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Smartwatch per bambini: moda o vera utilità?
Geolocalizzazione, chiamate rapide, foto, giochi e perfino chat: gli smartwatch per bambini promettono sicurezza e divertimento. Ma siamo sicuri che sia la scelta giusta per loro e per noi?
Piccoli, colorati e pieni di funzioni: sono gli smartwatch pensati per i più piccoli, oggetti che ormai campeggiano nelle vetrine di elettronica e sotto l’albero di Natale. I genitori li amano per il GPS e le chiamate rapide, i bambini li vogliono per le foto, i giochi e la sensazione di essere grandi. Ma sono davvero utili o solo un altro gadget tecnologico precoce?
Da un lato c’è l’aspetto sicurezza. Questi dispositivi permettono ai genitori di sapere dove si trovano i figli in ogni momento, di chiamarli con un clic, di impostare zone sicure con avvisi automatici in caso di allontanamento. In alcuni modelli è persino presente un tasto SOS per emergenze.
Dall’altro lato ci sono i dubbi: abituare i bambini alla tecnologia troppo presto li rende più dipendenti dagli schermi? Non è un modo per controllarli costantemente, togliendo spazio all’autonomia e alla fiducia?
Molti pediatri e psicologi infantili sottolineano che il problema non è lo strumento in sé, ma l’uso che se ne fa. «Se serve a creare un ponte tra genitori e figli, va bene. Se diventa un guinzaglio digitale, allora meglio ripensarci», spiega la dottoressa Francesca Galassi, neuropsichiatra.
Altro tema: la privacy. Anche se i dati dei bambini sono teoricamente protetti da normative specifiche, spesso queste app si appoggiano a server esteri con policy poco chiare. E poi ci sono le distrazioni: chat, videogame e fotocamere possono trasformare lo smartwatch in un altro schermo da cui è difficile staccarsi.
La verità, come spesso accade, sta nel mezzo. Sì agli smartwatch se usati con consapevolezza, no se diventano una scusa per delegare alla tecnologia la nostra presenza.
Per i più piccoli, forse, il regalo migliore resta il tempo passato insieme.