Gossip
Le frecciatine di Venditti sulle nuove leve della musica
Il commento di Antonello Venditti su Angelina Mango e Annalisa ha acceso il dibattito su come le dinamiche di mercato influenzino la creatività e l’autenticità degli artisti.
Durante il concerto alle Terme di Caracalla a Roma lo scorso 18 giugno, Antonello Venditti ha celebrato i quarant’anni dall’uscita del suo album “Cuore” . Ma non solo. Per l’occasione si è tolto qualche sassolino dalla sua chioma brillantinata color pece. Ha espresso alcune opinioni e pareri sulla nuova generazione di cantanti italiani. Le sue parole, rivolte in particolare modo all’indirizzo di Angelina Mango e Annalisa, hanno sollevato polemiche e riflessioni nell’industria musicale. Ma perché, Antonello, cosa ti hanno fatto Angelina e Annalisa?
Prese di mira Angelina Mango e Annalisa
Pur elogiando il talento di Angelina Mango e Annalisa, Venditti ha criticato il modo in cui il mercato le costringerebbe a cambiare. Ha affermato che, nonostante siano interpreti fantastiche, sono spesso vincolate da decisioni esterne riguardanti il loro stile e il loro suono. In particolare, Venditti ha criticato il fatto che, secondo lui, Annalisa – bravissima cantante – sarebbe costretta dal mercato a diventare altro da se stessa. E così anche per Angelina Mango. Entrambe ree di essere sottoposte alla volontà di qualcuno che decide il suono per tutti. Anche per loro.
Ai miei tempi…
Venditti ha sottolineato come, a differenza di Angelina e Annalisa, lui non si sia mai piegato alle richieste del mercato. Ha evidenziato la sua indipendenza artistica e la libertà di seguire il proprio percorso musicale senza compromessi. Il cantautore ha concluso il suo ‘pippone’ sottolineando che sì certo questi giovani saranno pure bravi ma non sanno fare quello che faccio io. Mentre “io so fa’ quello che fanno loro“. Secondo il cantautore romano le giovani leve musicali italiane quindi sarebbero trafitte dalla scadenza con la paura di essere dimenticati molto presto.
Un’industria musicale in evoluzione
Le parole di Venditti riflettono una critica più ampia all’industria musicale contemporanea, dove le pressioni commerciali possono influenzare pesantemente la carriera degli artisti. La sua osservazione sulla “scadenza” si riferisce alla paura di non durare nel tempo, una preoccupazione che, effettivamente, sembra affliggere molti giovani artisti.