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Cinema

Abbiamo provato i “Fagioli alla Bud Spencer”, anzi… di Bud Spencer!

Dal set dei film cult anni ’70 agli scaffali dei supermercati: i “Fagioli alla Bud Spencer” sono diventati un fenomeno commerciale. Creati dalla famiglia Pedersoli con la ricetta originale dell’attore, oggi sfidano colossi come Heinz e puntano a conquistare l’Europa. Un successo da 10 milioni di euro.

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    Bud Spencer – al secolo Carlo Pedersoli – non è solo sinonimo di cazzotti e spaghetti western, ma anche di pantagrueliche scorpacciate di fagioli. Quelle scene leggendarie, ripetute anche 15 volte sul set, hanno ispirato una vera e propria impresa alimentare: i “Fagioli alla Bud Spencer”. Nel 2024, la famiglia dell’attore ha deciso di mettere in commercio il prodotto, utilizzando la ricetta personale che l’attore aveva messo a punto durante le riprese.

    Il suo faccione conquista il supermercato

    Il suo volto iconico oggi su barattoli ben visibili tra gli scaffali dei supermercati italiani. L’etichetta promette borlotti piemontesi già stufati, conditi con pomodoro, cipolla, pancetta affumicata e spezie, secondo la “ricetta originale”. Un’operazione di marketing che ha superato le aspettative: da nicchia nostalgica a vera esplosione commerciale. I “Fagioli alla Bud” hanno già conquistato il 30% del mercato dei contorni in scatola, superando persino il marchio Heinz in Italia.

    Bud Power: l’azienda di famiglia che sfida i giganti

    Dietro al progetto c’è Bud Power, società fondata nel 2022 e controllata dalla famiglia Pedersoli. Il figlio Giuseppe, i nipoti Alessandro, Carlo Eduardo e Nicolò Denaro gestiscono l’attività con passione e spirito imprenditoriale. Dai 56mila euro del primo anno ai 624mila del 2023, si prevede un balzo clamoroso: 10 milioni di euro di fatturato nel 2025.

    Oltre i fagioli: birra e “pizzone” in arrivo

    Il successo non si ferma ai fagioli. A breve sarà lanciata la birra Bud Spencer, e dopo l’estate arriverà il “Pizzone di Bud”, altro omaggio gustoso e ironico all’amato attore. La linea vuole celebrare non solo la figura del personaggio cinematografico, ma anche i valori familiari, genuini e veraci che ha sempre rappresentato.

    Espansione europea e ricetta italiana DOC

    Oggi i barattoli firmati Bud Spencer sono in trattativa per entrare nei supermercati di Svizzera, Austria, Germania e Grecia. Una ricetta tutta italiana, con ingredienti di qualità, che punta a un pubblico internazionale, attratto dal gusto e dalla leggenda.

    Forse non tutti sanno che…

    Prima di diventare famoso sul grande schermo, l’attore è stato il primo italiano a nuotare i 100 metri stile libero sotto il minuto, stabilendo più volte il record nazionale. Partecipò a due Olimpiadi (Helsinki 1952 e Melbourne 1956) e vinse numerosi titoli italiani nel nuoto. Fu anche giocatore di pallanuoto con la Lazio e con la Nazionale, con cui conquistò l’oro ai Giochi del Mediterraneo del 1955. Sportivo completo, praticò anche pugilato, rugby e persino lotta libera. La sua prestanza fisica e il carisma lo resero poi perfetto per il cinema, portando sul set quell’energia e quella forza che avevano fatto di lui un campione nello sport.

    quando il cinema diventa business (e pure buono)

    I “Fagioli alla Bud Spencer” sono molto più di un’operazione nostalgia. Sono un esempio perfetto di come una passione autentica – per il cinema, per il cibo, per la famiglia – possa trasformarsi in una storia di successo tutta italiana. E come avrebbe detto Bud: “Dove c’è fagiolo, c’è casa”.

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      Cinema

      “I cocci rotti non si riaggiustano”: Micaela Ramazzotti riavvolge il nastro sul suo ex

      L’attrice torna alla ribalta con “30 notti con il mio ex”, ma è la sua vita privata ad attirare i riflettori: la separazione burrascosa da Paolo Virzì, l’amore ritrovato con Claudio Pallitto, una rissa pubblica e la riscoperta di sé. Un racconto che intreccia arte, emozioni e resilienza, tra cinema e realtà.

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        Il 17 aprile arriva nelle sale 30 notti con il mio ex di Guido Chiesa, una commedia per famiglie che segna il ritorno sul grande schermo di Micaela Ramazzotti. Ancora una volta interpreta una delle sue “pazzerelle”, personaggi eccentrici e vulnerabili, ma stavolta il copione sembra fondersi con la vita vera. Micaela non si nasconde più. Non solo nel film, ma soprattutto fuori dal set.

        La verità fa male (ma libera): la scelta di esporsi

        «La verità è bella perché è libera e ti mette in pace con te stessa», dichiara l’attrice. Dopo anni di silenzi, ha deciso di raccontare pubblicamente la sua verità, anche a costo di esporsi al giudizio. La separazione con Paolo Virzì non è stata indolore: accuse, insulti (“Brutta merda, mignotta”, le avrebbe urlato il regista), una lite che coinvolse anche il suo nuovo compagno Claudio Pallitto. «Quando c’è stata quella bufera, ho sentito cose brutte sul mio compagno. Mi hanno fatto male. Difendendolo, ho difeso anche me». Una presa di posizione netta, forte, che rivela una nuova Ramazzotti: più determinata, più consapevole.

        “I cocci a Roma finiscono al monte de’ cocci”: niente kintsugi, solo realtà

        Il film propone una riflessione delicata: è possibile ricostruire un rapporto finito? Ramazzotti risponde senza esitazioni: «Il kintsugi (l’arte orientale di riparare oggetti con l’oro, ndr) è poetico, ma non ci credo. Se si rompe qualcosa di profondo, resta rotto». E no, i cocci non si riaggiustano con l’oro: si buttano. Una dichiarazione che sembra una sentenza definitiva sul suo passato con Virzì. Nessuna possibilità di riconciliazione, solo l’accettazione delle crepe. E la forza di andare avanti.

        Una madre sincera, un’artista rinata

        Micaela non filtra nemmeno con i figli: «Con loro c’è sempre stata onestà intellettuale». Un esempio di maternità moderna, lontana dalla retorica zuccherosa. E come artista? Dice di essere cambiata. «Mi sentivo fragile, ho scoperto di essere una lottatrice». La famosa rissa con l’ex – dove avrebbe persino strappato e lanciato gli occhiali di Virzì – non è solo una scena da rotocalco, ma l’istantanea di un passaggio cruciale nella sua evoluzione personale e creativa.

        Dall’inferno al riscatto: l’amore con Pallitto e il futuro

        Claudio Pallitto, suo attuale compagno, presto marito, è stato bersaglio di critiche e commenti feroci. Ma Micaela lo ha difeso a spada tratta. «Non si attacca una persona per il fisico. Basta, se ne parla una volta sola. Colpo secco, stop». Una donna che si rialza, che non si lascia più mettere all’angolo, che trasforma le ferite in forza. Ramazzotti non solo torna al cinema, ma sembra voler riscrivere il proprio copione di vita: da protagonista, senza censure.

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          Cinema

          Mickey Rourke alla frutta: dai fasti di Hollywood al confessionale del Grande Fratello Vip

          Mickey Rourke, icona maledetta del cinema anni ’80, sbarca al Grande Fratello britannico e si racconta senza filtri: carriere naufragate, ruoli mancati, registi intimoriti e un’inarrestabile voglia di scrollarsi di dosso la reputazione da “bad boy”. Ecco perché ha detto “no” all’ennesimo film indipendente (brutto) e “sì” alla casa più spiata d’Inghilterra.

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            Da protagonista di cult – anzi, di stracult – come Nove Settimane e Mezzo e The Wrestler a concorrente del Grande Fratello britannico: Mickey Rourke ha scelto di stupire ancora una volta, anche se in modo decisamente alternativo. Durante il primo episodio del reality, ha già fatto discutere per un presunto ammiccamento alla conduttrice AJ Odudu. Ma è stata la sua intervista pre-show a far drizzare le orecchie a fan e critici: “La mia carriera? Una nave che affonda”.

            “Ne ho abbastanza di film indipendenti davvero brutti”

            Con la sincerità brutale che lo contraddistingue, Rourke ha dichiarato di aver accettato l’invito al reality per fuggire dall’ennesimo progetto cinematografico mediocre. “Preferisco starmene chiuso in una casa con sconosciuti piuttosto che girare un altro film indipendente di basso livello”, ha detto. La sua affermazione è diventata subito virale, facendo il giro del web e risollevando, paradossalmente, l’interesse per un artista che molti avevano dimenticato.

            Tra Oscar e rimpianti: “Ho rovinato tutto, ma è colpa mia”

            Rourke non si nasconde: ammette candidamente di essere il solo responsabile del declino della sua carriera. “Ho fatto degli errori, molti. Ma la colpa è tutta mia”, ha dichiarato al The Sun. E pensare che aveva toccato l’apice nel 2009 con la nomination all’Oscar per The Wrestler, film che ha segnato una breve e intensa rinascita artistica. Poi, di nuovo, il vuoto.

            Registi impauriti dalla sua reputazione: “Sono troppo schietto”

            Una lingua troppo tagliente e un carattere difficile da gestire. È questo, secondo lui, il motivo per cui i grandi registi lo evitano. “Vorrei lavorare ancora con gente seria, ma molti hanno paura di me. Non per colpa mia, ma per come vengo percepito.” Tra sincerità e autocritica, Rourke disegna il ritratto di un artista in cerca di riscatto, ma consapevole di aver chiuso troppe porte alle sue spalle.

            L’affondo indirizzato al collega Tom Cruise: “Stesso ruolo da 35 anni”

            Come se non bastasse, Rourke ha anche avuto modo di criticare pubblicamente Tom Cruise, reo – a suo dire – di “interpretare lo stesso ruolo da 35 anni”. Un commento velenoso, ma in perfetto stile Rourke: irriverente, fuori dagli schemi e totalmente disinteressato al politically correct. Il tipo di uscita che, ancora una volta, lo fa brillare… ma non sempre in positivo.

            Una nuova chance o ultimo colpo di testa?

            Cosa c’è davvero dietro la scelta di entrare al Grande Fratello? Una mossa disperata per tornare sotto i riflettori o l’ultima carta di un attore che ha ancora qualcosa da dire? Quel che è certo è che Mickey Rourke non smette di sorprendere. E, nel bene o nel male, continua a far parlare di sé.

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              Cinema

              Fenomeno blockbuster per A Minecratf Movie: quando il videogioco diventa un film

              Perchè al cinema piace così tanto Minecraft? Gran parte del merito è attribuibile al cast, costituito da attori molto amati dal pubblico… ma anche da una precisa strategia di marketing.

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                Il termine blockbuster nasce durante la II Guerra Mondiale, indicando un ordigno in grado di distruggere un intero isolato (block). Negli anni ’70, il termine è stato adottato dall’industria cinematografica per descrivere film di enorme successo commerciale, capaci di “fare esplodere” gli incassi al botteghino. Il primo esempio moderno è Lo squalo (1975) di Spielberg, seguito da Star Wars (1977). Oggi identifica un film con grandi investimenti, effetti speciali spettacolari e ampia distribuzione, pensato per attrarre il pubblico di massa.

                ​A Minecraft Movie, diretto da Jared Hess, può sicuramente fregiardi di questo ambito titolo. Ha debuttato nelle sale il 4 aprile 2025, ottenendo un successo straordinario al botteghino. Durante il weekend di apertura, il film ha incassato 162,8 milioni di dollari negli Stati Uniti e 150,7 milioni a livello internazionale, per un totale globale di 313,7 milioni di dollari. Questo risultato ha superato le aspettative dello studio, stabilendo un nuovo record per un film basato su un videogioco, superando The Super Mario Bros. Movie del 2023 .

                Una scena diventata virale

                Un elemento particolarmente apprezzato dal pubblico è stata la scena del “chicken jockey”, in cui il personaggio di Jason Momoa affronta uno zombie a cavallo di un pollo. Questa sequenza ha generato reazioni entusiastiche nelle sale e ha scatenato una tendenza virale sui social media, in particolare su TikTok.

                Perchè piace così tanto

                Il successo del film è attribuibile a diverse strategie di marketing efficaci, tra cui collaborazioni con brand iconici come McDonald’s e Oreo, che hanno contribuito ad aumentare la visibilità del film e ad attrarre un pubblico più ampio . Inoltre, l’ambientazione fedele al videogioco e la presenza di attori amati dal pubblico hanno reso il film particolarmente attraente per i fan di lunga data e per i nuovi spettatori.​

                Davvero un bel business

                Nonostante alcune recensioni miste da parte della critica, con un punteggio del 48% sul sito Rotten Tomatoes, il film ha ottenuto un’accoglienza calorosa dal pubblico, con un punteggio dell’86% . Questo dimostra come l’esperienza collettiva e l’entusiasmo dei fan possano avere un impatto significativo sul successo di un film.​ Con un budget di produzione di 150 milioni di dollari, “A Minecraft Movie” ha già ampiamente superato i costi, posizionandosi come uno dei film più redditizi dell’anno.

                Videogiochi su grande schermo: un’idea vincente

                Attualmente, è il quarto film con il maggior incasso del 2025, con un totale mondiale di 336,1 milioni di dollari. Questo successo evidenzia il crescente interesse di Hollywood verso le trasposizioni cinematografiche di videogiochi, che stanno diventando una fonte sempre più importante di proprietà intellettuali di successo. Un fenomeno culturale che ha saputo conquistare il pubblico grazie a una combinazione di fedeltà al materiale originale, interpretazioni carismatiche e strategie di marketing mirate. Il suo impatto sul box office e sulla cultura popolare suggerisce che le trasposizioni di videogiochi potrebbero continuare a dominare il panorama cinematografico nei prossimi anni.

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