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Cinema

Come mamma l’ha fatto: Jude Law in Eden, dove si mostra in un nudo integrale

In gergo cinematografico si parla di “full-frontal”, quandoun nudo maschile presenta tutti i dettagli del caso, facendo cadere anche l’ultimo dei tabù…

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    Immaginiamo le tante fan dell’attore Jude Law che, nel prossimo film da lui interpretato – ititolato Eden e diretto da Ron Howard – portanno coronare un loro sogno proibito. La pellicola che il prossimo mese aprirà il 42esimo Torino Film Festival, lo mostrerà infatti per la prima volta in un nudo integrale.

    Una storia vera

    Il film si basa sulla storia realmente accaduta ad alcuni coloni europei che arrivarono sull’isola Floreana, situata nell’arcipelago delle Galápagos in Ecuador. Il film è stato recentemente presentato in anteprima mondiale al Toronto International Film Festival. Per il momento non si conosce nessuna data su quando avverrà la distribuzione in sala.

    L’ho fatto perchè serviva a ritrarre il personaggio

    Intervistato dalla testata Variety a proposito del film in uscita, a Law è stato chiesto di parlare di questa particolare scena. La sua risposta è stata molto semplice: l’ha accettata di buon grado perché il film la richiedeva: “Era nella sceneggiatura”, ha spiegato Law. “Era una chiara dichiarazione di chi fosse questo personaggio. Era importante farlo”.

    Un progetto con una lunga gestazione

    Eden, come detto in precedenza, è diretto e prodotto da Howard da una sceneggiatura scritta insieme a Noah Pink. Il regista sta sviluppando questo progetto da oltre dieci anni. Inoltre, il celebre compositore Hans Zimmer si riunirà con lui per la decima volta nelle loro rispettive carriere. Zimmer, autore di fama, è il responsabile di colonne sonore di pregio come quelle per Il gladiatore, Mission: Impossible 2, La strada per El Dorado, Black Hawk Down, Hannibal, L’ultimo samurai, Il codice da Vinci, I Simpson – Il film, Angeli e Demoni e Sherlock Holmes.

    La trama

    Il dottor Friedrich Ritter (interpretato da Law) è un filosofo tedesco che, insieme alla moglie Dora (Kirby), cerca di ritagliarsi un’esistenza utopica sull’isola. Tuttavia, il paradiso della coppia viene sconvolto dall’arrivo di altri coloni, tra cui una donna, interpretata da Sydney Sweeney, la cui scena del parto in una grotta circondata da cani selvatici attribuisce alla pellicola una particolarissima energia ferina. “Ha capito tutto”, ha detto Howard dell’interpretazione della Sweeney. “Era una scena cruda, e lei era molto presa”.

    Un personaggio in scontro frontale con quello principale

    Successivamente entra in scema la Baronessa interpreta da Ana de Armas, un’ereditiera che intende trasformare l’isola in un impero alberghiero. “Ho avuto un po’ di paura”, ha ammesso la de Armas a proposito del suo ruolo, aggiungendo: “Era davvero fuori dagli schemi, ma Ron mi ha sostenuto ed entusiasmato”. L’arrivo caotico di questo personaggio, totalmente intenzionato a stravolgere l’assetto dell’isola, crea una lotta di potere con il dottor Ritter, i cui ideali nietzschiani vengono messi alla prova.

    L’attore protagonista, molto amato dalle donne

    David Jude Heyworth Law (questo il suo nome completo) è un attore britannico nato a Londra nel 1972. Tra i suoi ruoli più noti si ricordano Dickie Greenleaf ne Il talento di Mr. Ripley (1999), il Dottor Watson in Sherlock Holmes (2009) e Sherlock Holmes – Gioco di ombre (2011) e Albus Silente nella serie di film Animali fantastici. Diretto da Paolo Sorrentino ha interpretato il ruolo di Papa Pio XIII nelle serie tv The Young Pope e The New Pope.

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      Il Gladiatore 2: caro Ridley Scott che pasticcio. Hai fatto un sequel tra epicità e anacronismi

      Il seguito del film di successo con Russell Crowe si prende alcune contestate libertà nella ricostruzione dell’impero romano.

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        Il Gladiatore 2 è un film che ha suscitato reazioni contrastanti negli Stati Uniti sin dalla sua uscita. In Italia dal 14 novembre. Mentre alcuni lo hanno accolto con entusiasmo, altri lo hanno criticato aspramente, definendolo un’opera poco fedele alla storia e incapace di replicare il successo del primo capitolo. E d’altra parte non era un impresa per nulla facile…Le critiche verso questa seconda puntata sono diverse e arrivano da tutte le direzioni. Tra le primcipali critiche avanzate dagli storici ci sono gli squali nel Colosseo e il tè servito nell’antica Roma. In sintesi il film è accusato di una scarsa accuratezza storica. La professoressa Shadi Bartsch, esperta di storia romana, ha sottolineato numerosi anacronismi e imprecisioni presenti nel moovie. E con l’aiuto dell’esperta vediamo di analizzarne qualcuna.

        Ecco le scene più contestate

        Per prima cosa si contestano gli squali nel Colosseo. L’idea di far combattere gladiatori contro squali è stata definita “pura spazzatura hollywoodiana“. Non solo non esistono prove storiche di tali eventi, ma è anche logisticamente impossibile riempire il Colosseo con l’acqua necessaria per ospitare creature così grandi. Seconda contestazione: i rinoceronti cavalcati. Sebbene sia documentato l’uso di rinoceronti nei giochi romani, non esistono prove che i gladiatori li cavalcassero. E infine la questone del Tè e…dei giornali nell’antica Roma. La scena in cui un nobile romano beve tè e legge il giornale è un chiaro anacronismo, poiché entrambe le invenzioni sono successive di molti secoli. E quindi sono state create appositamente o sono vere e proprie sviste? Forse la prima è la versione più accreditata…?

        Un Gladiatore troppo fedele all’originale?

        Un’altra importante critica riguarda la struttura narrativa del film. Il Gladiatore 2 sembra quasi una ripetizione del primo capitolo, con un protagonista che intraprende un percorso di vendetta simile a quello di Massimo Decimo Meridio. Questa scelta narrativa, pur garantendo una certa continuità, ha reso il film meno originale e meno sorprendente. Inoltre, il film sembra volersi appoggiare eccessivamente al successo del primo capitolo, citando frasi celebri e riprendendo alcuni elementi iconici. Questa scelta, se da un lato può accontentare i fan della saga, dall’altro rischia di soffocare l’originalità del nuovo film. Quindi un flop? Nemmeno per sogno…

        …dai qualcosa da salvare lo troviamo…!

        Per prima cosa si salva la sua spettacolarità. Le scene d’azione sono ben coreografate e visivamente impattanti, offrendo al pubblico uno spettacolo epico e coinvolgente. A seguire il cast stellare. A partire dal regista Ridley Scott abbiamo anche Paul Mescal, Pedro Pascal, Connie Nielsen, Denzel Washington, Djimon Hounsou, Joseph Quinn, May Calamawy, Fred Hechinger. E ci fermiamo qui. Attori di grande talento, che danno vita a personaggi complessi e affascinanti. Insomma Il Gladiatore 2 è un film assai divisivo che farà parlare molto le critiche e il pubblico. Ha il merito di riportare in vita un franchise amatissimo dal pubblico. Tuttavia, la sua eccessiva fedeltà al primo capitolo, unita a una certa leggerezza nei confronti della storia, ha limitato il suo potenziale.

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          Cinema

          Sister Act 3: il saluto di Whoopi Goldberg a Maggie Smith e i cambiamenti in arrivo

          Ospite al The Tonight Show di Jimmy Fallon, Whoopi Goldberg ha condiviso aggiornamenti sui lavori di Sister Act 3, spiegando come la morte di Maggie Smith abbia portato a ridefinire il film. Nonostante il dolore per la perdita, Goldberg è determinata a portare avanti il progetto, omaggiando così l’indimenticabile attrice che per decenni ha incarnato il ruolo della Madre Superiora.

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            La morte di Maggie Smith, scomparsa lo scorso 27 settembre, ha segnato profondamente il cast e la produzione di Sister Act 3, il tanto atteso nuovo capitolo della saga che ha reso celebri Whoopi Goldberg e la sua “svitata in abito da suora”. In un’intervista a The Tonight Show Starring Jimmy Fallon, Goldberg ha raccontato di aver dovuto affrontare la perdita della collega e amica. “Dobbiamo fare alcuni aggiustamenti perché, come sai, abbiamo appena perso Maggie Smith. Ma ce la faremo. Solo che è un cambiamento”, ha dichiarato.

            Il progetto di Sister Act 3, annunciato da Goldberg lo scorso marzo, era già in fase di scrittura quando la star aveva confermato la propria partecipazione. Nonostante l’impegno e l’entusiasmo, Whoopi aveva confidato di avere un ruolo limitato nella sceneggiatura: “È difficile fare tutto e mi piace pensare di poterlo fare, ma ho capito che non posso fare così tante cose contemporaneamente come vorrei”. La perdita di Maggie Smith ha inevitabilmente impresso un nuovo corso alla sceneggiatura, che ora sarà rivista per omaggiare l’indimenticabile attrice britannica.

            L’affetto di Goldberg per la “Madre Superiora”

            In passato, Whoopi Goldberg aveva rivelato di aver offerto il ruolo della Madre Superiora a Maggie Smith, confermando la volontà di coinvolgere la sua cara amica nel nuovo capitolo della saga. “Se hai bisogno che si venga qui a girare e fare tutto ciò che serve, faremo tutto ciò che vuoi si faccia. Ma non vogliamo farlo senza di te, Maggie”, aveva detto Goldberg in un talk show britannico. Purtroppo, l’attrice britannica è scomparsa prima di poter realizzare quest’ultimo desiderio. “Era una grande donna e un’attrice brillante”, ha ricordato Goldberg, sottolineando quanto sia stata fortunata ad aver potuto lavorare con una persona di tale talento e umanità.

            Un’eredità cinematografica e affettiva

            Il personaggio di Deloris Van Cartier, interpretato da Goldberg, ha conquistato generazioni di fan fin dal primo film nel 1992, con il sequel, Sister Act 2 – Più svitata che mai, che uscì l’anno successivo. Nei panni di una cantante costretta al convento sotto copertura, Deloris è diventata una figura iconica, e Maggie Smith, con la sua Madre Superiora severa ma premurosa, ne è stata l’irresistibile contraltare. La perdita di Maggie Smith rappresenta per Goldberg e i fan non solo l’assenza di una grande interprete, ma un vuoto che sarà difficile colmare in un capitolo conclusivo che ora dovrà fare a meno della sua presenza.

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              Cinema

              La Warner non vuole far vedere il nuovo film di Clint Eastwood e lui si prende la rivincita

              Una doppia soddisfazione per luna leggenda del cinema a stelle e strisce: la vittoria del suo candidato preferito e il responso positivo del botteghino al suo ultimo film, sul quale la Warner Bros. ha mostrato di non credere, limitandone la distribuzione.

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                Clint Eastwood, attore e regista fra i più famosi e longevi di Hollywood, si avvia a chiudere la sua leggendaria carriera con Giurato numero 2, un nuovo film che tratta dilemmi morali e personali. Il volto che ha incarnato il personaggio duro e imperturbabile nella Trilogia del dollaro di Sergio Leone ha goduto di una carriera lunga e prestigiosa, con oltre 3,8 miliardi di dollari guadagnati globalmente dai suoi film.

                La distribuzione è stata ridotta al minimo

                Adesso, a 94 anni, si trova a presentare quello che potrebbe essere il suo ultimo lavoro. Anche se la storica collaborazione con Warner Bros. sembra essere giunta a una conclusione brusca: il distributore ha infatti deciso di far girare Giurato numero 2 solo in poche sale, limitando di fatto la visibilità del film.

                La trama

                La pellicola narra la storia di Justin Kemp, interpretato da Nicholas Hoult, un affermato giornalista che conduce una vita apparentemente perfetta accanto alla moglie Ally (Zoey Deutch), in attesa del loro primo figlio. Tuttavia, un oscuro segreto tormenta Justin: tempo prima, ha accidentalmente investito e ucciso una giovane donna, credendo inizialmente che si trattasse di un cervo. Quando si trova a ricoprire il ruolo di giurato in un processo per omicidio che coinvolge un uomo accusato della morte della stessa ragazza, Justin si ritrova intrappolato in un grande dilemma: svelare la verità e rischiare di finire in carcere, privando il proprio figlio del padre o mantenere il segreto in nome della sua famiglia?

                I critici concordi

                I critici che hanno già visto il film di Clint Eastwood (da noi uscirà il prossimo 14 novembre), l’hanno descritto che si tratta di un buon film, sugli standard di quelli che il regista ha realizzato nei tempi d’oro della sua carriera da director negli anni ’90 e 2000. Nonostante la qualità del film, Warner Bros. ha scelto di relegarlo a un circuito limitato di proiezioni.

                Il perchè della decisione Warner e la reazione di Eastwood

                Una decisione legata ai risultati commerciali deludenti delle ultime opere di Eastwood, tra cui Cry Macho, che ha incassato solo 10 milioni di dollari a fronte di un budget di 30. L’attuale CEO di Warner Bros. ha messo in chiaro fin da subito che non avrebbe continuato a finanziare progetti non redditizi, sottolineando che, pur rispettando la carriera di Eastwood, la priorità rimane il business. In risposta, Eastwood ha scelto di non partecipare alla promozione del film, incluse le proiezioni al prestigioso AFI Fest di Los Angeles, lasciando che sia il film stesso a comunicare il suo messaggio.

                Le prime cifre d’incasso danno ragione alla leggendaria star

                Con l’elezione di Trump l’attore-regista si prende però una rivincita, in versione doppia. Non solo nelle urne, lui Repubblicano convinto fin dal 1951, quando si iscrisse nel registro del partito… ma anche in sala. Perché in quei pochi giorni e sale dove ha trovato accoglienza, gli incassi hanno sorriso a Giurato numero 2. Si parla di una cifra, in tre giorni, di circa 275mila dollari negli Usa, in 35 sale. Senza parlare del mercato internazionale, con 5 milioni di euro al debutto, 3 dei quali solo in Francia. Per alcuni si tratta di uno dei film più belli della sua strepitosa carriera, dal ritmo perfetto, dove nessuno esce impunito, con interpretazioni da applausi.

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