Cronaca

Un fritto misto che puzza: indagato Luca Ferrua, direttore del Gusto

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    Fondi pubblici e favori. Ma per cosa?!? Non per un appalto edilizio – come nella migliore tradizione italiana – ma per… la sagra del fritto misto! Un’inchiesta avviata dalla procura di Torino iscrive nel registro degli indagati cinque persone, tra cui Luca Ferrua, giornalista del Gruppo Gedi e direttore della testata Il Gusto, verticale dedicato al mondo del cibo e del vino. I due ingredienti principali sono decisamente “saporiti”: corruzione e turbata libertà di scelta del contraente.

    Il gusto dei soldi

    In altre parole, ci sarebbero stati dei favori in cambio dell’affidamento di un incarico di promozione della sagra del fritto misto alla piemontese. Il procedimentoavviato dalla procura di Torino coinvolge anche due funzionari di Visit Piemonte, società in house della Regione, nonchè un consigliere comunale a Baldissero (Torino). Ferrua, secondo quanto riporta l’agenzia Ansa, sarebbe coinvolto perchè legato ad una società di creazione e comunicazione di eventi.

    Tutto parte da una mozione in Comune

    L’indagine ha preso il via da una mozione comunale presentata lo scorso mese dalla consigliera di minoranza Paola Chiesa lo scorso aprile, anche se già in precedenza (a febbraio) aveva sollevato dubbi sulla destinazione di fondi regionali per il progetto del fritto misto a Baldissero.

    Quasi 70mila euro per… friggere

    La società Rosfert – di cui Ferrua è socio al 50% – avrebbe ricevuto incarichi pagati con soldi pubblici per l’organizzazione della sagra del fritto misto di Baldissero, in programma il prossimo giugno. Si parla di quasi 70mila euro di contributi pubblici, 48 dei quali destinati alla società Rosfert srl, specializzata nella creazione e comunicazione d’eventi. L’evento nell’occhio del ciclone sarebbe stato fortemente voluto sia da Regione che dal Comune.

    Ma tangenti a parte… che piatto è?

    Il Fricassé ‘d Baudisé, piatto nell’occhio del ciclone, è una variante del tipico fritto misto alla piemontese. Un piatto iconico che mette insieme carne, vegetale, dolce e salato, in un assortimento di ben 16/18 pezzi che variano in base alla stagione. Si va dalla cervella alla melanzana, lo zucchino, il semolino classico, la mela, l’amaretto e il dolce sabaudo per eccellenza: lo zabaione. Ogni boccone regala un pezzettino ed un’emozione differente, un piatto della tradizione che accoglie al suo interno tutti i migliori prodotti delle colline torinesi e che vive ancora oggi e si rinnova ogni volta nel tempo.

    Appuntamento a lunedì…

    Lunedì prossimo potrete leggere una nostra intervista esclusiva col gastronomo Edoardo Raspelli che, sulla questione, potrebbe anche togliersi qualche “sassolino”…

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