Società
Più mi insulti, più guadagno
il ‘nuovo lavoro’ degli influencer basato sulla monetizzazione degli insulti ricevuti sui social rappresenta un’innovativa strategia di guadagno che sfrutta le leggi sulla diffamazione per ottenere risarcimenti economici significativi. Questo fenomeno evidenzia ancora una volta l’evoluzione costante del mondo dei social media e delle opportunità di monetizzazione legate a essi.

Guadagnare con gli insulti sui social è il nuovo lavoro degli influencer che godono ancora di un minimo di credibilità. Dopo i mini scandali che hanno coinvolto la regina degli influencer italiani Chiara Ferragni, la credibilità di molti suoi collegi ne ha risentito parecchio. E il risultato è stato minori incassi, minori guadagni e a volte cachet a picco. Che fare?
In cerca di un nuovo lavoro
Ecco il motivo per cui molti colleghi della Ferragni stanno cercando modi sempre più creativi per monetizzare la loro presenza online. Per esempio? Per esempio un nuovo metodo di guadagno emerso è basato sui commenti diffamatori e sugli insulti ricevuti sui social. Questo fenomeno è stato esplorato in un servizio de Le Iene del 3 luglio scorso, dove hanno rivelato come alcuni influencer riescano a incassare somme significative grazie agli insulti ricevuti. Vediamo come funziona.
Il meccanismo dietro il guadagno dagli insulti
Il primo passo è individuare l’identità dell’autore del commento diffamatorio. Gli avvocati degli influencer possono risalire al nome e cognome dell’hater, spesso tramite indagini sui profili social o altre fonti di informazione online. Una volta identificato l’hater, si raccolgono le prove dei commenti lesivi. Questi commenti rientrano nell’ambito dell’articolo 595 del codice penale italiano, che definisce i termini della diffamazione. Con il nome e cognome dell’hater, gli avvocati recuperano un certificato di residenza, necessario per procedere con le richieste legali. A questo punto viene inviata una lettera all’hater in cui si chiede un risarcimento economico per evitare azioni legali. Le cifre richieste variano generalmente dai mille ai duemila euro per ogni commento diffamatorio. Ne consegue che i proventi del risarcimento vengono poi divisi tra lo studio legale che ha gestito la pratica e l’influencer.
Ma quali sono i vantaggi?
Non rispondere mai ai commenti. E’ questa la regala fondamentale. L’influencer non deve rispondere ai commenti diffamatori. Rispondere potrebbe indebolire la posizione legale, trasformando il confronto in una discussione che potrebbe complicare la richiesta di risarcimento. La diffamazione ha una prescrizione di cinque anni, il che significa che gli avvocati possono agire anche su insulti comparsi molto tempo fa.
Diecimila euro di incassi solo negli ultimi tre mesi
Un celebre influencer ha rivelato a Le Iene di aver incassato quasi 10.000 euro negli ultimi tre mesi grazie a questo metodo, senza fare altro che raccogliere i commenti diffamatori e seguire la procedura legale descritta.
Più commenti negativi, più possibilità di guadagno
Questo nuovo metodo di guadagno potrebbe diventare sempre più popolare tra gli influencer, specialmente quelli con un grande seguito che ricevono numerosi commenti negativi. Tuttavia, potrebbe anche portare a un cambiamento nel comportamento degli utenti sui social, che potrebbero diventare più cauti nel lasciare commenti offensivi.
INSTAGRAM.COM/LACITYMAG
Società
Bunker per ricchi: la nuova corsa al rifugio antiatomico (mentre lo Stato guarda altrove)
Dal conflitto in Ucraina alle minacce nucleari, passando per le “follie” di Trump e Putin: la paura spinge sempre più italiani benestanti a costruirsi un rifugio antiatomico. Le aziende del settore parlano di un +30% solo negli ultimi mesi. Ma mentre i bunker privati crescono, lo Stato resta a guardare.

Tira una brutta aria. E c’è chi, letteralmente, si scava un buco per sparire sottoterra. La corsa al bunker privato in Italia non è più roba da cospirazionisti o prepper americani, ma una realtà che cresce di anno in anno, spinta da un mix letale: paura, instabilità globale e disponibilità economica. Ecco allora che sempre più italiani benestanti si rivolgono a ditte specializzate per farsi costruire un rifugio sotto casa, a prova di fine del mondo. O quasi.
Il boom è confermato dai numeri. ItalBunker, una delle aziende leader nel settore, segnala un’impennata del 30% nelle richieste negli ultimi mesi. Da inizio guerra in Ucraina, le richieste sono aumentate del 200%. «Ormai ci chiamano ogni giorno – racconta Angelo Cavalieri, ingegnere dell’azienda – famiglie, imprenditori, società, tutti vogliono sapere come farsi un bunker nel giardino o in cantina».
Ma c’è una regola base: la prima cosa del bunker è non parlare del bunker. Si firmano accordi di riservatezza, i progetti vengono segretati o addirittura distrutti. «Nessuno vuole far sapere che si sta preparando a una guerra nucleare – dice Cavalieri – e la privacy è fondamentale».
A trainare il business sono soprattutto le famiglie facoltose e le aziende in zone considerate “sensibili”: vicino a aeroporti militari, caserme, confini. La fascia di prezzo, del resto, taglia fuori i più: per costruire un rifugio antiatomico di circa 50 metri quadri, servono almeno 150-200 mila euro. Ma c’è anche chi alza l’asticella: «Stiamo realizzando un bunker di 170 metri quadri che supera il milione di euro», rivela Salvatore Fugazzotto di MioBunker.
Le strutture sono veri e propri appartamenti sotterranei: camere da letto, scorte alimentari, impianti di decontaminazione, bagni con doccia, sistemi di ventilazione, pompe per l’acqua. E ovviamente una zona fitness, perché anche in un’apocalisse, il fisico va mantenuto. I modelli più sofisticati includono serre idroponiche per coltivare ortaggi e persino vasche di acquaponica per l’allevamento di pesci.
Ma non solo emergenze: i bunker, in tempo di pace, diventano sale giochi per bambini, caveau per opere d’arte o rifugi di lusso per paranoie discrete. Alcuni, racconta Cavalieri, «ci hanno chiesto stanze per custodire barche, quadri, addirittura una jeep». Il senso di sicurezza, spiegano gli imprenditori del settore, oggi è merce rara e preziosa.
Un altro nome del settore, Bariblock, si concentra sulle costruzioni a prova di radiazioni, con particolare attenzione al settore ospedaliero e medicale. Ma le richieste di informazioni per bunker privati, anche da loro, sono in forte aumento. E intanto, sempre più italiani si domandano: perché dobbiamo pagarceli da soli?
La domanda è lecita. Perché se è vero che Bruxelles ha indicato come necessaria una mappa dei rifugi pubblici in ogni Paese europeo, in Italia la situazione è desolante. «Non esistono rifugi pubblici funzionanti – denuncia Fugazzotto – ci stupisce che lo Stato non abbia mai pensato di contattarci per realizzarli. La protezione dovrebbe essere un diritto, non un lusso per chi se lo può permettere».
Nel frattempo, i bunker privati proliferano. In silenzio, nel sottosuolo. Senza sirene d’allarme, ma con tutte le comodità moderne. Il paradosso è evidente: mentre si parla di giustizia sociale, c’è chi si prepara a sopravvivere al collasso globale con palestra, sala cinema e orto bio a cinque metri di profondità.
Per tutti gli altri, beh… c’è sempre la speranza.
Società
E’ operativa la piattaforma Siisl: nuove opportunità per disoccupati e non, a caccia di lavoro e occasioni di formazione
Lavoro, come funziona la piattaforma che dal 18 dicembre sarà aperta a tutti.

Tutti i cittadini italiani e stranieri, (disoccupati e non) dal 18 di questo mese di dicembre 2024 potranno accedere alla nuova piattaforma Siisl (Sistema Informativo per l’Inclusione Sociale e Lavorativa). Questa innovativa risorsa promette di semplificare la ricerca di lavoro e di corsi di formazione, offrendo uno strumento uniforme e centralizzato per collegare candidati e imprese in modo più efficiente. Ecco tutto quello che c’è da sapere su questa iniziativa, che mira a trasformare l’interazione tra cittadini e Centri per l’Impiego. La nuova piattaforma Siisl incroncerà domanda e offerta di formazione e lavoro con regole omogenee in tutt’Italia e controlli certi per rendere più performante l’interazione tra cittadini e i centri per l’impiego.
Un punto di incontro tra domanda e offerta di lavoro
Siisl è pensata per rendere più semplice la vita dei disoccupati e delle imprese. Grazie all’algoritmo basato sull’Intelligenza Artificiale, chi cerca lavoro potrà caricare il proprio curriculum vitae e ottenere suggerimenti personalizzati per posizioni lavorative o percorsi formativi in linea con le sue competenze ed esperienze. Contemporaneamente, le imprese potranno pubblicare offerte di lavoro, agevolando così il reclutamento per coprire posizioni vacanti.
Come funziona Siisl per i disoccupati?
La procedura è semplice e si sviluppa in pochi passi. Iscrizione automatica per chi richiede la disoccupazione. Chi richiede Naspi o Dis-Coll verrà automaticamente registrato sulla piattaforma una volta accolta la domanda. Entro 15 giorni dall’approvazione della domanda, il beneficiario dovrà accedere a Siisl per completare il profilo, integrare il curriculum e sottoscrivere il “patto di attivazione digitale”. Questo patto è il primo passo verso un percorso personalizzato che verrà finalizzato insieme al Centro per l’Impiego (CPI). Questi ultimi, che sono strutture pubbliche territoriali dedicate alla ricerca di lavoro e alla formazione, gestiranno le attività legate al patto di servizio personalizzato. I candidati potranno anche decidere di avvalersi del supporto di agenzie private accreditate.
Grazie a Siisl, chi è in cerca di occupazione potrà contare su una maggiore visibilità e su strumenti avanzati per individuare le opportunità più adatte al proprio percorso. La piattaforma punta a creare un sistema più trasparente ed efficace per l’incontro tra domanda e offerta di lavoro, offrendo risposte concrete alle esigenze di disoccupati, lavoratori e aziende.
Ma fate attenzione. Ecco che succede se non ci si attiva
Chi non compila il profilo o non si presenta agli appuntamenti programmati con il CPI rischia sanzioni. In caso di prima assenza ingiustificata, la sanzione sarà la decurtazione di un quarto della mensilità della disoccupazione. Alla seconda, una mensilità intera. Alla terza, si perde il diritto alla disoccupazione e allo status di disoccupato. I Centri per l’Impiego avranno un massimo di 90 giorni per contattare chi non si attiva, ma eventuali inadempienze del CPI non penalizzeranno il cittadino. Se invece l’interessato viene chiamato e non si presenta al centro per l’impiego, senza giustificato motivo, scattano le sanzioni già previste dal Dlgs 150 del 2015.
Con Siisl un vantaggio anche per le imprese
Le aziende potranno pubblicare offerte di lavoro (visibili fino a due mesi) e trovare candidati adatti grazie al database di profili disponibili su Siisl. La piattaforma permette inoltre di chiudere rapidamente posizioni aperte qualora venga trovato un candidato idoneo. Regioni ed enti formativi potranno a loro volta caricare opportunità di formazione, inclusi tirocini non curriculari.
I centri per l’impiego: un ponte tra cittadini e lavoro
I Centri per l’Impiego (CPI) sono strutture pubbliche che operano a livello territoriale per favorire l’inserimento lavorativo, offrendo supporto a chi cerca lavoro attraverso orientamento, percorsi di formazione e intermediazione con le aziende. Grazie alla collaborazione con Siisl, il loro ruolo sarà ulteriormente potenziato, garantendo una gestione più strutturata e uniforme su scala nazionale.
Società
Chi sono i “fixer” che fanno funzionare le cose e perché sono essenziali soprattutto ai ricchi?
I fixer sono professionisti in grado di superare gli ostacoli per trasformare richieste complesse in realtà, offrendo a chi può permetterselo un lusso estremo e senza limiti.

I “fixer” sono professionisti essenziali, specializzati nel risolvere problemi e realizzare desideri fuori dall’ordinario per clienti spesso facoltosi o famosi. La loro figura è complessa e poliedrica. possono essere considerati “concierge di lusso” o “manager di lifestyle”, e il loro lavoro consiste nel soddisfare richieste che possono sembrare impossibili, grazie a una rete di contatti influenti e alla capacità di ottenere qualsiasi cosa in tempi rapidissimi.
Come vengono utilizzati i fixer?
Nel mondo delle celebrità e della finanza, i fixer organizzano eventi, procurano beni rari e accedono a luoghi esclusivi. Per esempio, se un magnate vuole festeggiare con 100 amici su un’isola remota con pochissimo preavviso, i fixer si occupano di ogni dettaglio, dal trasporto all’allestimento della location. Il loro lavoro è quello di realizzare anche le richieste più eccentriche, spesso agendo nell’ombra e assicurandosi che nulla sia impossibile. Il fixer è il “migliore amico segreto” dei milionari, capace di esaudire desideri oltre il comune. Questi professionisti sono in grado di superare gli ostacoli per trasformare richieste complesse in realtà, offrendo a chi può permetterselo un lusso estremo e senza limiti.
Un personal luxury lifestyle manager
Uno dei ruoli più riconoscibili è quello di luxury lifestyle manager, che fornisce un servizio di assistenza a 360° per clienti che richiedono standard di vita elevatissimi. Tra le aziende più rinomate che offrono questo tipo di servizi, troviamo Quintessentially, fondata nel 2000 nel Regno Unito da Ben Elliot, imprenditore e parente della famiglia reale britannica. La società si occupa di tutto, dalle prenotazioni nei ristoranti più esclusivi ai biglietti per eventi sold-out, e ha un team di oltre 1.000 fixer in grado di soddisfare qualsiasi capriccio, dai tornei di tennis privati a richieste di animazione inaspettate.
Cosa fanno di concreto i fixer?
Alcune delle innumerevoli richieste gestite dai fixer includono l’organizzazione di eventi esclusivi come per esempio una festa per un cliente saudita e 300 invitati presso le piramidi d’Egitto. Trovare una rara medusa e sistemarla con un complesso sistema di vasche in casa di un cliente. Costruire un ascensore segreto in una scogliera per consentire a un cliente di raggiungere comodamente la spiaggia privata. In un altro ambito, come quello del giornalismo, il fixer è una risorsa preziosa per giornalisti e reporter in contesti esteri o sconosciuti, dove serve una guida esperta che conosca il territorio e le persone. Questi fixer trovano contatti, organizzano interviste, e spesso interpretano situazioni locali difficili. All’estero, questa figura è tenuta in alta considerazione, mentre in Italia non sempre gode del medesimo prestigio.
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