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Tupperware: travolto dal cambiamento il mito in cucina chiude i ‘coperchi’
La fine di Tupperware rappresenta la conclusione di un’era. I suoi contenitori sono stati testimoni di milioni di pranzi, feste in famiglia e momenti di convivialità.
Chi l’avrebbe mai immaginato che l’icona dei contenitori a tenuta stagna fosse destinata a chiudere. Tupperware, un nome per decenni sinonimo di praticità e organizzazione in cucina, ha annunciato di aver presentato istanza di fallimento. Ma davvero? Un duro colpo per un’azienda che ha segnato la storia del marketing e dello stile di vita domestico. Ma soprattutto per i milioni di fan che con quei contenitori nel corso degli anni hanno conservato di tutto.
Dalla rivoluzione dei party in casa alla crisi del delivery
Nata negli anni ’40 dall’intuizione di Mr. Earl Tupper, l’azienda ha rivoluzionato il modo di conservare gli alimenti, proponendo contenitori colorati e funzionali. E soprattutto di tutte le misure immaginabili. Il successo è arrivato grazie al geniale sistema di vendita diretta, i famosi “party Tupperware“, che hanno coinvolto milioni di donne in tutto il mondo. La pandemia ha dato una breve illusione di rinascita, con le persone costrette a casa a cucinare e a conservare gli alimenti. Tuttavia, la ripresa delle attività e il boom del food delivery hanno decretato il declino definitivo dei contenitori Tupperware per abbracciare la moda del consumo veloce.
I motivi della crisi di tupperware
Tra i principali motivi della crisi sicuramente hanno contribuito i drastici cambiamento dei consumi alimentari per single e famiglie. L’aumento dei servizi di consegna di cibo pronto e l’uso di contenitori monouso sempre più diffusi nei market hanno ridotto la necessità di acquistare contenitori riutilizzabili. E in più il mercato dei contenitori per alimenti si è fatto sempre più competitivo, con l’arrivo di nuovi marchi e di prodotti più economici. Ma anche con minore qualità. A questi motivi va forse aggiunto anche l’incapacità del management aziendale di innovare produzione e strategie di marketing. L’azienda infatti ha non è riuscita a adeguarsi ai nuovi trend di consumo e a sviluppare prodotti in grado di soddisfare le nuove esigenze della clientela. Pesa anche un buco finanziario. L’azienda infatti negli anni di difficoltà ha accumulare un debito considerevole, rendendo impossibile di fatto far fronte alle sfide del mercato.