Tempo libero ed interessi

Italiani brava gente, sempre più in cerca di emozioni estreme

Sempre più italiani, in estate optano per esperienze da brivido come ponti tibetani, voli d’angelo, discese sulle rapide, sperimentando anche il brivido della “fionda umana”. Desiderando sfidare sé stessi, con la voglia di sperimentare sensazioni uniche che sono, volendo, ripetibili.

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    Che succede agli italiani? Che si siano stufati di essere i tenutari del patrimonio culturare che tutti ci riconoscono al mondo? Ora vanno in giro alla ricerca di emozioni estreme, inseguendo il brivido del pericolo. Altro che poeti, santi e navigatori…

    Momenti estremi, volendo (ma proprio volendo…) pure ripetibili

    Attraversare uno ponte tibetano sospesi nel vuoto tra i Sassi di Matera, scagliarsi a una velocità di 120 chilometri all’ora sopra le Dolomiti Lucane a volo d’angelo, lanciarsi con il parapendio in tandem oppure in solitaria con il volo in tuta alare. Ed anche con bungee jumping, legati ad un elastico! Un desiderio di adrenalina che si fa sempre più forte: l’estate è il momento migliore per provare esperienze di questo tipo. Aumenta infatti a ritmo esponenziale il numero di coloro che vogliono vivere esperienze estreme. Ma perché l’essere umano ha sete di adrenalina? Perché c’è la voglia di sfidare sé stessi, la voglia di sperimentare sensazioni uniche che sono, volendo, ripetibili.

    Un punto di vista diverso per ammirare le Dolomiti

    Tre chilometri senza fiato a una velocità massima di 120 km orari: un senso di leggerezza e libertà, per ammirare le meraviglie delle Dolomiti Lucane. Il Volo dell’Angelo è il primo impianto italiano a moto inerziale e il più lungo di Europa, tra i borghi di Castelmezzano e Pietrapertosa, due tra i più belli d’Italia, proprio nel cuore della Basilicata. Si vola da soli o in coppia (limite minimo d’età 16 anni) per sentirsi come Icaro. Uniche precauzioni: pesare dai 40 ai 120 kg per il volo singolo e massimo 150 kg per il volo in coppia e non soffrire di problemi di cuore.

    Sfrecciando sopra gli alberi

    Un’esperienza del genere si può sperimentare con il Volo del Dahu, in Val Germanasca, nel torinese. Si sfreccia a oltre 100 km orari, a più di 150 metri dal suolo. Il cavo d’acciaio per sfrecciare sopra agli alberi rende omaggio, nel nome, al leggendario animale di queste terre (per molti realmente esistito), con le gambe a valle più lunghe di quelle a monte per percorrere meglio le montagne coniche. Qui ci si lancia a tutta velocità per un volo di 800 metri. Non ci sono limiti di età, solo di peso (tra i 50 e 120 chili) e di altezza (da un metro e cinquanta in su).

    L’elastico umano

    Il Bungee jumping resta una delle esperienze più adrenaliniche in assoluto. Tra Milano e Torino è attivo dal 1995 il Bungee Center Veglio. Qui si trova il ponte da dove lanciarsi: 350 metri di lunghezza per 152 di altezza nel suo punto massimo. I 152 metri del viadotto, soprannominato non a caso «Colossus» per la sua imponenza, collegano due paesi della provincia di Biella, Veglio e Valdilana. Quale è l’identikit del cliente-tipo di queste esperienze? Principalmente 20/30enni ma trasversale dal punto di vista socio-economico.

    Se credi, puoi anche trasformarti in… fionda

    Da pochi anni è nata la fionda umana, un lancio vincolato in orizzontale, assicurati con un’imbragatura di sicurezza, capace di un’accelerazione da 0 a 100 km/h in mezzo secondo grazie a un elastico messo in tensione fra due pali verticali. Per chi invece ama l’acqua, si può sperimentare il rafting o l’hydrospeed scendendo in velocità le cascate delle Marmore: il primo si fa in gruppo su un gommone, sfidando le rapide del fiume Nera. Ma se la dose di adrenalina non dovesse bastare, si può scendere ancorati a un bob – l’elemento base dell’hydrospeed – e completamente immersi in acqua. C’è infine il canyoning, ovvero la discesa delle montagne attraverso gole e canyon: un percorso tra discese, scalate e tuffi.

    Come essere in Tibet, rimanendo a casa

    I ponti tibetani stanno nascendo a vista d’occhio in tutta Italia. Strutture di collegamento costituite da tre corde intrecciate: due parallele, da afferrare con le mani, e una più bassa, per i piedi. Uno dei più lunghi del mondo è quello di Cesana Claviere, in Piemonte. Con i suoi 544 metri di lunghezza e 90 metri d’altezza dal suolo – nel punto massimale – offre uno spettacolo mozzafiato.

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