Storie vere
Calcio e coraggio: le nonne calciatrici di Calès si spogliano per un sogno mondiale
Con scarpette e tacchetti ai piedi e spirito di squadra, le giocatrici francesi dimostrano che la vita non ha scadenze: “Dimostriamo che possiamo ancora fare tutto”.
Nella pittoresca Dordogna, un piccolo paese francese ha dato vita a un progetto straordinario. A Calès, un gruppo di donne over 50 ha deciso di mettersi in gioco in un modo che sfida pregiudizi e convenzioni: posare nude per un calendario e finanziare così la loro partecipazione alla Coppa del Mondo delle Nonne in Sudafrica nel 2025.
L’inizio di un’avventura straordinaria
L’idea è nata nel luglio 2023 da Karine Van den Eynde, una dinamica sessantenne sempre alla ricerca di nuove sfide. “Perché non fondare una squadra di calcio riservata alle donne over 50?” chiese Karine. Da quell’idea iniziale, ciò che sembrava un passatempo si è trasformato in una passione collettiva: da otto partecipanti iniziali, ora le giocatrici sono una trentina.
Gli allenamenti bisettimanali a Calès, che all’inizio erano poco più che incontri improvvisati, sono diventati sessioni strutturate e impegnative. “Era una sciocchezza, ma abbiamo riso tanto!” ricorda Joëlle Mayer, una delle prime partecipanti.
Un calendario simbolico per finanziare il sogno mondiale
Per finanziare il viaggio in Sudafrica, la squadra ha deciso di posare per un calendario, un gesto che rappresenta molto più di un semplice mezzo per raccogliere fondi. “A una certa età diventiamo invisibili. Non ci guardano più, come se avessimo superato la data di scadenza”, spiega il tesoriere del club. Posare nude è stato un modo per rivendicare la propria visibilità e orgoglio.
Le 300 copie del calendario, vendute a 14 euro l’una, hanno già permesso di raccogliere una cifra significativa. Non tutte hanno scelto di posare, ma il progetto ha coinvolto tutte le giocatrici, unendo ironia e determinazione.
Una sfida oltre lo sport
Per queste donne, il calcio non è solo una passione, ma anche un modo per riscoprire sé stesse e creare un legame unico. Anna, 57 anni, racconta: “Giocare mi fa tornare bambina. Quando sei sul campo, non vuoi tornare a casa”.
La squadra ha già partecipato a tornei locali e a una partita a Siviglia, ma ora il sogno è puntato sulla Coppa del Mondo delle Nonne, una competizione che riunirà 32 nazioni. “Alla nostra età ci viene spesso detto che non possiamo più fare molto. Dimostriamo il contrario!” ride Karine.
Un messaggio di ispirazione
Oltre al successo sportivo, queste donne hanno ottenuto una vittoria ben più importante: quella della fiducia, dell’amicizia e della gioia di vivere. “Questo club è diventato una famiglia”, confida Joëlle.
Le regine del calcio di Calès stanno dimostrando che non è mai troppo tardi per vivere i propri sogni. Con la loro energia contagiosa e il coraggio di rompere gli schemi, inviano un messaggio potente: l’età è solo un numero, e i limiti sono fatti per essere superati.
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Storie vere
Truffato con un falso SMS: Poste Italiane condannata a risarcire un pensionato raggirato
Un 73enne di San Casciano Val di Pesa derubato di 18mila euro da una truffa di phishing. Il tribunale stabilisce la responsabilità di Poste per mancata protezione del cliente.
Un uomo di 73 anni, residente a San Casciano Val di Pesa, ha vissuto un incubo quando ha scoperto di essere stato derubato di ben 18.039 euro. Tutto è iniziato con un messaggio SMS apparentemente inviato da Poste Italiane, che lo informava di una presunta anomalia sul suo conto corrente. Nel messaggio, corredato del logo delle Poste, si invitava il cliente a cliccare su un link per risolvere il problema. L’ignaro pensionato seguendo le istruzioni è stato contattato da un finto operatore che, con modi convincenti, lo ha persuaso a inserire la tessera Postamat in un lettore, con la scusa di resettare i codici di accesso per motivi di sicurezza. In pochi minuti, i truffatori sono riusciti a effettuare nove operazioni fraudolente, sottraendo la somma per acquisti in buoni fruttiferi postali.
Quando l’uomo si è reso conto del raggiro, si è recato immediatamente nella filiale delle Poste, ma ormai il danno era fatto. Poste Italiane, tuttavia, si è rifiutata di risarcire il cliente, costringendolo a rivolgersi al tribunale per ottenere giustizia. Ma come?
La sentenza: Poste Italiane è responsabile
Il tribunale di Firenze, nella persona della giudice Elisabetta Carloni, ha emesso una sentenza che ha condannato Poste Italiane a risarcire integralmente il pensionato. Secondo il giudizio, l’azienda non aveva adottato le misure necessarie per proteggere il cliente da un attacco di phishing, come l’implementazione di sistemi di sicurezza avanzati, tra cui la doppia autenticazione con codice OTP.
“La responsabilità di Poste Italiane – ha sottolineato la giudice – avrebbe potuto essere esclusa solo dimostrando l’adozione di tutte le misure tecniche e organizzative necessarie per tutelare il cliente”. Nel caso specifico, il tribunale ha stabilito che il pensionato non aveva alcuna responsabilità, poiché non c’erano prove di negligenza o di errata custodia dei codici personali. La sentenza ha fatto riferimento a un precedente giurisprudenziale della Cassazione (sentenza 23683/2024), che chiarisce come i prestatori di servizi di pagamento abbiano l’obbligo di garantire la sicurezza delle operazioni, verificando che queste siano effettivamente riconducibili alla volontà del cliente.
Un caso che apre una breccia sulla sicurezza digitale
Questo episodio mette in luce l’importanza di adottare sistemi di sicurezza più robusti, soprattutto in un’epoca in cui le truffe digitali sono sempre più sofisticate. Per il pensionato, difeso dall’avvocato Pierpaolo Florio, la sentenza rappresenta una vittoria significativa, ma la vicenda solleva interrogativi sulle responsabilità delle aziende nel proteggere i propri clienti da attacchi di phishing. Il caso è un monito per i consumatori a essere sempre cauti di fronte a comunicazioni sospette. Ma anche un richiamo per le istituzioni finanziarie a investire maggiormente nella sicurezza informatica. Come dimostrato dalla vicenda, i danni delle truffe digitali non riguardano solo le somme sottratte, ma anche la fiducia dei clienti nei confronti delle aziende che dovrebbero proteggerli.
Storie vere
Gaya Spolverato: la chirurga dei record che cambia la Sanità italiana
Da Padova a New York e ritorno, la storia della più giovane primaria d’Italia. Competenza, determinazione e innovazione per sfidare tumori inoperabili e stereotipi di genere.
Gaya Spolverato, 40 anni, è la più giovane primaria d’Italia e un simbolo di innovazione nel mondo della chirurgia oncologica. Guida la Chirurgia Generale 3 dell’Ospedale di Padova, dove affronta casi limite e tumori considerati inoperabili, restituendo speranza a pazienti che arrivano da tutta Italia. Con oltre 3000 interventi chirurgici eseguiti, più di 250 articoli scientifici pubblicati e una lunga esperienza internazionale, Spolverato è una pioniera che sta riscrivendo le regole della chirurgia italiana. Nata ad Albignasego, un paese in provincia di Padova, è madre di due figli e combina alla perfezione una brillante carriera con una vita familiare intensa. È anche una convinta sostenitrice dell’uguaglianza di genere, fondatrice di Women in Surgery Italia, una rete a sostegno delle chirurghe italiane, e delegata dell’Università di Padova alle pari opportunità.
Dalla provincia veneta alle eccellenze internazionali
La dottoressa ha costruito una carriera straordinaria partendo dalla provincia padovana. Dopo gli studi iniziali in Italia, si è formata nei centri medici più prestigiosi del mondo. Ha studiato e lavorato presso il Memorial Sloan Kettering Cancer Center di New York e la Johns Hopkins di Baltimora, dove ha affinato le sue competenze in chirurgia oncologica complessa. Rientrata in Italia, ha portato con sé un bagaglio di esperienza internazionale, contribuendo alla crescita dell’ospedale di Padova. Qui, come professoressa associata di Chirurgia, ha avviato importanti progetti, tra cui la prima fellowship nazionale in chirurgia oncologica, e ha promosso un centro di formazione per la chirurgia robotica.
Una carriera tra sfide e innovazione
La chirurgia oncologica è il cuore della sua missione. Specializzata in interventi gastrointestinali complessi e tumori avanzati, affronta quotidianamente sfide ritenute impossibili. Tra i suoi interventi più difficili ci sono le exenteratio pelviche, operazioni che richiedono la rimozione di tutti gli organi pelvici, e la resezione multiviscerale per sarcomi retroperitoneali, una tecnica appresa e migliorata grazie alla collaborazione con l’Istituto Tumori di Milano.
Innovazione continua: un must per la dottoressa Spolverato
Gaya Spolverato è una delle principali promotrici della chirurgia robotica e dell’uso dell’intelligenza artificiale in sala operatoria, strumenti che stanno rivoluzionando il settore. Nel suo reparto gli interventi robotici sono aumentati del 200% nell’ultimo anno, e il centro di formazione di Padova è diventato un punto di riferimento nazionale.
Combattere gli stereotipi di genere e promuovere l’uguaglianza
In un ambiente tradizionalmente maschile come quello della chirurgia, Spolverato ha dovuto affrontare non solo le sfide professionali, ma anche gli ostacoli culturali. “La chirurgia è storicamente maschile – spiega – e le poche donne presenti sono spesso bloccate nella carriera. Per questo ho fondato Women in Surgery Italia, per creare reti di sostegno e favorire il cambiamento“. La sua esperienza come donna giovane e preparata l’ha portata a combattere pregiudizi, anche nel linguaggio. “Chiamatemi chirurga e primaria – insiste – perché ciò che non si nomina, non esiste“. E per il futuro?
Per il futuro, Gaya Spolverato ha le idee chiare, vuole dedicarsi anche allo sport
Vuole continuare a innovare in Italia e creare le condizioni per formare una nuova generazione di chirurghe e chirurghi di alto livello. “Voglio portare cambiamento a Padova, nella mia città – dichiara – e mi sono data dieci anni per riuscirci“. Nonostante le offerte di lavoro dall’estero, rimane legata al suo ruolo in Italia, dove sente di poter fare la differenza. “Il mio obiettivo principale è prendermi cura dei pazienti e affrontare senza paura le sfide. La paura in sala operatoria c’è sempre, ed è giusto che ci sia: avere coraggio significa imparare a convivere con la paura“. Tra sala operatoria, responsabilità amministrative e famiglia, Spolverato trova il tempo per lo sport, che definisce una fonte di energia. Appassionata di yoga e corsa, non rinuncia a prendersi cura di sé per affrontare al meglio le sfide quotidiane.
Storie vere
Zachary e la palla d’oro: un bambino di 10 anni diventa milionario grazie a un cimelio storico del baseball
Zachary Ruderman, 10 anni, ha reso la sua famiglia milionaria grazie alla vendita all’asta della palla del primo grand slam walk-off nella storia delle World Series. Il cimelio, segnato dal campione Freddie Freeman, è stato battuto per oltre 1,5 milioni di dollari
A volte, un gesto semplice può cambiare la vita. È quanto successo a Zachary Ruderman, un ragazzino di 10 anni, che con una deviazione istintiva ha consegnato a suo padre la palla che sarebbe diventata il simbolo di un momento storico del baseball americano. Una palla che, qualche mese dopo, ha fatto della sua famiglia dei milionari, grazie a un’asta record conclusasi con un’offerta di 1 milione e 560 mila dollari (circa 1 milione e 484 mila euro).
Ma questa non era una palla qualunque. Era la palla del primo grand slam walk-off nella storia delle World Series, il fuoricampo a basi piene segnato da Freddie Freeman, il campione dei Los Angeles Dodgers, durante la partita d’apertura della serie contro i New York Yankees. Con quel colpo, Freeman non solo ha regalato un vantaggio clamoroso alla sua squadra, che avrebbe poi vinto il titolo con un netto 4-1, ma ha anche scritto una pagina di storia che i collezionisti non si sono fatti sfuggire.
Il 26 ottobre 2024, al Dodger Stadium, Zachary neanche sapeva di dover essere lì. Il padre, Nico, gli aveva detto che avrebbero passato il pomeriggio dal dentista, ma una volta in macchina, la sorpresa è stata svelata: si sarebbe tolto l’apparecchio, ma non dai denti. Era il momento di andare a tifare i Dodgers con la famiglia. Zac, che aveva già indossato cappello e felpa della squadra del cuore “perché non si sa mai”, non poteva immaginare cosa stesse per succedere.
Quando Freeman ha colpito quella palla, lo stadio era in delirio. “Non c’era nessuno seduto. Io ero in piedi sul sediolino, perché altrimenti non avrei visto nulla,” ha raccontato Zac. “Dopo il rimbalzo su un altro sedile, ho capito che stava arrivando verso di noi e l’ho deviata verso mio padre. È stata una reazione d’istinto”. Un gesto naturale, ma che ha cambiato tutto.
La portata di quel momento non è stata subito chiara. Nei giorni successivi, la famiglia Ruderman ha iniziato a ricevere attenzione per quel cimelio, ma è stato solo durante un volo che la cosa ha preso una piega incredibile. Una hostess, vedendo Zac con il cappellino dei Dodgers, gli ha chiesto: “Hai visto il walk-off grand slam di Freeman?”. Quando lui ha risposto di sì, aggiungendo di aver preso la palla, l’intero aereo è andato in visibilio. Il comandante ha persino annunciato al microfono: “A bordo con noi c’è il ragazzo che ha preso la palla del walk-off di Freeman!”.
Dopo quell’episodio, i Ruderman hanno deciso di mettere la palla all’asta, scegliendo SCP Auctions per valorizzare un pezzo unico nella storia del baseball. Il risultato è stato spettacolare: una vendita da oltre 1,5 milioni di dollari, destinata a diventare un punto di riferimento nel mondo del collezionismo sportivo.
Freddie Freeman, idolo indiscusso di Zac, non solo ha portato fortuna alla sua squadra, ma ha anche trasformato una partita in un evento che questa famiglia non dimenticherà mai. Da un pomeriggio allo stadio a una fortuna milionaria: se c’è una lezione in questa storia, è che, a volte, essere nel posto giusto al momento giusto può fare davvero la differenza.
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