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Al Pacino si rivela: tra successi, insuccessi e la sua storia di vita nell’autobiografia “Sonny Boy”
L’icona di Hollywood Al Pacino si racconta senza filtri nel suo nuovo libro, “Sonny Boy” svelando i retroscena di una vita intensa e le sfide personali che ha affrontato.
Al Pacino, uno dei più iconici attori della storia del cinema, si mette finalmente a nudo con la sua autobiografia “Sonny Boy”. A 84 anni, l’attore non ha paura di esplorare le sue vulnerabilità, raccontando con sincerità i successi e i fallimenti che hanno caratterizzato la sua carriera e la sua vita personale.
In questo libro emozionante, Pacino afferma: “Metà dei miei film funzionava, l’altra metà non era granché e alcuni sono proprio da buttare nel cesso. Ma sono umano, dopotutto.” Queste parole, scritte a quattro mani con il giornalista del New York Times, Dave Itzkoff, offrono uno sguardo intimo su un artista che ha conquistato il mondo, affrontando al contempo sfide enormi.
Nonostante i problemi di salute, tra cui complicazioni dopo un intervento chirurgico e il trauma del Covid, Pacino è determinato a continuare il suo percorso artistico. Rievoca con affetto la figura di sua madre, Rose, che lo ha protetto dalle cattive compagnie. Lasciando la scuola a 16 anni, Pacino si immerge nella scena teatrale di New York, svolgendo vari lavori per mantenersi. “Fui licenziato in tronco” racconta, con un sorriso, del suo periodo come usciere alla Carnegie Hall, quando scatenò il caos permettendo agli spettatori di sedersi dove volevano.
Il successo arriva rapidamente con ruoli iconici in film come “Il Padrino” e “Serpico”. Tuttavia, il cammino non è sempre lineare. Pacino ammette di aver combattuto con la depressione, spesso rifugiandosi nell’alcol, e di aver vissuto momenti bui, specialmente negli anni ’80. “Avevo smesso di lavorare e stavo andando sul lastrico,” confessa, ma la sua fidanzata di allora, Diane Keaton, lo aiuta a ritrovare la sua strada.
Nel libro dedica poco spazio alle relazioni amorose, ma rivela di avere quattro figli, l’ultimo dei quali, Roman, è nato quando aveva 83 anni. “Sono ossessionato dal lavoro,” ammette, con una punta di nostalgia per ciò che ha dovuto sacrificare.
Infine, Pacino racconta le sue scorribande giovanili nel South Bronx, un capitolo che ha plasmato l’uomo e l’attore che è oggi. Al Pacino non è solo una leggenda del cinema, ma un uomo che ha vissuto, amato e, soprattutto, imparato lungo il cammino.