Speciale Grande Fratello
Grande Fratello, puntata numero 27: chi è realmente Shaila Gatta?
Fra le giocatrici di questa edizione del GF, suscita dibattiti per le sue relazioni e il suo carattere controverso.
La ventisettesima puntata del Grande Fratello, condotta da Alfonso Signorini su Canale 5, si apre con il blocco su Helena Prestes, sempre più isolata tranne che per Stefania Orlando, Iago Garcia e Amanda Lecciso. Eva ritrova i nipoti e Imma Battaglia, mentre Luca Calvani rientra per sostenere Helena, protagonista di un confronto in studio con Zeudi. Bernardo Cherubini lascia il reality, e in studio, accanto a Beatrice Luzzi e Cesara Buonamici, c’è anche Rebecca Staffelli per i social.
Dietro la maschera
C’è una grande ironia nel percorso di Shaila Gatta dentro il reality: da paladina di annunci “femministi” degni di una “sceneggiata” a favore di camera a simbolo di quella stessa mentalità tossica che pretende di combattere. Certo, va detto che la frase pronunciata da Iago — “Stai zitta, abbassa la testa” — sarebbe discutibile, ma non per forza evitabile se contestualizzata in un momento di provocazioni costanti, perché è oggettivo che anche durante la stessa trasmissione, determinati atteggiamenti e parole vengono rivisti e reinterpretati in maniera differente, spesso posti sotto una luce completamente opposta. Si cercano continuamente scappatoie e vie d’uscita, come se l’obiettivo fosse giustificare ogni comportamento piuttosto che analizzarlo con onestà.
Parola d’ordine: incoerenza
Ma l’incoerenza più lampante arriva proprio dalle parole di Shaila. La sua ultima uscita, rivolta cinicamente contro Helena Prestes, non lascia spazio a fraintendimenti: “L’ingiustizia è che persone come Helena sono qui dentro… sul set, un giorno al cinema, ti troverai qualcuno che è andato a letto con il regista, è raccomandato e non sa recitare, perché ha dato la fxxa!.”
Ci risiamo con gli stereotipi
Ora, fermiamoci un attimo. Una frase del genere non è solo offensiva, ma intrisa di un pregiudizio che, paradossalmente, non ci aspetteremmo da una donna che si è proposta come voce forte e indipendente nella casa. Non c’è nulla di emancipato nel denigrare una donna insinuando che abbia costruito il suo successo attraverso favori sessuali. Anzi, queste parole ricalcano fedelmente i peggiori stereotipi, quelli che tentano da sempre di delegittimare la carriera e i traguardi di una donna insinuando che siano stati ottenuti “perché ha dato la fxxa!.” Ma quello che colpisce di più è il tono con cui questa frase è stata pronunciata: cinico, cattivo, denigratorio. Quella frase è uno schiaffo non solo a Helena, ma alle donne che si impegnano ogni giorno per vedersi riconosciute per il loro valore e non per le insinuazioni velenose che le accompagnano.
Essere donna oggi
E qui viene da chiedersi: Shaila sa davvero cosa significa essere donna? Sa cosa significa combattere per non essere ridotta a un’etichetta? La realtà è che, dentro la casa, Shaila sembra aver tirato fuori un lato che non parla di solidarietà. Bensì di competizione distruttiva tra donne, di un bisogno di annientare l’altra per sentirsi legittimata. Una dinamica vecchia come il mondo, ma che oggi suona ancora più stonata quando viene pronunciata con tanta leggerezza.
Difesa ad oltranza del proprio spazio mediatico
L’altro elemento inquietante è la totale assenza di autocritica. Shaila, che si è eretta a giudice morale nei confronti di Iago e di altri concorrenti, sembra non accorgersi che la violenza verbale contro una donna non cambia colore solo perché a pronunciarla è un’altra donna. Forse, la vera Shaila Gatta è proprio quella che abbiamo visto in queste uscite. Una persona poco incline alla comprensione, più interessata a difendere se stessa che a costruire ponti. Ma certi argomenti sociali — quello veri — non sono un’arma da brandire per convenienza né uno slogan da gridare a comando.
Non sminuiamo l’immenso valore della femminilità
Quando vi capita di ascoltare frasi come quelle pronunciate da Shaila, non cadete nella tentazione di dire “mi vergogno di essere donna.” Quelle parole non solo non vi rappresentano, ma non rappresentano ciò che significa davvero esserlo. Piuttosto, rialzate la testa e dimostrate cosa significa essere donne forti, consapevoli, libere. Mostrate con fierezza che essere donna è motivo di orgoglio, non di vergogna. Non lasciate che certe facili vie d’uscita, vi facciano dimenticare il valore immenso che portate dentro di voi. Perché se ti proclami voce di un cambiamento e poi usi la stessa lingua del sistema che dici di combattere, quello che resta non è emancipazione. Ma solo un brutto, rumoroso vuoto.