Storie vere
I fumetti a richiesta del disegnatore Giovanni Freghieri: col ricavato aiuta il suo quartiere
Il fumettista della Bonelli Editore ogni prima domenica del mese a Piacenza realizza e firma tavole su richiesta. Per uno scopo benefico: con il ricavato della vendita vengono supportati progetti di riqualificazione del suo quartiere.
L’appuntamento per gli appassionati è ogni prima domenica del mese in una vecchia strada di Piacenza. E’ qui che Giovanni Freghieri allestisce il suo banchetto con tutto l’occorrente: matita, penna, foglio e inchiostro. Incominciando a disegnare. Con un obiettivo preciso: quello di aiutare i volontari del quartiere, per smentire i luoghi comuni sull’invivibilità della via, in mano soltanto a immigrati e spacciatori. Un’idea contraddistinta da un preciso senso di giustizia sociale e di restituzione, perché quel mondo povero che ha bisogno tutto – sia di sogni pindarici che di sicurezza concreta – Freghieri lo conosce molto bene, prima di diventare il disegnatore di Dylan Dog, di Martin Mystère e di Tex Willer.
Venne assunto praticamente per caso
Lui è un disegnatore “vecchia scuola”: non utilizza computer e nessun supporto digitale, con ogni singola tavola eseguita rigorosamente mano. Prima della sua affermazione ricorda: «Andavo da Piacenza a Milano con la cartella dei disegni da mostrare alle case editrici. Collezionavo solo rifiuti: ogni volta respinto con perdite. Fino all’ultimo corridoio: quando stavo per abbandonare il mondo che amavo una porta si è aperta, quasi per caso. “Abbiamo un’emergenza, il disegnatore è ammalato, se la sente di fare lei il suo lavoro?”. Ci provo, ho risposto».
Per i futuri disegnatori un solo consiglio: disegnare e disegnare…
Era esattamente il 1966: «Da allora non ho più smesso». Giovanni Freghieri, 74 anni con una contagioso sense of humor. A un editore che lo aveva congedato con un «ripassi fra due anni» lui rispose: «La mattina o il pomeriggio?». Oggi, dopo cinquant’anni di lavoro, premi e riconoscimenti, si sente più artigiano che artista. Ai giovani appassionati che gli fanno domande sul suo lavoro lui dice: «Se avete questa passione dovete disegnare, disegnare e disegnare, fino a quando vi fanno male le dita…».
A scuola in disegno non aveva la sufficienza
I suoi inizi si perdono davvero nella prima infanzia. Aveva poco più di tre anni ed era ricoverato nel reparto dei grandi ustionati: gli si era rovesciata addosso una pentola di acqua bollente. «Sono stato tra la vita e la morte per diversi giorni. Alla ripresa – ricorda – disegnare era l’unica cosa che potevo fare». E pensare che alle scuole media in disegno aveva 5, uno dei pochi a risultare insufficiente…».
Il fumetto è un grande veicolo di istruzione
Poi la vita professionale l’ha certamente ripagato con grandi soddisfazioni, anche se dentro di lui è rimansta una sottile delusione per una scuola che spesso mortifica passioni e inclinazioni. «Io mi sono fermato alla terza media, e molto di quel che ho imparato – ammette – lo debbo ai fumetti. Sceneggiatori e autori dei dialoghi possono insegnare grammatica e sintassi». Una teoria che sosteneva pure un grande intellettuale come Umberto Eco…
Caratterialmente come Dylan Dog
Freghieri assomiglia caratterialmente ad uno dei personaggi più famosi che disegna: Dylan Dog. Come l’indagatore dell’incubo si sente un cane sciolto che, in totale autonomia, supera le paure senza farsi condizionare: «Dopo tanti anni che lo disegno lo sento vicino, qualcosa mi ha lasciato. Ho imparato molto da Tiziano Sclavi, il suo creatore ed anche dalla nuova curatrice, Barbara Baraldi».
Una sua tavola con autografo per 25 euro da destinare al quartiere
La sua iniziativa domenicale in un angolo di città storico e popolare come via Roma vuole rappresentare un segno di fiducia nella gente che non si arrende, a supporto di quel volontariato che tampona le assenze della politica. Regalando con la sua matita sorrisi e amicizia. «Disegno per beneficenza, in diretta. Mi chiedono di Dylan Dog o di Tex e io eseguo. Non porto tavole gia fatte, mi piace esaudire le richieste dei ragazzi e di qualche genitore». Un suo disegno autografato vale 25 euro e si supporta, in questo modo, l’associazione che poi compra le panchine per il giardino o ripulisce i muri deturpati da scarabocchi e scritte varie.
Mai smettere di sognare, altrimenti è finita
Baluardo di una filosofia artigianale, esorta a non mollare anche quando tutto ti consiglierebbe di farlo: «Quando vado nelle scuole cerco di trasmettere ai ragazzi la mia stessa passione. Bisogna coltivare il talento, un brutto voto non è un motivo per scoraggiarsi: il mio cinque in disegno è un esempio. Seguite i vostri sogni, ripeto a tutti. Io l’ho fatto con il disegno e non mi stanco di sognare».
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Storie vere
Multa da 200 euro per una birra nei vicoli di Genova: “Aiutatemi a pagarla, offritemi una birretta virtuale!”
Multata di 200 euro per una birra consumata nei vicoli della città della Lanterna, lancia una raccolta fondi sulla piattaforma di crowdfunding GoFundMe.
Genova, centro storico. Laura Capini, genovese doc, è diventata protagonista di una storia che mescola ironia, burocrazia e una richiesta decisamente… social. La signora è stata multata di 200 euro per aver portato con sé una bottiglia di birra nei vicoli del centro storico di Genova. Per fare risaltare l’assurda decisione dei vigili urbani – che comunque hanno seguito l’odinanza approvata dal Comune – ha deciso di lanciare una raccolta fondi su GoFundMe per coprire la “mazzata”. La donazione nel momento in cui scriviamo è arrivata a raccogliere l’88% (220 euro) della cifra richiesta che è di 250 euro totali con 21 donatori.
Chi beve birra campa cent’anni…Meditate gente, meditate…
“Una Moretti in vetro da 66 cl: materiale pericolosissimo, vero arsenale di degrado urbano“, ci scherza sopra la Capini nel suo post, in cui racconta l’accaduto con il suo compagno Massimo. Fermati dalle forze della vigilanza urbana nella notte tra il 16 e il 17 novembre, i due si sono visti sequestrare le birre (una aperta, l’altra intonsa) e recapitare la sanzione di 200 euro. “Me la incornicio questa multa“, ha detto la Capini, passando poi dalle parole ai fatti e pubblicando la foto del verbale come fosse un’opera d’arte moderna. La giovane però non si è fermata all’umorismo. Infatti ha attivato una campagna di crowdfunding, ovvero una raccolta fondi online, invitando chi condivide la sua indignazione a offrirle “una birretta virtuale” per aiutarla a pagare la multa.
Cosa dice l’ordinanza anti-alcol di Genova?
La multa ricevuta da Laura si basa sul regolamento di polizia urbana in vigore nel centro storico, che vieta di detenere bevande alcoliche (e non) in contenitori di vetro o metallo all’aperto, dalle 22:00 alle 6:00. La misura, introdotta per contrastare degrado e microcriminalità, si somma all’ordinanza anti-alcol varata nel 2023 e prorogata fino a settembre del 2025. Questa vieta il consumo di alcolici in aree pubbliche in tutta Genova, a meno che non si trovino in dehors autorizzati o contenitori sigillati. In alcune “zone rosse” come Cornigliano, Sampierdarena e il centro storico, il divieto è persino più stringente, estendendosi dalle 12:00 alle 8:00 del giorno successivo. L’idea è prevenire abusi, ma il regolamento non fa distinzioni: birra o acqua in borraccia, tutto è passibile di sanzione.
Deboli con i forti, forti con i deboli?
Laura non nasconde il suo disappunto. “Le leggi servono, ma possono essere scritte e applicate in modo più sensato. Un paio d’anni fa multarono uno che mangiava in pausa pranzo. Non sarà il caso di rivedere le priorità?“
Storie vere
Anna Possi, la barista centenaria che ti accoglie con il sorriso più bello del mondo
Anna Possi, la barista più anziana d’Italia compie cento anni ma non se li sente proprio. Il suo elisir? “Mangio sempre poco, quanto basta”.
Anna vive a Nebbiuno, in provincia di Novara. E’ li che la barista più anziana d’Italia illumina la giornata a tutti i clienti del suo bar dove il tempo sembra essersi fermato. Anna si affaccia al bancone, con la sua solita eleganza e con un sorriso che ti strega, capace di cambiarti la giornata. E proprio nel suo bar Anna ha voluto festeggiare insieme ai suoi amici e alla clientela più affezionata i suoi cento anni.
Un milione di caffè e un cuore d’oro
Sessantacinque anni dietro al bancone del suo amato Bar Centrale: un traguardo straordinario che la signora Anna ha raggiunto con la stessa leggerezza e passione di sempre. “Cento anni? Ma io, davvero, non so mica come sono riuscita ad arrivare a questa età“, confessa con la sua proverbiale modestia. Eppure, la sua energia e la sua voglia di vivere sono contagiose. Si stima che Anna abbia servito oltre un milione di caffè in tutti questi anni. Un numero impressionante che testimonia la sua dedizione al lavoro e l’affetto che la lega alla sua clientela. Ma oltre ai numeri, ciò che colpisce di Anna è la sua umanità. “Mi piace il contatto con le persone“, dice con semplicità. E questa sua attitudine l’ha resa un punto di riferimento per tutta la comunità.
Possiamo sapere qual è il segreto della sua longevità?
Lei si schernisce e sorride. “Non ho segreti particolari. Mangio poco e di tutto, e cerco di mantenere la mente attiva. Poi, naturalmente, c’è il lavoro, che mi tiene in movimento e mi fa sentire utile“. E aggiunge, con un pizzico di ironia: “Ah, e la limonata gassata la sera, prima di andare a dormire!“. Quella di Anna è la storia di una donna forte, determinata e piena di vita, che ha affrontato le sfide con coraggio e positività. A proposito come le piace il caffè? Non ha dubbi ama il caffè espresso all’italiana, forte e aromatico. Lo prepara con una macchinetta tradizionale, seguendo una ricetta segreta tramandata dalla nonna. Dice che il segreto sta nella giusta miscela di caffè e nella quantità d’acqua.”Ma soprattutto la qualità dell’acqua che vale il 50% della bontà del caffè espresso“, quello consumato al Bar Centrale di Nebbiuno.
Storie vere
Quando la realtà supera la fantasia: la moglie scopre una relazione tra il marito e la madre attraverso una chiavetta USB
Una donna ha scoperto che sua madre aveva una relazione con il marito, mettendo in ordine un armadio e scoprendo una chiavetta USB contenente immagini assai esplicite.
Non tutti i segreti restano tali per sempre, e a volte vengono a galla nei modi più imprevedibili. Una donna ha recentemente condiviso su Reddit un’esperienza che ha scosso la sua vita. Pulendo un vecchio armadio si è imbattuta in una chiavetta USB contenente oltre 50 foto esplicite del marito in compagnia di… sua madre! Un tradimento inaspettato e sconvolgente che sembra uscito direttamente dalla trama di una soap opera.
La scoperta: una chiavetta USB che nascondeva un segreto
Mentre riordinava casa, la donna ha trovato il dispositivo e, per pura curiosità, ha deciso di esplorarne il contenuto. Quello che ha visto l’ha lasciata senza parole. Decine di immagini del marito e di sua madre in atteggiamenti intimi. “Mi sono sentita tradita mille volte quando le ho viste“, ha scritto la donna. Le fotografie, secondo quanto riportato, erano state scattate nella vecchia casa della madre, suggerendo che la relazione tra i due fosse iniziata ben prima del matrimonio. “Non ho mai pensato che ci fosse attrazione tra loro“, ha raccontato, “anche perché mia madre ha 30 anni più di lui!“. Eppure… a volte l’età non conta.
Quando il lavoro diventa… troppo intimo
La relazione tra il marito e sua suocera sarebbe nata perché il primo lavorava per la madre di sua moglie. Quella che sembrava essere una normale relazione professionale giorno dopo giorno si è trasformata in qualcosa di ben diverso. Forse la vicinanza, i momenti trascorsi insieme o l’influenza dell’età e dell’esperienza hanno fatto scattare una scintilla proibita. Insomma sesso. Naturalmente la storia piccante ha fatto il giro dei social che si è sbizzarrito in commenti anche divertenti. Alcuni utenti infatti hanno cercato di sdrammatizzare, suggerendo commenti ironici “Forse stavano solo facendo yoga insieme!” oppure “Ora hai almeno la prova che il tuo ex-marito è un tipo che non giudica l’età!“. Ma per la protagonista della storia, la situazione è stata tutt’altro che divertente. Ma non è l’unica. I social, infatti ricordano anche altri casi di tradimenti scoperti in maniera bizzarra e casuale. Altro che USB…
Il cane “spione”
Un uomo ha scoperto che la moglie lo tradiva grazie al loro cane. Il sospetto è nato quando l’animale, ogni volta che rientrava a casa, correva nella stanza degli ospiti. Insospettito, l’uomo ha installato una videocamera e ha scoperto che sua moglie lo tradiva con il vicino proprio in quella stanza.
Il bambino troppo curioso
Una donna ha scoperto che suo marito aveva una doppia vita quando il figlio piccolo, giocando con il suo tablet, ha aperto per sbaglio una cartella di foto in cui il padre era immortalato con un’altra famiglia… con tanto di altri figli!
Il GPS del tradimento
Una giovane sposa si è accorta che il marito la tradiva grazie al GPS della macchina. L’uomo dimenticava regolarmente di disattivare la funzione di tracciamento, e lei ha notato che spesso si fermava in luoghi sconosciuti durante gli orari di lavoro.
Al di là del tradimento la scoperta di questa donna aggiunge un livello di complessità emotiva difficile da immaginare. In questo caso non si tratta solo di un semplice e, a volte, perdonabile tradimento da parte del marito. No. In questo caso c’è di mezzo anche – e soprattutto – una profonda violazione della fiducia da parte della madre, una delle persone a lei più vicine.
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