Storie vere
Invito al mio matrimonio al costo di 400 euro. E non si presenta nessuno!
Una coppia di sposi di Houston, in Texas, ha chiesto a ogni singolo invitato di pagare 450 dollari (circa 400 euro) per finanziare il loro matrimonio.

Noi italiani ci vogliamo sempre male. Senza aver letto l’origine di questa storia, ho pensato subito che fosse una delle tante trovate di una coppia di sposi italiani che per il proprio matrimonio avesse escogitato una trovata per risparmiare. E invece leggendo bene capisco che la storia proviene nientedimeno che dal Texas che, fra gli Stati Uniti d’America, non è proprio tra quelli dove se la passano male dal punto di vista di capitali pro capite.
Vabbè si sa organizzare un matrimonio costa… ma non agli invitati
Organizzare un matrimonio può essere un’impresa costosa, si sa soprattutto se si desidera una cerimonia da sogno. Di solito, gli invitati contribuiscono simbolicamente con un regalo. In Italia. per esempio, in alcune regioni è ancora in uso il taglio della cravatta con la successiva asta per accaparrarsene un pezzo in cambio di un contributo volontario. In tempi recenti sta emergendo una nuova tendenza. Ah sì e quale? Chiedere agli ospiti di coprire una parte delle spese sostenute. Ci sta ma questa volta in Texas forse hanno esagerato.
Un matrimonio davvero fuori dal comune
Hassan Ahmed, 23 anni, e la sua fidanzata hanno deciso di chiedere agli invitati una somma di 450 dollari (circa 400 euro) per partecipare al loro matrimonio, che si sarebbe tenuto a Houston. La cifra richiesta ha lasciato amici e parenti interdetti. Era il minimo che si potesse aspettare. Di conseguenza, nessuno ha accettato l’invito. “Tutte le persone che abbiamo invitato hanno rifiutato“, ha raccontato lo sposo in un video pubblicato su TikTok, esprimendo il suo disappunto. Oh bimbo ma che ti aspettavi…!
Il costo del matrimonio e gli assurdi paragoni
La coppia aveva pianificato un matrimonio dal costo totale di 200mila dollari (oltre 178mila euro), mica poco. E pensava di coprire parte delle spese chiedendo agli ospiti di contribuire economicamente. Lo sposo, risentito per il rifiuto collettivo degli invitati, ha pure criticato apertamente chi non era disposto a pagare. Ma come, si chiedeva nel suo (sra)gionamento, siete disposti a pagare 1.000 dollari per ascoltare in concerto Beyoncé o Chris Brown, e non potete permettervi di contribuire al matrimonio di amici o familiari? Eh no, caro, non possiamo…
Lo sfogo sui social e le diverse reazioni riservate ai due promessi sposi
Ahmed ha utilizzato TikTok per condividere la sua frustrazione, sperando di ottenere supporto dalla comunità online. Illuso. La reazione non è stata quella attesa, al punto che ha deciso di disattivare i commenti al video, probabilmente a causa delle numerose critiche ricevute. Nonostante il suo tentativo di giustificare la somma richiesta, la maggior parte delle persone ha ritenuto la pretesa poco ragionevole e fuori luogo.
Che lezione possiamo trarne
Per un episodio di questa portata non c’è conclusione o morale che sia. Solleva una riflessione sui limiti delle aspettative finanziarie verso gli altri in generale. E soprattutto verso chi è stato invitato a un matrimonio. Sebbene sia comune contribuire in qualche modo, la richiesta di una cifra così alta ha chiaramente fatto allontanare gli ospiti. La tradizione dei regali non può essere sostituita da un “biglietto d’ingresso” per partecipare a un evento così importante.
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Storie vere
Quell’affare che affare non è anche se sembra vero, parola di Facebook
Facebook e Facebook Marketplace sono utili per trovare occasioni, ma purtroppo sono anche terreno fertile per i truffatori. Ecco come riconoscere le truffe più comuni e proteggersi.

Se qualcosa sembra troppo bello per essere vero, probabilmente lo è. E’ questa la sintesi di quanto ultimamente sta accadendo a molti utenti di Facebook. Il social media, posseduto e gestito dalla società Meta, può essere un ottimo strumento per scovare occasioni e fare acquisti. Ma è anche terreno fertile per truffe sempre più sofisticate. Immagina di trovare finalmente quell’oggetto che desideravi da tempo: una bici elettrica, un iPhone usato o magari un divano che sembra nuovo di zecca. Il prezzo è allettante, il venditore sembra affidabile e tutto sembra andare per il verso giusto. Eppure… Eppure è proprio lì che spesso inizia la fregatura.
Il venditore fantasma
Le truffe su Facebook si evolvono costantemente e, ogni giorno, ingannano centinaia di persone. Il modus operandi dei truffatori segue due strategie principali. Da un lato ci sono i “venditori fantasma”, che pubblicano annunci per articoli molto richiesti a prezzi eccezionali. Il loro obiettivo è convincerti a pagare una caparra tramite bonifico o ricarica, sparendo subito dopo aver ricevuto il denaro. Dall’altro ci sono gli “acquirenti-truffatori”, che ti contattano fingendo interesse immediato per il tuo oggetto in vendita. Questi propongono sistemi di pagamento fraudolenti, come link fasulli che imitano PayPal o Poste, per ottenere i tuoi dati e rubarti soldi.
Riconoscere i segnali di allarme
Un prezzo troppo basso rispetto al valore reale del prodotto, un profilo Facebook con pochissimi amici o creato di recente, richieste di pagamenti fuori dalla piattaforma ufficiale e l’insistenza nel chiudere rapidamente l’affare, sono tutti campanelli d’allarme che non dovrebbero essere ignorati. Ma come possiamo proteggerci da queste insidie? Prima cosa evitare di inviare soldi prima di vedere il prodotto di persona, poi scegliere sempre metodi di pagamento tracciabili e sicuri. Quindi assicurati di incontrare il venditore o acquirente in un luogo pubblico. Inoltre, diffidate dei link esterni per ricevere o inviare denaro: spesso sono il mezzo principale con cui i truffatori riescono a ingannare gli utenti.
Pronto qui è il servizio clienti di Facebook che parla…
Una delle trovate più recenti riguarda i falsi “servizi clienti” di Facebook. Dopo essere stati truffati, alcuni utenti ricevono messaggi che sembrano provenire dal supporto ufficiale della piattaforma, promettendo assistenza in cambio di informazioni personali. È un’altra trappola! Meta non ti contatterà mai tramite chat per chiederti password o dati sensibili. Lo scrivino e riscrivono in tutte le lingue possibili, ma niente c’è chi spavado non legge le indicazioni e agisce di testa propria perdendoci.
E se dovessi cadere vittima di una truffa?
Per prima cosa è importante agire tempestivamente. Conservare tutte le prove, come screenshot e dettagli dei pagamenti, e segnalare l’accaduto a Facebook. Si può denunciare il fatto alle autorità competenti, come la Polizia Postale, e contattare la propria banca per bloccare eventuali operazioni sospette. Meta, da parte sua, consiglia agli utenti di prestare attenzione alle e-mail sospette che fingono di provenire da Facebook, spesso con notifiche fasulle o promesse troppo belle per essere vere. In caso di dubbi, è sempre possibile segnalare direttamente il problema tramite l’indirizzo phish@fb.com o gli strumenti ufficiali di Facebook.
Storie vere
Estorce denaro al padre con la minaccia di accusarlo di stupro. Lui, disperato, si uccide
“Mi invento che mi hai violentata”, così la 15enne estorceva denaro al padre prima del suicidio dell’uomo.

Questa incredibile storia si svolge a Palermo dove una quindicenne e il suo fidanzato sono sotto indagine per aver estorto denaro al padre della giovane, portandolo al suicidio. La ragazza minacciava il padre vedovo con false accuse di violenza sessuale e minacce fisiche. La frase più utilizzata dalla figlia negli scambi con il padre su whatsapp era: “Se non mi dai i soldi mi invento che mi hai violentata“. Le continue richieste di denaro, a volte anche di migliaia di euro, avevano ridotto l’uomo in povertà togliendogli la forza di ribattere.
Un ricatto inammissibile
I messaggi whatsapp tra padre e figlia, contenuti nell’ordinanza di custodia cautelare del Gip del Tribunale minorile di Palermo, rivelano una situazione di forte conflitto e prevaricazione. La quindicenne, insieme al fidanzato, pretendeva denaro per spese futili come videogiochi e cosmetici, ma anche per sostenere il gioco d’azzardo del ragazzo e le spese carcerarie del padre di lui.
Un giorno prima del suicidio del padre la quindicenne perpetuava la sua squallida minaccia
Nonostante le difficoltà economiche dell’uomo, che non aveva più soldi nemmeno per il cibo e le medicine, la figlia continuava a minacciarlo e a insultarlo. La situazione si era aggravata dopo la morte della madre della ragazza e l’arrivo di una nuova compagna del padre. Il giorno prima del suicidio, la ragazza aveva inviato un ultimo messaggio minaccioso al padre. L’uomo è stato trovato impiccato dal figlio, lasciando due lettere in cui esprimeva il suo dolore e il suo disprezzo per le azioni della figlia e del fidanzato.
Storie vere
Dalla diagnosi di autismo quando aveva 3 anni all’autonomia conquistata. Il caso di Andrea Antonello
Il padre ha permesso al figlio di intraprendere un percorso che lo ha reso sempre più autonomo nella vita quotidiana.

Il trentaduenne Andrea Antonello di Castelfranco Veneto è una figura ispiratrice per chi ogni giorno è alle prese con l’autismo. La sua vita ha preso una piega particolare quando, all’età di 3 anni, gli è stata diagnosticata la sindrome dello spettro autistico. Suo padre Franco Antonello, un imprenditore, ha scelto di dedicarsi completamente al figlio, accompagnandolo in un percorso di crescita che ha portato Andrea verso una sorprendente autonomia.
Un percorso di autonomia e crescita per chi è alle prese con l’autismo
Nonostante le iniziali difficoltà, Andrea ha raggiunto importanti traguardi. Grazie al sostegno della famiglia, è riuscito a diventare sempre più indipendente. Un esempio significativo è il fatto che vive da solo da alcuni anni, un traguardo straordinario per una persona con disabilità intellettiva. Andrea gestisce la sua casa, cucina, tiene tutto in ordine e lavora nell’Impresa sociale “I Bambini delle Fate”, fondata dal padre per sostenere progetti di integrazione per ragazzi autistici.
Esperienze straordinarie
Andrea e suo padre hanno vissuto esperienze incredibili insieme, come un viaggio in moto di tre mesi attraverso le Americhe. Questa avventura ha ispirato il film Tutto il mio folle amore di Gabriele Salvatores. La storia del loro viaggio e il racconto della loro vita sono diventati fonte di ispirazione per molte famiglie.
I contributi alla comunità e la scrittura
Andrea è anche autore di diversi libri scritti con il supporto della scrittura facilitata. Nei suoi testi, descrive in prima persona la sua esperienza con l’autismo, contribuendo a sensibilizzare il pubblico e rompere gli stereotipi. La sua narrazione offre un punto di vista unico, aiutando a comprendere meglio il mondo delle persone autistiche.
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