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La triste storia dei cinghiali di Chernobyl si rinnova con l’alimentazione

I cinghiali di Chernobyl sono gli unici mammiferi nell’area la cui carne continua a presentare alti livelli di radioattività, a differenza di altri animali come i cervi, che mostrano un declino della radioattività nel tempo.

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    Dopo quasi 40 anni dall’esplosione e l’incendio del reattore nucleare di Chernobyl nell’attuale Ucraina i cinghiali di Chernobyl continuano a essere molto radioattivi, a differenza degli altri animali locali. L’esplosione del 1986 aveva provocato il rilascio nell’atmosfera di una grande quantità di materiale radioattivo. Le particelle trasportate dalle masse d’aria hanno raggiunto tutta l’Europa, contaminando anche la Svizzera. Le precipitazioni hanno ripulito l’aria generando depositi radioattivi di diversa entità a seconda della regione.

    Il mistero dei cinghiali radioattivi

    Tra i tanti misteri della zona contaminata dalla centrale nucleare di Chernobyl, il paradosso dei cinghiali radioattivi ha inseguito gli scienziati per decenni. Questi animali sono gli unici mammiferi nell’area la cui carne continua a presentare alti livelli di radioattività, a differenza di altri animali come i cervi, che mostrano un declino della radioattività nel tempo. Come mai? Uno studio ha proposto una soluzione plausibile a questo enigma. I cinghiali sono stati esposti non solo alle radiazioni della centrale esplosa nel 1986, ma anche a quelle dei test atomici degli anni Sessanta.

    E per i cinghiali tedeschi come la mettiamo?

    Lo studio non è stato condotto direttamente sui cinghiali di Chernobyl, ma su una popolazione di cinghiali che vive in Baviera, in Germania. Questi cinghiali si trovano in una situazione simile a quella dei cinghiali di Chernobyl. Gli autori dello studio sostengono che le conclusioni tratte per i cinghiali tedeschi si possano applicare anche a quelli di Chernobyl.

    Gli isotopi radioattivi coinvolti

    La carne degli ungulati di Chernobyl, come quella di tutti gli animali che vivono nei dintorni di Pripyat, contiene alti livelli di cesio-137, un isotopo radioattivo prodotto dall’esplosione nella centrale. Il cesio-137 ha un tempo di decadimento relativamente rapido, motivo per cui quasi tutti i mammiferi di Chernobyl sono meno radioattivi oggi rispetto a subito dopo l’incidente. Tuttavia, i cinghiali contengono un altro isotopo, il cesio-135, molto più difficile da rilevare e con un tempo di decadimento molto più lungo.

    L’origine del cesio-135

    Questo isotopo non proviene dall’incidente di Chernobyl, ma dai test atomici condotti in Europa durante la Guerra Fredda. Il cesio-135 impiega molto tempo a filtrare nel suolo e solo recentemente ha iniziato a raggiungere una profondità tale da contaminare i funghi del genere Elaphomyces, simili ai tartufi, che costituiscono una parte importante della dieta dei cinghiali della Baviera.

    E’ solo una questione di alimentazione

    I livelli di radioattività dei cinghiali non calano perché continuano a ingerire sostanze radioattive che permangono nel suolo da oltre sessant’anni. Secondo gli autori dello studio, lo stesso meccanismo è in azione a Chernobyl, dove gli ungulati locali continuano a nutrirsi di cibo contaminato. I cervi e altri mammiferi locali, che non si nutrono di questi funghi, stanno gradualmente perdendo la loro radioattività.

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      Animali

      Con l’arrivo del caldo tornano zanzare e pappataci. Bisogna iniziare a proteggere cani e gatti da filaria e leishmaniosi

      Ecco un breve vademecum realizzato dall’Enpa per la tutela degli animali domestici. Piccoli gesti quotidiani che possono garantire serenità.

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      Con l'arrivo del caldo tornano zanzare e pappataci. Bisogna iniziare a proteggere cani e gatti da Filaria e Leishmaniosi

        Con l’arrivo della primavera e delle temperature più alte, tornano anche insetti fastidiosi come zanzare e pappataci, che rappresentano una minaccia non solo per le persone, ma soprattutto per gli animali domestici. Questi insetti sono infatti vettori di malattie potenzialmente gravi e mortali come la leishmaniosi e la filariosi. Per proteggere cani e gatti, l’Ente Nazionale Protezione Animali (Enpa) ha stilato un vademecum di consigli utili per la prevenzione.

        La leishmaniosi

        La leishmaniosi è una malattia parassitaria grave, trasmessa dai pappataci, piccoli insetti simili alle zanzare, ormai presenti in tutta Italia. Questa malattia può causare sintomi come perdita di peso, lesioni cutanee, epistassi (perdita di sangue dal naso), dermatiti, congiuntivite, caduta del pelo attorno agli occhi e crescita anomala delle unghie. La malattia può essere gestita se diagnosticata in tempo, ma la prevenzione è fondamentale. È importante utilizzare farmaci specifici e repellenti. Poiché il rischio è più alto tra maggio e novembre, soprattutto nelle zone umide e al crepuscolo, è consigliabile adottare misure preventive già in primavera.

        La filariosi

        La filariosi, o filaria, è invece causata da un parassita trasmesso da zanzare, in particolare quelle della specie tigre. Si manifesta in due forme importanti. Nella forma cardiopolmonare colpisce cuore e polmoni, con sintomi come tosse, dimagrimento e stanchezza anomala; può essere letale se non curata per tempo. Nella forma cutanea, invece, colpisce la pelle e, pur essendo meno grave, può contagiare anche l’uomo. Per prevenirla sono disponibili trattamenti mensili e iniezioni di lunga durata, somministrabili dal veterinario.

        Cosa possiamo fare contro le zanzare

        Recenti studi mostrano che il cambiamento climatico ha ampliato la diffusione di queste malattie a zone dove erano prima meno comuni. Inoltre, tecnologie innovative come i collari antiparassitari e i dispositivi a ultrasuoni possono integrare i metodi tradizionali di protezione. Cosa possiamo fare? La cosa più semplice è la prevenzione veterinaria, ovvero consultare il veterinario per trattamenti preventivi con farmaci specifici. Ridurre al massimo il rischio di punture evitando passeggiate serali e notturne, quando gli insetti sono più attivi. Inoltre è consigliabile non fare dormire animali all’aperto, specialmente tra maggio e ottobre. Se si ha a disposiione un gardino o uno spazio esterno meglio mantenerli curati, tagliati e puliti, eliminando foglie e ristagni d’acqua. Naturalmente sarebbe meglio applicare a porte e finestre utili zanzariere oltre che affrontare un regolare monitoraggio proprio sui nostri animali domestici. Controlli periodici, infatti, consentono di diagnosticare precocemente eventuali malattie, spesso asintomatiche nelle fasi iniziali.

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          L’età del cane: sfatato il mito della moltiplicazione per 7, ecco la formula scientifica corretta

          Dal rapido sviluppo dei cuccioli alla maturità accelerata dei cani di grossa taglia: l’età canina varia in base a taglia e razza. Scopri la formula che finalmente risponde alle domande di ogni proprietario.

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            Molti proprietari di cani credono che l’età di un cane si calcoli semplicemente moltiplicando i suoi anni per 7. Questa convinzione, ormai radicata da decenni, è però errata. Sebbene rappresenti un metodo semplice, non riflette la realtà biologica dei cani.

            Secondo questa formula, un cane di un anno corrisponderebbe a un bambino di sette anni. Tuttavia, ciò non è coerente: un cane di 6-8 mesi è già in grado di riprodursi, quindi la sua maturità è paragonabile a quella di un adolescente, non di un bambino. Nonostante la sua imprecisione, questo metodo viene occasionalmente utilizzato dai veterinari per semplificare la comunicazione con i proprietari.

            La formula scientifica per calcolare l’età del cane
            Gli scienziati hanno individuato una formula basata sui logaritmi naturali per calcolare con precisione l’età dei cani in anni umani:

            anni umani = 16 x ln (età del cane) + 31

            Questa equazione, che richiede una calcolatrice scientifica, offre risultati più accurati rispetto alla semplice moltiplicazione. Ad esempio, secondo questa formula:

            • Un cane di un anno equivale a un adolescente di 15 anni.
            • Al secondo anno si aggiungono circa 9 anni umani.
            • Ogni anno successivo corrisponde a circa 5 anni umani.

            Tuttavia, il rapporto cambia a seconda della taglia del cane, complicando ulteriormente il calcolo.

            Differenze tra cani di diverse taglie
            L’età dei cani varia in base alla loro taglia. I cani di piccola taglia, come gli Yorkshire terrier, hanno un’aspettativa di vita più lunga rispetto a quelli di taglia grande o gigante. Per esempio:

            • Un Yorkshire terrier vive mediamente tra 13 e 16 anni.
            • Un Bovaro del Bernese vive tra 7 e 10 anni.
            • Un Mastiff può vivere tra 6 e 12 anni.

            Inoltre, i cani di piccola taglia maturano più rapidamente durante il primo anno di vita, ma il loro invecchiamento rallenta con l’età. Al contrario, i cani di grossa taglia iniziano a maturare più lentamente ma invecchiano più rapidamente una volta raggiunta l’età adulta.

            Questa nuova comprensione dell’età canina offre ai proprietari uno strumento più preciso per monitorare lo sviluppo e il benessere del proprio amico a quattro zampe, permettendo di garantire cure adeguate in ogni fase della vita.

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              Animali

              I segnali segreti dell’amore felino: ecco come il tuo gatto ti dimostra affetto

              Dietro ogni miagolio e sguardo enigmatico si nasconde un mondo di affetto. Scopri come il tuo gatto comunica il suo amore con gesti unici e pieni di significato, dimostrando che anche i felini hanno un cuore grande.

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                Chi ha un gatto lo sa: questi animali, spesso considerati distaccati e indipendenti, possono essere incredibilmente affettuosi. Certo, il loro modo di dimostrare amore è diverso da quello di un cane, ma proprio in questo risiede il loro fascino. Ecco alcuni segnali inequivocabili che il tuo gatto ti vuole bene.

                Il potere del ronfare
                Quando un gatto si rilassa accanto a te e inizia a fare le fusa, è il suo modo per dirti che si sente sicuro e a suo agio. Il suono ritmico e rilassante delle fusa non è solo un segnale di felicità: alcuni studi suggeriscono che abbia persino proprietà calmanti per gli esseri umani.

                Le testate dell’amore
                Se il tuo gatto ti dà delle dolci testate, non ti sta attaccando! Questo gesto, conosciuto come “head bumping”, è un segnale di affetto e fiducia. I gatti hanno delle ghiandole odorifere sulla testa e, strofinandosi contro di te, ti marchiano come parte del loro territorio e della loro “famiglia”.

                La danza della coda
                La coda di un gatto è un libro aperto sul suo stato d’animo. Se la tiene dritta e leggermente piegata in punta quando ti vede, è un segnale di grande entusiasmo. È il suo modo di dirti che è felice di averti intorno.

                Il “pasta-pasta” sui tuoi vestiti
                Quando il tuo gatto inizia a “impastarti” con le zampe, sta compiendo un gesto antico. Questo comportamento risale a quando era cucciolo e massaggiava la pancia della mamma per stimolare il latte. Se lo fa su di te, significa che ti associa a un senso di comfort e protezione.

                Regalini inaspettati
                Per quanto strano possa sembrare, se il tuo gatto ti porta un “trofeo” – che sia un giocattolo, una foglia o (ahimè) un piccolo animale – è il suo modo per dimostrarti affetto. Vuole condividere con te ciò che considera importante, anche se il tuo entusiasmo potrebbe non essere reciproco!

                Ti segue come un’ombra
                Un gatto che ti segue da una stanza all’altra vuole semplicemente stare con te. Questo comportamento è un chiaro segno che apprezza la tua compagnia e si sente legato a te.

                Lo sguardo degli innamorati
                Quando il tuo gatto ti guarda e chiude lentamente gli occhi, sta dicendo “ti voglio bene” nel linguaggio felino. È un gesto di fiducia estrema: per lui, abbassare la guardia davanti a te è una dichiarazione d’amore.

                Il linguaggio delle leccate
                Se il tuo gatto ti lecca la mano o i capelli, ti sta “pulendo” come farebbe con un altro membro della sua famiglia. È un gesto di cura e affetto, anche se i suoi gusti in fatto di shampoo potrebbero non essere proprio raffinati.

                Proprietà benefiche dell’amore felino
                Ricevere l’affetto di un gatto non è solo piacevole: ha anche effetti positivi sulla salute. Accarezzare un gatto può ridurre i livelli di stress, abbassare la pressione sanguigna e migliorare l’umore. Insomma, il tuo micio non è solo un compagno di vita, ma anche un piccolo terapista a quattro zampe.

                Conoscere il linguaggio del tuo gatto ti permette di rafforzare il legame con lui. Ogni gesto, anche il più sottile, racchiude un mondo di significati che testimoniano quanto i gatti siano capaci di amare.

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