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Società

Ah questi inglesi dicono una cosa, ne intendono un’altra. Il manuale segreto dei britannici

Ecco il linguaggio enigmatico degli eufemismi e understatement britannici, dove “non c’è fretta” significa “sbrigati” e “oh dear” può affrontare tutto, dal gelato ai meteoriti. Perché la cortesia inglese è spesso l’arte di celare l’urgenza!

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    Gli eufemismi e gli understatement sono il cuore della comunicazione degli inglesi e un riflesso della loro cultura, dove la discrezione e il tatto prevalgono sulla franchezza e lo scontro diretto. Questi modi di dire, che sembrano affermare una cosa ma ne intendono un’altra, rappresentano una sorta di codice sociale unico, che per uno straniero può risultare particolarmente difficile da navigare.

    Prenditi tutto il tempo che ti occorre…ma hai un solo minuto!!

    Immagina un inglese che ti dice: «Niente fretta, quando hai un minuto». Sembrerebbe una frase gentile, un invito a prendersi il proprio tempo. Ma, in realtà, ciò che si cela dietro quelle parole è l’impazienza e la richiesta di agire rapidamente. Allo stesso modo, un «Sto ascoltando quello che dici» può far pensare a una condivisione di idee, ma in realtà è un modo che gli inglesi utilizzano per esprimere disaccordo totale.

    Sembra divertente, ti faccio sapere

    Poi c’è il classico «Sembra divertente, ti faccio sapere», apparentemente una risposta entusiasta a un invito, ma che indica chiaramente la totale mancanza di intenzione di partecipare. E che dire di «Lo terrò a mente»? Sembra una promessa di considerare con attenzione un suggerimento, ma in realtà è quasi una garanzia che verrà dimenticato istantaneamente. Un altro esempio emblematico è «Non c’è da preoccuparsi». Mentre sembra rassicurante, questa espressione spesso maschera un disastro imminente, dove tutto è fuori controllo. Ancora più interessante è «Chiedo scusa?», che suona come una richiesta di chiarimento, ma spesso è il preludio di una rabbia celata dietro un tono cortese. Scusa non ho capito bene cosa c***o stai dicendo…??

    «Oh dear!» merita una menzione speciale

    Apparentemente innocuo, quest’esclamazione è un passe-partout per reagire a qualsiasi situazione, dal crollo di un gelato sui pantaloni alla minaccia di un meteorite. È il simbolo di una flessibilità espressiva che cattura l’essenza dell’umorismo britannico. In definitiva la cultura inglese ha fatto dell’ambiguità un’arte, usando questi modi di dire per mantenere armonia e cortesia, soprattutto in un contesto sociale o lavorativo. Per chi proviene da culture più dirette, come quella americana o tedesca, comprendere il sottotesto può essere una sfida, ma è anche una finestra affascinante sulla società inglese, dove l’equilibrio tra forma e sostanza è fondamentale.

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      Società

      E’ operativa la piattaforma Siisl: nuove opportunità per disoccupati e non, a caccia di lavoro e occasioni di formazione

      Lavoro, come funziona la piattaforma che dal 18 dicembre sarà aperta a tutti.

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        Tutti i cittadini italiani e stranieri, (disoccupati e non) dal 18 di questo mese di dicembre 2024 potranno accedere alla nuova piattaforma Siisl (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa). Questa innovativa risorsa promette di semplificare la ricerca di lavoro e di corsi di formazione, offrendo uno strumento uniforme e centralizzato per collegare candidati e imprese in modo più efficiente. Ecco tutto quello che c’è da sapere su questa iniziativa, che mira a trasformare l’interazione tra cittadini e Centri per l’Impiego. La nuova piattaforma Siisl incroncerà domanda e offerta di formazione e lavoro con regole omogenee in tutt’Italia e controlli certi per rendere più performante l’interazione tra cittadini e i centri per l’impiego.

        Un punto di incontro tra domanda e offerta di lavoro

        Siisl è pensata per rendere più semplice la vita dei disoccupati e delle imprese. Grazie all’algoritmo basato sull’Intelligenza Artificiale, chi cerca lavoro potrà caricare il proprio curriculum vitae e ottenere suggerimenti personalizzati per posizioni lavorative o percorsi formativi in linea con le sue competenze ed esperienze. Contemporaneamente, le imprese potranno pubblicare offerte di lavoro, agevolando così il reclutamento per coprire posizioni vacanti.

        Come funziona Siisl per i disoccupati?

        La procedura è semplice e si sviluppa in pochi passi. Iscrizione automatica per chi richiede la disoccupazione. Chi richiede Naspi o Dis-Coll verrà automaticamente registrato sulla piattaforma una volta accolta la domanda. Entro 15 giorni dall’approvazione della domanda, il beneficiario dovrà accedere a Siisl per completare il profilo, integrare il curriculum e sottoscrivere il “patto di attivazione digitale”. Questo patto è il primo passo verso un percorso personalizzato che verrà finalizzato insieme al Centro per l’Impiego (CPI). Questi ultimi, che sono strutture pubbliche territoriali dedicate alla ricerca di lavoro e alla formazione, gestiranno le attività legate al patto di servizio personalizzato. I candidati potranno anche decidere di avvalersi del supporto di agenzie private accreditate.

        Grazie a Siisl, chi è in cerca di occupazione potrà contare su una maggiore visibilità e su strumenti avanzati per individuare le opportunità più adatte al proprio percorso. La piattaforma punta a creare un sistema più trasparente ed efficace per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, offrendo risposte concrete alle esigenze di disoccupati, lavoratori e aziende.

        Ma fate attenzione. Ecco che succede se non ci si attiva

        Chi non compila il profilo o non si presenta agli appuntamenti programmati con il CPI rischia sanzioni. In caso di prima assenza ingiustificata, la sanzione sarà la decurtazione di un quarto della mensilità della disoccupazione. Alla seconda, una mensilità intera. Alla terza, si perde il diritto alla disoccupazione e allo status di disoccupato. I Centri per l’Impiego avranno un massimo di 90 giorni per contattare chi non si attiva, ma eventuali inadempienze del CPI non penalizzeranno il cittadino. Se invece l’interessato viene chiamato e non si presenta al centro per l’impiego, senza giustificato motivo, scattano le sanzioni già previste dal Dlgs 150 del 2015.

        Con Siisl un vantaggio anche per le imprese

        Le aziende potranno pubblicare offerte di lavoro (visibili fino a due mesi) e trovare candidati adatti grazie al database di profili disponibili su Siisl. La piattaforma permette inoltre di chiudere rapidamente posizioni aperte qualora venga trovato un candidato idoneo. Regioni ed enti formativi potranno a loro volta caricare opportunità di formazione, inclusi tirocini non curriculari.

        I centri per l’impiego: un ponte tra cittadini e lavoro

        I Centri per l’Impiego (CPI) sono strutture pubbliche che operano a livello territoriale per favorire l’inserimento lavorativo, offrendo supporto a chi cerca lavoro attraverso orientamento, percorsi di formazione e intermediazione con le aziende. Grazie alla collaborazione con Siisl, il loro ruolo sarà ulteriormente potenziato, garantendo una gestione più strutturata e uniforme su scala nazionale.

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          Società

          Chi sono i “fixer” che fanno funzionare le cose e perché sono essenziali soprattutto ai ricchi?

          I fixer sono professionisti in grado di superare gli ostacoli per trasformare richieste complesse in realtà, offrendo a chi può permetterselo un lusso estremo e senza limiti.

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            I “fixer” sono professionisti essenziali, specializzati nel risolvere problemi e realizzare desideri fuori dall’ordinario per clienti spesso facoltosi o famosi. La loro figura è complessa e poliedrica. possono essere considerati “concierge di lusso” o “manager di lifestyle”, e il loro lavoro consiste nel soddisfare richieste che possono sembrare impossibili, grazie a una rete di contatti influenti e alla capacità di ottenere qualsiasi cosa in tempi rapidissimi.

            Come vengono utilizzati i fixer?

            Nel mondo delle celebrità e della finanza, i fixer organizzano eventi, procurano beni rari e accedono a luoghi esclusivi. Per esempio, se un magnate vuole festeggiare con 100 amici su un’isola remota con pochissimo preavviso, i fixer si occupano di ogni dettaglio, dal trasporto all’allestimento della location. Il loro lavoro è quello di realizzare anche le richieste più eccentriche, spesso agendo nell’ombra e assicurandosi che nulla sia impossibile. Il fixer è il “migliore amico segreto” dei milionari, capace di esaudire desideri oltre il comune. Questi professionisti sono in grado di superare gli ostacoli per trasformare richieste complesse in realtà, offrendo a chi può permetterselo un lusso estremo e senza limiti.

            Un personal luxury lifestyle manager

            Uno dei ruoli più riconoscibili è quello di luxury lifestyle manager, che fornisce un servizio di assistenza a 360° per clienti che richiedono standard di vita elevatissimi. Tra le aziende più rinomate che offrono questo tipo di servizi, troviamo Quintessentially, fondata nel 2000 nel Regno Unito da Ben Elliot, imprenditore e parente della famiglia reale britannica. La società si occupa di tutto, dalle prenotazioni nei ristoranti più esclusivi ai biglietti per eventi sold-out, e ha un team di oltre 1.000 fixer in grado di soddisfare qualsiasi capriccio, dai tornei di tennis privati a richieste di animazione inaspettate.

            Cosa fanno di concreto i fixer?

            Alcune delle innumerevoli richieste gestite dai fixer includono l’organizzazione di eventi esclusivi come per esempio una festa per un cliente saudita e 300 invitati presso le piramidi d’Egitto. Trovare una rara medusa e sistemarla con un complesso sistema di vasche in casa di un cliente. Costruire un ascensore segreto in una scogliera per consentire a un cliente di raggiungere comodamente la spiaggia privata. In un altro ambito, come quello del giornalismo, il fixer è una risorsa preziosa per giornalisti e reporter in contesti esteri o sconosciuti, dove serve una guida esperta che conosca il territorio e le persone. Questi fixer trovano contatti, organizzano interviste, e spesso interpretano situazioni locali difficili. All’estero, questa figura è tenuta in alta considerazione, mentre in Italia non sempre gode del medesimo prestigio.

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              Società

              La fuga dei super ricchi: da Londra a Milano, attratti dalla flat tax

              Milano brilla sempre di più. Il magnate dell’acciaio dopo 30 anni si prepara a emigrare a Dubai, in Svizzera o in Italia per pagare meno tasse. Il re del lusso Arnault medita di trasformare nella sua residenza principale la storica Casa degli Atellani nel cuore di Milano.

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                O mia bela Madunina che te brilet de luntan è l’inizio della canzone di Giovanni D’Anzi del 1934. Potrebbe essere la sintesi di quello che sta succedendo negli ultimi anni alla città di Milano. Risplendere ed essere sempre più attrattiva, da molti punti di vista. La città infatti è diventata una delle mete preferite dai super ricchi in fuga da Londra. Grazie al regime fiscale favorevole introdotto nel 2017, sta attirando sempre più persone ad alto patrimonio netto, trasformandosi così in un nuovo polo del lusso e della finanza.

                La fine del regime “non-dom” nel Regno Unito

                Il governo laburista britannico, guidato da Keir Starmer, ha recentemente abolito il regime fiscale dei “non-domiciliati” (o “non-dom”), che permetteva ai residenti stranieri di non pagare tasse sui redditi generati all’estero. Questa misura, insieme alla stretta sull’uso di trust offshore per evitare la tassa di successione, ha spinto molti miliardari a cercare alternative fiscali più vantaggiose. Tra i nomi di spicco che stanno considerando di lasciare Londra c’è Lakshmi Mittal, magnate dell’acciaio e settimo uomo più ricco del Regno Unito, con un patrimonio stimato di 17,5 miliardi di euro. Mittal potrebbe trasferirsi in Italia, Svizzera o Emirati Arabi Uniti, attratto da regimi fiscali più favorevoli.

                Milano: il nuovo paradiso fiscale europeo

                L’Italia, e in particolare Milano, ha introdotto un regime di flat tax nel 2017, che prevede una tassa forfettaria annuale sui redditi esteri per i nuovi residenti. Inizialmente fissata a 100.000 euro, la tassa è stata raddoppiata a 200.000 euro nel 2024, ma continua a essere competitiva rispetto ad altre giurisdizioni europee. Secondo Marco Cerrato dello Studio Maisto e Associati, circa 4.500 persone usufruiscono di questo regime, e la metà di loro ha scelto Milano come residenza. Tra i nuovi residenti spiccano nomi illustri come Nassef Sawiris, imprenditore egiziano e patron dell’Aston Villa, e Bernard Arnault, fondatore di LVMH e quarto uomo più ricco del pianeta.

                A Milano anche Bernard Arnault

                Arnault, con un patrimonio stimato di 176,7 miliardi di euro, ha acquistato la storica Casa degli Atellani a Milano, celebre per ospitare la Vigna di Leonardo. Dopo aver considerato di trasformarla in una struttura ricettiva, Arnault sembra intenzionato a renderla la sua residenza principale, attratto dai vantaggi fiscali italiani.

                Un fenomeno che parte da lontano

                La migrazione dei super ricchi verso Milano non è un fenomeno nuovo. Già nel 2023, circa 4.000 cittadini britannici hanno trasferito la loro residenza in Italia, e si stima che altri 2.500-3.000 milionari abbiano seguito lo stesso percorso nel 2024. Questo trend sta avendo un impatto significativo sul mercato immobiliare di lusso milanese, con un aumento dei prezzi e una crescente pressione anche sul mercato non di lusso. L’afflusso di ricchi stranieri ha suscitato critiche da parte dei residenti locali, preoccupati per l’aumento del costo della vita e la gentrificazione. Tuttavia, il governo italiano vede questa tendenza come un’opportunità per attrarre capitali e rilanciare l’economia. Con l’abolizione del regime “non-dom” nel Regno Unito e l’introduzione di politiche fiscali favorevoli in Italia, Milano sembra destinata a consolidare il suo ruolo come nuova capitale europea del lusso e della finanza.

                Ma cos’è il “non-dom”?

                Il termine “non-dom” si riferisce a persone residenti nel Regno Unito il cui domicilio fiscale, o “domicile”, si trova al di fuori del Paese. Questo status fiscale non dipende dalla nazionalità, dalla cittadinanza o dallo status di residente, anche se può essere influenzato da questi fattori. In sostanza, chi rientra nella categoria dei “non-dom” paga le tasse nel Regno Unito solo sui guadagni realizzati all’interno del Paese, mentre i redditi generati all’estero sono esenti da tassazione britannica, a meno che non vengano trasferiti su un conto bancario nel Regno Unito.

                Un sistema che ha attratto migliaia di ultraricchi

                Negli anni, il regime fiscale dei “non-dom” ha attirato decine di migliaia di individui ad alto patrimonio netto, rendendo il Regno Unito una destinazione privilegiata per i super ricchi. Secondo i dati dell’Agenzia delle Entrate britannica, nel 2023 erano ben 74.000 le persone che beneficiavano di questo sistema.

                Con la fine del “non-dom” tutti a Milano

                A partire dal 6 aprile 2025, il regime preferenziale per i “non-dom” sarà abolito. Questa decisione, annunciata dal governo britannico, mira a eliminare le disparità fiscali e a garantire che tutti i residenti a lungo termine nel Regno Unito paghino le imposte sui redditi globali. La riforma prevede l’introduzione di nuove regole basate esclusivamente sulla residenza fiscale, sostituendo il concetto di domicilio come fattore determinante per la tassazione.

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