Lifestyle
L’uso corretto del frigorifero per la conservazione dei cibi
La gestione ottimale degli spazi interni del nostro frigorifero, come i ripiani e i cassetti, insieme alla regolazione della temperatura, permette di prolungare la durata di frutta, verdura, latticini, carne e altri prodotti. Conoscere le migliori pratiche di conservazione non solo riduce lo spreco alimentare, ma assicura che i cibi mantengano il loro valore nutrizionale e il sapore.

Come utilizzare correttamente il frigorifero
Il frigorifero è essenziale per mantenere la freschezza e la sicurezza degli alimenti. Tuttavia, non basta solo accenderlo e riporre al suo interno gli alimenti senza criterio. L’uso corretto del frigorifero può prolungare la durata dei cibi, prevenire la contaminazione batterica e ridurre gli sprechi. Ecco alcuni consigli su come utilizzare al meglio il frigorifero di casa.
Impostazione della temperatura
La temperatura ideale per un frigorifero domestico è tra 1°C e 4°C. Questo intervallo rallenta la crescita batterica senza congelare i cibi. Usa un termometro per verificare la precisione del tuo frigorifero e regola il termostato di conseguenza.
Organizzazione degli spazi
Nella parte superiore del nostro frigo, la temperatura è più stabile, ideale per cibi che non necessitano di cottura, come bevande, uova e avanzi. Al centro è utilizzato per latticini e alimenti precotti. La parte inferiore è la più fredda, perfetta per carne, pesce e pollame crudi. Mentre i cassetti sono progettati per frutta e verdura, mantenendo il giusto livello di umidità.
E nello sportello?
È la parte meno fredda, adatta solitamente per bottiglie e contenitori di latte, acqua, e bevande, nonché di uova, burro e salse.


Contenitori Ermetici: Utilizza contenitori ermetici per avanzi e cibi aperti.
Etichettatura: Etichetta i cibi con la data di acquisto o di preparazione per tenere traccia della loro freschezza. Mantieni sempre separati gli alimenti crudi e cotti, per evitare contaminazioni
Igiene
Pulisci il frigorifero almeno una volta al mese con acqua e bicarbonato di sodio o una soluzione di aceto per eliminare odori e batteri. Se il frigorifero è dotato di una sezione congelatore, ricordati di scongelarlo periodicamente per garantire un funzionamento efficiente. Un frigorifero sovraffollato ostacola la circolazione dell’aria fredda, riducendo l’efficacia della conservazione. Mantieni lo spazio tra gli alimenti per permettere un flusso d’aria adeguato.
Verifica le date di scadenza
Controlla regolarmente le date di scadenza degli alimenti e consuma prima quelli che si avvicinano alla scadenza. Questo riduce gli sprechi e assicura che tu consumi cibi freschi.
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Società
Il calabrese Francesco Caroprese torna nel Consiglio nazionale dell’Ordine dei Giornalisti
Attuale vicepresidente dell’Ordine lombardo, Caroprese è tra i nuovi membri del Consiglio nazionale. Originario di Belvedere Marittimo, torna a Roma con un bagaglio di esperienza che unisce pratica giornalistica, attività accademica e impegno nella formazione. Superato al ballottaggio il collega Angelo Baiguini.

Francesco Caroprese è tra i nuovi eletti nel Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti, e per lui si tratta di un ritorno: tra il 2014 e il 2017 aveva già fatto parte dell’assemblea nazionale. La conferma è arrivata al termine di un ballottaggio combattuto, in cui ha raccolto 492 voti, superando il collega lombardo Angelo Baiguini, che si è fermato a 256 preferenze. Un risultato che consolida la fiducia già emersa nel primo turno, dove Caroprese aveva ottenuto 309 voti contro i 209 dello sfidante.
Attuale vicepresidente dell’Ordine dei Giornalisti della Lombardia, Caroprese vanta un percorso che unisce pratica giornalistica, direzione editoriale, ricerca e formazione. Originario di Belvedere Marittimo, in provincia di Cosenza, è iscritto all’Ordine da oltre vent’anni. Dopo la laurea in Scienze Politiche all’Università Statale di Milano, con una tesi sulle istituzioni afro-asiatiche, ha intrapreso una carriera poliedrica nel mondo della comunicazione.
Tra i suoi incarichi attuali, figura il ruolo di vicedirettore del quotidiano online “Il Giornale Metropolitano”, oltre alla direzione di Farini9, il periodico della Fondazione Atm di Milano. Ha inoltre guidato testate come Quotidiano Milano e Gazzetta della Lombardia, contribuendo a raccontare cronaca, cultura e attualità con un taglio professionale attento al territorio.
Dal 2016 Caroprese è anche membro del Comitato Direttivo della Scuola di Giornalismo “Walter Tobagi” dell’Università degli Studi di Milano, a conferma di un impegno costante nella formazione dei nuovi giornalisti. Negli anni ha condotto ricerche sul sistema dei periodici lombardi e sul futuro dell’informazione locale, un ambito da lui sempre considerato fondamentale per la tenuta democratica del Paese.
Tra il 2015 e il 2016 ha ricoperto la carica di vicepresidente del Circolo della Stampa di Milano, altro snodo importante della vita professionale lombarda.
Con questo nuovo incarico nel Consiglio nazionale, Francesco Caroprese torna nel cuore delle istituzioni giornalistiche italiane, portando con sé un profilo solido fatto di esperienza, competenza e profonda conoscenza delle dinamiche del giornalismo contemporaneo. Un mandato che si annuncia nel segno della continuità, ma anche dell’ascolto e del rilancio della professione in un momento particolarmente delicato per l’informazione.
Cucina
La vendetta del surgelato: come abbiamo smesso di cucinare e imparato ad amare il microonde
Altro che impasti e ricette slow: il surgelato è tornato, più spavaldo che mai. E mentre sui social tutti postano carbonare “autentiche”, la cena reale si scongela in tre minuti.

C’era un tempo – neanche troppo lontano – in cui ci credevamo tutti chef. Era il lockdown: farine introvabili, impasti ossessivi, planetarie tirate fuori dalla polvere come cimeli. Gente che fino al giorno prima viveva di sushi da asporto iniziava a parlare di biga, alveolatura, autolisi. La cucina era diventata status, rifugio, terapia. Poi… è finito tutto.
Oggi il vero vincitore è lui: il surgelato. Niente da dichiarare, niente da dimostrare. È lì, nel freezer, pronto a entrare in scena quando il frigo è vuoto e la voglia di vivere è sotto lo zero. Pizza precotta, lasagne monodose, sofficini nostalgia. Roba che tua madre guarderebbe con disprezzo, ma che salva la cena (e la dignità) più spesso di quanto ammettiamo.
Il microonde, un tempo emblema di decadenza culinaria, oggi è tornato protagonista. Altro che slow food: qui si gioca in secondi, non in ore. Chi ha tempo di cucinare una zuppa da zero quando può infilare nel piatto una vellutata “100% naturale” da 350 grammi, pronta in 4 minuti e 800W?
Nel frattempo, i social continuano la recita: piatti impiattati come in una cucina stellata, manicaretti da chef realizzati (forse) una volta l’anno, con l’aiuto di tutorial, anelli da impiattamento e 73 passaggi. Ma la verità è che dietro le quinte vince il tortino Findus, magari con un’insalata di contorno per sentirsi meno in colpa.
E non è solo pigrizia. È anche realismo. Lavoro, figli, stanchezza cronica, e una coda in tangenziale che ti fa passare la voglia di impastare qualunque cosa. Il freezer è diventato il nostro salvatore silenzioso: conserva, protegge, aspetta. E ti consola anche quando sbagli a cuocere: almeno non devi lavare le pentole.
Certo, ogni tanto qualcuno ci riprova: un brodo fatto in casa, un risotto mescolato con amore. Ma il rischio è alto: magari non viene bene, magari ci metti troppo, magari nessuno ti ringrazia. E allora meglio il comfort food già pronto. Che non ti giudica, non ti fa perdere tempo e – sorpresa – a volte è pure buono.
Sì, il surgelato è tornato. E no, non ha bisogno della tua approvazione.
Lui è lì, silenzioso. E quando la sera ti guardi attorno con aria spersa e fame nera, è sempre lui a salvarti. Altro che chef.
Tech
La casa (troppo) smart: quando Alexa ti spia, il frigo ti giudica e la bilancia ti umilia
Le case intelligenti dovevano semplificarci la vita. Invece ci ascoltano, ci misurano, ci ricordano quante calorie ingeriamo e ci segnalano che siamo ingrassati. E poi si chiedono perché sogniamo le caverne.

Benvenuti nella casa del futuro. Quella dove le luci si accendono da sole, il frigo ti suggerisce la dieta (senza pietà), la bilancia si collega al cloud per condividere i tuoi fallimenti e lo spazzolino ti segnala quando hai saltato un molare. Un sogno? No, un incubo domotico.
L’idea era semplice: rendere la vita più facile. Alexa, accendi la luce. Hey Google, metti la playlist triste da lunedì mattina. E all’inizio sembrava tutto bellissimo. Ma come ogni relazione, anche quella con la smart home ha preso una piega inquietante.
Perché Alexa non solo accende la luce: ascolta tutto. E se le capita di mandare per sbaglio una registrazione ai server centrali di Seattle, ti tocca anche ringraziarla. Il frigo connesso, quello che doveva aiutarti a non comprare l’ennesimo barattolo di senape, ora ti avverte che hai preso troppo spesso la cioccolata, e lo fa con quel tono passivo-aggressivo che ricorda tua suocera.
La bilancia smart? Geniale: misura grasso, massa muscolare, idratazione e autostima. E ogni lunedì ti manda una notifica: “C’è stato un lieve aumento”. In pratica ti bullizza. Ma nel cloud. Dove resta tutto, per sempre.
E poi ci sono le telecamere. Una volta servivano per la sicurezza, ora controllano se hai chiuso davvero il forno. Ma mentre sei fuori a cena con amici, ti arriva la notifica: “Movimento rilevato in soggiorno”. Panico. Era il gatto. Che vive peggio di te, perché il distributore automatico di croccantini si inceppa e lo punisce con l’intermittente: oggi sì, domani no.
In questo paradiso algoritmico, ci si muove a condizione di piacere al sistema. Hai alzato troppo la voce con Siri? Lei non risponde più. Hai dimenticato la password del Wi-Fi? Addio controllo luci, termostato e tapparelle. Il blackout, oggi, non è quando salta la corrente. È quando ti dimentichi di aggiornare il firmware.
E allora sì, sogniamo la caverna. O almeno un bagno con interruttore analogico e specchio che non ci dica quanti anni sembriamo oggi.
Perché una cosa è certa: l’unica “intelligenza” che non si spegne con un clic è quella di chi ha capito che smart non sempre vuol dire felice.
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