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L’amore ai tempi dello IOR: una storia di licenziamenti e divieti

Lo Ior, l’Istituto per le Opere di Religione, ha licenziato due dipendenti, marito e moglie, a seguito del matrimonio celebrato lo scorso maggio.

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    E alla fine sono stati licenziati tutti e due. Vi ricordate la vicenda dei due dipendenti della Banca del Vaticano IOR saliti alla ribalta delle cronache nazionali perché in pericolo di licenziamento a causa del loro matrimonio? Bene, l’Istituto per le Opere di Religione, ha deciso di licenziare i due, marito e moglie, in seguito al loro matrimonio celebrato lo scorso maggio. Decisione, giustificata dall’applicazione di una nuova norma anti-clientelismo, ora al centro di una disputa legale che sarà esaminata dal tribunale vaticano.

    La normativa anti-clientelismo e la decisione dello IOR

    Il provvedimento rientra in un più ampio progetto di riforma della trasparenza avviato negli ultimi anni dalla banca vaticana, per evitare favoritismi e conflitti di interesse. La norma è stata introdotta proprio lo scorso mese di maggio. Obiettivo: prevenire situazioni in cui legami familiari tra colleghi potrebbero compromettere l’imparzialità e l’integrità dell’istituto, soprattutto in un ambiente con circa cento dipendenti.

    Decisione inderogabile

    Lo IOR ha spiegato che la creazione di un legame coniugale tra i dipendenti coinvolti è in contraddizione con il regolamento. Uno dei coniugi aveva accesso a informazioni riservate sui conti correnti dei clienti. Nonostante fosse stata offerta la possibilità di un trasferimento, la coppia ha rifiutato, portando al licenziamento immediato di entrambi i lavoratori.

    La difesa dei dipendenti e l’intervento legale

    L’avvocato della coppia, Laura Sgrò, ha impugnato il licenziamento, definendolo “nullo, illegittimo e gravemente lesivo dei diritti fondamentali” dei suoi assistiti. La difesa sostiene che il provvedimento sia privo di effetti legali e che violi i diritti dei dipendenti, anche in considerazione della presenza di tre figli minorenni nella famiglia. Si è mossa anche l’Associazione dei dipendenti laici vaticani che ha tentato una mediazione, che tuttavia non ha avuto esito positivo. Ora, il caso sarà valutato dal tribunale vaticano, presieduto dal giudice Giuseppe Pignatone.

    IOR: “Una decisione difficile, ma necessaria”

    Lo IOR ha ribadito che la decisione di licenziare è stata presa “con profondo rammarico“, ma era necessaria per preservare la trasparenza e l’imparzialità all’interno dell’istituto. La banca vaticana ha sottolineato che la norma non mette in discussione il diritto dei dipendenti di unirsi in matrimonio. Piuttosto mira a evitare conflitti d’interesse e garantire un trattamento equo per tutti i dipendenti. Forse avrebbe preferito che i due continuassero la loro convivenza? Ma non erano a favore del sacramento del matrimonio?

    La misura, spiegano, è coerente con i principi di rigore che regolano le istituzioni finanziarie a livello globale, e rappresenta un ulteriore passo nel processo di riforma della banca vaticana, volta a superare decenni di opacità nelle sue pratiche amministrative.

    Le implicazioni del caso per il futuro delle relazioni lavorative vaticane

    Questo caso potrebbe avere importanti conseguenze per le relazioni lavorative non solo all’interno dello IOR, ma anche in altre istituzioni vaticane. La vicenda ha riacceso il dibattito sulla regolamentazione dei rapporti familiari nei luoghi di lavoro, soprattutto in piccole comunità come quella dello Stato della Città del Vaticano.

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