Cinema
2024: un viaggio cinematografico tra emozioni e innovazione
L’anno appena concluso è rivelato straordinario per il cinema, segnato da una ricca varietà di film capaci di attraversare generi, stili e tematiche. Dalle opere epiche e visivamente sbalorditive ai racconti più intimi e riflessivi, il grande schermo ha offerto un ampio ventaglio di esperienze in grado di soddisfare i gusti più disparati.
Dal dramma alla commedia, dal fantasy al thriller, il 2024 ha regalato un panorama cinematografico straordinario, capace di soddisfare ogni gusto e di esplorare le diverse sfaccettature dell’animo umano e della società contemporanea. Un anno di grande fermento per il cinema, dove i registi, affermati e nuovi talenti, hanno saputo raccontare storie coinvolgenti, visivamente spettacolari e intimamente riflessive. In questo articolo, rivivremo insieme i titoli più significativi che hanno definito l’anno, esaminando le loro tematiche, i loro stili e l’impatto che hanno avuto sul pubblico.
Teniamone a mente qualcuno:
- Challengers di Luca Guadagnino: Un triangolo amoroso ambientato nel mondo del tennis, dove passione e competizione si intrecciano in un vortice di emozioni.
La zona d’interesse di Jonathan Glazer: Un’opera sconvolgente che affronta il tema della banalità del male, ambientata nel contesto di Auschwitz.
Perfect Days di Wim Wenders: Un’ode alla semplicità e alla bellezza della vita quotidiana, attraverso gli occhi di un uomo solitario.
Megalopolis di Francis Ford Coppola: Un’opera ambiziosa e visionaria che esplora il concetto di tempo e l’impatto della storia sull’umanità.
Il ragazzo e l’airone di Hayao Miyazaki: Un’altra fiaba meravigliosa del maestro giapponese, che ci trasporta in un mondo fantastico e poetico.
Anora di Sean Baker: Una commedia amara e profonda che racconta la storia di una giovane donna in cerca di riscatto.
Green Border di Agnieszka Holland: Un dramma toccante che denuncia le atrocità commesse ai danni dei migranti.
The Substance di Coralie Fargeat: Un horror provocatorio e viscerale che critica la società contemporanea.
Horizon: An American Saga di Kevin Costner: Un’epopea western che racconta la nascita degli Stati Uniti.
Past Lives di Céline Song: Un film intimo e delicato che esplora il tema del destino e dell’amore perduto.
Povere Creature! di Yorgos Lanthimos: Una fiaba grottesca e femminista che racconta la storia di una donna in cerca di emancipazione.
Civil War di Alex Garland: Un thriller distopico che riflette sul potere delle immagini.
Hit Man di Richard Linklater: Una commedia originale e divertente che racconta la storia di un professore che finge di essere un killer.
Povere Creature! e Tatami hanno affrontato il tema dell’identità e della ricerca di sé, esplorando le pressioni sociali e le aspettative che modellano la nostra percezione di noi stessi.
La stanza accanto e Il mio amico Robot ci hanno invitato a riflettere sul ruolo della memoria nella nostra vita e sull’importanza di preservare i legami affettivi.
Green Border e Tatami hanno affrontato temi politici e sociali, denunciando le ingiustizie e le oppressioni.
Deadpool & Wolverine: un’analisi approfondita dell’umorismo dissacrante e dell’azione frenetica.
Dune: Parte 2: un’epopea visiva che esplora temi filosofici e politici.
Alien: Romulus: un omaggio al franchise che introduce nuovi elementi nella saga.
The Substance: un’analisi del body horror e della critica sociale.
Longlegs: un thriller psicologico che esplora i temi della famiglia e della devianza.
Stranger Eyes: una riflessione sulla sorveglianza e sulla privacy nell’era digitale.
La zona d’interesse: un’opera che affronta il tema della Shoah con un approccio originale.
Parthenope: un ritratto intimo e poetico di Napoli.
Vermiglio: un’immersione nella natura selvaggia e nelle tradizioni di un piccolo paese.
Drive-Away Dolls: una commedia strampalata e irriverente.
Inside Out 2: un sequel che approfondisce il mondo delle emozioni.
Il 2024 è stato un anno cinematografico che ha dimostrato, ancora una volta, il potere del cinema di emozionare, stimolare e riflettere la complessità del nostro tempo. Dai grandi blockbuster ai film più intimi e riflessivi, il panorama cinematografico ha saputo rispondere con forza alle sfide artistiche e sociali della contemporaneità, offrendo al pubblico esperienze di visione straordinarie e diverse. I registi, con il loro talento e la loro visione, hanno saputo raccontare storie che toccano temi universali, dall’amore alla paura, dalla speranza alla disillusione, spingendo lo spettatore a confrontarsi con le proprie emozioni e con le dinamiche della società in cui vive. Concludo con l’auspicio che il cinema continui a essere uno specchio autentico della nostra realtà e una forma di arte capace di ispirare e trasformare, anno dopo anno.
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Cinema
Hugh Grant tra vulnerabilità e talento: «Tre anni schiavo dell’alcol. Ancora non capisco cosa mia moglie trovi in me»
Un attore iconico, un uomo complesso: Hugh Grant ripercorre le sfide della sua vita, tra dipendenze, il matrimonio felice con Anna Elisabet Eberstein e un ritorno al cinema che ribalta ogni cliché
Hugh Grant è un uomo dalle mille sfaccettature. L’attore britannico, che per decenni ha incarnato il fascino impacciato del “Mr. Romantico” grazie a film cult come Quattro matrimoni e un funerale e Notting Hill, oggi si è trasformato in un maestro della complessità, interpretando personaggi oscuri e controversi. In un’intervista rilasciata a Vanity Fair, Grant si racconta senza filtri, tra successi, dipendenze, un matrimonio felice e la battaglia contro il suo stesso mito.
La vera faccia di Hugh Grant: «Mr. Impacciato è stato un errore»
Grant ammette che, dopo il successo travolgente di Quattro matrimoni e un funerale nel 1994, ha cercato di replicare nella vita reale il personaggio che il pubblico amava sullo schermo: «Facevo interviste sbattendo le palpebre e balbettando, cercando di essere quell’uomo timido e impacciato. Alla fine, giustamente, il pubblico si è stancato».
Quella maschera, però, non gli è mai appartenuta davvero. Negli ultimi anni, l’attore ha ribaltato l’immagine costruita su di lui, scegliendo ruoli imprevedibili: da eleganti criminali (The Undoing, The Gentlemen) a personaggi moralmente ambigui (Paddington 2), fino al prossimo horror religioso Heretic.
Una vita personale segnata dagli eccessi
Dietro i riflettori, Grant ha affrontato battaglie personali che hanno messo a dura prova la sua stabilità. Dopo la fine di una lunga relazione, si è ritrovato «schiavo dell’alcol per circa tre anni», come racconta lui stesso.
La svolta è arrivata nel 2010, quando ha incontrato Anna Elisabet Eberstein, una produttrice svedese che, nonostante le sue insicurezze, ha scelto di sposarlo otto anni dopo. «Non riesco ancora a credere che io possa piacerle», confessa Grant, che oggi è padre di cinque figli. «La mia famiglia mi rende terribilmente sentimentale, tanto che piango persino leggendo libri per bambini.»
Il coraggio di combattere contro i tabloid
Tra i momenti più intensi della sua vita pubblica c’è stata la battaglia legale contro i tabloid britannici. Vittima di intercettazioni telefoniche illegali, Grant è diventato uno dei volti principali di Hacked Off, l’organizzazione che denuncia gli abusi dei media.
Recentemente, ha risolto una causa contro il Sun, accusando il tabloid di aver piazzato microfoni nella sua casa. «Vorrei che tutto fosse dimostrato in tribunale», ha twittato, annunciando che donerà il risarcimento ricevuto per sostenere altre vittime.
Un talento unico e sottovalutato
Sebbene Grant ami definirsi uno scettico della recitazione, chi ha lavorato con lui lo descrive come un perfezionista. «Sul set improvvisa, trova dettagli che trasformano un personaggio», racconta Sophie Thatcher, sua collega in Heretic. Anche le battute più memorabili, come l’iconico «Ciao, mamma!» de Il diario di Bridget Jones, sono farina del suo sacco.
Hugh Bonneville, collega in Notting Hill e Paddington 2, lo elogia come «un attore di enorme talento, capace di rendere tutto naturale sullo schermo grazie a un impegno meticoloso».
L’eredità di un uomo tra ironia e sincerità
A 64 anni, Grant continua a essere una figura affascinante e contraddittoria. Con il suo tipico humour britannico, scherza su tutto – dalla politica alla religione – senza perdere mai quella scintilla di ironia che lo rende irresistibile. Ma dietro il sarcasmo si nasconde un uomo che ha imparato a fare pace con le proprie insicurezze e a trovare la felicità nella famiglia e nel lavoro.
E se qualcuno gli chiede quale sia il segreto per essere Hugh Grant, lui risponde con un sorriso enigmatico: «Sono tanti, e lascio agli altri il compito di decidere quale vogliono conoscere».
Cinema
“Non mi spaventano né gli errori né i 60 anni”: Alessandro Gassmann racconta la sua vita tra Vittorio, Eduardo e la Roma di oggi
Dalla sua capacità di reinventarsi agli aneddoti con Eduardo De Filippo, Alessandro Gassmann, prossimo ai 60 anni, parla di cinema, teatro, vecchiaia e della sua Roma: “Sto imparando a fermarmi e a concedermi del tempo. Mi auguro che la città torni ai romani, non solo ai pellegrini del Giubileo”
Alessandro Gassmann si avvicina a una nuova tappa della sua vita: i 60 anni. Un traguardo che affronta con serenità, riflettendo su ciò che lo distingue dal padre Vittorio, un’icona del cinema e del teatro italiano. “Mio padre non accettava l’errore. Abituato a vincere e a ottenere premi, lo viveva come un evento imperdonabile”, racconta. “Io, invece, sbaglio molto, mi riciclo e riparto. Credo di aver preso da mia madre, Juliette Mayniel: ha avuto tante vite, sempre riuscendo a ripartire, anche nei momenti più difficili”.
Nonostante la pressione di un cognome pesante, Alessandro è riuscito a tracciare una strada tutta sua, mescolando cinema, teatro e impegno sociale. “Sono attore da 42 anni: ho fatto cose buone, altre medie, alcune brutte o bruttissime. Ma l’importante è saper ripartire, prendere le misure e adeguarsi”.
Eduardo e Vittorio: i giganti del teatro
Tra i ricordi più preziosi della sua infanzia, spiccano quelli legati a Eduardo De Filippo, che era spesso ospite di casa Gassmann. “Eduardo e mio padre erano molto amici, ma per un bambino la sua presenza non era affatto rassicurante. Era un uomo serio, inquietante, non certo uno con cui giocare a nascondino”, scherza.
Ma il legame tra Eduardo e Vittorio era speciale: “Con lui mio padre assumeva un atteggiamento diverso. Lo amava e lo apprezzava tantissimo, forse perché si riconoscevano a vicenda. Entrambi appartenevano alla stessa stirpe: quella di chi non si accontenta mai”.
Non è un caso che Alessandro si sia confrontato proprio con Eduardo dirigendo Questi fantasmi. “Mio padre si era cimentato con quest’opera, recitando accanto a Sophia Loren. Credo che avrebbe apprezzato la mia versione: era diretto nei giudizi, ma onesto nel riconoscere il lavoro degli attori”.
Roma, la città di sempre
Il legame con Roma, dove vive, è altrettanto forte. “La città è a soqquadro per i lavori del Giubileo, ma comincio a vedere qualche miglioramento”, ammette. “Ho attaccato tanto il sindaco Gualtieri, ma siamo in tregua: tornare a casa e trovare Viale Trastevere asfaltato è già un sollievo per chi gira in Vespa”.
Per Alessandro, però, il vero desiderio è che Roma torni ai suoi cittadini. “Mi auguro che i lavori finiscano presto, così che la città sia restituita a chi la vive ogni giorno, non solo a chi viene per pregare. Rispetto profondamente il Giubileo, anche se, da non credente, ne subisco le conseguenze”.
“Invecchiare? Non è un problema”
Alla soglia dei 60 anni, Alessandro affronta con filosofia il passare del tempo. “Di invecchiare mi importa relativamente. Ho una donna che mi ama ancora tantissimo, non so perché, e io amo lei allo stesso modo. Sono fortunato”.
Tra i regali che si concede, c’è il tempo per sé stesso. “Ho capito quanto sia importante fermarsi, cosa che prima mi risultava rarissima. Ora ogni tanto mi concedo momenti di pausa e li vivo con serenità”.
Con una carriera ancora piena di progetti, tra cinema, teatro e regia, Alessandro Gassmann dimostra di aver ereditato non solo il talento, ma anche una straordinaria capacità di adattarsi e reinventarsi, qualità che lo rendono uno degli interpreti più interessanti del panorama italiano.
Cinema
Dalla consolle alla sala cinematografica: The Sims, ora arriva il film
Avviso speciale a tutti gli amanti dei videogames: The Sims diventa un film grazie ad Amazon Studios e Margot Robbie! Impossibile non conoscere The Sims, il famosissimo videogioco marchiato EA che ha conquistato milioni di persone, coinvolgendo nel mondo dei videogiochi persone che non si consideravano assolutamente appassionati di Playstation e simili.
Dopo 25 anni di successi e oltre 1,2 miliardi di ore giocate su The Sims 4, l’iconica serie continua il suo percorso grazie al supporto della casa madre Electronic Arts. Rispettando ed addirittura esaltando al centro del gioco la creatività, il concetto di libertà e soprattutto di inclusività, con grande entusiasmo da parte della community dei suoi utilizzatori. Sempre alla ricerca di nuovi contenuti che permettano di sviluppare storie incredibili o realistiche, gli appassionati ora sono in festa per un’altra notizia.
Tante sorprese per festeggiare i 25 anni del gioco
Per celebrare alla grande il venticinquesimo anniversario, sono state messe in campo numerose iniziative, non solo per The Sims 4 ma per l’intero universo dei Simmini. Quella certamente più attesa (ed inaspettata) è il film ufficiale, realizzato in collaborazione con Amazon MGM Studios, presto disponibile su Amazon Prime Video.
Il film
Alla regia e alla sceneggiatura troviamo Kate Herron e Briony Redman, con la produzione di LuckyChap e Vertigo Entertainment. Anche se i dettagli attualmente sono ancora molto pochi, gli sviluppatori promettono aggiornamenti sostanziali per il prossimo anno. E’ interessante notare che LuckyChap è l’etichetta di Margot Robbie, Josey McNamara e Tom Ackerley, recentemente responsabile dell’enorme successo del film Barbie.
Una piattaforma per coinvolgere maggiormente gli utenti
Nel 2025, inoltre, verrà lanciato The Sims: Creator Program, una innovativa piattaforma che permetterà agli utenti di collaborare direttamente con gli sviluppatori, condividendo creazioni uniche e ricevendo premi speciali per le idee più brillanti. Un modo per coinvolgere ancora di più la community, offrendo accesso anticipato ai nuovi pacchetti e la possibilità di collaborare direttamente con altri creatori e con il team di sviluppo. The Sims Labs, un altro progetto annunciato, permetterà agli utenti di sperimentare nuove funzionalità in anteprima, testando in fase di sviluppo e contribuendo al futuro della saga. Con l’obiettivo di innovare le esperienze di gioco, introducendo modalità sperimentali che arricchiranno il mondo Sims.
Una maniera nuova di interazione
Ulteriore progetto è Project Rene, un’esperienza di gioco basata sulla connessione e collaborazione tra giocatori. Che offirà un modo completamente nuovo di interagire con gli amici in un mondo condiviso.
Esperienze diversificate per una fanbase eterogenea
The Sims è quindi molto più di una semplice serie di giochi, in grado di espandersi in diverse direzioni, offrendo titoli che spazieranno tra simulazioni di vita rilassanti, giochi collaborativi e narrazioni avvincenti su mobile. Naturalmente The Sims 4 resterà una parte fondamentale del franchise, anche se il futuro fa intravedere una forte trasversalità del marchio, in grado di offrire esperienze diverse ad utenti con esigenze differenti.
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