Connect with us

Gossip

Elisabetta Gregoraci festeggia il compleanno con Flavio Briatore: neve, lusso e una torta gigante

Nonostante la separazione, Elisabetta e Flavio continuano a dimostrare un legame speciale. Mentre il figlio Nathan Falco li osserva divertito, tra brindisi e sorrisi, però, spunta un grande assente: Tomas Tali, l’uomo che le cronache rosa danno come nuovo amore della showgirl.

Avatar photo

Pubblicato

il

    Compleanno da sogno per Elisabetta Gregoraci, che ha spento 45 candeline tra le nevi di St. Moritz. A organizzare l’evento esclusivo è stato proprio l’ex marito Flavio Briatore, che non ha badato a spese per rendere la serata memorabile. Tra amici fidati e atmosfere da fiaba, la Gregoraci ha sfoggiato un abitino nero mozzafiato, brindando felice e regalando sorrisi a tutti.

    La torta, una gigantesca creazione a forma di cuore con la scritta “Cioccolato, caos e sogni dal 1980”, è stata il centro della serata, tra foto di rito e applausi. Al suo fianco, l’ex marito Flavio Briatore e il loro figlio Nathan Falco, ormai 14enne, che ha assistito al tutto divertito e affettuoso.

    Un rapporto speciale, ma dov’è Tomas?

    Elisabetta e Flavio sono stati sposati dal 2008 al 2017 e, nonostante la separazione, hanno sempre mantenuto rapporti eccellenti per il bene del figlio. La complicità tra i due è evidente e non manca di far chiacchierare i fan più nostalgici.

    A mancare all’appello, però, è stato Tomas Tali, il misterioso uomo con cui la Gregoraci è stata paparazzata di recente. Secondo i beninformati, tra i due ci sarebbe una relazione in corso, anche se la showgirl non ha mai confermato nulla. Che ci sia aria di crisi? O forse si è trattato solo di una semplice assenza?

    Una cosa è certa: Elisabetta ha brillato come sempre, mostrando che tra neve, lusso e brindisi non c’è spazio per nostalgie.

      SEGUICI SU INSTAGRAM
      INSTAGRAM.COM/LACITYMAG

      Gossip

      Elon Musk inseminator, arriva il 13° figlio: la natalità è il nuovo bitcoin?

      Avatar photo

      Pubblicato

      il

      Autore

        Preparate i popcorn: la vita privata di Elon Musk – variegata quanto una serie da piattaforma a pagamento – ha appena lanciato una nuova stagione. Il magnate di Tesla, SpaceX e delle dichiarazioni improbabili è al centro di un nuovo ciclone mediatico: a quanto pare, è diventato padre per la tredicesima volta. Sì, avete letto bene! Più prolifico di un imperatore medievale, Musk continua la sua personalissima crociata contro la crisi demografica, questa volta con la giornalista e influencer di destra Ashley St Clair.

        Un annuncio da influencer (e un silenzio assordante)

        La storia inizia con un post su X (ex Twitter, per chi non tiene il passo con i rebranding di Musk). Ashley St Clair, 26 anni, decide di rendere pubblica la nascita del suo bambino, apparentemente figlio di Musk, lamentando il fatto che il papà milionario da giorni non risponde ai suoi messaggi. Della serie: “Non mi scrive su WhatsApp, quindi lo dico a tutto il mondo”.

        Musk commenta in modo criptato

        La reazione del nostro Elon? Un indecifrabile wow, commento che lascia spazio a ogni possibile interpretazione: stupore, ammirazione o, semplicemente, il modo più breve per evitare una conversazione imbarazzante. A peggiorare la situazione, ci ha pensato Milo Yiannopoulos, noto opinionista di estrema destra, che ha insinuato che Ashley stesse cercando di “incastrare” Musk da anni. Ashley ha risposto con un’accusa esplosiva: Elon, invece di rispondere ai suoi messaggi privati, preferisce dare retta a un uomo che anni fa ha diffuso sue foto private online. Dopo un botta e risposta degno di un reality show, i post vengono cancellati, anche se il web non dimentica. E nemmeno noi giornalisti.

        Musk e la sua personale strategia natalista

        Da tempo Elon Musk è ossessionato dalla crisi demografica. Secondo lui, il calo delle nascite è una minaccia più grande del cambiamento climatico o dei robot assassini. La sua soluzione? Contribuire personalmente alla crescita della popolazione mondiale. E bisogna dargliene atto: con 12 (o 13) figli già all’attivo, Musk sembra prendere la questione molto sul serio.

        Figli a go-go

        Secondo il suo biografo Walter Isaacson, dietro la strategia riproduttiva di Musk ci sarebbe un’idea quasi darwiniana: diffondere il suo patrimonio genetico per creare una nuova generazione di geni destinati a cambiare il mondo. La teoria ha trovato terreno fertile tra i suoi sostenitori, senza però evitare di innescare critiche, soprattutto per la sua apparente contraddizione: mentre la destra estrema (di cui Musk è diventato un idolo) si oppone alla procreazione medicalmente assistita, il miliardario sembra usarla con la stessa frequenza con cui lancia razzi nello spazio.

        Una famiglia XXL (e decisamente complicata)

        Oltre alla sua presunta progenie con Ashley St Clair, Musk ha già avuto sei figli dal suo primo matrimonio con la scrittrice Justine Wilson, tre dalla cantante Grimes e due dalla dirigente di Neuralink Shivon Zilis. Un albero genealogico così intricato che potrebbe servire un software di intelligenza artificiale per gestire il calendario delle visite genitoriali…

        Se sei transgender ti cancello

        Ma non tutto è rose e fiori: la sua relazione con la figlia transgender Vivian Jenna Wilson si è deteriorata al punto che Musk ha dichiarato di considerarla “morta” a causa della sua adesione alla “mentalità woke”. Un dramma familiare che aggiunge ulteriore pepe alla sua già movimentata vita privata.

        Padre dell’anno o stratega genetico?

        Siamo di fronte a un uomo che vuole salvare il mondo con la tecnologia, con i razzi… e con i figli. Se il suo piano natalista funzionerà, lo scopriremo solo tra qualche decennio. Nel frattempo, aspettiamoci altre stagioni di questa incredibile soap opera muskiana. E magari, un giorno, una colonia su Marte popolata esclusivamente dai suoi eredi. Fantascienza? Non siatene così sicuri…

          Continua a leggere

          Personaggi

          Maria Grazia Cucinotta: 30 anni (di cinema) e non sentirli, sfiorata dal #meetoo

          Un bilancio di 30 anni di professione per maria Grazia Cucinotta, fra grandi incontri ed opportunità (in primis quella di lavorare al fianco di Massimo Troisi, che la scelse come partner)… ma anche con qualche zona d’ombra: un tentativo di stupro e, la dislessia. E l’incontro con Harvey Weinstein.

          Avatar photo

          Pubblicato

          il

          Autore

            Quando si parla di lei vengono in mente due immagini, distinte ma complementari: quello della classica bellezza meridionale, capelli scuri, forme prosperose, tratti marcati… e il suo ruolo da esordiente come Beatrice ne Il Postino, come destinataria delle famose metafore del personaggio interpretato da Massimo Troisi. Da quel momento per Maria Grazia Cucinotta sono trascorsi 30 anni di tempo, pieni di film, di incontri, di opportunità e di vita vera.

            Al cospetto di Massimo Troisi, senza nessuna esperienza

            Rievocando con lei il provino con l’indimenticabile attore napoletano, lei – consapevole che stava per interpretare il ruolo più importante della sua vita – l’emozione, seppur sottile e stemperata dal grande mestiere, affiora ancora: «Mi scelse dai provini. Fu Nathaly Caldonazzo a riferirgli di me. Le sono grata e le voglio bene, anche se non ci parliamo più. Mi tremavano le gambe a stare lì seduta di fronte a lui a leggere un copione. Io poi, che sono dislessica… mi mancava la preparazione, non avevo alcuna esperienza».

            L’umanità del grande partner

            Troisi non stava cercando un mostro di recitazione ma naturalezza e capacità di emozionare gli altri: «Lui non voleva che fossi tecnica: “Non devi recitare perché si vede”. Non considerava un difetto neppure la dislessia, mi diceva solo di non correre. Ricordo anche il tic tac che pensavo fosse un orologio e invece era il suo cuore. Per fortuna feci finta di niente e non feci gaffe».

            Le reazioni di alcuni colleghi illustri

            Un ruolo che si trasformò in una fortuna immensa. Però anche irreplicabile. Cita spesso l’abbraccio stretto che le riservò il regista Oliver Stone, confessandole che Il postino era il film più bello che avesse mai visto. Gina Lollobrigida invece le disse: “Vai avanti e non curarti delle cose che non sono importanti, come chi non ti riconosce. Viva le nuove facce e viva le nuove generazioni”.

            I problemi con la dislessia

            La dislessia le creò problemi concreti, lei non fa fatica ad ammetterlo, soprattutto ai tempi della scuola: «Da giovane avevo gli attacchi di panico alle interrogazioni. Non sono cresciuta in un quartiere facile, a un certo punto pensarono che fossi drogata, perché di droga ne girava tanta. Mia madre era disperata. Più collassavo e più passavo per la scema del villaggio».

            Un ricordo speciale per il suo James Bond

            Per lei, che ha lavorato a fianco di grandissimi attori, Philippe Noiret su tutti, non deve essere facile rispondere ad una domanda su quali siano i suoi partner preferiti, soprattutto in termini di affinità. Ma anche in questo sa sorprenderti per naturalezza e spontaneità: «Pierce Brosnan è una persona fantastica. Quando ha saputo che mia sorella stava male (per un tumore, ndr) mi ha scritto immediatamente. Un gesto che mi ha emozionato». D’altronde non è da tutte poter affermare di essere stata una Bond girl, nella fattispecie in Il mondo non basta del 1999, con l’agente di Sua Maestà interpretato proprio da Brosnan.

            In America e ritorno, con una punta di rimpianto

            Fra i colleghi italiani cita volentieri Ester Pantano e Francesca Inaudi. Con una predilezione speciale nei confronti anche di Gabriel Garko, persona che definisce «deliziosa e che ha sofferto tanto». Non considerando l’Italia un paese che brilla per meritocratica, lasciò tutto e andò negli States. Anche se poi il richiamo del paese natale fu irresistibile: «Mio marito non mi avrebbe mai raggiunta e volevo che mia figlia nascesse qui. Gli Usa danno moltissimo alla tua carriera e al tuo ego, ma umanamente ti tolgono molto. Un rimpianto di essermene andata però ce l’ho».

            Sex symbol?!? Lei si sentiva ingombrante

            Simbolo di erotismo made in Italy, rifiutò un film come L’avvocato del diavolo per le scene di nudo che conteneva: «Bisogna essere realisti: non credo l’avrei fatto bene. Non ho mai avuto un buon rapporto con il mio fisico, soprattutto con il mio seno. Mi hanno anche definita sex symbol ma io mi sono sempre sentita ingombrante. Se a vent’anni avessi avuto la consapevolezza del mio corpo che ho adesso, sarebbe stato tutto molto più facile. Oggi ringrazio Dio di essere come sono».

            Un brutto momento a Parigi che l’ha segnata

            Nel suo passato un momento drammatico, nel quale scampò ad uno stupro, che per anni l’ha tormentata: «Ho camminato per tanto tempo col gas paralizzante stretto in mano, perché in quei momenti non hai tempo di aprire la borsa. Successe di giorno, a Parigi, era un uomo in giacca e cravatta. Credo proprio ci sia stato l’intervento di un angelo perché cadde mentre mi stava strattonando, così riuscii a scappare. La polizia non fece niente. Ho trasmesso la paura anche a mia figlia, mi dice sempre che le metto l’ansia».

            Sfiorata dal Mee Too

            Parlando di questo argomenti, non si può non ricordare che l’attrice ha lavorato anche con Harvey Weinstein, durante tutta la promozione per Il postino. Anche se con lei non ebbe mai comportamenti sconvenienti, avendo la fila di ragazze che volevano stare con lui.

            Tre decadi di cinema, tre decadi d’amore… col sogno di risposarsi

            Trent’anni di cinema ma anche gli stessi anni di relazione con Giulio Violati, l’altro grande successo della sua vita, insieme alla loro figlia Giulia: «Ai 25 volevamo risposarci, era tutto pronto per una cerimonia in casa, mi ero fatta fare un tubino di pizzo da sogno. Poi c’è stato il lockdown. Questa volta non ce la toglierà nessuno».

              Continua a leggere

              Gossip

              Icardi denuncia Wanda Nara per “rapimento”: l’ex moglie gli vieta di vedere le figlie se è con la nuova fidanzata

              Documenti pubblicati dalla stampa argentina confermano la denuncia di Icardi contro l’ex moglie per “rapimento di minore”. Intanto, la battaglia legale si complica: Wanda Nara chiede 50mila dollari al mese di mantenimento e impone restrizioni sugli incontri con le figlie. Lo scontro tra i due si sposta anche sui social.

              Avatar photo

              Pubblicato

              il

              Autore

                Emergono nuovi dettagli sul burrascoso divorzio tra Wanda Nara e Mauro Icardi. La stampa argentina ha diffuso alcuni documenti che proverebbero che il calciatore ha denunciato l’ex moglie per “rapimento di minore”. Da oltre un mese, infatti, Maurito non può vedere le figlie Isabela e Francesca. A impedirgli di incontrarle sarebbe stata Wanda che, contravvenendo alle disposizioni dei giudici, avrebbe portato le bambine in un altro paese senza il consenso di Icardi.

                La denuncia e la multa

                Il retroscena è emerso da alcuni documenti pubblicati dal giornalista sudamericano Ángel de Brito sui social. “Per Wanda la situazione si è complicata: multa e denuncia penale”, riferisce il sito La Nacion, pubblicando parte della sentenza dei giudici sull’affidamento e i diritti di visita: “La risoluzione afferma: senza pregiudizio di quanto qui deliberato, la Sig.ra Wanda Solange Nara è nuovamente sollecitata a rispettare rigorosamente gli ordini del tribunale, pena l’applicazione di una nuova multa di ottanta milioni di pesos”.

                La condizione di Wanda

                Alla denuncia contro Wanda per “rapimento”, i legali di Icardi avrebbero allegato un filmato “in cui Wanda impedisce al padre di comunicare con le figlie”, riferisce ancora De Brito, che aggiunge: “Il soggiorno delle bambine in Argentina non è mai stato consentito da Maurito, per questo si parla di rapimento di minori”.

                Nell’udienza di conciliazione, che si è svolta la scorsa settimana, Wanda si sarebbe però dimostrata disponibile a fare vedere le bambine al padre, ma solo a una condizione. “La signora Nara ha posto come condizione per la consegna delle figlie al padre che le ragazze non avessero alcun legame con la fidanzata del padre (Eugenia La China Suarez), cosa che il signor Icardi non ha accettato”, precisa il giornalista argentino, pubblicando un estratto della sentenza del tribunale di Buenos Aires.

                La “guerra” sui social

                Come se questo non bastasse, tra Wanda e Mauro sembra essere in corso una vera e propria “guerra” social. Gli attacchi e le frecciatine tra i due si moltiplicano su Instagram e Twitter, alimentando ulteriormente lo scontro mediatico. Wanda, sempre attivissima sui social, ha lanciato più di una stoccata all’ex marito, mentre Icardi ha risposto con dichiarazioni sibilline e post che lasciano intendere la sua frustrazione per la situazione.

                Intanto, la battaglia legale tra i due ex coniugi continua, con la disputa sull’assegno di mantenimento ancora in sospeso. Wanda avrebbe chiesto 50mila dollari al mese, una somma che Icardi ritiene eccessiva, alimentando ulteriormente lo scontro tra le due parti.

                  Continua a leggere
                  Advertisement

                  Ultime notizie

                  Lacitymag.it - Tutti i colori della cronaca | DIEMMECOM® Società Editoriale Srl P. IVA 01737800795 R.O.C. 4049 – Reg. Trib MI n.61 del 17.04.2024 | Direttore responsabile: Luca Arnaù