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Lifestyle

Case vacanza salgono i prezzi dalla Liguria alle Dolomiti

Il mercato delle case vacanza in Italia mostra dinamiche diverse tra mare, montagna e laghi, con alcune località che continuano a primeggiare per i prezzi elevati e altre che stanno rapidamente crescendo grazie a eventi futuri e miglioramenti infrastrutturali.

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    Il mercato delle case vacanza in Italia presenta prezzi in crescita complici la popolarità internazionale di alcuni luoghi simbolo come Portofino e Dolomiti. E complici anche le prossime Olimpiadi invernali che si disputeranno nel 2026 in molte località rinomate come Cortina d’Ampezzo. Si tratta, quindi, di un settore con dinamiche interessanti che fanno levitare velocemente i prezzi in maniera indistinta. E che possono rappresentare un buon investimento per chi punta a speculare un po’.

    Per le località top è solo una conferma

    Portofino continua a essere la destinazione più costosa per l’acquisto di case vacanza in Italia. Con un prezzo medio di 22.900 euro al metro quadro, il comune ligure domina il mercato, distanziando di 8.900 euro la seconda classificata.

    A Madonna un investimento sicuro

    Con un prezzo di poco inferiore a 14.000 euro al metro quadro, Madonna di Campiglio negli ultimi sei mesi ha visto un aumento di 1.000 euro al mq, superando leggermente Cortina d’Ampezzo, ferma a 13.800 euro.

    La sorpresa d’alta quota

    Sebbene leggermente superata da Madonna di Campiglio, Cortina rimane una delle località montane più costose, specialmente se si considera l’intera offerta residenziale. Ma in crescita troviamo un po’ tutte le mete montanare. La maggior parte delle località montane nella top ten si trova nel Triveneto, con l’unica eccezione di Courmayeur in Val d’Aosta. Livigno (Lombardia) si distingue per un aumento dei prezzi del 50%. Anche in questo caso si tratta di un aumento in previsione delle Olimpiadi Invernali del 2026, grazie ai miglioramenti infrastrutturali in corso.

    Per mare e laghi prezzi stabili

    Le località marine, in generale, hanno visto prezzi stagnanti o in lieve calo rispetto al 2019. Capri rimane l’unica località del Sud nella top ten delle più costose. Il Lago di Garda domina tra le località di lago, con Sirmione al primo posto (7.700 euro al metro quadro). Tuttavia, la sponda veronese ha visto un aumento dei prezzi, mentre le sponde bresciana e trentina sono rimaste stabili. Secondo uno studio di Tecnocasa, i prezzi delle case vacanza al mare sono saliti in media dello 0,5% nell’ultimo anno. Mentre quelli nelle località lacustri hanno visto un calo dello 0,3%. Nel decennio, le quotazioni al mare sono scese dell’8,1%, mentre quelle lacustri sono salite del 6%.

    L’invasione dei ricchi d’oltralpe

    Ma chi compra le nostre case? La quota di acquirenti stranieri è aumentata al 13,5%, rispetto al 10,7% pre-pandemia. L’unica novità riguarda gli acquisti da parte dei tedeschi che presentano dati in calo, influenzando negativamente destinazioni come il Lago di Garda. Di contro Polacchi e Francesi sembrano a caccia di muri italiani. La prima ipotesi rispetto alla crescita di interesse del mercato immobiliare italiano da parte dei polacchi riguarda le tensioni in Ucraina che hanno portato a un aumento degli acquisti da parte dei Polacchi. Sono loro che in questo momenti vedono l’Italia come un paese rifugio. Così come i francesi dalla Costa Azzurra si stanno spostando verso il Ponente Ligure, attratti da prezzi più accessibili.

    Che tipologia di immobile piace di più?

    E’ il trilocale a farla da padrona nella la tipologia più gettonata. Una metratura che rappresenta il 32,5% delle transazioni, seguito dalle soluzioni indipendenti (28,2%) e dai bilocali (24,4%). La maggior parte degli acquirenti ha un’età compresa tra 45 e 54 anni (26,1%) e tra 55 e 64 anni (26,5%). Gli under 35 rappresentano il 7% degli acquirenti, mentre gli over 64 il 18,6%. Condizione indispensabile per l’acquisto è che ‘immobile sia ubicato in località ben servite dalla rete ferroviaria e vicino a percorsi cicloturistici, riflettendo una maggiore attenzione alla sostenibilità e alla qualità della vita.

      Curiosità

      Dimmi dove siedi e ti dirò chi sei: la psicologia nascosta dietro la disposizione a tavola

      La scelta del posto a tavola può offrire un’interessante finestra sulla personalità di chi partecipa al pasto. Osservare dove una persona sceglie di sedersi può fornire preziose indicazioni sul suo carattere, sulle sue inclinazioni e sul modo in cui si relaziona agli altri durante un incontro sociale.

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        Attraverso una prospettiva psicologica, possiamo comprendere meglio come la disposizione dei posti a tavola influenzi la dinamica di gruppo e contribuisca alla creazione di esperienze di pasto più significative.

        La disposizione dei posti a tavola può essere considerata come un linguaggio non verbale che comunica una serie di messaggi sottili sulle relazioni interpersonali e la gerarchia sociale all’interno del gruppo.
        Chiunque abbia pianificato una cena o un evento sociale, sa quanto sia importante pensare attentamente alla disposizione dei posti al tavolo. Chi si siede accanto a chi, chi occupa il posto centrale e chi è posizionato ai margini possono influenzare la fluidità della conversazione, il senso di appartenenza e la percezione della leadership all’interno del gruppo.

        Inoltre, la disposizione può riflettere il livello di familiarità e intimità tra i partecipanti. Ad esempio, coppie o amici intimi tendono ad essere posizionati in prossimità l’uno dell’altro, mentre individui meno familiari potrebbero essere separati da una certa distanza. Questo posizionamento può influenzare il grado di conforto e confidenza durante il pasto e contribuire a creare un’atmosfera di calore e accoglienza.

        Analizziamo come la scelta dei posti possa riflettere diverse sfaccettature della personalità di una persona, considerando anche il tipo di tavolo coinvolto.

        Tavolo Rettangolare
        Chi opta per i due posti capotavola manifesta spesso una personalità dominante da leader. Questa persona ama essere al centro dell’attenzione e prendere il controllo della situazione. Durante il pasto, sarà il protagonista delle discussioni e tenderà a dirigere il dibattito a suo piacimento.
        Coloro che invece scelgono di sedersi accanto al leader potrebbero essere più inclini all’incertezza e all’evitamento delle responsabilità. Potrebbero essere persone che preferiscono seguire piuttosto che guidare, lasciando agli altri il compito di prendere decisioni importanti.
        D’altra parte, chi opta per posti più centrali al tavolo mostra una tendenza all’osservazione e alla valutazione ponderata delle situazioni. Queste persone preferiscono mantenere una posizione equidistante, ascoltare le opinioni degli altri e poi intervenire nel momento opportuno con il proprio contributo. Sono spesso considerate persone affidabili e di cui ci si può fidare.

        Tavolo rotondo
        Discorso diverso quando ci si trova davanti un rotondo. In questo caso anche se sposti un posto a tavola le cose non cambieranno. Le posizioni sono tutte uguali, proprio per questo sono le forme preferite in bar o ristoranti. Annullano la competizione, fanno sentire tutti uguali, ma anche qui ci può essere qualche indizio sulla personalità degli astanti. Un esempio? Chi si scosterà per prima dal tavolo con la sedia darà un messaggio inequivocabile. Vuole dominare gli altri presenti, assumere il ruolo di leader. A te decidere se lasciarlo fare o provare a contrastarlo.

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          Libri

          Elle Macpherson: «Bevevo vodka ogni sera fino a perdere i sensi, ora festeggio 20 anni di sobrietà»

          Un circolo vizioso iniziato con la nascita del figlio più piccolo e che l’ha portata a dipendere dall’alcol. Tra blackout, ossessioni e il bisogno di mantenere un’immagine impeccabile, Elle è riuscita a ritrovare se stessa dopo anni di lotta.

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            Elle Macpherson, una delle supermodelle più famose al mondo, ha rivelato il lato oscuro della sua vita apparentemente perfetta. Nel suo nuovo libro autobiografico Elle: Life, Lessons & Learning to Trust Yourself, la top model australiana, oggi 60enne, racconta il periodo più difficile della sua vita, quando l’alcol aveva preso il controllo delle sue giornate.

            «Ero prigioniera dell’alcol»

            La dipendenza è iniziata poco dopo la nascita del figlio più piccolo, Cy, oggi 21enne. «La mia vita sembrava perfetta a tutti, ma dentro di me stavo lottando», scrive Elle. Ogni sera, dopo aver messo a letto Cy e Flynn, allora bambini, beveva vodka fino a perdere i sensi. «Cercavo di rilassarmi e di mantenere quell’immagine impeccabile che il pubblico si aspettava da me».

            Mentre il compagno dell’epoca, il finanziere francese Arpad “Arki” Busson, era spesso assente, Elle si trovava intrappolata in un circolo vizioso: feste, alcol e il bisogno di dimostrarsi perfetta in ogni aspetto della sua vita.

            Blackout e ossessioni

            Le conseguenze non tardarono ad arrivare. «Mi infilavo le dita in gola e mi assicuravo di vomitare tre volte prima di andare a dormire», racconta Elle, descrivendo la rigidità con cui gestiva la sua vita. A peggiorare la situazione, i blackout frequenti: «Parlavo con qualcuno e dimenticavo quello che stavo dicendo. Mi guardavano perplessi».

            Un episodio particolarmente drammatico avvenne a Ibiza, durante un’estate trascorsa con la famiglia. Dopo settimane di sobrietà, bastò una serata per farla crollare: «Rompendo il tappo di vetro di una bottiglia, versai uno shot e lo bevvi, frammenti di vetro compresi. Ricordo di aver pensato: “Adoro questa sensazione”».

            La rinascita: 20 anni di sobrietà

            Nonostante le difficoltà, Elle ha trovato la forza di combattere. Nel 2003 ha deciso di smettere di bere, iniziando un percorso che l’ha portata a festeggiare, lo scorso anno, 20 anni di sobrietà. «Ho smesso perché non riuscivo a essere pienamente presente nella mia vita. È difficile conoscersi davvero se ti stai anestetizzando», ha spiegato.

            Oggi, Elle Macpherson è una donna nuova, capace di guardare al passato con consapevolezza e di condividere la sua storia per ispirare chiunque affronti le stesse battaglie. Attualmente si trova a New York per promuovere il suo libro, un’opera che rappresenta non solo un viaggio nella sua vita, ma un messaggio di speranza e resilienza.

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              Curiosità

              Notre-Dame e le 24 monete d’oro da collezione: quando storia e arte brillano insieme

              Dopo cinque anni di attesa Notre-Dame tornerà a essere non solo un luogo di culto ma anche un simbolo della resilienza e del patrimonio culturale francese. La Zecca di Parigi fissa questa rinascita nella storia e nel cuore degli appassionati di numismatica con il conio di una serie di monete per collezinisti e appassionati.

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                Per celebrare la tanto attesa riapertura di Notre-Dame, la Zecca di Parigi ha creato una collezione esclusiva di monete commemorative, un tributo alla cattedrale simbolo di Parigi. Tra queste, spiccano le 24 monete d’oro da un chilo, vendute a collezionisti per 155.000 euro ciascuna. Una scelta non solo celebrativa, ma anche artistica. Ogni moneta unisce tradizione e tecnologia moderna, con dettagli realizzati tramite incisione laser. Le monete presentano una forma ispirata all’arco a sesto acuto, elemento distintivo dell’architettura gotica di Notre-Dame.

                Sul fronte, l’iconica facciata occidentale con il maestoso rosone, colorato con una tecnica iridescente che richiama i giochi di luce delle vetrate. Sul retro, l’interno della cattedrale ricostruito, con la navata centrale e l’altare come protagonisti. Oltre ai pezzi da collezione più esclusivi, la Zecca ha reso disponibile una gamma di monete commemorative. Duecento monete d’oro da 31 grammi (del costo di 3.450 euro ciascuna) e 5.000 monete d’argento (105 euro). Ma non basta. Delle monete commemorative sono prevista altre versioni più accessibili da 375 a 875 euro ciascuna.

                Notre-Dame: un ritorno glorioso dopo l’incendio del 2019

                La cattedrale, devastata da un incendio nell’aprile 2019, riaprirà ufficialmente le sue porte il 7 dicembre 2024, seguita dalla prima messa dell’Immacolata Concezione l’8 dicembre. Sebbene i lavori di restauro non siano del tutto completati, Parigi festeggia con un programma ricco di eventi liturgici e celebrazioni. Il 15 novembre è già ritornata in Cattedrale la statua della Vergine e del Bambino, accompagnata da una grande processione popolare. Per il 7 dicembre è previsto il suono dell’organo e la celebrazione liturgica con benedizione e Vespri. L’8 dicembre si celebrerà l’Immacolata Concezione con la consacrazione dell’altare durante la prima messa aperta al pubblico. Dal 9 al 15 dicembre, si svolgerà un ottavario di messe tematiche che coinvolgeranno fedeli, comunità religiose e tutti coloro che hanno contribuito alla ricostruzione.à ritornata.

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