Cronaca
Il padre di Belen, Gustavo Rodriguez è ancora ricoverato e la famiglia rompe il silenzio, Veronica Cozzani promette: «So che ti rimetterai»
La moglie di Gustavo Rodriguez, Veronica Cozzani, si esprime per la prima volta sui social, dopo l’incidente che ha coinvolto il marito. Anche le figlie Cecilia e Belén scrivono parole di speranza e forza per il padre.
Un messaggio di speranza e affetto da parte della famiglia Rodriguez dopo il grave incidente che ha colpito Gustavo, ancora ricoverato al centro ustioni dell’ospedale Niguarda di Milano. Un’onda di affetto e sostegno ha travolto Gustavo Rodriguez dopo l’incidente che lo ha coinvolto lo scorso 5 dicembre. Il padre di Cecilia, Belén e Jeremias è rimasto vittima di un incendio in un capannone a Gallarate, in provincia di Varese, riportando ustioni su circa il 10% del corpo, principalmente su faccia e arti. Nonostante la gravità dell’incidente, il 65enne non sarebbe in pericolo di vita e attualmente si trova ricoverato in prognosi riservata nel reparto ustioni dell’ospedale Niguarda di Milano.
La famiglia, però, non ha mai smesso di sostenere il capofamiglia in questo difficile momento. Dopo le parole di solidarietà e forza arrivate da Cecilia Rodriguez tramite Instagram, anche la moglie di Gustavo, Veronica Cozzani, ha deciso di rompere il silenzio, parlando direttamente ai suoi follower. “Uno per tutti e tutti per uno! So che ti rimetterai”, ha scritto Veronica su Instagram, accompagnando il messaggio con una foto di famiglia che ritrae lei, Gustavo e i tre figli, Cecilia, Belén e Jeremias. Un messaggio di speranza che testimonia l’unità e la forza della famiglia Rodriguez in un momento così delicato. “Grazie a tutti per i messaggi in un momento così difficile. Sono una carezza per l’anima”, ha aggiunto la donna, sottolineando il conforto che le parole di affetto ricevute hanno portato alla sua famiglia.
Parole simili sono arrivate anche dalle figlie. “Papà tutti i giorni dimostra di essere fortissimo, tutti i giorni fa un passo avanti! Forza papà. Ti amo”. Un messaggio che trasuda amore e speranza, che ha raggiunto molti fan della famiglia Rodriguez, che hanno mostrato vicinanza.
Belén ha seguito a ruota con un post altrettanto toccante: “Andrà tutto bene, lui è la mia forza romantica! E voi la mia forza concreta! Andrà bene con l’aiuto di Dio”. Un mix di fiducia, spiritualità e amore che continua a sostenere il padre in questo difficile percorso di recupero. Nonostante il dramma, la famiglia Rodriguez non ha mai perso la speranza. La vicinanza di tutti, tra cui i tanti messaggi ricevuti dai fan e amici, sta aiutando Gustavo a superare questo momento di grande difficoltà.
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Storie vere
Scuola in rivolta: prete svela ai bambini che Babbo Natale non esiste e scatena il caos natalizio
Invitato per una lezione sulla Natività, il reverendo Paul Chamberlain ha dichiarato che Babbo Natale non esiste e che i regali sotto l’albero sono opera dei genitori. Genitori furiosi, bambini sconvolti e un Natale compromesso.
La magia del Natale si è trasformata in un incubo per i bambini della Lee-on-the-Solent Junior School, una scuola elementare nell’Hampshire, in Inghilterra. Il responsabile? Il reverendo Paul Chamberlain, un prete anglicano invitato dalla scuola per una lezione sulla Natività, che ha finito per svelare ai piccoli alunni che Babbo Natale non esiste.
La rivelazione che ha sconvolto i bambini
L’episodio, raccontato dal Times, ha avuto luogo durante un progetto natalizio in classe. Il prete, parlando a un gruppo di bambini di circa 10 anni, ha spiegato la storia della nascita di Gesù, come richiesto dalla scuola. Ma il discorso ha preso una piega inaspettata quando il religioso ha deciso di commentare l’esistenza di Babbo Natale, dichiarando che l’uomo con la barba bianca e vestito di rosso non esiste.
Come se non bastasse, alle domande dei bambini sui regali sotto l’albero, Chamberlain ha insistito spiegando che sono i genitori a comprarli, aggiungendo che anche i biscotti lasciati per Babbo Natale vengono mangiati da mamma e papà.
Lacrime e proteste
Molti bambini sono scoppiati in lacrime, sconvolti dalla rivelazione. “La mia bambina era sconvolta ma, per fortuna, ancora ci crede e pensa che il prete abbia perso la testa”, ha raccontato una madre. Un’altra genitrice, meno fortunata, ha spiegato: “Molti di noi sono stati costretti a confessare tutto ai nostri figli. Ha rovinato la magia del Natale”.
Le proteste non si sono fatte attendere. Insegnanti e genitori hanno denunciato pubblicamente il comportamento del prete, definendolo “un gesto assolutamente disgustoso”.
Scuse tardive e critiche dalla diocesi
Dopo il caos, la scuola si è scusata ufficialmente con i genitori, assicurando che episodi simili non si ripeteranno. Anche la diocesi di Portsmouth, da cui dipende il reverendo, ha condannato il gesto. Un portavoce ha dichiarato: “Paul ha ammesso che si è trattato di un errore di giudizio. Siamo dispiaciuti per le conseguenze delle sue parole”.
Un Natale difficile da rimediare
Mentre la scuola cerca di riportare la serenità, i genitori si interrogano su come rimediare ai danni fatti. “Non so come si possa recuperare la magia del Natale per i nostri figli”, ha commentato una madre amareggiata.
Cronaca
Papa Francesco compie 88 anni: compleanno di lavoro e gesti di amore per gli ultimi
Nonostante l’età e qualche acciacco, Papa Francesco guarda avanti: in programma viaggi pastorali, il Giubileo e nuovi progetti. Nel frattempo, c’è chi pensa già al conclave.
Oggi, 17 dicembre, Papa Francesco compie 88 anni. Ma se vi aspettate festeggiamenti solenni e celebrazioni pompose, siete decisamente fuori strada. Del resto, Jorge Mario Bergoglio è fatto così: allergico alle formalità, lontano anni luce dalle celebrazioni autocelebrative e più incline, semmai, a dedicare questa giornata ai gesti concreti di carità, specialmente verso gli ultimi.
Anche quest’anno, dunque, sarà un compleanno di lavoro, come tutti gli altri. Nonostante qualche acciacco fisico – inevitabile a questa età – il Pontefice prosegue senza sosta nei suoi impegni quotidiani, e chissà che proprio oggi non ci sia “un festeggiamento particolare”, come accaduto in passato, con gli emarginati che gravitano attorno a Piazza San Pietro. Negli anni scorsi, infatti, il 17 dicembre è stato spesso l’occasione per un pranzo o un gesto di solidarietà rivolto ai senza tetto e agli invisibili, quei volti che Papa Francesco non smette mai di mettere al centro del suo magistero.
Intanto, gli auguri sono arrivati copiosi e con grande anticipo da tutto il mondo. Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, con il suo messaggio, ha voluto sottolineare il ruolo centrale del Pontefice: “Un punto fermo cui guardare nei momenti di più profonda angoscia o di intima inquietudine. Le sue parole e i suoi insegnamenti sono fonte di ispirazione per tutti noi.”
Non è mancato il messaggio del presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, che su X ha scritto: “Che il suo cammino continui a essere illuminato dalla fede e sostenuto dalla speranza.” Anche la Conferenza Episcopale Italiana ha voluto ricordare l’importanza della lettera enciclica Dilexit nos, definita una “bussola per un mondo che sembra aver smarrito la rotta”, travolto dalla violenza, dalle guerre e dall’indifferenza.
Un augurio decisamente meno formale, ma altrettanto significativo, è arrivato dai giornalisti dell’Aigav (Associazione dei Vaticanisti), che domenica scorsa, sul volo di ritorno dalla Corsica, hanno regalato al Papa una finta torta. Finta sì, per scaramanzia (gli auguri anticipati non si fanno), ma accolta con grande affetto da Bergoglio, che ha sorriso e ringraziato di cuore. La presidente dell’Aigav, Valentina Alazraki, ha raccontato l’episodio con un misto di tenerezza e simpatia, confermando quanto il Papa abbia apprezzato il gesto.
Eppure, nonostante l’affetto universale e la stima che continua a raccogliere, non mancano i malumori. Alcuni oppositori interni, in particolare dalla frangia più conservatrice, già sognano un conclave e studiano profili dei possibili successori. È di questi giorni la nascita di un nuovo sito conservatore che lancia un progetto per far conoscere i cardinali che avrebbero “più possibilità” di succedere a Francesco. Fantapolitica ecclesiastica o strategia calcolata? Poco importa a Bergoglio, che sembra avere ben altro per la testa.
Il Papa guarda infatti al futuro con la consueta determinazione: c’è un Giubileo da preparare, una serie di viaggi pastorali in programma e l’ambizioso obiettivo di rafforzare il dialogo interreligioso. Tra le mete più desiderate c’è la Turchia, per il 1700° anniversario del Concilio di Nicea, evento cruciale nella storia della Chiesa. Una visita che avrebbe un valore fortemente simbolico, in linea con l’approccio ecumenico e inclusivo che da sempre caratterizza il pontificato di Francesco.
Oggi, dunque, sarà una giornata come tante altre: piena di lavoro, di impegni e di quella dedizione instancabile che contraddistingue questo Papa sin dal giorno della sua elezione. E se qualcuno si chiede se l’età stia cominciando a pesare, la risposta arriva chiara e netta dai fatti: Francesco non si ferma, anzi guarda avanti, come se il tempo non lo sfiorasse. E forse, in fondo, è proprio questa la sua forza più grande.
Storie vere
Un test del DNA per gioco riapre un cold case: la nonna accusata di omicidio
Il profilo genetico di Jenna ha riaperto il mistero del Baby Garnet, un caso irrisolto di asfissia neonatale del 1997. La nonna nega le accuse, ma la verità potrebbe finalmente emergere dopo quasi tre decenni.
Un test del DNA fatto per gioco ha riportato a galla un caso di cronaca nera rimasto irrisolto per quasi trent’anni. Jenna Gerwatowski, una ragazza di 23 anni del Michigan, ha scoperto che il suo profilo genetico era legato a un neonato trovato morto in un campeggio nel 1997. Questa scoperta ha portato all’arresto della nonna, Nancy Gerwatowski, accusata di aver causato la morte del piccolo.
Il caso del Baby Garnet
La vicenda ha avuto inizio con una telefonata inattesa. Jenna, che lavorava in un negozio di fiori a Newberry, ha risposto a un numero sconosciuto: dall’altra parte c’era un detective della polizia di stato del Michigan che le chiedeva se avesse mai sentito parlare del caso “Baby Garnet”.
Il caso risale al 1997, quando il corpo di un neonato fu trovato abbandonato in un gabinetto presso il Garnet Lake Campground. Nonostante gli sforzi, le indagini non avevano mai portato all’identificazione del bambino o di chi lo avesse abbandonato.
Un test del DNA riapre il caso
Nel 2023, i detective hanno deciso di riaprire il caso, utilizzando nuove tecnologie per estrarre il DNA del neonato dal femore. Quando Jenna ha fatto analizzare il suo DNA per curiosità, i risultati hanno rivelato una connessione sorprendente: era imparentata con il piccolo.
Le indagini successive hanno stabilito che Jenna era la nipote del neonato e che sua nonna, Nancy, sarebbe la madre del bambino. La scoperta ha sconvolto Jenna, sua madre Kara e l’intera comunità di Newberry.
La ricostruzione dei fatti
Secondo i documenti del tribunale, Nancy, all’epoca quarantenne, avrebbe partorito da sola nella sua casa nel 1997. Il neonato sarebbe morto per asfissia, una tragedia che, secondo l’accusa, si sarebbe potuta evitare con un’assistenza medica tempestiva. Successivamente, Nancy avrebbe messo il corpo del bambino in un sacco, abbandonandolo nel campeggio.
La difesa di Nancy
Nancy, attraverso i suoi avvocati, ha respinto le accuse. Sostiene che il neonato sia morto durante un parto traumatico nella vasca da bagno, mentre lei era svenuta. Al suo risveglio, il bambino era già morto.
L’impatto sulla comunità
Jenna ha raccontato la vicenda in un video di sette minuti, che ha ottenuto 17 milioni di visualizzazioni sui social. La storia ha scosso la comunità di Newberry, portando alla luce un mistero rimasto sepolto per quasi tre decenni.
Man mano che il processo legale prosegue, resta da capire se emergeranno nuovi dettagli in grado di chiarire definitivamente le circostanze della morte del Baby Garnet.
Un passo verso la verità
La vicenda, che ricorda per certi versi il caso di Chiara Petrolini, ha riaperto un doloroso capitolo della storia locale, offrendo però la possibilità di dare finalmente giustizia al neonato abbandonato. Per Jenna e la sua famiglia, il test del DNA ha portato non solo risposte, ma anche domande che aspettano ancora una spiegazione.
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