Politica
Salvini è stato assolto: appena arrivata da Palermo la sentenza su Open Arms
Il verdetto, letto dal presidente Roberto Murgia, arriva dopo otto ore di camera di consiglio. La procura aveva chiesto sei anni di reclusione. Salvini: “Assolto per aver difeso l’Italia”. Il caso Open Arms si conclude con una sentenza destinata a far discutere.
Matteo Salvini è stato assolto. Dopo tre anni di processo, 24 udienze e un dibattimento che ha polarizzato l’opinione pubblica, il tribunale di Palermo ha deciso che il vicepremier e leader della Lega non ha commesso reati nella gestione della vicenda Open Arms. La sentenza è stata letta oggi dalla seconda sezione penale, presieduta da Roberto Murgia, con i giudici a latere Andrea Innocenti ed Elisabetta Villa. Il verdetto è arrivato dopo otto ore di camera di consiglio.
Salvini era accusato di sequestro di persona e rifiuto di atti d’ufficio per aver trattenuto, nell’agosto 2019, 147 migranti soccorsi in mare a bordo della nave Open Arms. L’allora ministro dell’Interno aveva adottato la linea dei “porti chiusi”, una decisione che secondo l’accusa configurava un abuso di potere, causando gravi ripercussioni per i migranti coinvolti, tra cui minori e persone in condizioni di salute precarie.
La procura aveva richiesto sei anni di reclusione, ribadendo le sue posizioni anche nella giornata di oggi. Alla lettura della sentenza era presente il procuratore capo di Palermo, Maurizio de Lucia.
Il cuore del processo: atto politico o abuso di potere?
La vicenda ha ruotato attorno a una domanda centrale: il divieto di sbarco imposto da Salvini era un atto politico legittimo o un abuso dei suoi poteri di ministro dell’Interno? La difesa, guidata dall’avvocata Giulia Bongiorno, ha insistito sulla prima tesi, sottolineando che le decisioni di Salvini miravano a tutelare la sicurezza nazionale e la sovranità italiana.
La linea difensiva ha trovato sostegno anche fuori dall’aula, con il magnate Elon Musk che, alla vigilia della sentenza, aveva espresso supporto per il leader della Lega.
Una sentenza che divide
La decisione del tribunale non cancella le polemiche che hanno accompagnato il caso. Gli ex alleati di governo, come Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, avevano descritto le scelte di Salvini come unilaterali e non condivise in Consiglio dei Ministri. Ma per la giustizia, quelle azioni non configurano reati penali.
Salvini, visibilmente sollevato, ha commentato: “Sono stato assolto per aver difeso l’Italia. Dedico questa vittoria ai miei figli e agli italiani”. La sentenza, sebbene definitiva in primo grado, segna un punto di svolta per la carriera politica del leader leghista, rinforzando il suo ruolo nell’attuale governo e aprendo nuovi scenari di consenso politico.
Conclusione di una vicenda controversa
Il caso Open Arms è stato molto più di un processo penale: è diventato un simbolo dello scontro tra politiche migratorie, diritti umani e strategie elettorali. La sentenza di oggi chiude formalmente un capitolo, ma il dibattito sulle responsabilità politiche e morali di quei giorni resta aperto. Una cosa è certa: il confine tra difesa nazionale e diritti individuali si conferma una questione centrale per l’Italia e per la sua democrazia.