Arte e mostre

Arte robotica: Sotheby’s mette all’asta il primo dipinto creato da un automa

Ai-Da, l’artista robotica sviluppata dal gallerista Aidan Meller, propone il suo lavoro nella prestigiosa asta di Sotheby’s, con offerte che potrebbero superare i 180 mila dollari. La vendita segna un passo significativo per il mercato dell’arte robotica, un fenomeno in continua espansione che mette in discussione i confini tra creatività umana e artificiale

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    Da Sotheby’s è in corso un evento che potrebbe segnare una svolta per il mondo dell’arte contemporanea: la prima vendita all’asta di un’opera creata da un robot umanoide. L’opera in questione è il ritratto di Alan Turing, realizzato da Ai-Da, un’artista robotica sviluppata dal gallerista britannico Aidan Meller. Ai-Da è stata progettata per dipingere utilizzando una combinazione di telecamere, algoritmi di intelligenza artificiale e un braccio robotico che traduce i dati in pennellate. L’opera è protagonista del Digital Art Day di Sotheby’s, con offerte aperte fino al 7 novembre e una stima di vendita che varia tra i 120 e i 180 mila dollari (circa 110-160 mila euro).

    Questo evento è un segnale forte per il mondo dell’arte, che evidenzia come l’arte robotica stia conquistando sempre più spazio, allargando i confini del mercato tradizionale e attirando l’attenzione di collezionisti e appassionati. Il ritratto di Turing realizzato da Ai-Da, con le sue tecniche miste, rappresenta un punto di contatto tra innovazione tecnologica e celebrazione della storia, rendendo omaggio a uno dei padri dell’informatica.

    Un fenomeno in crescita: dall’arte robotica a esperimenti avveniristici

    L’opera di Ai-Da non è un caso isolato. Negli ultimi anni, sono stati realizzati diversi progetti che hanno unito arte e robotica, dimostrando che l’uso delle macchine nell’arte non è una moda passeggera, ma un movimento che affonda le sue radici in anni di esperimenti. Uno degli esempi più significativi è stato, nel 2020, Dark Factory Portraits, allestita alla galleria Ben Brown Fine Arts di Londra dai pionieri Rob e Nick Carter. L’esposizione vedeva protagonista Heidi, un braccio robotico industriale prodotto da KUKA, programmato per dipingere ritratti di icone dell’arte come Frida Kahlo e Andy Warhol. Heidi operava alla cieca, eseguendo movimenti basati su un codice che interpretava immagini digitali e le trasformava in pennellate.

    L’ingegnere del software Julian Mann, responsabile del progetto, ha utilizzato l’API di RoboDK per programmare i movimenti di Heidi, dal tipo di pennellata alla pressione del pennello. RoboDK, un’azienda specializzata in software di simulazione per robot industriali, è nata come spin-off dell’ETS University di Montreal e ha supportato numerosi progetti artistici, dimostrando che i robot possono offrire nuove possibilità espressive agli artisti.

    Quando le macchine raccontano emozioni: l’esempio di Can’t Help Myself

    Non mancano gli esperimenti che puntano a creare una connessione emotiva tra l’osservatore e la macchina. Can’t Help Myself, opera concettuale di Sun Yuan e Peng Yu, esposta alla Biennale di Venezia del 2019, è un esempio emblematico. Si tratta di un braccio robotico industriale che, dotato di sensori, tenta freneticamente di contenere un fluido viscoso rosso all’interno di una determinata area. Ogni volta che il liquido esce dalla zona designata, il robot si attiva, eseguendo movimenti frenetici come “scratch an itch” o “bow and shake”, creando una parvenza di vita e coscienza.

    L’opera riflette temi come sorveglianza e controllo, ma suggerisce anche una riflessione più profonda sulla dipendenza umana dalle macchine. Can’t Help Myself ha catturato l’attenzione del pubblico online, con milioni di visualizzazioni su YouTube e TikTok, diventando virale e sollevando discussioni sulle implicazioni etiche e sociali dell’automazione.

    La competizione Robot Art: una vetrina per il futuro dell’arte

    L’arte robotica ha trovato spazio anche nelle competizioni internazionali come Robot Art, lanciata nel 2015 da Andrew Conru, ricercatore dell’Università di Stanford. L’evento, che tornerà nel 2025, mette in sfida team di artisti, programmatori e ingegneri provenienti da università di tutto il mondo, con premi fino a 100.000 dollari. Le opere vengono valutate da una giuria composta da artisti e scienziati, riflettendo il desiderio di esplorare nuovi orizzonti espressivi.

    Nelle edizioni passate, migliaia di dipinti sono stati creati, evidenziando come l’uso dell’intelligenza artificiale nell’arte possa offrire nuove prospettive. Quest’anno, i progressi tecnologici promettono di arricchire ulteriormente la competizione, con un numero crescente di artisti-ricercatori pronti a sfidare i confini della creatività umana e artificiale.

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