Storie vere
Robinson Crusoe e Cast Away gli fanno un baffo: l’incredibile storia del naufrago russo
Le autorità russe hanno diffuso la notizia del ritrovamento di un sopravvissuto nel gelido mare di Okhotsk. L’uomo, in condizioni di salute precarie, è stato soccorso e affidato ai medici.
Quando era partito questa estate pesava 100 chili, ora esattamente la metà. Un piccolo miracolo per il 48enne Mikhail Pichugin che, per due mesi è stato alla deriva al largo della Siberia e della Kamcakta, esposto al freddo estremo, in balia delle onde e con due compagni di navigazione che, nei giorni di stenti, alla fine hanno perso la vita.
E’ dimagrito di 50 chili
Questa in sintesi la storia di questo naufrago di nazionalità russa, miracolosamente in vita, rinvenuto su un catamarano trasportato dalle onde e dalla corrente, avvolto in una coperta, nel mare di Okhotsk, al largo della Siberia orientale, tra la penisola della Kamcatka e le isole Curili. Col giubbino di salvataggio addosso, che ora gli va larghissimo.
Tutto per seguire le balene
Era partito due mesi fa, il 9 agosto al largo della regione di Khabarovsk, vicino a Sakhalin, con altri due compagni di viaggio, suo fratello e il figlio quindicenne di questo. L’obiettivo era quello di andare a vedere le balene. Per cause ancora da accertare, ci sono state difficoltà durante la navigazione e i tre hanno perso i contatti con la terraferma.
Il motore ad un certo punto ha smesso di funzionare
La Procura per i trasporti dell’Estremo Oriente russo, rende noto che l’uomo, con la barba lunga e magrissimo, era incredulo quando ha visto i soccorritori che si avvicinavano, in stato di shock ma cosciente. Sono morti invece suo fratello 49enne e il figlio di questi, che erano a bordo con lui durante la traversata. Il terzetto era salpato il 9 agosto dalla regione di Khabarovsk per raggiungere l’isola di Sakhalin. Ma durante la traversata, secondo quanto ha riferito Pichugin, il motore si è bloccato e l’imbarcazione è diventata ingovernabile. Il catamarano alla deriva è stato trovato dopo 66 giorni da un peschereccio dal nome provvidenziale: Anghel (Angelo).
Cibo scarso e poca acqua a disposizione
I tre naufraghi avevano a disposizione solo poche razioni di cibo e 20 litri di acqua potabile. Finita quella, i tre hanno benuto acqua piovana. Nel frattempo la procura ha aperto un fascicolo “per violazione delle regole operative del trasporto marittimo che ha portato alla morte di due persone”.