Lifestyle
Basta cambio vita… gli italiani in fuga dal senso di insoddisfazione
Quasi un italiano su dieci – l’8%, per la precisione –, mollerà tutto e cambierà vita «a breve, al massimo entro un anno». Uno su quattro confida di farlo «sicuramente più avanti», mentre addirittura uno su due lo vorrebbe ma al momento «è solo un’idea o un sogno nel cassetto».
Almeno una volta nella vita tutti abbiamo avuto la tentazione di cambiare vita, lasciare il nostro lavoro, la nostra citta e tutti gli stress connessi. Chi vorrebbe scappare al mare, chi sperduto in altissima montagna, chi in un altro Paese anche a migliaia di chilometri. E in effetti quella di mollare tutto e rifarsi una nuova vita è una tentazione condivisa da molti. Secondo un’analisi condotta da Hays Italia e Serenis almeno un italiano su due vorrebbe cambiare vita. E uno su dieci lo farà a breve. A pesare c’è sostanzialmente l’insoddisfazione sul lavoro.
La ricerca della felicità
Quasi un italiano su dieci (8%) cambierà vita “a breve, al massimo entro un anno“. Uno su quattro confida di farlo “sicuramente più avanti“, mentre uno su due lo vorrebbe ma per ora è solo un sogno. Solo il 9% degli italiani ammette di essere soddisfatto della propria situazione attuale.
Un’analisi sull’insoddisfazione professionale
L’analisi, condotta da Hays Italia e Serenis, ha coinvolto quasi mille persone. Soltanto il 28% degli intervistati si è dichiarato “molto o abbastanza” soddisfatto del proprio lavoro. Il 38% ha risposto “poco o per nulla”, e il 34% si è detto “mediamente” soddisfatto.
Le principali ragioni per cambiare vita
Tra le principali ragioni che spingono gli italiani a cambiare città e lavoro troviamo nel 60% dei casi è la ricerca la propria felicità, migliorare la qualità della vita per il 57%. Per il 45% la motivazione sarebbe avere più tempo e allontanarsi da ritmi meno frenetici. E naturalmente la riduzione dello stress (44%). Il 59% dei partecipanti si trasferirebbe in una città di mare, il 31% in un’isola, il 29% in montagna, il 23% in campagna e il 21% in una città d’arte. Le metropoli sono solo seste (20%), mostrando un desiderio di fuga dal caos e dall’inquinamento urbano.
Ma una volta che ti trasferisci che vuoi fare?
Il 32% sogna di avviare un’attività in proprio in un settore totalmente nuovo, aprire un B&B o un agriturismo (28%), lavorare vivendo in campagna o montagna (26%), viaggiare tutto l’anno svolgendo lavori saltuari, diventare artista/influencer, o aprire il famoso chiringuito. Un sogno che da decenni perseguita generazioni di nostri connazionali.
Chi vuole scappare?
Il lavoratore tipo che non vede l’ora di dare le dimissioni non mostra particolari differenze di genere. Vive principalmente da solo, ha dai 50 ai 64 anni, ha spesso un profilo alto (C-level) ma include anche i giovani appena entrati nel mondo del lavoro. In genere vive in comuni molto piccoli (meno di 5.000 abitanti) o medio grandi (100.000-500.000 abitanti) e lavora in grandi aziende.
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Cucina
Storia della Pavlova: origini e ricetta del celebre dessert
La sua storia è dolcissima: un cuoco di un hotel durante il tour della ballerina Anna Pavlova, rimane ammaliato dalla sua leggerezza ed eleganza, dando vita al famoso dessert dalla forma rotonda e dalla delicatezza della meringa che richiamano l’abito di tulle della giovane donna.
La Pavlova è un dessert famosissmo. La sua consistenza croccante all’esterno e soffice all’interno, insieme alla dolcezza della meringa e alla freschezza della frutta, la rendono un piatto amato da molti e un simbolo della cucina australiana e neozelandese.
Anna Pavlovna Pavlova, la famosa ballerina degli inizi del ‘900
Pavlova con panna montata e frutta fresca
Ingredienti per una Pavlova da 20 cm di diametro
4 albumi d’uovo a temperatura ambiente
150 g di zucchero semolato
1 cucchiaino di succo di limone
Un cucchiaino colmo di amido di mais (maizena)
Estratto di vaniglia
Per farcire
250 g di panna fresca liquida di latteria
Per le finiture
Frutta fresca a piacere tra fragole, mirtilli, lamponi e pesche
Procedimento
Con un frullino monta gli albumi a neve ferma con lo zucchero e lavora continuamente fino a quando si formeranno dei picchi morbidi, detti a “becco di cicogna”. Aggiungi limone, amido e vaniglia, mescola delicatamente con una spatola fino a quando saranno completamente incorporati.
Accendi il forno a 50° ventilato, rivesti una teglia con carta da forno sulla quale avrai segnato un cerchio di circa 20-22 cm di diametro, per aiutarti a dare forma alla Pavlova.
Trasferisci a cucchiaiate il composto di meringa sulla carta da forno formando un cerchio uniforme all’interno del disco disegnato. Utilizza il retro di un cucchiaio per crea un cratere poco profondo al centro della meringa, lasciando i bordi leggermente più alti.
Inforna e cuoci per circa 1 ora e mezzo. Lascia raffreddare la Pavlova all’interno del forno con lo sportello semiaperto per evitare che si rompa. Monta la panna fresca e spalmala sulla superficie del dolce che deve essere perfettamente raffreddato, decora con la frutta fresca ben lavata e asciutta e disponila in modo decorativo sulla panna montata. Servi il dolce tagliandolo a fette.
Curiosità
La maleducazione in Italia: Milano è messa peggio di Roma
Una ricerca ha stabilito la graduatoria delle città più maleducate d’Italia: a Venezia il podio tutt’altro che onorevole… ma anche Milano non è messa bene, risultando peggio che Roma.
Vi siete mai domandati quale sia la città più maleducata d’Italia? I comportamenti sgarbati sono purtroppo in costante aumento anche nel Belpaese, con l’avvento della tecnologia che ha accentuato diverse abitudini che poco si conciliano con il convivere in maniera pacata e civilmente elegante.
Venezia la peggiore
Stando allo studio effettuato dalla piattaforma Preply, la romantica e fascinosa Venezia sarebbe la città più maleducata d’Italia, seguita da Catania e Parma. Milano – udite udite – si trova in quarta posizione, distaccata da due lunghezze Roma, in sesta. Padova invece sarebbe la più educata.
In pochi rispettano lo spazio altrui
Il campione utilizzato per il sondaggio è di 1.558 abitanti presi da 19 città italiane, sulla base del quale è stata stilata una sorta di classifica di dove sarebbero più diffusi comportamenti poco educati. Per capire quale sia davvero la città più maleducata in Italia, lo studio ha preso in considerazione dodici comportamenti ritenuti sbagliati: dal saltare la fila in diverse situazione al guardare video sul lo smartphone in pubblico, fino al non rallentare in prossimità del passaggio dei pedoni e al non rispettare lo spazio personale altrui.
Il caro, vecchio galateo… troppo spesso dimenticato
Come si può vedere alcuni di questi comportamenti sono associati alle nuove tecnologie – c’è anche il tema del parlare con il vivavoce in pubblico e di essere totalmente assorbiti dal cellulare mentre si è fuori casa – ma ci sono anche vecchie regole del galateo come lasciare la mancia o mostrarsi rispettosi con il personale di servizio. Incrociando tutti questi elementi, per lo studio sarebbe Venezia la città più maleducata d’Italia, con Catania e Parma immediatamente dopo, mentre Milano vincerebbe la sfida con Roma in questa poco onorevole classifica.
La classifica
Ecco la top ten delle città più maleducate d’Italia con il loro relativo punteggio:
Venezia – 6.55
Catania – 6.52
Parma – 6.51
Milano – 6.33
Brescia – 6.30
Roma – 6.26
Genova – 6.25
Trieste – 6.23
Torino – 6.07
Taranto – 6.03
Difficile a pensarci… ma la borghese Milano – quella col “cuore in mano” come vuole il celebre motto – sarebbe più maleducata della “caciarona” Roma, mentre il primo posto spetterebbe a una città come Venezia, da sempre riconosciuta come tra le più belle al mondo. A condannare la città lagunare sarebbero le pessime abitudini di saltare la fila e non rispettare gli spazio altrui.
Il rovescio della medaglia
Ecco, invece, la stessa classifica ma al contrario, che mette in evidenza virtuosamente le località che brillano maggiormente per educazione e rispetto:
Padova – 5.18
Firenze – 5.60
Modena – 5.66
Verona – 5.66
Bologna – 5.87
Messina – 5.89
Napoli – 5.90
Bari – 5.94
Palermo – 6.02
Taranto – 6.03
Tra tutte le città prese in considerazione Padova risulta essere quella più educata, spiccando in maniera particolarme per il rispetto dello spazio personale, per non parlare con il vivavoce in pubblico e per non saltare la fila. In Italia parlare col cellulare in pubblico è una cosa normalissima, in altri paesi invece è vista come una forma di estrema maleducazione.
Oroscopo
I sette strati dell’aura e i suoi colori tra spiritualità e benessere fisico
L’aura, spesso descritta come un campo energetico sottile che circonda persone, animali e oggetti, è un concetto affascinante che ha radici profonde nelle tradizioni spirituali e metafisiche di tutto il mondo. Sebbene invisibile agli occhi comuni, si dice che l’aura rifletta lo stato emotivo, spirituale e fisico di un individuo, offrendo una chiave per comprendere la sua salute e il suo benessere.
L’aura e i suoi colori sono un affascinante punto di incontro tra spiritualità, percezione sensoriale e benessere personale. Mentre la scienza moderna continua a esplorare i confini tra mente, corpo ed energia, il concetto di aura rimane un tema di profonda riflessione e interesse per coloro che cercano una comprensione più profonda della natura umana e dell’universo che ci circonda. Che si creda o meno nell’esistenza dell’aura, esplorare i suoi colori può offrire un’opportunità unica per esplorare aspetti nascosti di sé stessi e degli altri.
Che cos’è l’aura?
L’aura viene spesso descritta come un campo di energia che emana dal corpo umano, estendendosi oltre la pelle e interagendo con l’ambiente circostante. Secondo molte tradizioni spirituali, ogni persona ha un’aura unica, la cui composizione e colore possono variare in base al momento, all’umore, alla salute e al livello di consapevolezza dell’individuo.
I colori e gli strati dell’aura e il loro significato
Uno degli aspetti più intriganti dell’aura è la sua rappresentazione attraverso i colori. Si crede che ogni colore dell’aura corrisponda a specifiche qualità e stati d’animo.
I COLORI DELL’AURA
Bianco: Indica una purezza spirituale elevata, una connessione con l’energia divina e un senso di protezione.
Blu: Rappresenta la calma, la tranquillità e la chiarezza mentale. Indica spesso una persona intuitiva e empatica.
Verde: Riflette un equilibrio armonioso tra mente, corpo e spirito. Può indicare anche una persona amorevole e compassionevole.
Giallo: Simboleggia la gioia, l’intelletto e l’ottimismo. Indica una persona creativa e con una mente aperta.
Rosso: Rappresenta la vitalità, la passione e l’energia fisica. Può indicare anche una persona con una forte volontà e determinazione.
Viola: Indica una profonda spiritualità e una connessione con dimensioni superiori di consapevolezza. Può anche riflettere una sensibilità artistica e intuitiva.
I 7 STRATI
Strato Eterico: Questo è il primo strato, più vicino al corpo fisico, e riflette la salute fisica. È spesso descritto come una rete di luce blu o grigia che segue il contorno del corpo.
Strato Emozionale: Questo secondo strato è legato alle emozioni e ai sentimenti. Può variare notevolmente nei colori e nell’intensità a seconda dello stato emotivo della persona.
Strato Mentale: Il terzo strato è associato ai pensieri, alle idee e ai processi mentali. Si presenta come una luce gialla e si estende intorno alla testa e alle spalle.
Strato Astrale: Il quarto strato è il ponte tra i piani fisici e spirituali, collegato all’amore e alle relazioni. È spesso rappresentato da colori rosati o rossi.
Strato Eterico Modello: Questo quinto strato serve come modello o blueprint per il corpo fisico e l’aura eterica. È una luce blu scura che rappresenta la struttura energetica di una persona.
Strato Celestiale: Il sesto strato è associato alla spiritualità e alla connessione divina. È descritto come una luce opalescente o iridescente, che riflette esperienze di beatitudine e amore incondizionato.
Strato Causale o Keterico: Il settimo strato è il livello più esterno dell’aura, connesso con lo scopo dell’anima e la coscienza universale. È visto come una luce dorata o bianca brillante che avvolge e protegge tutti gli altri strati.
- Questi sette strati lavorano insieme per creare un campo energetico complesso e interconnesso che riflette la salute fisica, emotiva, mentale e spirituale di una persona.
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