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Curiosità

Cosa ci fa il nostro Paese nella Top 15 dei Paesi più antipatici del mondo?

Azioni del governo, cultura e mentalità, religione, comportamento dei turisti, arte, cucina, usi e costumi: tutti questi elementi possono far apprezzare o meno un paese. Ma ci sono nazioni che, per un motivo o per l’altro, proprio non riescono a farsi amare. E sorprendentemente, c’è anche l’Italia nella top 15 dei paesi più odiati al mondo.

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    World Population Review, ripresa da Stars Insider, ha stilato la classifica degli stati più odiati al mondo, basandosi su vari aspetti che contribuiscono a formare le opinioni negative. Questi includono la politica interna ed estera dei paesi, le violazioni dei diritti umani, i comportamenti culturali, e persino le percezioni legate ai personaggi pubblici e alla storia. Questa classifica offre uno sguardo affascinante e a tratti scioccante su come certe nazioni siano viste negativamente nel contesto globale.

    Tra i paesi più odiati, troviamo nazioni con storie di conflitti, instabilità politica, violazioni dei diritti umani e politiche controverse. Ogni paese nella lista ha le sue specifiche motivazioni che alimentano il disprezzo internazionale. E in questa particolare classifica, anche l’Italia, nonostante la sua ricca cultura, il suo cibo amato in tutto il mondo e le sue bellezze naturali, si trova tra i primi quindici paesi meno apprezzati. Ma perché? Andiamo a scoprirlo insieme.

    La classifica

    Sudafrica: Questo paese, nonostante le sue bellezze naturali, è spesso criticato per le sue problematiche interne legate alla criminalità e alle disuguaglianze sociali.

    Canada: Nonostante la reputazione di paese pacifico, il Canada è legato negativamente da alcuni alla figura di Justin Bieber, una scelta curiosamente artistica.

    Australia: Spesso invidiata per la sua bellezza, ma criticata per le sue politiche di immigrazione e il trattamento delle popolazioni indigene.

    Myanmar: La persecuzione della popolazione musulmana Rohingya ha attirato molte critiche internazionali.

    Vaticano: La reputazione negativa è in gran parte dovuta all’occultamento di scandali di abusi sessuali all’interno della Chiesa.

    Qatar: Non piacciono le violazioni dei diritti umani e le forti disparità sociali.

    Turchia: Accusata dall’ONU di violazione dei diritti umani nel 2017.

    Argentina: In miglioramento dopo la vittoria della Coppa del Mondo, ma ancora criticata per problemi economici e sociali.

    Indonesia: Ricca di turbolenze politiche e crisi finanziarie.

    Serbia: L’astio non manca tra popolazioni limitrofe.

    Somalia: Il principale problema è la pirateria.

    Corea del Sud e Messico: Criticati per corruzione e cartelli della droga, nonostante la loro bellezza culturale.

    Italia: Arriviamo così all’Italia, un paese che, nonostante il suo patrimonio artistico e culinario, viene spesso criticato per la maleducazione percepita e la poca ospitalità verso gli stranieri. Ma è davvero così?

    L’Italia nella classifica dei paesi più odiati

    L’Italia, nota per la sua arte, la sua cucina e i suoi paesaggi mozzafiato, sorprende per la sua presenza tra i quindici paesi più odiati al mondo. Ma perché?

    Azioni del governo e politica

    L’instabilità politica italiana, con frequenti cambi di governo e polemiche interne, può contribuire a un’immagine di inefficienza e disorganizzazione. Le politiche migratorie controverse e le difficoltà economiche hanno anche alimentato percezioni negative.

    Cultura e mentalità

    Gli italiani sono spesso descritti come calorosi e ospitali, ma non manca chi li percepisce come maleducati e poco tolleranti verso gli stranieri. Questo stereotipo, sebbene esagerato, può influenzare negativamente l’immagine del paese.

    Religione

    Il ruolo predominante della Chiesa Cattolica in Italia, con le sue influenze sulla vita pubblica e privata, può essere visto come un aspetto negativo da chi proviene da culture più secolari o con differenti orientamenti religiosi.

    Comportamento dei turisti

    L’Italia è una delle mete turistiche più ambite al mondo, e il comportamento dei turisti può talvolta creare tensioni con i locali, contribuendo a un clima di incomprensione e frustrazione reciproca.

    Arte e cultura

    Paradossalmente, l’Italia è anche invidiata per il suo immenso patrimonio culturale. Questa invidia può trasformarsi in risentimento, soprattutto quando si parla della gestione e della conservazione di tale patrimonio.

    Cucina

    La cucina italiana è amata in tutto il mondo, ma anche qui può esserci un rovescio della medaglia. La rigidità con cui vengono difesi i piatti tradizionali può essere vista come chiusura verso le innovazioni culinarie di altre culture.

    Altri paesi della classifica

    Oltre all’Italia, la classifica include anche paesi come Siria, Francia, Germania, Regno Unito, Afghanistan, India, Giappone, Arabia Saudita, Iraq, Iran, Pakistan, Israele e Stati Uniti. Ciascuno di questi paesi ha le sue specifiche ragioni per cui è malvisto, che vanno dai conflitti interni e le violazioni dei diritti umani alla storia passata e le politiche attuali.

    Il podio dell’odio

    Salendo verso il podio dell’odio, troviamo al terzo posto la Corea del Nord, al secondo la Cina e, al primo posto, la Russia, soprattutto per le relazioni tese con gli Stati Uniti.

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      Curiosità

      Monkey, il gatto cleptomane che ha arricchito la sua padrona Megan

      Monkey è un gatto della Cornovaglia che ruba ogni cosa e lo porta alla sua padrona MeganPer esempio? Un “gratta e vinci” da 14 mila euro.

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        Un gatto cleptomane della Cornovaglia, Inghilterra, sta diventando una piccola celebrità sui social. Monkey, questo il suo nome, torna ogni giorno a casa con un “dono” per la sua umana, Megan . Il suo bottino? Di tutto: da sacchetti vuoti di patatine a bustine di semi. Ma la vera sorpresa è arrivata quando Monkey ha riportato a casa un gratta e vinci già grattato, e per giunta risultato essere vincente.

        Quattordicimila euro tra i canini del gatto

        Inizialmente Megan pensava fosse solo spazzatura, ma ha scoperto che il biglietto valeva il doppio di quanto previsto: circa 14 euro. Nulla di straordinario, ma sicuramente un colpo di fortuna inaspettato! Il video dell’impresa felina naturalmente nel corso del tempo è diventato virale su TikTok (@meganchristiann), raccogliendo migliaia di commenti divertiti.

        Monkey è diventato social tra divertimento e telecamere segrete

        C’è chi scherza sul fatto che Monkey ripaghi i suoi debiti, mentre altri propongono di mettere una telecamera sul suo collare per svelare le sue misteriose incursioni. Megan, però, preferisce mantenere la sorpresa e continua a godersi le buffe avventure del suo gatto. Chi sa cosa Monkey porterà a casa la prossima volta!

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          Curiosità

          La famiglia Zammit rifiuta 30 milioni di dollari per la casa

          La famiglia Zammit ha rifiutato un’offerta di 30 milioni di dollari per vendere la loro casa a The Ponds, Sydney. La loro decisione diventa un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana.

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            La famiglia Zammit, residente a The Ponds, Sydney, ha fatto notizia rifiutando un’offerta di 30 milioni di dollari per vendere la loro casa. Questa abitazione rappresenta per loro non solo un bene materiale, ma un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana. Circondata da un’enorme area commerciale e sviluppi residenziali, la casa dei Zammit è un baluardo contro l’avanzata della cementificazione. Questa decisione ha suscitato ammirazione e riflessione sulla crescente pressione dell’urbanizzazione nelle grandi città.

            La storia dietro il rifiuto

            Nonostante l’enorme somma offerta, la famiglia Zammit ha scelto di rimanere nella loro casa storica, dimostrando un attaccamento emotivo e culturale al loro luogo di vita. Questa scelta coraggiosa riflette il desiderio di mantenere un legame con le proprie radici e di resistere alla spinta verso la modernizzazione a tutti i costi. La casa, costruita su un terreno di due ettari, è circondata da negozi, ristoranti e complessi residenziali di nuova costruzione, rendendo il rifiuto dei Zammit ancora più significativo.

            Un simbolo di resistenza

            La decisione della famiglia Zammit è diventata un simbolo di resistenza contro l’espansione urbana eccessiva. In un’epoca in cui molte persone cedono alle offerte lucrative dei costruttori, i Zammit hanno scelto di mantenere la loro casa come testimone del passato e baluardo contro l’invadenza del cemento. Questo rifiuto mette in luce la crescente tensione tra lo sviluppo urbano e la conservazione delle tradizioni e dei legami familiari.

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              Curiosità

              Fotografato nudo da Google Street View: poliziotto argentino vince la causa e ottiene un risarcimento

              Secondo i giudici argentini, la privacy dell’uomo è stata violata in modo palese: Google dovrà risarcirlo con 12.500 dollari. Decisivo il fatto che fosse all’interno della sua proprietà, protetta da un alto muro.

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              Google Street View

                Era un giorno come tanti nel 2017, quando un poliziotto argentino, in un momento di relax nel giardino di casa sua, fu immortalato nudo dalle telecamere mobili di Google Street View. L’immagine, sfuggita alle consuete procedure di oscuramento automatico, mostrava l’uomo completamente nudo dietro un muro di oltre due metri, nel cortile privato della sua abitazione. Il caso, inizialmente trascurato, si è trasformato in un lungo iter giudiziario che ha ora trovato la sua conclusione: Google dovrà risarcire l’uomo con 12.500 dollari.

                La vicenda è emersa quando la foto ha iniziato a circolare online, accompagnata dal nome della via e dal numero civico, elementi ben visibili nell’inquadratura. La combinazione di questi dati ha reso l’uomo facilmente identificabile, esponendolo al ridicolo tra colleghi e residenti del piccolo centro in cui vive.

                In un primo momento, un tribunale aveva respinto il ricorso del poliziotto, ritenendo che fosse stato lui a comportarsi in modo inappropriato nel proprio giardino. Ma la Corte d’Appello ha ribaltato la sentenza, stabilendo che non si trattava di uno spazio pubblico. Bensì privato e protetto da una barriera “più alta della media umana”. L’inquadratura è stata quindi definita come una “palese invasione della privacy”.

                La corte ha evidenziato anche una falla nei protocolli di Google, che solitamente sfoca i volti e le targhe. “In questo caso non si trattava di un volto, ma dell’intero corpo nudo di una persona, un’immagine che avrebbe dovuto essere evitata con ogni mezzo”, si legge nella sentenza.

                Assolte invece da ogni responsabilità la compagnia telefonica Cablevision SA e il sito di notizie El Censor, che avevano rilanciato la foto.

                Il caso solleva nuove domande sull’equilibrio tra tecnologia e tutela della privacy, dimostrando che, anche nell’era del digitale, il diritto alla riservatezza rimane fondamentale.

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