Storie vere
Profughe ucraine a Milano: per loro una storia di resilienza e rinascita
Milano si è dimostrata una città accogliente e solidale, capace di offrire un aiuto concreto e di creare una rete di supporto per i profughi ucraini.
La guerra in Ucraina ha costretto migliaia di persone a fuggire dalle proprie case, lasciando dietro di sé affetti, ricordi e una vita costruita con fatica. Tra queste, molte donne con bambini, i cui mariti sono rimasti a combattere al fronte. E magari sono stati travolti dalla guerra. Milano è diventata per molte di loro un porto sicuro, una città accogliente che ha saputo offrire aiuto concreto e opportunità di ricostruire il proprio futuro. Storie come quella di Nina Alimova, project manager in patria e ora custode in un condominio. O come quella di Marianna Duman, filologa con una figlia piccola, oggi operatrice in un hotel. Storie che testimoniano la forza d’animo e la capacità di adattamento delle oltre 2.400 donne accolte finora.
Milano Aiuta Ucraina
Dallo scoppio delle ostilità di tre anni fa sono diecimila i cittadini ucraini che hanno trovato ospitalità all’ombra del Duomo. Molti di loro sono stati seguiti dal progetto “Milano Aiuta Ucraina“, promosso da Fondazione di Comunità e Comune di Milano. A cui hanno contribuito con il proprio sostegno anche personaggi noti come Andriy Shevchenko, Dolce e Gabbana e Giorgio Armani. Questo fondo solidale di 1 milione e 300 mila euro ha permesso di attivare una rete di supporto che include corsi di lingua, assistenza burocratica e psicologica, e percorsi di formazione professionale. L’impegno di numerose organizzazioni del terzo settore, tra cui la Fondazione Ismu, è stato fondamentale per offrire un aiuto concreto e mirato, tenendo conto delle esigenze specifiche di ogni persona. Ma l’accoglienza non si è limitata all’assistenza materiale. Fin dai primi giorni dopo l’invasione russa, molte famiglie milanesi hanno aperto le proprie case per ospitare i profughi, creando legami umani e offrendo un ambiente di supporto.
Un centralino telefonico anche solo per fare due chiacchiere in Ucraino
Storie come quella della giovane Margo, iscritta a un prestigioso liceo d’arte a Kiev e accolta da una famiglia milanese, dimostrano come la passione e la creatività possano essere un motore di resilienza e rinascita, anche di fronte al dramma della guerra. Il centralino dedicato, gestito da Lesya Bodan, ha rappresentato un punto di riferimento importante per i profughi, offrendo informazioni, supporto e conforto. Le testimonianze raccolte raccontano di un percorso difficile, segnato dalla paura, dalla perdita e dalla difficoltà di integrarsi in un nuovo contesto. Ma raccontano anche di speranza, di coraggio e di una straordinaria capacità di ricostruire la propria vita, mattone dopo mattone.