Storie vere
Un test del DNA per gioco riapre un cold case: la nonna accusata di omicidio
Il profilo genetico di Jenna ha riaperto il mistero del Baby Garnet, un caso irrisolto di asfissia neonatale del 1997. La nonna nega le accuse, ma la verità potrebbe finalmente emergere dopo quasi tre decenni.
Un test del DNA fatto per gioco ha riportato a galla un caso di cronaca nera rimasto irrisolto per quasi trent’anni. Jenna Gerwatowski, una ragazza di 23 anni del Michigan, ha scoperto che il suo profilo genetico era legato a un neonato trovato morto in un campeggio nel 1997. Questa scoperta ha portato all’arresto della nonna, Nancy Gerwatowski, accusata di aver causato la morte del piccolo.
Il caso del Baby Garnet
La vicenda ha avuto inizio con una telefonata inattesa. Jenna, che lavorava in un negozio di fiori a Newberry, ha risposto a un numero sconosciuto: dall’altra parte c’era un detective della polizia di stato del Michigan che le chiedeva se avesse mai sentito parlare del caso “Baby Garnet”.
Il caso risale al 1997, quando il corpo di un neonato fu trovato abbandonato in un gabinetto presso il Garnet Lake Campground. Nonostante gli sforzi, le indagini non avevano mai portato all’identificazione del bambino o di chi lo avesse abbandonato.
Un test del DNA riapre il caso
Nel 2023, i detective hanno deciso di riaprire il caso, utilizzando nuove tecnologie per estrarre il DNA del neonato dal femore. Quando Jenna ha fatto analizzare il suo DNA per curiosità, i risultati hanno rivelato una connessione sorprendente: era imparentata con il piccolo.
Le indagini successive hanno stabilito che Jenna era la nipote del neonato e che sua nonna, Nancy, sarebbe la madre del bambino. La scoperta ha sconvolto Jenna, sua madre Kara e l’intera comunità di Newberry.
La ricostruzione dei fatti
Secondo i documenti del tribunale, Nancy, all’epoca quarantenne, avrebbe partorito da sola nella sua casa nel 1997. Il neonato sarebbe morto per asfissia, una tragedia che, secondo l’accusa, si sarebbe potuta evitare con un’assistenza medica tempestiva. Successivamente, Nancy avrebbe messo il corpo del bambino in un sacco, abbandonandolo nel campeggio.
La difesa di Nancy
Nancy, attraverso i suoi avvocati, ha respinto le accuse. Sostiene che il neonato sia morto durante un parto traumatico nella vasca da bagno, mentre lei era svenuta. Al suo risveglio, il bambino era già morto.
L’impatto sulla comunità
Jenna ha raccontato la vicenda in un video di sette minuti, che ha ottenuto 17 milioni di visualizzazioni sui social. La storia ha scosso la comunità di Newberry, portando alla luce un mistero rimasto sepolto per quasi tre decenni.
Man mano che il processo legale prosegue, resta da capire se emergeranno nuovi dettagli in grado di chiarire definitivamente le circostanze della morte del Baby Garnet.
Un passo verso la verità
La vicenda, che ricorda per certi versi il caso di Chiara Petrolini, ha riaperto un doloroso capitolo della storia locale, offrendo però la possibilità di dare finalmente giustizia al neonato abbandonato. Per Jenna e la sua famiglia, il test del DNA ha portato non solo risposte, ma anche domande che aspettano ancora una spiegazione.