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Ma è vero che i gatti rossi sono così esuberanti per colpa dei Vichinghi?

Da miti antichi a teorie moderne, esplora l’affascinante legame tra la genetica, il comportamento e le antiche tradizioni dei Vichinghi che potrebbero aver plasmato i nostri amici felini dal mantello rosso. Sebbene la scienza non confermi del tutto le credenze popolari, questo articolo ti guiderà attraverso un viaggio intrigante nella storia e nella psicologia dei gatti rossi.

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    I gatti rossi da sempre hanno affascinato l’immaginario collettivo, suscitando teorie e superstizioni lungo il corso della storia. Da antiche credenze greche che li associavano ai demoni, fino al folklore celtico che li considerava simbolo di forza e potere, i felini dal manto rosso hanno sempre attirato l’attenzione.

    La genetica e il carattere dei gatti rossi

    Sebbene la genetica non determini direttamente il carattere dei gatti, alcuni tratti somatici possono influenzare il loro comportamento. Secondo il biologo esperto di comportamento felino Roger Tabor, i gatti rossi potrebbero aver ereditato la loro vivacità dai loro antenati norreni, i Vichinghi. Il gene responsabile del colore rosso del mantello è più diffuso in aree dove i Vichinghi hanno avuto insediamenti, suggerendo un legame tra la loro presenza e le caratteristiche dei gatti rossi.

    L’influenza dei Vichinghi

    Si ipotizza che i Vichinghi abbiano trasportato gatti rossi dalla Turchia e dalle regioni circostanti fino alla Scandinavia e al Regno Unito, diffondendo così il gene responsabile del colore rosso del mantello. Questo legame storico potrebbe aver contribuito a plasmare il comportamento dei gatti rossi, accentuando l’immagine di felini “duri” e intraprendenti.

    Il ruolo dell’ambiente e delle esperienze di vita

    Anche se non esistono prove scientifiche definitive, è interessante considerare come le migrazioni umane e gli incontri tra culture abbiano potuto influenzare il comportamento dei gatti rossi. Tuttavia, è importante ricordare che l’ambiente domestico e le interazioni con gli esseri umani giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo comportamentale di ogni gatto, indipendentemente dal loro colore del mantello.

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      Il ‘pelosetto’ ci costa troppo. Crescono le polizze delle assicurazioni sia per i cani che per i gatti

      In Italia una persona su tre (32,7%) possiede un cane o un gatto. Sono dati emersi dall’annuale rapporto Eurispes 2023. L’indagine evidenzia quanto lo scorso anno sia cresciuto il costo del costi di mantenimento degli amici a quattro zampe. Un problema in più per le famiglie

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        Secondo Eurispes in Italia una persona su tre (32,7%) possiede un cane o un gatto. L’indagine evidenzia quanto sia cresciuto il costo del costi di mantenimento degli amici a quattro zampe. Un problema in più per le famiglie.

        Salute e alimentazione le spese in crescita per cane e gatto

        Le voci di spesa più importanti riguardano la salute e l’alimentazione degli animali. Due spese che non si possono certo ignorare che costringono le famiglie a rinunciare ad altri servizi come per esempio quello dei dog sitter (71,9%) o per l’abbigliamento e i giochi per animali. Questo a un primo livello di lettura. Nello specifico si scopre che cresce il numero di famiglie che rinunciano a cure o interventi chirurgici (28,5%), oppure a ridurre le visite veterinarie (26,3%). Ma c’è di più. Esiste un 18,5% delle famiglie con animali domestici che se si ammalano non acquistano i medicinali per curare i propri animali.

        Il successo e la crescita delle coperture assicurative

        La necessità di proteggere comunque il benessere dei nostri amici a quattro zampe ha fatto alzare i costi per garantirsi una copertura assicurativa sicura ed efficiente. A questo proposito la compagnia di assicurazioni online ConTe.it ha registrato un incremento delle distribuzione delle polizze Cane e Gatto (+30%) rispetto al 2022. Un costo relativamente basso ma che garantisce una serie d coperture. Innanzitutto il capofamiglia è garantito se il proprio cane – raro per i gatti – possa provocare danni materiali a cose e persone. Poi, a secondo della tipologia di contratto, può interviene per garantire le cure migliori.

        Si preferisce la formula all inclusive

        Il 65% dei pacchetti più venduti sono quelli che includono le spese veterinarie, la responsabilità civile, l’assistenza e tutela legale. La copertura per spese veterinarie, cure mediche e interventi chirurgici è particolarmente apprezzata in quanto permette di mantenere il proprio veterinario di fiducia. Questo rappresenta infatti una rassicurazione per i padroni di animali domestici.

        Al Centro Nord si ha più paura

        Dalla stessa rilevazione emerge che lo zoccolo duro di queste polizze è venduto nei grandi centri abitati per l’85% concentrate al Centro-Nord. Mentre solo il 15% vengono vendute al Sud. Roma con il 19% guida la classifica dei pet owner assicurati . Segue Milano con il 12%, Torino con il 5%, e Bologna con il 2%.

        Le femmine di cane sono le più assicurate

        Le razze più assicurate sono Meticcio, Labrador Retriever e Bulldog Francese. La crescita del business dedicato agli animali domestici testimonia, l’affetto e l’amore che molte famiglie hanno verso i loro animali ma soprattutto la lungimiranza nell’affrontare una piccola spesa mensile che copre una serie di incidenti o esigenze di salute che mettono al riparo da costi sempre più in ascesa.

        Qualche esempio di premi

        Con un massimale di 2.500 euro all’anno di rimborsi che comprendono dai vaccini alla diagnostica, spese chirurgiche, sterilizzazioni o castrazioni si può spendere da un minimo di 66 euro a un massimo di 110 euro mensili. Ma si superano i 200 euro mensili quando viene inclusa anche la pensione in caso di improvvisa necessità di lasciare il nostro cane. La polizza include anche la copertura per traumi e offese che il nostro pelosetto può causare a un altra persona, morsi o cadute con fratture, per esempio. Insomma per stare tranquilli ci dobbiamo accollare una spesa minima di 600 euro fino ad arrivare ai 2.500 euro.

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          La tua razza di cane preferita svela tratti nascosti della tua personalità

          Scopri cosa il tuo cane dice di te: una guida alle caratteristiche associate alle razze più amate e consigli per scegliere il compagno a quattro zampe ideale.

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            La razza del nostro cane svela tratti della nostra personalità, potrebbe riflettere la nostra indole, anche se non esistono prove scientifiche definitive. Scopriamo di più sul legame tra carattere umano e razze canine!

            La razza del nostro cane, quindi, può dire molto su di noi. Sebbene manchino evidenze scientifiche, test e osservazioni suggeriscono che chi sceglie una determinata razza spesso rispecchia alcune sue caratteristiche. Per molti, il cane non è solo un compagno di vita, ma anche uno specchio della propria personalità. E quindi cosa rivela di noi il nostro cane?

            Ecco alcuni tipi e le caratteristiche associate ai loro ammiratori

            Vediamo insieme cosa nascondono alcune razze di pelosetti.

            Bulldog. Siete persone pazienti, empatici e protettivi. Amate la tranquillità e il buon cibo più della vita frenetica.
            Pastore Tedesco. Fedeli, altruisti e creativi, siete pronti ad aiutare chi amate.
            Jack Russell. Indubbiamente sarete persone energiche e dinamiche, affrontate la vita con entusiasmo e spirito sportivo.
            Labrador. Affidabili, dolci e socievoli, amate vivere in armonia e fare nuove amicizie.
            Pitbull: Siete persone sensibili e razionali. Spesso dietro una faccia riservata nascondete un cuore empatico.
            Chihuahua. Curiosi e coraggiosi, uniscote eleganza e autoironia.
            Alano. Dolci ed equilibrati, avete un forte senso delle relazioni sociali, ma talvolta apparite un po’ insicuri.

            Come scegliere un cane in base alla vostra personalità?

            Se desiderate che il vostro cane rifletta al meglio il vostro stile di vita, bisogna considerate bene alcuni aspetti.

            Allergie. Scegliere razze ipoallergeniche va bene soprattutto per chi soffre di allergie.
            Adozione. Rivolgetevi a rifugi e canili offrono compagni affettuosi e compatibili.
            Futuro. Pensa a lungo termine per assicurarti di poter accudire il cane per tutta la vita.
            Consulenza. Prima di scegliere il vostro pelosetto è meglio rivolgersi a veterinari o educatori cinofili che possono aiutarvi a scegliere.
            Dimensioni e stile di vita. Valute bene lo spazio e il tempo che potete dedicare al cane.
            Età. Ricordatevi che i cuccioli richiedono più impegno, mentre un cane adulto potrebbe adattarsi con più calma.
            Addestramento. Assicuratevi di avere tempo e pazienza per educare bene il vostro amico a quattro zampe.

            Nessuna certezza scientifica, ma tanti benefici se si sceglie con cura

            Nonostante le teorie sul legame tra razze canine e personalità non siano scientificamente provate, molti proprietari sentono che il loro cane li rappresenta. Oltre queste idee, però, i benefici di avere un cane sono concreti: migliorano l’umore, riducono lo stress e arricchiscono la qualità della vita.

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              Ecco svelato come si sognerebbe nel regno animale

              Ancora non sappiamo esattamente perché gli esseri umani sognino, né quale sia l’importanza dell’attività onirica. Lo studio del sogno negli animali è ancora più complesso… ma c’è chi sostiene che lo facciano come noi!

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                Alzi la mano chi, guardando il suo animale mentre dorme, non si è mai chiesto se stiae anche sognando… come capita alla gran parte di noi umani. Per cercare di dare una risposta a questa domanda, David M. Peña-Guzmán, studioso di filosofia della scienza presso la San Francisco State University, recentemente ha pubblicato il libro When Animals Dream: The Hidden World of Animal Consciousness (Quando gli animali sognano: il mondo nascosto della coscienza animale).

                Non solo ragnatele

                E’ risaputo che i primati sono in grado di provare emozioni… ma addirittura i ragni, secondo uno studio recente, potrebbero avere fasi di sonno simili alla fase REM e addirittura fare sogni visuali. Il pensiero dei ragni che sognano può sembrare bizzarro, ma è invece un’ipotesi più che verosimile.

                “Noi umani abbiamo questa idea del sogno come una narrativa misteriosa che contiene elementi folli e vividi”, afferma Matthew Wilson, neurobiologo dell’Istituto di tecnologia del Massachusetts (MIT), “ma quando osserviamogli animali cerchiamo semplicemente di capire cosa succede durante il sonno che possa influenzare l’apprendimento, la memoria e il comportamento”.

                I primi test sui felini

                I gatti domestici sono stati tra i primi sui quali sono state eseguite ricerche approfondite in manteria di sogni. Michel Jouvet, pioniere dello studio del sonno, scoprì evidenze di attività onirica nei felini già negli anni ’60, analizzando il comportamento dei gatti mentre dormono, e alterandolo in maniera drastica.

                Nella cosiddetta “fase REM”, la muscolatura dell’uomo rimane pressochè ferma, nonostante l’intensa attività mentale che produce i nostri sogni: uno stato di cosiddetta “atonia” garantisce che ciò che sogniamo non si rifletta sui movimenti del nostro corpo. Jouvet osservò che, nei gatti, una struttura anatomica dell’encefalo chiamata “ponte”, era responsabile della regolazione del sonno REM e della relativa parziale paralisi. Rimuovendo parti del ponte, Jouvet ottenne un drastico cambiamento nel loro comportamento: i gatti a quel punto si muovevano come se fossero perfettamente desti, cacciando, saltando, pulendosi e difendendosi da minacce invisibili.

                Nel labirinto dei ricordi

                Nel 2001 una ricerca ha dimostrato che, dopo aver percorso un labirinto durante il giorno, i topi possono rivivere quell’esperienza anche nel sonno. Durante la veglia, una parte del cervello responsabile della creazione e della conservazione dei ricordi -chiamata ippocampo – memorizza lo schema neuronale del tragitto attraverso il labirinto. Durante la fase del sonno il cervello è in grado do riprodurre l’identico schema, dimostrando che il topo ricorda o rivive di nuovo quel particolare vissuto. Gli studi sul suo cervello mostrano che nel sonno l’animale rivive il tragitto nel labirinto, riattivando anche le relative immagini visive. In poche parole “rivede” ciò che ha visto da sveglio.

                Dormire (e sognare) all’umido

                Anche i pesci zebra vivono una fase simile al sonno REM, secondo il neurobiologo di Stanford Philippe Mourrain. Durante il sonno, perdono tono muscolare, il loro battito cardiaco diventa aritmico e presentano un’attività cerebrale simile a quella della loro fase di veglia. Una differenza precisa rispetto all’uomo – che si rileva però anche in altri animali – è che i pesci non muovono gli occhi (né li chiudono, non possedendo le palpebre). Cosa che indicano che lo stato in cui generalmente si sogna, potrebbe essersi sviluppato almeno 450 milioni di anni fa, ovvero prima che il percorso evolutivo degli animali terrestri e acquatici si differenziasse.

                Il melodioso canto dei diamanti mandarini

                Anche se famosi per la loro abilità canterina, i diamanti mandarini non posseggono questa capacità dalla nascita ma la apprendono attraverso l’ascolto, l’esercizio e – forse anche – il sogno. Nel 2000 alcuni studiosi hanno scoperto che mentre questi uccelli cantano, nel loro prosencefalo i neuroni si attivano seguendo uno schema specifico, che gli scienziati sono riusciti a riprodurre nota per nota. Quando gli animali dormono, il loro cervello riproduce quel medesimo schema, ripetendo il canto che hanno sentito ed eseguito quel giorno. Da qui l’ipotesi che questi uccelli canori sognino di cantare.

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