Speciale Olimpiadi 2024

Ultimo fango a Parigi: la Senna è una fogna ma si nuota lo stesso

Nuotare nella Senna: tra allenamenti cancellati e polemiche infuocate. Le acque della Senna troppo inquinate per gli allenamenti olimpici: tra cancellazioni e casi di infezione, il dibattito si infiamma

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    Gli allenamenti nella Senna in programma in vista delle gare di nuoto in acque libere sono stati cancellati a causa dell’acqua che gli organizzatori hanno definito “non adatta per nuotare”.

    Si tratta del quinto allenamento cancellato dall’inizio dei Giochi, con i primi quattro che hanno riguardato il triathlon, disciplina la cui gara maschile, sempre a causa dell’inquinamento, era poi stata rinviata di un giorno. Ora c’è quindi incertezza sullo svolgimento delle gare di nuoto in acque libere nelle date previste.

    Il caso Claire Michel e la sicurezza degli atleti

    La grande polemica sugli atleti costretti a nuotare nella Senna riparte sulla base di una notizia del giornale belga De Standaard, secondo il quale l’atleta Claire Michel sarebbe ricoverata in ospedale da quattro giorni dopo avere partecipato alla prova di triathlon femminile di mercoledì 31 luglio. Notizia che si è rivelata poi, almeno in parte, falsa: dopo i primi sintomi di un’infezione gastro-intestinale Claire Michel si è rivolta al centro medico del villaggio olimpico, è stata visitata ed è tornata in camera.

    Mai stata ricoverata per quattro giorni, circostanza che avrebbe dato alla sua vicenda tutta un’altra drammaticità. Ma è vero che Michel non sta bene, e che per questo ieri la squadra del Belgio non ha potuto partecipare alla nuova prova di triathlon, questa volta misto a squadre, cominciata con un altro gran tuffo nel fiume. Mercoledì scorso Claire Michel è arrivata 38ª su 55 concorrenti, e non ha apprezzato in particolare la parte di nuoto della sua gara: «Ho nuotato male, non è il mio punto forte e poi c’era molta corrente. Ho cercato di recuperare in bicicletta e nella corsa, ma ormai avevo accumulato troppo ritardo».

    La protesta degli atleti e la storia della Senna

    La connazionale belga Jolien Vermeylen, arrivata 24ª, era stata tra le più esplicite nel lamentarsi della Senna: «Nuotando sotto il ponte, ho sentito e visto cose alle quali non si dovrebbe pensare quando si gareggia. La Senna è sporca da cent’anni, quindi non ci dicano che la sicurezza degli atleti è una priorità».

    Nel lontano 1923, infatti, il prefetto di Parigi interruppe una tradizione durata secoli e proibì il bagno nel fiume, per l’inquinamento e il traffico delle chiatte. Ma il miliardo e 400 milioni speso negli ultimi anni per depurare le acque, spesso evocato come uno spreco, in realtà è servito: l’inquinamento chimico della Senna è incomparabilmente più basso rispetto a quello dei fiumi delle altre grandi città europee. Restano problemi puntuali legati agli scarichi e alle piogge, e per questo sono state effettuate analisi prima di autorizzare le prove dei Giochi. Su 110 atlete e atleti che hanno nuotato nella Senna, ad avere accusato sintomi sono solamente due persone, che potrebbero avere contratto il batterio in un’infinità di modi.

    I rischi sanitari secondo gli esperti

    «Ma come è venuto in mente all’organizzazione di fare una gara di nuoto nella Senna che, come tutti i grandi fiumi, come il Tevere nella Capitale o il Lambro a Milano, è inquinatissimo? In Italia abbiamo la migliore sanità e facciamo la migliore prevenzione del mondo, non credo che ci saremmo mai assunti un simile rischio, per altro di fronte ad atleti di massimo livello». Massimo Ciccozzi, epidemiologo del Policlinico universitario Campus Bio-Medico di Roma, dopo il malore accusato dalla belga Claire Michel spiega quali possono essere, a livello medico-sanitario

    , i pericoli a cui potrebbero andare incontro i nuotatori che alle Olimpiadi 2024 hanno affrontato — e nei prossimi giorni affronteranno — le gare in acque libere nel fiume parigino.

    Quali sono i rischi per la salute degli atleti a nuotare in quelle acque?

    «Non sono certo pochi i rischi: il più banale, se così vogliamo definirlo, è l’Escherichia coli, un batterio che si trova proprio nelle acque reflue».

    Quali potrebbero essere le conseguenze?

    «Una forte gastroenterite». Quali sono i sintomi che presenta?

    «Diarrea, vomito, febbre alta e soprattutto forti dolori di pancia. Che per un atleta che sta disputando le Olimpiadi non è certo il massimo».

    Ha detto che l’Escherichia è il più banale dei rischi, cos’altro ci si può aspettare?

    «Per esempio ci sono anche la salmonella, la leptospirosi. Ma non sono da escludere neanche la giardia o un’ameba. E poi anche l’epatite A, malattia infettiva che si trasmette tramite circuito oro-fecale. E se nella Senna scarica qualche quartiere di Parigi in cui è presente questa malattia?».

    Qual è la gravità di queste infezioni?

    «Non sono mortali, però possono essere un bel problema. E specie per un atleta non è una cosa piacevole».

    Le misure di prevenzione adottate

    Nonostante le polemiche, gli organizzatori delle Olimpiadi hanno assicurato che tutte le misure necessarie per garantire la sicurezza degli atleti sono state prese. Le analisi delle acque vengono effettuate regolarmente e in caso di livelli di inquinamento superiori al consentito, le gare vengono rinviate o cancellate, come è accaduto fino ad ora.

    Tuttavia, il dibattito sulla scelta di utilizzare la Senna come luogo per le gare di nuoto in acque libere continua. Gli atleti, i loro allenatori e i fan esprimono preoccupazione per la salute e la sicurezza, mentre gli organizzatori cercano di rassicurare tutti sull’efficacia delle misure di prevenzione adottate.

    In conclusione, mentre il miliardo e 400 milioni spesi per depurare le acque della Senna ha migliorato significativamente la qualità dell’acqua, i recenti episodi di infezione e malessere tra gli atleti sollevano dubbi e preoccupazioni. La sfida è trovare un equilibrio tra l’uso di un luogo iconico come la Senna e la garanzia della sicurezza degli atleti, che rimane la priorità assoluta.

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