Cocktail & Wine
A Pavia il panino è social (ma senza social): se posi il telefono, ti offrono da bere
Nel cuore di Pavia, tra il Ponte Coperto e le strade che hanno fatto da sfondo agli 883, c’è un locale che ha deciso di sfidare l’ossessione per lo smartphone: chi lo mette via, riceve un drink in omaggio. Un’idea semplice e geniale di Giuseppe Dabbene, fondatore di Miccone, che oltre a recuperare l’antico pane pavese, invita i clienti a riscoprire la bellezza della conversazione faccia a faccia.
A Pavia il tempo sembra essersi fermato tra le melodie di Hanno ucciso l’uomo ragno e le passeggiate sul Ponte Coperto, sotto il quale Max Pezzali e Mauro Repetto hanno lasciato tracce indelebili della loro provincia sonora. E proprio lì, dove la nostalgia incontra la modernità, dal 2014 c’è un locale che ha deciso di riportare in auge un’usanza quasi dimenticata: chiacchierare senza distrazioni. Il tutto accompagnato da una missione gastronomica altrettanto nobile: ridare dignità al miccone, l’antico pane pavese.
Il miccone, il pane della tradizione che torna protagonista
Parliamo di un pane bianco dalla forma generosa, pensato per durare a lungo e sfamare intere famiglie in campagna. Crosta dorata e robusta, mollica morbida ed elastica: un prodotto della tradizione pavese che negli anni ha rischiato di finire nel dimenticatoio, se non fosse stato per alcuni visionari. Tra questi, il signor Dado, storico barista di Borgo Ticino, che già negli anni ‘60 lo serviva a fette farcite nel suo locale. Ma è stato Giuseppe Dabbene a trasformarlo in un simbolo contemporaneo, costruendoci intorno un intero brand.
Giuseppe Dabbene e il progetto Miccone: tra tradizione e innovazione
Dabbene, classe 1988, ha un passato accademico in Giurisprudenza e Management tra Pavia e Londra, ma il richiamo delle origini è stato più forte. Nel 2014 ha rilevato il vecchio bar di famiglia con un’idea ben precisa: valorizzare il patrimonio gastronomico locale. Il miccone è diventato così il cuore pulsante del suo progetto: tagliato a fette sottili, tostato e ripiegato a metà per accogliere farciture che spaziano dai classici salumi pavesi fino a contaminazioni internazionali come salmone e avocado.
La sua avventura è arrivata perfino a Londra, dove ha lanciato un food truck a tema miccone, salvo poi dover rinunciare a causa della Brexit. Ma la storia non finisce qui: nel 2022 ha aperto un secondo locale nel centro di Pavia, sotto il Duomo, consolidando la sua idea di cucina di qualità radicata nel territorio.
Ciciaruma: il giovedì del “posi il telefono, bevi gratis”
Ma Miccone non si limita alla gastronomia. Dabbene ha deciso di rilanciare anche il valore del dialogo con Ciciaruma (in dialetto pavese: “chiacchieriamo”), un’iniziativa che ogni giovedì sera premia chi rinuncia alla schiavitù dello smartphone. La dinamica è semplice quanto rivoluzionaria: all’ingresso, i clienti possono consegnare il telefono in un’apposita cassetta e, in cambio, ricevono un drink omaggio.
L’idea nasce da una riflessione sull’iperconnessione e sulla difficoltà crescente di godersi una serata senza lo schermo in mano. “Volevamo ricreare quell’atmosfera dei bar di provincia dove si parla, si ride, si discute, senza continue notifiche a interrompere il momento”, spiega Dabbene. “E abbiamo pensato che offrire un drink potesse essere il giusto incentivo per provare”.
Un drink per riscoprire la convivialità
A suggellare questa filosofia è anche la scelta del drink omaggio: una Biova, birra artigianale chiara prodotta con il pane di Pavia. Un altro piccolo tassello nella missione di Miccone di unire sapori autentici e socialità genuina.
E così, tra un sorso e una chiacchiera, il giovedì pavese si trasforma in un ritorno alle origini: niente selfie, niente stories, solo parole vere. Una scommessa che sembra funzionare, perché, diciamocelo, una serata senza notifiche, ma con un buon panino e una birra fresca, può valere più di mille like.