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Curiosità

Topolino dopo 75 anni ci fa ancora divertire

Topolino, ha compiuto 75 anni e per festeggiarli ha pubblicato un numero speciale (n.3.567) in edicola dallo scorso 3 aprile. Un albo da collezione che include una calamita in regalo che riproduce la copertina del primo numero del 7 aprile 1949.

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    Topolino, ha compiuto 75 anni e per festeggiarli ha pubblicato un numero speciale (n.3.567) in edicola dallo scorso 3 aprile. Un albo da collezione che include una calamita in regalo che riproduce la copertina del primo numero del 7 aprile 1949.

    La fortuna e il successo di questo fumetto sono soprattutto italiani. Primo perché la maggior parte delle storie disneyane nel mondo sono realizzate proprio in Italia. Poi perché il fumetto è stampato in un formato tascabile (in gergo si chiama “libretto”) che piace molto al pubblico italiano.

    Come nasce il successo tutto Made in Italy

    L’albo che celebra i 75 anni propone un viaggio a ritroso nel tempo tra ricordi, cenni storici e curiosità con una copertina disegnata da Marco Freccero. Fino al dopoguerra in Italia il giornalino era stampato nel formato giornale quotidiano. Inoltre a fianco dei personaggi ideati da Walter Elias Disney (in arte Walt Disney) apparivano anche personaggi disegnati da altri autori come Mandrake e Flash Gordon. Una scelta che non piaceva per nulla a Mr. Disney che si lamentò con Giorgio Mondadori, figlio di Arnoldo. E così la casa editrice cercò una soluzione che potesse andare incontro alle esigenze dell’ideatore di Topolino. Ovvero pubblicare un fumetto solo con personaggi di walt disney e inoltre stamparlo con lo stesso formato che Mondadori utilizzava per il Reader’s Digest. Ovvero una rivista molto popolare ai tempi nella quale si pubblicavano le prime pagine dei libri più attesi dai lettori.

    Travolgente per tutti dai piccoli ai grandi

    Nato come mensile, con il nuovo formato a libretto, tre anni dopo Topolino diventa quindicinale, per passare alla pubblicazione settimanale – che conteneva 148 pagine – già dal 1960. Proprio in quegli anni grazie all’intuizione di Mondadori, e per fare fronte alla necessità di pubblicare ogni settimane decine di storie diverse, nacque la prima e importante scuola italiana della Disney. Lì nacquero alcuni degli sceneggiatori e disegnatori che crearono il successo del fumetto. Giovanni Bissietta, nome d’arte di Giuseppe Fontanelli, Guglielmo Gustaveglia (‘Guastà), Federico Pedrocchi, fumettisti già del Corriere dei Piccoli. E poi Alberto Becattini, Luca Boschi, Leonardo Gori e Andrea Sani, Mario Gentilini, Guido Martina, Angelo Bioletto, Giuseppe Perego e Luciano Bottaro. E tutti i successivi.

    L’attrazione per le storie a puntate

    In una intervista apparsa su La Repubblica Gaja Arrighini, editor, caposervizio della redazione fumetto e sceneggiatrice sottolinea come il successo del fumetto è determinato da diversi fattori. “Per una maggiore complessità delle trame, che si dipanano in maniera più particolareggiata e avvincente nelle storie a puntate. E per la serialità un modo per appassionare e fare affezionare i lettori”. Ma non solo. ” Abbiamo lavorato sui carattere di molti personaggi tra cui Paperino o Gastone. Abbiamo mostrato aspetti diversi e inediti dei personaggi che portano il lettore a empatizzare di più con loro. E inoltre lavoriamo per ottenere più coerenza tra storie e personaggi. A tenere tutto più collegato. Perfino alcuni luoghi hanno guadagnato una loro diversa identità”.

    Ma come si diventa disegnatore di Topolino?

    Siamo sempre disponibili a valutare i lavori di chi si propone con professionalità e dimostra di essere in linea con Topolino. I lavori degli aspiranti sceneggiatori o disegnatori vengono vagliati attentamente dalla redazione fumetto e dal nostro art director. Se le premesse sembrano buone, si procede con una prova. Chi non reputiamo adatto si rimanda ma tutti avranno una risposta. E’ il minimo che si possa fare per mostrare rispetto a chiunque sogni di collaborare con noi ”, conclude Arrighini.

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      Curiosità

      L’asteroide Bennu: un inverno senza fine alla porta dell’umanità

      Il potenziale impatto dell’asteroide Bennu potrebbe scatenare un’inverno globale, tra raffreddamento planetario, siccità e danni irreparabili. Ecco lo scenario ipotizzato dalla scienza.

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        Bennu, l’asteroide che si avvicina alla Terra ogni sei anni durante la sua orbita attorno al Sole, potrebbe avere un impatto devastante sul nostro pianeta in caso di collisione. Uno studio pubblicato su Science Advances e condotto dai ricercatori della Pusan National University, ha stabilito che un possibile impatto provocherebbe un inverno globale e cambiamenti ecologici drammatici.

        Un potenziale distruttivo impressionante

        Guidato dagli scienziati Lan Dai e Axel Timmermann, il team ha modellato e simulato quattro scenari differenti, analizzando il movimento dei detriti e della polvere generati dall’evento. Sebbene Bennu, con i suoi 500 metri di diametro, sia molto più piccolo rispetto al corpo che causò l’estinzione dei dinosauri, il suo potenziale distruttivo è impressionante. Nello scenario peggiore, si stima che fino a 400 milioni di tonnellate di polvere, aerosol e cenere potrebbero raggiungere l’atmosfera. Conseguenze? Riduzione dello strato di ozono del 32% e raffreddando la Terra di circa 4°C. Questo scenario innescherebbe un drastico calo delle precipitazioni (fino al 15%) e un crollo della produttività primaria globale, portando a un inverno perpetuo.

        La Terra è già stata teatro di collisioni cosmiche significative

        Una delle più famose è quella avvenuta oltre 66 milioni di anni fa, che causò la scomparsa dei dinosauri. Sebbene Bennu abbia dimensioni molto più modeste, un suo impatto sarebbe sufficiente a generare un disastro climatico e ambientale globale. Lo studio suggerisce che un impatto potrebbe persino favorire la proliferazione di alcune forme di vita. Per esempio? Le diatomee, nei mari del Pacifico e dell’Antartico, grazie alla polvere ricca di ferro.

        Rischio impatto? Uno su 2700

        Fortunatamente, il rischio è remoto: le probabilità di un impatto si stimano in circa una su 2700 nei prossimi 157 anni. Tuttavia, come sottolineano gli scienziati, i modelli attuali non tengono conto degli effetti collaterali, come le emissioni di fuliggine e zolfo legate agli incendi boschivi. Proseguire con ricerche approfondite sarà fondamentale per comprendere meglio i rischi e l’impatto di simili eventi sul nostro pianeta.

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          Curiosità

          Chef sexy, la nuova mania dei social: chi sono e perché fanno impazzire il web

          Petto nudo, allusioni hot e milioni di follower: sui social spopola la nuova generazione di chef seducenti che trasformano la cucina in uno spettacolo a luci soffuse. Da Cedrik Lorenzen a Nara Aziza, ecco chi sono i protagonisti di questa tendenza virale.

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            Muscoli e mestoli, sguardi ammiccanti e piatti serviti con movenze da passerella. Non siamo su un set di un film patinato, ma nell’ultima frontiera dei social: gli chef sexy. Una nuova categoria di influencer che ha fatto breccia su milioni di utenti, mescolando in maniera sapiente food porn e seduzione esplicita. La ricetta? Pochi vestiti, molta consapevolezza del proprio sex appeal e una valanga di doppi sensi sparsi tra zucchero a velo e glassa.

            Il fenomeno è ormai virale: il pubblico dei social non si accontenta più della sola bontà del piatto, vuole lo show, l’occhiolino, la battuta piccante mentre si impasta o si caramella. Uomini e donne che hanno fatto del corpo il loro ingrediente segreto e del fornello il palcoscenico perfetto per stuzzicare fantasie e palati.

            Prendete Cedrik Lorenzen: chef (o presunto tale) con oltre 4,6 milioni di follower su Instagram e quasi 6 milioni su TikTok, diventato celebre per i suoi video in cui il petto nudo – da catalogo di fitness – è più protagonista del piatto finale. Tra colpi di frusta e spolverate di cacao, Cedrik gioca apertamente con le allusioni, mentre uno sguardo languido e una luce da set cinematografico completano l’opera.

            Ma non è il solo a dominare la scena. Anthony, alias @thedonutdaddy, cavalca l’onda del successo con il suo stile da “bad boy” dei fornelli. I suoi muscoli scolpiti sono un must in ogni video, così come la voce roca che accompagna ogni gesto mentre impasta o decora dolcetti (rigorosamente a petto nudo). Il suo slogan non ufficiale? Donuts e testosterone a volontà.

            Non mancano, ovviamente, le controparti femminili. Nara Aziza, ad esempio, incanta senza mai rinunciare a un abbigliamento ben studiato: vestiti aderenti che sottolineano le curve e una voce suadente che trasforma ogni ricetta in un gioco di seduzione. Nara ha capito perfettamente che il segreto non è solo “cosa cucini”, ma “come lo cucini” e, soprattutto, “come lo racconti”.

            Il risultato è un cortocircuito perfetto tra cucina e sex appeal. Ogni piatto diventa occasione per una strizzata d’occhio al pubblico che, affascinato, si lascia travolgere da questo mix di cibo e sensualità. Il confine tra il food porn e il softcore, in certi casi, è sottilissimo.

            E mentre le visualizzazioni schizzano alle stelle, il fenomeno divide. C’è chi storce il naso davanti a quella che definisce “l’ennesima spettacolarizzazione del corpo” e chi invece applaude al geniale marketing che ha saputo rivisitare la cucina in chiave pop e sexy, riportandola – letteralmente – sotto i riflettori.

            Di certo c’è che gli chef sexy non cucinano solo piatti, ma veri e propri show virali, capaci di conquistare l’appetito… e non solo quello.

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              Curiosità

              Belen barista, Blasi cassiera, De Martino muratore: cosa potrebbero essere i vip in un’ipotetica, altra vita? Ce lo mostra la IA (gallery)

              Che si tratti di un modo divertente ma preciso di manifestare la propria invidia sociale nei confronti di quelli più fortunati e (non sempre) meritevoli al 100% di quello che hanno?

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                Avete presente quando si sente qualcuno che urla… “Ma vai a lavorare”? Ecco, questo potrebbe essere l’incipit perfetto per commentare queste straordinarie realizzazioni fatte con l’intelligenza artificiale generativa, che ritraggono alcuni famosi vip del nostro spettacolo, alle prese con lavori comuni e in qualche caso pure decisamente usuranti.

                Lavorare stanca

                Belen Rodriguez barista, Elettra Lamborghini che consegna i pacchi di Amazon, Cristiano Malgioglio fruttarolo, Mario Baoletti benzinaro, Geolier posteggiatore (ma non abusivo… con tanto di pettorina d’ordinanza), Elisabetta Marcuzzi con il suo banchetto al mercato, Stefano De martino imbianchino e tanti altri.

                Una galleria di “nuovi mostri” generata dall’AI

                Replicare con l’AI personaggi famosi e inserirli in situazioni impossibili e poi condividerli sui social per vedere l’effetto che fa:è la moda del momento. Dai baci impossibili tra politici avversarsi, agli attori rivali nello schermo che ora si abbracciano appassionatamente fino ai calciatori, nella versione vecchia e giovane, che si incontrano in un’atmosfera onirica.

                Cassiera al supermercato, cameriera in pizzeria

                L’ultima versione, però, è quella che il popolino segretamente sogna (ma non troppo), al motto in voga di “non siamo brutti, siamo solo poveri”. Ilary Blasi cassiera della Coop e non più alle prese con Rolex e borsette griffate, Diletta Leotta cameriera in pizzeria e Gianluca Vacchi in fabbrica.. dove c’è poco da ballare e da stare allegri.

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