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Mercato del lavoro in Italia: dinamismo aziendale ma insoddisfazione tra i lavoratori, soprattutto giovani

Gli italiani sognano nuovi impieghi. Salari inadeguati, ruoli poco stimolanti e desiderio di crescita tra le cause principali.

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    L’80% delle aziende italiane è pronto ad assumere, ma gli imprenditori denunciano difficoltà crescenti nel trovare e trattenere talenti. Dall’altro lato, una buona metà dei lavoratori italiani vorrebbe cambiare impiego, spinta da insoddisfazione per stipendi giudicati bassi, poche opportunità di crescita e ruoli percepiti come poco stimolanti. È quanto emerge dal report Hays Salary Guide 2025, che analizza i principali trend del mercato del lavoro in Italia.

    La Generazione Z: voglia di crescita e flessibilità

    Tra coloro maggiormente propensi a cambiare lavoro ci sono i giovani della Generazione Z, che cercano posizioni in cui sentirsi valorizzati. Per loro, non basta lo stipendio: pesano soprattutto la qualità del lavoro e il work-life balance. Il lavoro agile è diventato irrinunciabile per questa fascia di età, così come un ambiente stimolante e inclusivo. I giovani in fondo vogliono crescere rapidamente, ricevere formazione continua e partecipare a progetti innovativi. L’attenzione verso le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale generativa, viene vista come un’opportunità fondamentale, ma l’88% dei giovani ritiene che la formazione in questo ambito sia ancora molto carente.

    I lavoratori over 50: stabilità e benefit tradizionali

    Se i giovani inseguono flessibilità e innovazione, gli over 50 cercano stabilità e mantengono il mito dell’auto aziendale come benefit prioritario. Tuttavia, questa generazione rappresenta una parte cruciale del mercato del lavoro italiano, costituendo il 35% del totale dei lavoratori. Un altro tema emergente riguarda il benessere mentale, sempre più riconosciuto come un fattore strategico per la produttività aziendale, anche se gli interventi concreti restano rari. Il work-life balance è fondamentale: il 45% dei lavoratori ha incontrato difficoltà nel conciliare lavoro e vita familiare.

    Retribuzioni inadeguate e scarse prospettive

    Nonostante un aumento medio dei salari del 3,7% (con una media di 56.000 euro annui per i colletti bianchi), il 57% dei lavoratori giudica gli stipendi insufficienti rispetto alle responsabilità ricoperte. Inoltre, il 63% non si aspetta incrementi nel corso dell’anno, ritenendo il cambiamento aziendale l’unica soluzione per ottenere retribuzioni più elevate. Secondo Carlos Manuel Soave, managing director di Hays Italia, “La bassa soddisfazione dei lavoratori e la loro propensione a cambiare lavoro indicano la necessità di un ripensamento delle strategie aziendali”. Investire in benefit, formazione continua e progetti stimolanti potrebbe rappresentare la chiave per attrarre e trattenere i talenti, soprattutto tra giovani e donne.

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      Società

      I lavori più pagati senza laurea: ecco quali mestieri garantiscono stipendi da capogiro

      Dal tecnico ascensorista al pilota di aerei privati, passando per programmatori, investigatori privati e fotografi: scopri quali lavori possono far guadagnare anche oltre 80.000 euro all’anno senza bisogno di un titolo universitario.

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        Chi l’ha detto che senza laurea si resta condannati a stipendi modesti e a lavori poco gratificanti? La realtà è ben diversa: esistono numerose professioni che garantiscono ottimi guadagni senza richiedere anni di studio universitario.

        Certo, in alcuni casi sono necessarie certificazioni, esperienza o formazione specifica, ma in altri basta talento, dedizione e un po’ di intuito per il settore giusto. E non stiamo parlando solo di qualche migliaio di euro in più: alcune professioni possono arrivare a garantire stipendi a sei cifre.

        Artisti, sportivi e investigatori privati: stipendi stellari senza università

        Tra i lavori più redditizi ci sono sicuramente quelli legati al mondo dello spettacolo e dello sport. Musicisti, artisti e attori non sempre provengono da accademie o conservatori, eppure chi riesce a sfondare può guadagnare cifre incredibili.

        Stesso discorso per gli atleti professionisti: calciatori, giocatori di golf, pallavolisti e sportivi di alto livello arrivano a stipendi milionari senza aver mai frequentato un’università.

        Un altro mestiere sorprendentemente redditizio è quello dell’investigatore privato. Anche se può sembrare un lavoro da film noir, questa professione esiste ancora oggi e, per chi ha esperienza e una buona rete di contatti, può fruttare fino a 100.000 euro all’anno.

        Tecnici specializzati: stipendi da manager per chi ha le giuste competenze

        Non bisogna per forza essere sotto i riflettori per guadagnare bene. Alcuni lavori tecnici richiedono solo una formazione specifica e possono garantire stipendi molto competitivi.

        Uno degli esempi più clamorosi è il tecnico installatore e manutentore di ascensori e scale mobili. La responsabilità è alta, ma lo è anche la retribuzione: in media, un professionista in questo settore può guadagnare tra i 50.000 e i 70.000 euro all’anno, con possibilità di aumentare la cifra grazie agli straordinari e alle specializzazioni.

        Anche il mondo della fotografia può essere una miniera d’oro, soprattutto per i paparazzi e i fotografi professionisti ben inseriti nel settore. Chi lavora nei giusti ambienti e riesce a scattare le immagini più richieste può superare i 100.000 euro lordi all’anno.

        Piloti e specialisti dei droni: quando la tecnologia paga

        Un’altra carriera ben pagata e accessibile senza laurea è quella del pilota commerciale di aerei privati o di voli cargo. Certo, serve ottenere una licenza e superare corsi di formazione specifici, ma non è necessario un titolo universitario. Gli stipendi medi partono dai 60.000 euro annui e, con l’esperienza, possono superare i 90.000 euro.

        Un settore in forte crescita è quello dei droni: sempre più aziende richiedono piloti specializzati per riprese cinematografiche, operazioni di sorveglianza o consegne. Con la giusta esperienza e certificazioni, anche in questo caso si possono raggiungere guadagni considerevoli.

        Sviluppatori e informatici: stipendi da capogiro per chi sa programmare

        Se c’è un settore in cui la laurea non è indispensabile, è quello dell’informatica. Molti sviluppatori web e programmatori sono autodidatti o hanno seguito corsi privati, ma riescono comunque a guadagnare cifre elevate.

        Lo stipendio medio di un programmatore in Italia parte dai 40.000 euro all’anno e può superare gli 80.000 euro annui per chi si specializza in ambiti richiesti come la cybersecurity o lo sviluppo di app. Senza contare che, con il lavoro da remoto, molti riescono a ottenere incarichi internazionali e compensi ancora più alti.

        Talento, esperienza e formazione pratica valgono più di una laurea

        Non avere una laurea non significa rinunciare a una carriera di successo. Al contrario, alcuni dei mestieri più pagati si basano su esperienza, capacità tecniche e intuizione. Dallo spettacolo alla tecnologia, dall’artigianato alla fotografia, il mercato del lavoro offre opportunità ben retribuite anche per chi ha scelto strade alternative all’università.

        L’importante è saper cogliere le occasioni giuste, investire nella propria formazione pratica e puntare su settori in crescita. Perché, in fin dei conti, il successo non si misura solo con un diploma appeso al muro.

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          Società

          Pensione integrativa: come puoi raggiungere l’80% dell’ultimo stipendio

          La pensione dell’INPS già oggi non è più sufficiente per garantire un assegno pari all’80% dell’ultimo stipendio. Per questo è fondamentale considerare la pensione integrativa, soprattutto per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996.

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            Ma perché farsi una pensione integrativa? La risposta è sotto i nostri occhi. Il debito pubblico tra poco raggiungerà i 3.000 miliardi di euro e l’INPS nei prossimi anni dovrà affrontare un numero sempre più elevato di pensioni grazie all’innalzamento della durata media della vita. Per gli uomini oggi è 81,1 anni (nel 2050 si prevede sarà di 83,4), mentre per le donne l’età media è di 85,2 anni (nel 2050 sarà di 86.8). La pensione dell’INPS già oggi non è più sufficiente per garantire un assegno pari all’80% dell’ultimo stipendio. Per questo è fondamentale considerare la pensione integrativa, soprattutto per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996.

            Nonno tu sì che stai ancora bene…

            I nostri nonni e forse anche molti dei nostri genitori spesso hanno goduto di una pensione che rappresentava almeno l’80% del loro stipendio finale. Dell’ultimo anno di lavoro, insomma. Oggi, invece, per arrivare a quella cifra, è necessario investire quasi obbligatoriamente, in una “pensione di scorta” attraverso la previdenza integrativa.

            Già, e come si fa a raggiungere l’80%?

            La quantità di risparmio mensile necessaria per raggiungere l’80% della retribuzione dipende da vari fattori: il percorso professionale (dipendente o autonomo), l’età e il profilo di rischio scelto. Per i dipendenti la pensione di base oggi copre circa il 70% della retribuzione. Per gli autonomi la pensione di base copre circa il 60% della retribuzione.

            Quanto si dovrebbe versare a secondo dell’età

            Un 30enne dipendente oggi dovrebbe versare tra 91 e 152 euro al mese, mentre un 30enne autonomo dovrebbe versare tra 155 e 258 euro.
            Un 50enne dipendente dovrebbe versare tra 318 e 395 euro al mese, mentre un 50enne autonomo avrebbe bisogno di versare tra 693 e 845 euro.

            Quale profilo di rischio scegliere?

            Il profilo Basso Rischio (Obbligazionaria) richiede versamenti più alti ma è più sicuro.
            Il profilo Alto Rischio (Azionaria) richiede versamenti inferiori ma ha un rischio maggiore.

            Quali sono i benefici fiscali e qual è il contributo del datore di lavoro

            Per i dipendenti, è possibile utilizzare il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) e ottenere contributi dall’azienda, che possono raddoppiare l’importo versato individualmente. Inoltre, esistono benefici fiscali significativi: i versamenti fino a 430 euro al mese (5.164 euro l’anno) sono completamente deducibili dalle tasse.

            Qual è la percentuale del reddito da investire se si è autonomi

            Per i lavoratori autonomi, la percentuale delle entrate da conferire alla previdenza integrativa va dal 9% per un 30enne con un profilo ad alto rischio fino al 38% per un 50enne con un profilo a basso rischio. Per i dipendenti, invece, considerando il TFR e i contributi aziendali, la percentuale varia tra il 5% e il 18% a seconda dell’età e del profilo di rischio.

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              Società

              Farina di larve: l’ingrediente del futuro che sta rivoluzionando il mercato alimentare

              Dai prodotti da forno agli snack, ecco dove si trova e cosa dice la legge sulle farine realizzate con larve.

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                Negli ultimi anni, la farina di larve ha conquistato l’attenzione del settore alimentare globale, grazie al suo profilo nutrizionale e alla sostenibilità ambientale. Con l’approvazione del Ministero dell’Agricoltura in Italia, i prodotti contenenti ingredienti derivati da insetti, come la farina di larve, stanno per fare il loro ingresso nei supermercati italiani. Ma cosa significa esattamente questa novità? E in quali alimenti potremmo trovare questo ingrediente innovativo?

                Cos’è la farina di larve e perché è sostenibile

                Questa farina è ottenuta dalla lavorazione di insetti come il Tenebrio molitor, noto anche come verme della farina. Questo ingrediente è ricco di proteine (fino al 70%), vitamine e minerali, rappresentando un’alternativa nutriente e sostenibile rispetto alle fonti proteiche tradizionali come carne e pesce. L’allevamento di insetti richiede meno risorse rispetto agli animali da reddito: meno acqua, meno suolo e meno emissioni di gas serra. Inoltre, gli insetti possono essere nutriti con scarti organici, contribuendo a ridurre gli sprechi alimentari. Per questo, la farina è vista come una soluzione promettente per affrontare le sfide della sicurezza alimentare e della sostenibilità ambientale.

                Cosa dice la legge?

                In Europa, l’uso di queste farine è regolamentato dall’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare), che ne ha approvato il consumo umano dopo rigorosi test di sicurezza. In Italia, il Ministero dell’Agricoltura ha stabilito che i prodotti contenenti farina di larve devono garantire un’etichettatura chiara e trasparente, indicando la presenza di ingredienti derivati da insetti.

                Dove troviamo già la farina di larve

                Tutti noi mangiamo senza saperlo almeno un prodotto alimentare che contiene farina di larve presente infatti già in diversi prodotti alimentari. Ecco alcuni.

                Prodotti da forno. Pane, cracker e biscotti arricchiti con farina di larve offrono un maggiore apporto proteico, attirando l’interesse di chi cerca alimenti nutrienti e sostenibili.

                Snack e barrette energetiche. La farina di larve è ideale per snack proteici, perfetti per sportivi e consumatori attenti alla salute.

                Pasta e cereali. La pasta arricchita con farina di larve potrebbe diventare un’alternativa innovativa, combinando tradizione e sostenibilità.

                Alimenti per animali. La farina di larve è già utilizzata come ingrediente nei mangimi per animali domestici e da allevamento, grazie al suo alto valore nutrizionale.

                Etichettatura e trasparenza

                Per garantire la fiducia dei consumatori, è essenziale che i prodotti contenenti farina di larve riportino un’etichettatura chiara e dettagliata. Le normative europee richiedono che venga specificata la presenza di insetti, con indicazioni come “farina di Tenebrio molitor” o “proteine derivate da insetti”.

                Ma cosa pensano i consumatori?

                A perte il fatto che spesso non lo sappiamo e non ce ne rendiamo conto l’accettazione da parte dei consumatori resta ancora una sfida. Sebbene molti apprezzino i benefici ambientali e nutrizionali, altri mostrano scetticismo o diffidenza verso l’idea di mangiare insetti. Tuttavia, l’industria alimentare sta lavorando per rendere questi prodotti più familiari, presentandoli in forme “tradizionali” come snack o prodotti da forno, dove la farina di larve è un ingrediente “nascosto”. E quindi?

                Il futuro è assai farinoso

                Nonostante le sfide culturali e normative, la farina di larve rappresenta un’opportunità unica per rivoluzionare il settore alimentare. Con il sostegno delle istituzioni e una comunicazione trasparente, questo ingrediente potrebbe diventare sempre più comune sulle nostre tavole, contribuendo a un futuro più sostenibile e nutriente.

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