Storie vere
Noci di cocco a colazione per tutti? A Como offre Don Giusto
Don Giusto Della Valle continua la sua lotta contro la disuguaglianza e l’indifferenza, rispondendo con azioni concrete e creative alle critiche e ai problemi della sua città.
Don Giusto Della Valle, parroco delle parrocchie di Rebbio e Camerlata, ha recuperato 240 quintali di noci di cocco dalla Costa d’Avorio, che rischiavano di finire in discarica. Le noci di cocco, ora conservate nelle celle frigorifere delle parrocchie, vengono utilizzate per le colazioni nel centro di accoglienza o possono essere acquistate per beneficenza. L’iniziativa è una risposta ironica e critica al sindaco di Como, Alessandro Rapinese, che aveva sollevato polemiche sulle colazioni per i senzatetto in strada.
“Coccolazioni” contro la polemica sulle colazioni ai senzatetto
Don Giusto ha risposto con ironia alla proposta del sindaco di far turnare le parrocchie nella distribuzione delle colazioni per i bisognosi. Ha annunciato la sua iniziativa con una lettera ironica. “Con il caldo estivo, ho pensato che servissero colazioni tropicali, così abbiamo fatto arrivare 240 quintali di noci di cocco“. Per dieci giorni, a partire dal 18 agosto, le parrocchie di Rebbio offrono colazioni a base di cocco, ribattezzate “coccolazioni”.
Recupero del cibo e sostegno ai bisognosi
La missione quotidiana di don Giusto e dei suoi volontari si concentra sulla lotta allo spreco alimentare e sull’accoglienza. Ogni sera, recuperano cibo in eccedenza dai supermercati, distribuendolo a chi ne ha bisogno. Oltre al cibo, il parroco si dedica alla ricerca di abitazioni per le famiglie in difficoltà, in una città come Como, sempre più orientata al turismo di lusso, ma con una grave carenza di alloggi per migranti e lavoratori.
Ai senza tetto ci penso io
Don Giusto ce l’ha un po’ con la citta. Ha lanciato un messaggio chiaro, Como ha dimenticato cosa significa accogliere. Mentre il Comune lascia centinaia di case inutilizzate, il parroco lavora con volontari e associazioni per offrire un alloggio a circa 200 persone, recuperando edifici e cibo destinati allo spreco. La mancanza di case è una delle sfide principali, aggravata dalle politiche migratorie che mettono a rischio il rinnovo di molti permessi di soggiorno.