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La prima parolaccia in Italia è nascosta in una basilica di Roma: ecco cosa c’è scritto

La Basilica di San Clemente in Laterano non è solo un luogo di culto, ma anche un archivio vivente della storia e della lingua. Questo affresco, con la sua combinazione di arte, linguaggio e miracolo, continua a affascinare storici, linguisti e visitatori, offrendo una rara e preziosa testimonianza della vita e delle espressioni popolari del XI secolo.

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    Nella basilica di San Clemente in Laterano a Roma si trova un tesoro linguistico e storico di straordinaria rilevanza: l’unica testimonianza scritta della lingua parlata dal popolo nel XI secolo, contenente anche la prima parolaccia documentata. Questa scoperta affascinante è stata usata in un contesto artistico, quasi come un fumetto ante litteram, datato alla fine del XI secolo.

    Un’opera curiosa e significativa

    L’affresco rappresenta una scena curiosa e significativa: Sisinnio, un nobile dell’epoca di Nerva, è ritratto mentre esclama “Fili de le pute, traite!” durante un tentativo frustrato di catturare san Clemente I, noto per le sue conversioni miracolose di pagani al cristianesimo. La storia dietro questa esclamazione è tanto affascinante quanto il linguaggio usato. Sisinnio sospettava che il papa avesse stregato sua moglie, che recentemente aveva deciso di convertirsi al cristianesimo.

    Un miracolo raffigurato

    L’affresco non si limita a catturare un momento di tensione religiosa e personale tra il nobile e il santo, ma illustra anche un miracolo. Nella scena, il patrizio Sisinnio ordina ai suoi servi (Gosmario, Albertello e Carboncello) di legare e trascinare san Clemente. Tuttavia, invece di catturare il santo, Sisinnio e i suoi uomini finiscono per trascinare una pesantissima colonna di marmo, simbolo della loro impotenza e della potenza divina del santo.

    Un tesoro linguistico e storico

    Questa rappresentazione non solo offre uno spaccato della vita e delle tensioni del tempo, ma è anche una preziosa testimonianza della lingua volgare usata dal popolo nel XI secolo. La frase “Fili de le pute, traite!” non è solo una curiosità linguistica, ma una finestra sulla comunicazione quotidiana e le espressioni di frustrazione dell’epoca.

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      La Lanterna di Genova: Faro dell’Anno 2024 tra storia e innovazione

      Simbolo storico e culturale di Genova, la Lanterna ottiene un prestigioso riconoscimento internazionale, grazie ai suoi progetti di valorizzazione turistica e culturale.

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        La Lanterna di Genova, con i suoi 77 metri di altezza, è il faro più alto del Mediterraneo e secondo in Europa. Originariamente costruita nel XII secolo, ha raggiunto il suo aspetto attuale nel 1543. Recentemente, è stata premiata come “Faro dell’Anno 2024” dall’International Association of Marine Aids to Navigation and Lighthouse Authorities (IALA) di Parigi. Il riconoscimento, consegnato al sindaco Marco Bucci durante la Giornata Mondiale degli Ausili alla Navigazione Marittima, celebra l’importanza storica e culturale della Lanterna.

        Il sindaco Bucci ha espresso il suo orgoglio per il premio, sottolineando l’importanza di Genova nel panorama internazionale della navigazione. Durante la cerimonia, Bucci ha parlato dell’importanza della cooperazione internazionale e dell’innovazione tecnologica per la sicurezza della navigazione e la protezione dell’ambiente marino.

        L’assessore a Porto, Mare e Patrimonio, Francesco Maresca, ha evidenziato il ruolo cruciale della Lanterna nella promozione turistica e culturale di Genova. Grazie all’impegno delle amministrazioni e delle associazioni come Gli Amici della Lanterna, il faro ha registrato record storici di visite. Inoltre, nei prossimi anni, verrà realizzato il Parco della Lanterna, un grande spazio verde accessibile a tutti.

        La Lanterna di Genova ha una storia ricca e affascinante. Fin dal XII secolo, la torre è stata utilizzata come punto di riferimento per i naviganti, evolvendo nel tempo grazie a innovazioni come la lanterna ad olio di oliva del 1326 e i moderni sistemi ottici del XIX secolo. Durante i secoli, la Lanterna ha resistito a guerre, bombardamenti e intemperie, continuando a essere un simbolo di resilienza e innovazione.

        Oggi, la Lanterna non solo guida i naviganti, ma è anche un fulcro culturale e turistico, attirando visitatori da tutto il mondo e contribuendo a rafforzare l’identità e la storia di Genova.

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          Guida pratica al galateo dei ristoranti giapponesi: contanti, fumo e niente tovaglioli

          Ecco una guida essenziale per chi desidera mangiare nei ristoranti di Tokyo, dalla scelta dei locali al pagamento, senza dimenticare il galateo giapponese. Tutto ciò che serve sapere per vivere un’esperienza autentica nel Paese del Sol Levante.

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            I ristoranti giapponesi sono un’esperienza unica che va ben oltre il sushi. Tokyo, con i suoi 80.000 ristoranti, offre una varietà incredibile di scelte, dagli izakaya ai sunakku bar. Ecco alcuni consigli pratici per vivere serenamente la tua esperienza gastronomica in Giappone, soprattutto a Tokyo.

            La scelta del ristorante

            Tokyo è la città con la maggiore quantità di ristoranti al mondo, circa 80.000, con una varietà che riflette la sua vastità. La maggior parte dei ristoranti si specializza in un piatto specifico, come gli izakaya dove il cibo accompagna i drink. La città offre una vasta gamma di opzioni, dai locali di ramen ai sushi bar, fino ai baracchini di street food.

            Prezzi sorprendentemente accessibili

            Il Giappone può essere sorprendentemente economico. Con lo yen in svalutazione, un piatto semplice in un ristorante medio-basso costa tra 800 e 1.500 yen (meno di 10 euro). Anche il sushi, considerato un lusso, ha un prezzo accessibile: circa 4.000 yen (25 euro) per un piatto di 15 pezzi. Le birre medie costano generalmente 500 yen (3 euro).

            Contanti e pagamenti

            In Giappone l’uso del contante è molto diffuso. Molti ristoranti, soprattutto nei food district come i vicoli di Omoide Yokocho a Shinjuku, accettano solo pagamenti in contanti, rifiutando quelli elettronici.

            La lingua inglese

            Pochi giapponesi parlano inglese fluentemente. Fortunatamente, le foto dei piatti e le riproduzioni in plastica aiutano a scegliere cosa ordinare. Alcuni ristoranti utilizzano tabelloni elettronici per le ordinazioni, dove si paga in anticipo e si riceve un bigliettino da consegnare al cameriere.

            Strade e quartieri specializzati

            Tokyo ha quartieri specializzati in determinati piatti. Per esempio, la Ramen Street si trova nei sotterranei della Tokyo Station, mentre per il pesce fresco si va nei dintorni del vecchio mercato di Tsukiji.

            Mance e servizio

            In Giappone, le mance non sono necessarie e possono essere considerate offensive. Il servizio e il coperto non sono mai addebitati, salvo eccezioni come nel Golden Gai vicino a Shinjuku, dove alcuni locali prevedono un “cover charge”.

            Tovaglioli

            I tovaglioli sono rari nei ristoranti giapponesi. Viene fornita una salvietta umidificata all’inizio del pasto e minuscoli tovaglioli imbustati nei dispenser.

            Acqua e alcol

            L’acqua viene servita gratuitamente e in quantità desiderata. Le bevande alcoliche, come la birra locale (Sapporo, Asahi, Kirin) e il sake, sono le opzioni più comuni. Il sake offre una varietà sorprendente e vale la pena esplorarla.

            Fumo nei locali

            Contrariamente al divieto di fumare per strada e nei luoghi pubblici, molti ristoranti permettono di fumare all’interno. I locali che consentono il fumo sono spesso piccoli e segnalati da cartelli “smoking allowed”.

            Questi consigli ti aiuteranno a orientarti nei ristoranti di Tokyo, rendendo la tua esperienza culinaria più piacevole e autentica. Buon appetito!

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              Lifestyle

              Il 19 luglio riaprirà la Via dell’Amore. Finalmente!!

              Dal 26 luglio, l’accesso alla Via dell’Amore sarà su prenotazione e a pagamento, incluso nella Cinque Terre Card plus. I fondi raccolti saranno utilizzati per la manutenzione continua del sentiero.

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              la via dell'amore riapre dopo 12 anni

                Cinque Terre arriviamo…!!! Dopo 12 anni di chiusura a causa di una frana nel 2012 che ferì quattro persone, la Via dell’Amore, un sentiero di 900 metri che collega Riomaggiore a Manarola nel Parco Nazionale delle Cinque Terre, riaprirà il 19 luglio 2024. I lavori di messa in sicurezza sono durati circa due anni e mezzo, coinvolgendo operai, alpinisti, elicotteri e droni.

                Abbiamo atteso parecchio

                Il 19 luglio è stata organizzata una cerimonia locale per celebrare la riapertura, seguita da un evento con le autorità nazionali il 26 luglio. La sindaca di Riomaggiore, Fabrizia Pecunia, ha espresso soddisfazione per il traguardo raggiunto, auspicando una gestione sostenibile dei visitatori per evitare il turismo di massa.

                Per ora solo su prenotazioni

                Il comune di Riomaggiore e il Parco delle Cinque Terre stanno cercando un modello sostenibile per gestire l’afflusso turistico. Dal 26 luglio, l’accesso alla Via dell’Amore sarà su prenotazione e a pagamento, incluso nella Cinque Terre Card plus. I fondi raccolti saranno utilizzati per la manutenzione continua del sentiero.

                Previsto un costante monitoraggio del sentiero

                Il monitoraggio del sentiero sarà incrementato, con sostituzione periodica delle reti di contenimento. La Via dell’Amore sarà trasformata in un sito museale a cielo aperto, gestito da un soggetto specializzato per garantirne la tutela e la valorizzazione.

                Museo del Novecento

                Tra un anno a Manarola sarà aperto un nuovo museo del Novecento dedicato alla Festa dei Pittori, coinvolgendo artisti contemporanei e utilizzando parte della Via dell’Amore come spazio espositivo. Saranno realizzate mostre e installazioni artistiche, anche con l’uso della realtà aumentata.

                Un percorso unico al mondo…

                La Via dell’Amore è un percorso facile di 1,5 km, percorribile in circa 30 minuti. Costruita tra il 1926 e il 1928 durante i lavori per la linea ferroviaria Genova – La Spezia, offre una passeggiata panoramica lungo la costa, con tratti scavati nella roccia e viste mozzafiato sul mare.

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