Storie vere
Bocciato in seconda media il Tar lo riammette… perché troppo bravo
Antonio è un dodicenne con un alto potenziale cognitivo. Il suo Qi è superiore a 130 e ha capacità intellettive superiori ai suoi coetanei. Ma è stato bocciato…
Antonio ha 12 anni, un quoziente intellettivo di 130, suona il pianoforte da 5 anni, ma è stato bocciato in seconda media. La motivazione? Basso rendimento. Scusa? La famiglia all’inizio è rimasta spiazzata dalla decisione: ma come nostro figlio con un Qi di 130, bocciato? Ma poi ha deciso di fare ricorso al Tribunale Amministrativo Regionale (Tar) del Veneto, che ha riammesso il ragazzo in terza media.
La battaglia legale basata sulle inadempienze della scuola verso i plusdotati
L’avvocata Ermelinda Maulucci, specialista in politiche educative e plusdotazione, ha spiegato al quotidiano La Stampa che è la prima volta che una decisione del genere viene presa per il mancato rispetto delle esigenze di uno studente plusdotato. La scuola frequentata da Antonio, infatti, non ha predisposto un Piano Didattico Personalizzato (Pdp). Questo nonostante le richieste della famiglia. Il Consiglio di classe non ha nemmeno discusso l’opportunità di farlo né ha fornito motivazioni.
Un anno scolastico difficile perché si annoiava
Ora Antonio è tornato in classe con i suoi vecchi compagni. Secondo la madre lo scorso anno scolastico è stato molto difficile. “Antonio era demoralizzato, si sentiva impotente. La bocciatura è stata uno choc perché sapeva di non meritarla, anche se eravamo consapevoli che il suo rendimento non rispecchiava le sue reali capacità“. I genitori avevano chiesto ai docenti e alla dirigente scolastica un piano di studi personalizzato, ma la risposta è stata che Antonio doveva prima colmare le lacune.
Le direttive ministeriali
La vicenda ha messo in evidenza la violazione della direttiva Miur del 27 dicembre 2012 e della nota del Ministero del 2019, che prevede il riconoscimento degli studenti plusdotati come alunni con bisogni educativi speciali (BES). Il mancato intervento della scuola ha creato una palese disparità di trattamento rispetto ad altri alunni, come ha evidenziato l’avvocata Maulucci.
Chi sono gli studenti “gifted” con un alto potenziale cognitivo
In Italia, gli studenti “gifted“, ossia con un alto potenziale cognitivo, rappresentano tra il 6% e l’8% della popolazione scolastica. Si tratta di ragazzi con capacità intellettive superiori alla media, che spesso affrontano difficoltà in ambito scolastico, come noia e demotivazione. Nonostante non ci sia ancora una legge ad hoc per loro, molte scuole adottano già pratiche educative individualizzate per supportare questi studenti.
Bocciato perchè plusdotato… un sistema da migliorare
I genitori di Antonio sperano che l’anno scolastico appena iniziato sia migliore e si sono detti pronti a collaborare con la scuola. L’emotività e la noia sono costanti minacce per studenti come Antonio, e una didattica frontale poco coinvolgente può portarli a non esprimere tutto il loro potenziale. Secondo l’avvocata Maulucci è necessaria quindi l’adozione di una legge che garantisca il giusto supporto agli studenti plusdotati. “Non possiamo continuare a risolvere questi casi in tribunale“, dice giustamente l’avvocato sottolineando l’urgenza di una formazione specifica per tutti gli insegnanti.
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Storie vere
Anna Possi, la barista centenaria che ti accoglie con il sorriso più bello del mondo
Anna Possi, la barista più anziana d’Italia compie cento anni ma non se li sente proprio. Il suo elisir? “Mangio sempre poco, quanto basta”.
Anna vive a Nebbiuno, in provincia di Novara. E’ li che la barista più anziana d’Italia illumina la giornata a tutti i clienti del suo bar dove il tempo sembra essersi fermato. Anna si affaccia al bancone, con la sua solita eleganza e con un sorriso che ti strega, capace di cambiarti la giornata. E proprio nel suo bar Anna ha voluto festeggiare insieme ai suoi amici e alla clientela più affezionata i suoi cento anni.
Un milione di caffè e un cuore d’oro
Sessantacinque anni dietro al bancone del suo amato Bar Centrale: un traguardo straordinario che la signora Anna ha raggiunto con la stessa leggerezza e passione di sempre. “Cento anni? Ma io, davvero, non so mica come sono riuscita ad arrivare a questa età“, confessa con la sua proverbiale modestia. Eppure, la sua energia e la sua voglia di vivere sono contagiose. Si stima che Anna abbia servito oltre un milione di caffè in tutti questi anni. Un numero impressionante che testimonia la sua dedizione al lavoro e l’affetto che la lega alla sua clientela. Ma oltre ai numeri, ciò che colpisce di Anna è la sua umanità. “Mi piace il contatto con le persone“, dice con semplicità. E questa sua attitudine l’ha resa un punto di riferimento per tutta la comunità.
Possiamo sapere qual è il segreto della sua longevità?
Lei si schernisce e sorride. “Non ho segreti particolari. Mangio poco e di tutto, e cerco di mantenere la mente attiva. Poi, naturalmente, c’è il lavoro, che mi tiene in movimento e mi fa sentire utile“. E aggiunge, con un pizzico di ironia: “Ah, e la limonata gassata la sera, prima di andare a dormire!“. Quella di Anna è la storia di una donna forte, determinata e piena di vita, che ha affrontato le sfide con coraggio e positività. A proposito come le piace il caffè? Non ha dubbi ama il caffè espresso all’italiana, forte e aromatico. Lo prepara con una macchinetta tradizionale, seguendo una ricetta segreta tramandata dalla nonna. Dice che il segreto sta nella giusta miscela di caffè e nella quantità d’acqua.”Ma soprattutto la qualità dell’acqua che vale il 50% della bontà del caffè espresso“, quello consumato al Bar Centrale di Nebbiuno.
Storie vere
Quando la realtà supera la fantasia: la moglie scopre una relazione tra il marito e la madre attraverso una chiavetta USB
Una donna ha scoperto che sua madre aveva una relazione con il marito, mettendo in ordine un armadio e scoprendo una chiavetta USB contenente immagini assai esplicite.
Non tutti i segreti restano tali per sempre, e a volte vengono a galla nei modi più imprevedibili. Una donna ha recentemente condiviso su Reddit un’esperienza che ha scosso la sua vita. Pulendo un vecchio armadio si è imbattuta in una chiavetta USB contenente oltre 50 foto esplicite del marito in compagnia di… sua madre! Un tradimento inaspettato e sconvolgente che sembra uscito direttamente dalla trama di una soap opera.
La scoperta: una chiavetta USB che nascondeva un segreto
Mentre riordinava casa, la donna ha trovato il dispositivo e, per pura curiosità, ha deciso di esplorarne il contenuto. Quello che ha visto l’ha lasciata senza parole. Decine di immagini del marito e di sua madre in atteggiamenti intimi. “Mi sono sentita tradita mille volte quando le ho viste“, ha scritto la donna. Le fotografie, secondo quanto riportato, erano state scattate nella vecchia casa della madre, suggerendo che la relazione tra i due fosse iniziata ben prima del matrimonio. “Non ho mai pensato che ci fosse attrazione tra loro“, ha raccontato, “anche perché mia madre ha 30 anni più di lui!“. Eppure… a volte l’età non conta.
Quando il lavoro diventa… troppo intimo
La relazione tra il marito e sua suocera sarebbe nata perché il primo lavorava per la madre di sua moglie. Quella che sembrava essere una normale relazione professionale giorno dopo giorno si è trasformata in qualcosa di ben diverso. Forse la vicinanza, i momenti trascorsi insieme o l’influenza dell’età e dell’esperienza hanno fatto scattare una scintilla proibita. Insomma sesso. Naturalmente la storia piccante ha fatto il giro dei social che si è sbizzarrito in commenti anche divertenti. Alcuni utenti infatti hanno cercato di sdrammatizzare, suggerendo commenti ironici “Forse stavano solo facendo yoga insieme!” oppure “Ora hai almeno la prova che il tuo ex-marito è un tipo che non giudica l’età!“. Ma per la protagonista della storia, la situazione è stata tutt’altro che divertente. Ma non è l’unica. I social, infatti ricordano anche altri casi di tradimenti scoperti in maniera bizzarra e casuale. Altro che USB…
Il cane “spione”
Un uomo ha scoperto che la moglie lo tradiva grazie al loro cane. Il sospetto è nato quando l’animale, ogni volta che rientrava a casa, correva nella stanza degli ospiti. Insospettito, l’uomo ha installato una videocamera e ha scoperto che sua moglie lo tradiva con il vicino proprio in quella stanza.
Il bambino troppo curioso
Una donna ha scoperto che suo marito aveva una doppia vita quando il figlio piccolo, giocando con il suo tablet, ha aperto per sbaglio una cartella di foto in cui il padre era immortalato con un’altra famiglia… con tanto di altri figli!
Il GPS del tradimento
Una giovane sposa si è accorta che il marito la tradiva grazie al GPS della macchina. L’uomo dimenticava regolarmente di disattivare la funzione di tracciamento, e lei ha notato che spesso si fermava in luoghi sconosciuti durante gli orari di lavoro.
Al di là del tradimento la scoperta di questa donna aggiunge un livello di complessità emotiva difficile da immaginare. In questo caso non si tratta solo di un semplice e, a volte, perdonabile tradimento da parte del marito. No. In questo caso c’è di mezzo anche – e soprattutto – una profonda violazione della fiducia da parte della madre, una delle persone a lei più vicine.
Storie vere
“Licenziato perché non consegnavo 150 pacchi Amazon in 6 ore”: la denuncia di un corriere diventa un caso nazionale
Valter De Cillis, sindacalista Usb, impugna il licenziamento e accusa condizioni lavorative insostenibili. L’azienda logistica e Amazon replicano: “Comportamenti scorretti, rispettato il contratto”.
Un obiettivo considerato irrealistico e un’accusa di comportamenti scorretti hanno portato al licenziamento di Valter De Cillis, 30 anni, corriere toscano e sindacalista Usb. La vicenda, che arriva dalla provincia di Pisa, ha acceso un dibattito sulle condizioni lavorative dei corrieri in appalto per Amazon, con De Cillis che denuncia una pressione insostenibile per consegnare 150 pacchi in sole sei ore.
Il licenziamento, formalizzato dopo quattro anni di lavoro, è giunto al culmine di oltre trenta contestazioni disciplinari e quaranta giorni di sospensione. Tuttavia, per il lavoratore, il provvedimento sarebbe anche una conseguenza diretta della sua attività sindacale. “Sono stato trattato come un lavoratore a cottimo,” ha dichiarato, aggiungendo che la mole di lavoro e le richieste erano spesso irrealistiche.
La posizione del sindacato: “Un attacco alla democrazia”
Il caso di De Cillis è stato immediatamente preso in carico dall’Usb, che ha definito il licenziamento un atto grave contro i diritti sindacali. “Il licenziamento di una RSA (Rappresentanza Sindacale Aziendale) è un colpo alla democrazia sul lavoro,” ha scritto il sindacato, annunciando una campagna di sensibilizzazione in sostegno del corriere. Al suo fianco si è schierato anche Chris Smalls, fondatore del primo sindacato Amazon negli Stati Uniti, il Labour Amazon Union, che ha definito il caso emblematico delle problematiche nei rapporti tra i colossi tecnologici e i lavoratori.
Le repliche di Amazon e Levante Logistica
Dal canto suo, Amazon ha respinto le accuse, sottolineando in una nota ufficiale come il rapporto con i fornitori di servizi di consegna sia regolato da un codice di condotta chiaro e volto a garantire sicurezza e condizioni lavorative adeguate. “Lavoriamo a stretto contatto con i fornitori per definire obiettivi realistici,” ha spiegato l’azienda, aggiungendo che le contestazioni disciplinari devono essere gestite nel rispetto del contratto collettivo nazionale.
Anche Levante Logistica, la società per cui lavorava De Cillis, ha ribadito la propria posizione tramite una dichiarazione di Assoespressi. “I motivi del licenziamento sono legati a comportamenti scorretti e non a un’adesione sindacale,” si legge nella nota, in cui l’azienda sottolinea che eventuali provvedimenti disciplinari per pacchi non consegnati non sono automatici, ma sempre supportati da evidenze specifiche.
Un caso che solleva interrogativi sul sistema
La vicenda di Valter De Cillis va oltre il singolo caso, aprendo una riflessione sulle condizioni dei corrieri e sul rapporto tra grandi aziende come Amazon e i fornitori di servizi di logistica. Se da un lato l’azienda ribadisce di operare nel rispetto di standard chiari, dall’altro la denuncia del corriere getta luce su una filiera dove, spesso, il lavoro appare simile al cottimo e la pressione sugli autisti è elevata.
Mentre il sindacato Usb continua la sua campagna per sostenere De Cillis, la vicenda potrebbe diventare un nuovo banco di prova per le relazioni industriali nel settore della logistica.
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