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Società

Nuova collaborazione tra Fondazione Maddalena Grassi e Fondazione ATM per una sanità più accessibile a Milano

Fondazione Maddalena Grassi e Fondazione ATM avviano una sinergia volta a rafforzare la mobilità delle cure domiciliari per i cittadini milanesi, con l’obiettivo di rendere l’assistenza sanitaria sempre più inclusiva e vicina alle necessità delle persone.

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    Fondazione Maddalena Grassi e Fondazione ATM hanno annunciato una collaborazione per affrontare le nuove sfide del welfare e del settore sanitario a Milano. L’obiettivo è rendere l’assistenza domiciliare più mobile, sostenibile ed efficiente, garantendo ai cittadini una maggiore accessibilità alle cure.

    Fondazione Maddalena Grassi, attiva da oltre 30 anni, è uno dei principali attori nel campo delle cure domiciliari e palliative nella città, con una particolare attenzione ai pazienti più fragili, inclusi bambini e malati terminali. Con oltre 160.000 accessi domiciliari annuali, la Fondazione porta quotidianamente assistenza medica specializzata a più di 2.000 pazienti, operando con un team multidisciplinare di professionisti.

    Un nuovo modello di assistenza e mobilità sanitaria

    La collaborazione con Fondazione ATM si inserisce in una visione che considera la sanità non solo come un insieme di prestazioni mediche, ma come un sistema di relazione tra chi cura e chi è curato. Fondazione ATM, nata per migliorare la mobilità urbana attraverso ATM (Azienda Trasporti Milanesi), ha ampliato nel tempo il proprio raggio d’azione al welfare sanitario, promuovendo servizi assistenziali per dipendenti, pensionati e cittadini.

    Con questa partnership, la mobilità delle cure diventa un elemento centrale per facilitare l’accesso ai servizi sanitari, in particolare per coloro che hanno difficoltà negli spostamenti. L’obiettivo è garantire un’assistenza capillare, raggiungendo i pazienti direttamente a casa, in un’ottica di maggiore inclusione sociale e sanitaria.

    Impatto sulla città e sul futuro del welfare

    La sinergia tra le due Fondazioni rappresenta un passo significativo verso un sistema sanitario più efficiente e umano, capace di rispondere ai bisogni della popolazione senza lasciare indietro nessuno. Fondazione ATM, che opera anche attraverso il Poliambulatorio di via Carlo Farini a Milano, rafforza il suo impegno nel settore sanitario, offrendo servizi di prevenzione e assistenza a costi agevolati.

    L’iniziativa punta a migliorare la qualità della vita dei cittadini, offrendo un supporto concreto a chi necessita di cure a domicilio. La collaborazione tra Fondazione Maddalena Grassi e Fondazione ATM si pone come modello di un welfare integrato e solidale, dimostrando come l’unione di competenze e risorse possa tradursi in un impatto positivo per tutta la comunità milanese.

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      Società

      Mercato del lavoro in Italia: dinamismo aziendale ma insoddisfazione tra i lavoratori, soprattutto giovani

      Gli italiani sognano nuovi impieghi. Salari inadeguati, ruoli poco stimolanti e desiderio di crescita tra le cause principali.

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        L’80% delle aziende italiane è pronto ad assumere, ma gli imprenditori denunciano difficoltà crescenti nel trovare e trattenere talenti. Dall’altro lato, una buona metà dei lavoratori italiani vorrebbe cambiare impiego, spinta da insoddisfazione per stipendi giudicati bassi, poche opportunità di crescita e ruoli percepiti come poco stimolanti. È quanto emerge dal report Hays Salary Guide 2025, che analizza i principali trend del mercato del lavoro in Italia.

        La Generazione Z: voglia di crescita e flessibilità

        Tra coloro maggiormente propensi a cambiare lavoro ci sono i giovani della Generazione Z, che cercano posizioni in cui sentirsi valorizzati. Per loro, non basta lo stipendio: pesano soprattutto la qualità del lavoro e il work-life balance. Il lavoro agile è diventato irrinunciabile per questa fascia di età, così come un ambiente stimolante e inclusivo. I giovani in fondo vogliono crescere rapidamente, ricevere formazione continua e partecipare a progetti innovativi. L’attenzione verso le nuove tecnologie, come l’intelligenza artificiale generativa, viene vista come un’opportunità fondamentale, ma l’88% dei giovani ritiene che la formazione in questo ambito sia ancora molto carente.

        I lavoratori over 50: stabilità e benefit tradizionali

        Se i giovani inseguono flessibilità e innovazione, gli over 50 cercano stabilità e mantengono il mito dell’auto aziendale come benefit prioritario. Tuttavia, questa generazione rappresenta una parte cruciale del mercato del lavoro italiano, costituendo il 35% del totale dei lavoratori. Un altro tema emergente riguarda il benessere mentale, sempre più riconosciuto come un fattore strategico per la produttività aziendale, anche se gli interventi concreti restano rari. Il work-life balance è fondamentale: il 45% dei lavoratori ha incontrato difficoltà nel conciliare lavoro e vita familiare.

        Retribuzioni inadeguate e scarse prospettive

        Nonostante un aumento medio dei salari del 3,7% (con una media di 56.000 euro annui per i colletti bianchi), il 57% dei lavoratori giudica gli stipendi insufficienti rispetto alle responsabilità ricoperte. Inoltre, il 63% non si aspetta incrementi nel corso dell’anno, ritenendo il cambiamento aziendale l’unica soluzione per ottenere retribuzioni più elevate. Secondo Carlos Manuel Soave, managing director di Hays Italia, “La bassa soddisfazione dei lavoratori e la loro propensione a cambiare lavoro indicano la necessità di un ripensamento delle strategie aziendali”. Investire in benefit, formazione continua e progetti stimolanti potrebbe rappresentare la chiave per attrarre e trattenere i talenti, soprattutto tra giovani e donne.

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          Società

          I lavori più pagati senza laurea: ecco quali mestieri garantiscono stipendi da capogiro

          Dal tecnico ascensorista al pilota di aerei privati, passando per programmatori, investigatori privati e fotografi: scopri quali lavori possono far guadagnare anche oltre 80.000 euro all’anno senza bisogno di un titolo universitario.

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            Chi l’ha detto che senza laurea si resta condannati a stipendi modesti e a lavori poco gratificanti? La realtà è ben diversa: esistono numerose professioni che garantiscono ottimi guadagni senza richiedere anni di studio universitario.

            Certo, in alcuni casi sono necessarie certificazioni, esperienza o formazione specifica, ma in altri basta talento, dedizione e un po’ di intuito per il settore giusto. E non stiamo parlando solo di qualche migliaio di euro in più: alcune professioni possono arrivare a garantire stipendi a sei cifre.

            Artisti, sportivi e investigatori privati: stipendi stellari senza università

            Tra i lavori più redditizi ci sono sicuramente quelli legati al mondo dello spettacolo e dello sport. Musicisti, artisti e attori non sempre provengono da accademie o conservatori, eppure chi riesce a sfondare può guadagnare cifre incredibili.

            Stesso discorso per gli atleti professionisti: calciatori, giocatori di golf, pallavolisti e sportivi di alto livello arrivano a stipendi milionari senza aver mai frequentato un’università.

            Un altro mestiere sorprendentemente redditizio è quello dell’investigatore privato. Anche se può sembrare un lavoro da film noir, questa professione esiste ancora oggi e, per chi ha esperienza e una buona rete di contatti, può fruttare fino a 100.000 euro all’anno.

            Tecnici specializzati: stipendi da manager per chi ha le giuste competenze

            Non bisogna per forza essere sotto i riflettori per guadagnare bene. Alcuni lavori tecnici richiedono solo una formazione specifica e possono garantire stipendi molto competitivi.

            Uno degli esempi più clamorosi è il tecnico installatore e manutentore di ascensori e scale mobili. La responsabilità è alta, ma lo è anche la retribuzione: in media, un professionista in questo settore può guadagnare tra i 50.000 e i 70.000 euro all’anno, con possibilità di aumentare la cifra grazie agli straordinari e alle specializzazioni.

            Anche il mondo della fotografia può essere una miniera d’oro, soprattutto per i paparazzi e i fotografi professionisti ben inseriti nel settore. Chi lavora nei giusti ambienti e riesce a scattare le immagini più richieste può superare i 100.000 euro lordi all’anno.

            Piloti e specialisti dei droni: quando la tecnologia paga

            Un’altra carriera ben pagata e accessibile senza laurea è quella del pilota commerciale di aerei privati o di voli cargo. Certo, serve ottenere una licenza e superare corsi di formazione specifici, ma non è necessario un titolo universitario. Gli stipendi medi partono dai 60.000 euro annui e, con l’esperienza, possono superare i 90.000 euro.

            Un settore in forte crescita è quello dei droni: sempre più aziende richiedono piloti specializzati per riprese cinematografiche, operazioni di sorveglianza o consegne. Con la giusta esperienza e certificazioni, anche in questo caso si possono raggiungere guadagni considerevoli.

            Sviluppatori e informatici: stipendi da capogiro per chi sa programmare

            Se c’è un settore in cui la laurea non è indispensabile, è quello dell’informatica. Molti sviluppatori web e programmatori sono autodidatti o hanno seguito corsi privati, ma riescono comunque a guadagnare cifre elevate.

            Lo stipendio medio di un programmatore in Italia parte dai 40.000 euro all’anno e può superare gli 80.000 euro annui per chi si specializza in ambiti richiesti come la cybersecurity o lo sviluppo di app. Senza contare che, con il lavoro da remoto, molti riescono a ottenere incarichi internazionali e compensi ancora più alti.

            Talento, esperienza e formazione pratica valgono più di una laurea

            Non avere una laurea non significa rinunciare a una carriera di successo. Al contrario, alcuni dei mestieri più pagati si basano su esperienza, capacità tecniche e intuizione. Dallo spettacolo alla tecnologia, dall’artigianato alla fotografia, il mercato del lavoro offre opportunità ben retribuite anche per chi ha scelto strade alternative all’università.

            L’importante è saper cogliere le occasioni giuste, investire nella propria formazione pratica e puntare su settori in crescita. Perché, in fin dei conti, il successo non si misura solo con un diploma appeso al muro.

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              Società

              Pensione integrativa: come puoi raggiungere l’80% dell’ultimo stipendio

              La pensione dell’INPS già oggi non è più sufficiente per garantire un assegno pari all’80% dell’ultimo stipendio. Per questo è fondamentale considerare la pensione integrativa, soprattutto per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996.

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                Ma perché farsi una pensione integrativa? La risposta è sotto i nostri occhi. Il debito pubblico tra poco raggiungerà i 3.000 miliardi di euro e l’INPS nei prossimi anni dovrà affrontare un numero sempre più elevato di pensioni grazie all’innalzamento della durata media della vita. Per gli uomini oggi è 81,1 anni (nel 2050 si prevede sarà di 83,4), mentre per le donne l’età media è di 85,2 anni (nel 2050 sarà di 86.8). La pensione dell’INPS già oggi non è più sufficiente per garantire un assegno pari all’80% dell’ultimo stipendio. Per questo è fondamentale considerare la pensione integrativa, soprattutto per chi ha iniziato a lavorare dopo il 1996.

                Nonno tu sì che stai ancora bene…

                I nostri nonni e forse anche molti dei nostri genitori spesso hanno goduto di una pensione che rappresentava almeno l’80% del loro stipendio finale. Dell’ultimo anno di lavoro, insomma. Oggi, invece, per arrivare a quella cifra, è necessario investire quasi obbligatoriamente, in una “pensione di scorta” attraverso la previdenza integrativa.

                Già, e come si fa a raggiungere l’80%?

                La quantità di risparmio mensile necessaria per raggiungere l’80% della retribuzione dipende da vari fattori: il percorso professionale (dipendente o autonomo), l’età e il profilo di rischio scelto. Per i dipendenti la pensione di base oggi copre circa il 70% della retribuzione. Per gli autonomi la pensione di base copre circa il 60% della retribuzione.

                Quanto si dovrebbe versare a secondo dell’età

                Un 30enne dipendente oggi dovrebbe versare tra 91 e 152 euro al mese, mentre un 30enne autonomo dovrebbe versare tra 155 e 258 euro.
                Un 50enne dipendente dovrebbe versare tra 318 e 395 euro al mese, mentre un 50enne autonomo avrebbe bisogno di versare tra 693 e 845 euro.

                Quale profilo di rischio scegliere?

                Il profilo Basso Rischio (Obbligazionaria) richiede versamenti più alti ma è più sicuro.
                Il profilo Alto Rischio (Azionaria) richiede versamenti inferiori ma ha un rischio maggiore.

                Quali sono i benefici fiscali e qual è il contributo del datore di lavoro

                Per i dipendenti, è possibile utilizzare il TFR (Trattamento di Fine Rapporto) e ottenere contributi dall’azienda, che possono raddoppiare l’importo versato individualmente. Inoltre, esistono benefici fiscali significativi: i versamenti fino a 430 euro al mese (5.164 euro l’anno) sono completamente deducibili dalle tasse.

                Qual è la percentuale del reddito da investire se si è autonomi

                Per i lavoratori autonomi, la percentuale delle entrate da conferire alla previdenza integrativa va dal 9% per un 30enne con un profilo ad alto rischio fino al 38% per un 50enne con un profilo a basso rischio. Per i dipendenti, invece, considerando il TFR e i contributi aziendali, la percentuale varia tra il 5% e il 18% a seconda dell’età e del profilo di rischio.

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