio sembra più aperto all’idea di un impegno diretto, forse perché ha già vissuto in prima persona l’ambiente complesso e articolato di un colosso mediatico come Mediaset, dove le dinamiche del potere non sono poi così diverse da quelle della politica.

    Cosa succederà nei prossimi mesi?

    Se il progetto politico di Pier Silvio prenderà forma, lo scopriremo presto. Intanto, il 2025 si avvicina e con esso nuove sfide per il nostro Paese. La politica, così come le dinamiche familiari, resta imprevedibile. Resta da capire se Pier Silvio riuscirà a trovare un equilibrio tra la sua carriera imprenditoriale e la tentazione di un ruolo più attivo nello scenario politico nazionale.

    Non ci resta che attendere e vedere se davvero l’eredità politica del Cavaliere troverà nuova vita, oppure se il nome Berlusconi resterà legato solo alla storia di chi ha già scritto pagine memorabili, ma non ne scriverà di nuove.

      Politica

      Antonio De Matteo tra cinema e televisione: l’attore di “Mare Fuori” torna con film e serie che lo vedono protagonista

      Antonio De Matteo, conosciuto per il ruolo di Lino in Mare Fuori, si prepara a una stagione ricca di progetti che lo consacrano come uno dei volti più interessanti del panorama artistico italiano. Nei prossimi mesi, lo vedremo impegnato sia sul grande che sul piccolo schermo, con interpretazioni che spaziano dal dramma storico alla commedia poliziesca.

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        Antonio De Matteo, noto al grande pubblico come il Lino di Mare Fuori, è pronto a emozionare i suoi fan con nuovi progetti che lo vedono protagonista in importanti produzioni. Nei prossimi mesi, l’attore sarà impegnato su più fronti, dal cinema alla televisione, con ruoli che promettono di sorprendere.

        Nel cast di Mia, il nuovo film di Valentina De Amicis

        De Matteo è tra gli interpreti principali di Mia, film diretto da Valentina De Amicis, al fianco di Matteo Paolillo ed Ester Pantano. La pellicola, girata nelle Marche tra Loreto, Porto Recanati, Sirolo, Ancona, Numana e Osimo con il supporto della Marche Film Commission, racconta una storia intensa e ricca di colpi di scena. De Matteo, in un ruolo ancora avvolto nel mistero, promette di lasciare il segno: «Sarò un personaggio del tutto inaspettato, che irromperà nella vita della protagonista, ma poi andate a vederlo al cinema», ha dichiarato enigmatico l’attore.

        Un tassista nella storia: Pasquale Rotondi

        Tra i prossimi progetti, De Matteo sarà co-protagonista di Pasquale Rotondi (titolo provvisorio), film diretto da Roberto Dordit, con Simone Liberati e Lia Greco. Ambientato tra il 1939 e il 1943, il film racconta vicende legate alla Seconda Guerra Mondiale. L’attore interpreta Augusto Pratelli, un tassista di Urbino coinvolto in eventi storici che promettono di affascinare il pubblico.

        In arrivo su Sky Cinema: Piedone – Uno sbirro a Napoli

        Dal 2 dicembre, Antonio De Matteo sarà anche su Sky Cinema con Piedone – Uno sbirro a Napoli, rivisitazione del classico di Bud Spencer. La serie, suddivisa in quattro episodi, vede Salvatore Esposito nei panni del celebre poliziotto, affiancato da Fabio Balsamo, Silvia D’Amico e la regia di Alessio Maria Federici. De Matteo interpreta il miglior amico di Piedone, un “operatore sociale” sui generis, che torna nella sua vita dopo anni trascorsi all’estero. «Un personaggio super positivo, con un’energia travolgente», ha rivelato l’attore.

        Antonio De Matteo si conferma così un volto sempre più presente e poliedrico nel panorama cinematografico e televisivo italiano, pronto a regalare nuove emozioni al pubblico.

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          Politica

          Maria Rosaria Boccia, spuntano documenti choc: quella prima laurea in Economia Aziendale non esisterebbe!

          In atti del 2011 e 2012, la stessa Boccia si dichiara “diplomata”, mentre nel profilo LinkedIn, poi rimosso, millantava una laurea in Economia Aziendale del 2005 e una recente. Con la prima laurea ormai smentita, il caso si fa sempre più controverso e il curriculum dell’imprenditrice rischia di sgretolarsi.

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            Nuove ombre sul curriculum di Maria Rosaria Boccia: il settimanale “Oggi” pubblica documenti che metterebbero in discussione la legittimità della prima delle sue due lauree in Economia Aziendale. Un colpo di scena che porta a chiedersi quanto di vero ci sia nella narrazione accademica dell’imprenditrice di Pompei, già al centro di polemiche per le sue frequenti revisioni del passato.

            Quello che lascia a bocca aperta è che la fonte di questi documenti è proprio Maria Rosaria Boccia stessa. Lo scorso 30 ottobre, forse nel tentativo di sviare l’attenzione, ha condiviso sui social una copia della sentenza di divorzio. Eppure, in quegli atti ufficiali del 2011 e 2012, risulta chiaramente “diplomata”. Nella prima pagina del ricorso, in bella vista, compare la dicitura “di professione commerciante e titolo di studio diploma”. Insomma, nessuna traccia di lauree!

            Ma l’imprenditrice, fino a poco tempo fa, era stata molto chiara nella sua bio su LinkedIn, dove vantava due titoli accademici: uno in Economia Aziendale, conseguito nel 2005 presso l’Università degli Studi Parthenope di Napoli, e una seconda laurea, completata nel 2023 in modalità telematica. Non solo la Boccia sfoggiava un titolo “tardivo” di dubbia utilità, ma anche una laurea in economia che oggi sembra frutto della sua fantasia.

            Se le rivelazioni di “Oggi” sono veritiere, la prima laurea della Boccia si dissolverebbe come una bolla di sapone. E viene da chiedersi: qual è il motivo di questo gioco di prestigio accademico? Perché costruire un curriculum su un falso titolo? I documenti sono chiari, e l’immagine dell’imprenditrice rischia ora di essere travolta da questo crollo di credibilità.

            Intanto, gli osservatori più attenti si interrogano su cosa possa ancora emergere dalle ricerche che continuano a scavare nel passato della Boccia.

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              Politica

              Caso Santanchè: Ki Group Holding sull’orlo del fallimento, debiti e indagini travolgono il “gioiellino bio”

              Dopo la composizione negoziata fallita, gli avvocati che assistono Ki Group Holding spa rinunciano all’incarico, lasciando l’azienda bio sempre più vicina alla liquidazione giudiziale. L’Agenzia delle entrate presenta istanza per il fallimento, mentre la Procura di Milano continua a indagare sulla gestione della ministra Santanchè e dell’ex compagno.

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                Nuovi guai per Daniela Santanché. Dopo il collasso di Ki Group srl e Biofood, ora anche Ki Group Holding spa – la società che fino alla fine del 2021 è stata nelle mani della ministra del Turismo e del suo ex compagno, l’imprenditore Canio Mazzaro – si trova a un passo dal baratro, con oltre 400 mila euro di debiti verso il Fisco. La situazione, già precaria da tempo, ha spinto l’Agenzia delle entrate a chiedere l’intervento del Tribunale di Milano per avviare la procedura di liquidazione giudiziale. La “rottamazione-quater”, che avrebbe dovuto dare respiro alle casse della società, non ha portato i frutti sperati: anche questa strada è fallita con il mancato pagamento delle rate.

                I pm valutano l’ipotesi di bancarotta

                La Procura di Milano, sotto la guida di Marcello Viola, continua a indagare sul ruolo dell’imprenditrice di Fratelli d’Italia nella gestione della società, il cui declino sembra proprio coincidere con la presenza di Santanchè e Mazzaro. La loro amministrazione, tra mancati pagamenti e tentativi infruttuosi di risanamento, ha trasformato quello che un tempo era considerato un “piccolo gioiellino bio” in un’impresa in perenne crisi. E mentre i pm valutano l’ipotesi di bancarotta – ipotesi esclusa in precedenza per il caso Visibilia, legato invece all’accusa di falso in bilancio – la situazione di Ki Group Holding si fa sempre più critica.

                Il tentativo di risanamento è naufragato

                L’istanza per la liquidazione giudiziale, firmata dall’avvocato Carlo Dall’Asta, è stata depositata martedì. Non è la prima volta che la società tenta di rimanere a galla: già i pm Marina Gravina e Luigi Luzi avevano richiesto il fallimento per l’intero gruppo, ma la Holding era riuscita a ottenere una composizione negoziata della crisi, protetta da misure temporanee. Tuttavia, anche questo tentativo di risanamento è naufragato, e gli avvocati che assistevano la società in sede civile hanno rinunciato all’incarico, lasciando la Ki Group Holding sempre più isolata.

                L’Agenzia delle entrate, che vanta crediti per oltre 414 mila euro, ha tentato di recuperare il proprio credito tramite pignoramenti, senza però ottenere alcun successo. Di fronte a questa situazione disperata, ha deciso di rivolgersi al Tribunale per far dichiarare lo “stato di insolvenza” della società, considerata incapace di onorare le proprie obbligazioni. Come si legge nell’istanza, la decadenza dal beneficio della rateazione e l’esito negativo dei pignoramenti sinora eseguiti sono la prova di un’azienda ormai incapace di risollevarsi.

                L’appuntamento per discutere il destino di Ki Group Holding è fissato per il 14 novembre, data in cui verranno anche esaminate le sorti di Bioera, altra società della galassia bio associata a Santanchè e Mazzaro. La domanda, ormai, sembra essere una sola: ci sarà ancora spazio per un nuovo miracolo finanziario, o assisteremo all’ennesimo epilogo amaro per un’azienda italiana che non è riuscita a mantenere le promesse?

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