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Follie del web: uno youtuber contro la tribù che non vuole essere disturbata

Mykhailo Polyakov, influencer americano-ucraino, ha tentato l’impresa (illegale) di raggiungere la tribù dei Sentinellesi sull’isola più isolata del mondo. Con sé, come doni, solo una noce di cocco e una lattina di Diet Coke. Ora rischia cinque anni di carcere e – ancora peggio – di passare alla storia come l’ennesimo youtuber pronto a tutto per qualche visualizzazione. Ma cosa è successo davvero? Una inutile “bravata” che poteva trasformarsi in tragedia…

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Follie del web: uno youtuber contro la tribù che non vuole essere disturbata

    L’isola di North Sentinel, nel Golfo del Bengala, ospita una delle ultime tribù incontattate del pianeta: i Sentinellesi, circa 250-400 individui che vivono senza alcun contatto con la civiltà moderna da decine di migliaia di anni. Nessun turismo, niente missioni umanitarie, zero traffici commerciali. La loro lingua è sconosciuta, il loro stile di vita immutato, e soprattutto il loro sistema immunitario è estremamente fragile: un banale virus influenzale potrebbe decimarli.

    L’influencer che voleva diventare… virale

    Eppure Mykhailo Polyakov, 24 anni, ha pensato bene di mettere piede sull’isola, con la speranza di documentare l’impresa per il suo canale. Una vera e propria violazione della legge indiana, che tutela l’isolamento dei Sentinellesi. Il giovane è sbarcato il 29 marzo sulla spiaggia nord-orientale dell’isola, lasciando una noce di cocco e una lattina di Diet Coke come simbolici doni di pace. Poi, mentre si allontanava con un gommone guidato da GPS, ha fischiato verso la giungla, sperando forse di attrarre l’attenzione. Gli è andata bene: non è stato colpito da frecce, come accaduto a un missionario nel 2018.

    Rischi seri: carcere (e peggio)

    Al suo rientro a Port Blair, capitale delle Andamane, Polyakov è stato arrestato. L’accusa è chiara: violazione dell’ordinanza che vieta l’accesso a North Sentinel. Il processo si terrà il 17 aprile e lo youtuber rischia fino a cinque anni di carcere e una multa salata. Ma il vero pericolo era ben più grave: un contatto diretto avrebbe potuto causare un’epidemia devastante, poiché i Sentinellesi non hanno mai sviluppato difese immunitarie contro virus moderni come influenza o morbillo.

    “Missione social” senza senso

    L’episodio solleva interrogativi urgenti: fin dove può spingersi la logica dei like e delle visualizzazioni? Vale davvero tutto, anche mettere a rischio una cultura millenaria per un video virale? La ONG Survival, che tutela i popoli indigeni, ha definito l’accaduto “una minaccia inaccettabile per la società più fragile del pianeta”. Eppure, storie come questa si ripetono, tra turisti, avventurieri e influencer senza scrupoli.

    Quando l’ignoranza è più letale di una freccia

    Ironia della sorte, i Sentinellesi, armati di archi e silenzio, hanno resistito a tutto tranne che all’arroganza moderna. E Polyakov, con il suo fischietto e il suo cocco, ha dimostrato come l’ignoranza – oggi spesso travestita da “contenuto” – possa essere l’arma più pericolosa di tutte.

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