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Cinema

Enrico Vanzina: «Sordi, Boldi, Bellucci e Clint Eastwood: la mia vita è un film»

Tra litigi sul set, incontri con star hollywoodiane e una Monica Bellucci in veste di mediatrice, Enrico Vanzina celebra il cinema che fa ridere e la magia delle commedie italiane.

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    Enrico Vanzina, figura iconica del cinema italiano, torna sotto i riflettori con il suo nuovo libro “Noblesse oblige”, un romanzo umoristico che ricrea l’atmosfera delle commedie italiane degli anni Ottanta. In un’intervista al Corriere della Sera, il regista e sceneggiatore ha condiviso momenti indimenticabili della sua carriera, fatta di successi, risate e incontri unici.

    Il bimbo Plasmon di Sordi

    Tra i racconti più spassosi emerge quello sull’amicizia tra suo padre Stefano Vanzina (noto come Steno) e Alberto Sordi. Enrico ricorda come il grande attore romano rispondesse alle domande sul perché non avesse avuto figli: “Tirava fuori dal portafoglio la foto del bimbo Plasmon e diceva: ‘Ma chi glielo ha detto che non ne ho? Guardi qui che bel pacioccone’. Poi lo baciava gridando: ‘Bello de papà, quanto te voglio bene!’”.

    Boldi tra i cactus

    Un altro aneddoto riguarda un litigio sul set di “Sognando la California”, nel 1991. Massimo Boldi, offeso per un rimprovero di Carlo Vanzina, si allontanò a piedi nel deserto americano: “Camminò finché non diventò un puntino lontano tra i cactus. Poi si fermò e cominciò a gridare disperato: ‘Aiuto! Venite a prendermi’”. La tensione durò poco e il gruppo riprese a lavorare serenamente.

    Il confronto con Clint Eastwood

    Non mancano gli incontri hollywoodiani: durante il casting di “Miliardi” a Los Angeles, Enrico si trovò faccia a faccia con un furioso Clint Eastwood: “Avevo parcheggiato nella sua area riservata. Mi aspettava seduto sul cofano, con lo sguardo glaciale dell’ispettore Callaghan. ‘Questo spazio è mio’, ringhiò. Gli dissi: ‘Scusi, sono italiano, amico di Sergio Leone’. Fortunatamente, funzionò.”

    Monica Bellucci e il dialetto umbro

    Nel film “I mitici”, Monica Bellucci doveva recitare con un forte accento umbro, ma sorprendentemente non lo parlava: “L’abbiamo mandata da un coach esperto di umbro-marchigiano. Poi, per ringraziarci, ci aiutò a vendere le VHS del film: si presentò elegantissima a una cena con un potenziale cliente. Quando entrò, calò il silenzio. Ovviamente abbiamo piazzato le cassette.”

    Un libro come un film comico

    Enrico Vanzina descrive il suo nuovo romanzo come un omaggio alla commedia italiana: “‘Noblesse oblige’ è un film comico su carta, un viaggio nell’Italia del 1980, quando si andava al cinema a ridere dell’Italia stessa. Quel rito purtroppo si è perso, ma spero che questo libro restituisca un po’ di quella magia.”

    Con una carriera ricca di successi, storie e incontri memorabili, Enrico Vanzina continua a reinventarsi, rimanendo fedele alla sua visione del cinema e della vita: un mix di leggerezza, ironia e un pizzico di nostalgia.

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      Cinema

      Fenomeno blockbuster per A Minecratf Movie: quando il videogioco diventa un film

      Perchè al cinema piace così tanto Minecraft? Gran parte del merito è attribuibile al cast, costituito da attori molto amati dal pubblico… ma anche da una precisa strategia di marketing.

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        Il termine blockbuster nasce durante la II Guerra Mondiale, indicando un ordigno in grado di distruggere un intero isolato (block). Negli anni ’70, il termine è stato adottato dall’industria cinematografica per descrivere film di enorme successo commerciale, capaci di “fare esplodere” gli incassi al botteghino. Il primo esempio moderno è Lo squalo (1975) di Spielberg, seguito da Star Wars (1977). Oggi identifica un film con grandi investimenti, effetti speciali spettacolari e ampia distribuzione, pensato per attrarre il pubblico di massa.

        ​A Minecraft Movie, diretto da Jared Hess, può sicuramente fregiardi di questo ambito titolo. Ha debuttato nelle sale il 4 aprile 2025, ottenendo un successo straordinario al botteghino. Durante il weekend di apertura, il film ha incassato 162,8 milioni di dollari negli Stati Uniti e 150,7 milioni a livello internazionale, per un totale globale di 313,7 milioni di dollari. Questo risultato ha superato le aspettative dello studio, stabilendo un nuovo record per un film basato su un videogioco, superando The Super Mario Bros. Movie del 2023 .

        Una scena diventata virale

        Un elemento particolarmente apprezzato dal pubblico è stata la scena del “chicken jockey”, in cui il personaggio di Jason Momoa affronta uno zombie a cavallo di un pollo. Questa sequenza ha generato reazioni entusiastiche nelle sale e ha scatenato una tendenza virale sui social media, in particolare su TikTok.

        Perchè piace così tanto

        Il successo del film è attribuibile a diverse strategie di marketing efficaci, tra cui collaborazioni con brand iconici come McDonald’s e Oreo, che hanno contribuito ad aumentare la visibilità del film e ad attrarre un pubblico più ampio . Inoltre, l’ambientazione fedele al videogioco e la presenza di attori amati dal pubblico hanno reso il film particolarmente attraente per i fan di lunga data e per i nuovi spettatori.​

        Davvero un bel business

        Nonostante alcune recensioni miste da parte della critica, con un punteggio del 48% sul sito Rotten Tomatoes, il film ha ottenuto un’accoglienza calorosa dal pubblico, con un punteggio dell’86% . Questo dimostra come l’esperienza collettiva e l’entusiasmo dei fan possano avere un impatto significativo sul successo di un film.​ Con un budget di produzione di 150 milioni di dollari, “A Minecraft Movie” ha già ampiamente superato i costi, posizionandosi come uno dei film più redditizi dell’anno.

        Videogiochi su grande schermo: un’idea vincente

        Attualmente, è il quarto film con il maggior incasso del 2025, con un totale mondiale di 336,1 milioni di dollari. Questo successo evidenzia il crescente interesse di Hollywood verso le trasposizioni cinematografiche di videogiochi, che stanno diventando una fonte sempre più importante di proprietà intellettuali di successo. Un fenomeno culturale che ha saputo conquistare il pubblico grazie a una combinazione di fedeltà al materiale originale, interpretazioni carismatiche e strategie di marketing mirate. Il suo impatto sul box office e sulla cultura popolare suggerisce che le trasposizioni di videogiochi potrebbero continuare a dominare il panorama cinematografico nei prossimi anni.

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          Cinema

          Tom Cruise torna a Cannes con l’ultima missione impossibile (e qualche stunt in più)

          Il 14 maggio Tom Cruise sarà al festival di Cannes per salutare il pubblico con l’ultimo capitolo della saga di Ethan Hunt. Fuori concorso, ma sempre al centro della scena. Accanto a lui, il regista McQuarrie e il cast. E un aneddoto d’infanzia che spiega perché non ha mai smesso di saltare nel vuoto.

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            Tom Cruise non sa stare lontano dal set. E nemmeno da Cannes. Il divo hollywoodiano più cinefilo di sempre torna sulla Croisette per presentare in anteprima Mission: Impossible – The Final Reckoning, l’ultimo capitolo della saga che lo ha reso leggenda come Ethan Hunt. Fuori concorso, ma dentro il cuore del festival: mercoledì 14 maggio il red carpet del Grand Théâtre Lumière sarà tutto per lui.

            Sarà la terza volta a Cannes per Cruise, dopo il debutto del 1992 con Cuori ribelli di Ron Howard e la trionfale apparizione del 2022 per Top Gun: Maverick, che gli valse la Palma d’oro onoraria e una masterclass memorabile. Quel giorno raccontò la sua infanzia fatta di sogni e lavoretti per racimolare i soldi del biglietto al cinema: “Spalavo neve, vendevo cartoline, tagliavo l’erba. Tutto per vedere un film”. E poi lo slancio verso il vuoto: “A quattro anni volevo un paracadute, me ne feci uno con le lenzuola e mi buttai dal tetto. Atterrai così forte da vedere le stelle in pieno giorno”.

            Da allora, Tom Cruise non ha più smesso di saltare. A 62 anni fa ancora i suoi stunt, si attacca agli aerei in decollo, scala grattacieli, guida moto da cross giù per dirupi. Perché? “Per me è come chiedere a Gene Kelly perché ballava”, spiegò sempre a Cannes.

            A salutarlo in questa nuova “ultima missione” ci saranno il regista e sceneggiatore Christopher McQuarrie e il cast al completo. Sullo sfondo, la Montée des Marches, pronta ad accogliere ancora una volta l’unico uomo capace di rendere credibile l’impossibile.

            Perché Cruise sarà anche fuori concorso, ma in quanto a presenza scenica resta sempre il protagonista assoluto.

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              Cinema

              Oltraggio… alla logica: Riccardo Schicchi torna a far parlare di sé, pure da morto

              La nuova edizione di Oltraggio al Pudore, autobiografia del re del porno Riccardo Schicchi, riaccende i riflettori su trent’anni di bluff, amori ungheresi, fantasmi di Moana Pozzi e porno-verità mai svelate. Tra Eva Henger, Cicciolina e i fake su Pacciani, il porno italiano degli anni ’90 non smette di scandalizzare. Riccardo Schicchi fu un visionario? Sicuramente. Un bluffatore? Anche. Un protagonista? Sempre. Ma come ogni mito, è bene leggerlo con spirito critico… e magari con una buona dose di ironia.

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                A trent’anni dalla prima uscita, Oltraggio al Pudore di Riccardo Schicchi torna sugli scaffali in una nuova edizione, rivisitata ma non aggiornata. Prefazione della porno-segretaria Debora Attanasio, postfazione di Eva Henger e tanta nostalgia per un porno italiano che fu più trash che rivoluzionario. Niente inediti, solo la voglia di santificare un uomo che ha “inventato” l’hard italiano, ma che nella seconda parte della sua carriera ha collezionato più scivoloni che successi.

                Cicciolina, Koons e l’ultima notte con Schicchi

                Tra le pagine, Schicchi racconta di Ilona Staller, la sua musa e amante per oltre 10 anni. La loro relazione non monogama finisce quando Cicciolina si innamora dell’artista Jeff Koons e lo sposa. Ma non prima di un’ultima notte di sesso, proprio mentre lei si stava preparando per andare all’altare. Tutto documentato… da lui, ovviamente. Secondo Ilona, invece, fu Schicchi a non voler figli da lei, per paura di “rovinare la fantasia” dei fan. Una lettura inquietante e rivelatrice di quanto marketing e carne potessero fondersi nel personaggio di Cicciolina.

                L’improbabile porno-verità su Moana Pozzi: la versione di Eva

                Eva Henger, altra musa-schicchiana, sgancia la bomba: “Moana non è morta nel 1994. Il 14 settembre telefonò a Riccardo dicendo che stava meglio. È morta dopo, ma ha voluto sparire prima.” Un giallo degno di un film, con Schicchi regista occulto della “morte mediatica” dell’icona Moana Pozzi. E intanto lui, l’8 settembre, la annunciava in arrivo al Mi-Sex… quando secondo la versione ufficiale era già allettata in fin di vita a Lione. Qualcuno mente. Ma chi?

                L’illusione Mercedes Ambrus: la “porno vergine”

                Tra Ilona e Eva, spunta Mercedes Ambrus. Riccardo la promuove come “la vergine del porno”. Una trovata pubblicitaria ai limiti del comico, considerando che – parole sue – “non l’ha nemmeno mai avuta”. Eppure per anni ci ha creduto. O ha finto di crederci. O entrambe.

                Il “bluff a luci rosse” con Gessica e il mostro di Firenze

                Nel declino degli anni ’90, Schicchi tenta il colpo mediatico più assurdo: spinge la spogliarellista Gessica Massaro come amante segreta di Pietro Pacciani, il presunto Mostro di Firenze. Convoca una conferenza stampa, promette un video hard mai esistito e viene ridicolizzato da tutta la stampa. Lui voleva tornare sotto i riflettori, ma finisce nella rubrica del trash. La pornografia diventa buffonata, e Schicchi ne è il protagonista stanco.

                Schicchi e il porno che (non) voleva il futuro

                Con l’arrivo del web, Schicchi si tira indietro. Rifiuta la rivoluzione digitale, resta aggrappato al porno “di una volta” e perde il controllo del suo impero. Le sue ultime produzioni sono grottesche, pasticciate, senza né eros né visione. Un crollo lento ma inesorabile, quello del pioniere che non ha saputo evolversi.M

                ito, bluff o genio del marketing?

                La nuova edizione di Oltraggio al Pudore è il tentativo postumo di riportare Schicchi al centro del dibattito culturale sul porno italiano. Ma a leggerla oggi, la sua vita somiglia più a un romanzo tragicomico che a un’epopea rivoluzionaria.

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