Speciale Olimpiadi 2024

Un nuovo arbitraggio vergognoso nega agli azzurri una medaglia d’oro

È polemica per la finale del fioretto maschile, decisa da arbitri asiatici, che negano a Filippo Macchi la vittoria. Rabbia Italia alle Olimpiadi: furto d’oro anche nella scherma

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    L’Italia è furiosa dopo la scandalosa finale del fioretto alle Olimpiadi di Parigi 2024. Filippo Macchi è stato privato della medaglia d’oro da arbitri chiaramente di parte: uno di Taipei e uno coreano. Sul 14 pari, due stoccate decisive per l’italiano sono state incredibilmente negate, regalando la vittoria al cinese Cheung Ka Long. Il CT azzurro Cerioni grida forte: «È lui il campione, è lui…». Gli ottomila del Grand Palais applaudono, ma l’oro resta un sogno rubato.

    Il presidente del CONI, Giovanni Malagò, non usa mezzi termini: «È una vergogna inaudita, una porcheria mai vista. Due volte non hanno avuto le palle di dare la stoccata vincente a Filippo e alla terza hanno completato l’opera. Andiamo a fare reclamo, non servirà a nulla, ma è il minimo che possiamo fare». La rabbia è palpabile, e con ragione. L’Italia si ritrova con un oro in meno, rubato da decisioni arbitrali assurde.

    Malagò continua: «È inaccettabile per la credibilità di questo sport che i due giudici venissero entrambi dall’Asia. Non dico che sia cattiva fede, ma le polemiche hanno un loro fondamento. Siamo stanchi di questa situazione». Le parole di Malagò risuonano con forza mentre gli animi restano accesi. Macchi, che aveva compiuto un capolavoro contro l’americano Nick Itlin in semifinale, è stato derubato di una vittoria che gli spettava di diritto.

    La finale, una sfida tra due grandi tiratori, è stata rovinata da un arbitraggio vergognoso. Filippo Macchi, alla sua prima Olimpiade, meritava l’oro, ma l’ingiustizia ha prevalso. L’Italia si prepara a fare reclamo, ma il danno è fatto. Questo furto sportivo lascia un’amarezza profonda e mette in discussione la trasparenza delle competizioni internazionali.

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