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Cinema

Lo sapevate che John Belushi doveva essere un Ghostbuster?

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    La coppia John Belushi-Dan Aykroyd è indissolubilmente legata al successo mondiale dei Blues Brothers. Un’idea che debuttò il 22 aprile 1978, durante una delle tre puntate condotte dal comico Steve Martin dello show più visto della televisione americana. Stiamo naturalmente parlando del seguitissimo Saturday Night Live.

    La genesi del fratelli del blues

    Cantando in diretta Hey Bartender, un brano del 1955 di Floyd Dixon, nascevano i due personaggi destinati a diventare una vera e propria icona della cultura pop. Due anni dopo il regista John Landis trasforma quello sketch in un film, The Blues Brothers. Un film in grado di guadagnare 115 milioni di dollari (costato 27,5 milioni, dieci in più del budget iniziale previsto), entrando di diritto nella storia del cinema.

    Un progetto per cavalcare nuovamente il successo del duo

    Dopo il successo del film, Dan Aykroyd si mette al lavoro su un nuovo progetto, pensato per tornare in scena con il suo amico John Belushi. Cavalcando in quel modo l’ondata di successo che li aveva letteralmente investiti. Stiamo parlando di Ghostbusters, un vero e proprio punto di riferimento per la commedia e la cultura sci-fi degli anni ’80. Aykroyd lo scrive pensando proprio al suo compagno. Ma Belushi scompare il 5 marzo 1982 all’interno dello Chateau Marmont di Los Angeles per overdose. Hollywood al completo e in particolare il suo amico Dan sono sconvolti.

    Evocato in un modo originale

    L’amico cerca ugualmente di inserire in qualche modo il “fantasma” di Belushi all’interno della sceneggiatura. Originariamente Belushi avrebbe dovuto interpretare Peter Venkman, ruolo che successivamente viene dato a Bill Murray (anche Eddie Murphy avrebbe dovuto essere nel cast). Ma in qualche modo l’attore scomparso viene evocato all’interno del film…

    Sotto forma di ectoplasma verde

    Steve Johnson, designer degli effetti speciali, racconta la genesi del personaggio di Slimer: “Fu l’esperienza più orrenda e fastidiosa che abbia mai avuto lavorando con direttori artistici, produttori e registi. All’inizio, mi chiesero un “sorriso con le braccia”: dagli il 13% in più di pathos, mettigli le orecchie, togligli le orecchie, meno pathos, più pathos, allargagli il naso, ora il suo naso è troppo grande, rendilo più piccolo. Rendilo più cartoonesco, rendilo meno cartoonesco.’ Mi sono quasi tagliato la testa durante quel processo”. Johnson ad un certo punto racconta di aver pensato a Belushi: “Recuperai una una pila di foto di John Belushi, ci versai sopra della cocaina e iniziai a dividerla in linee. Fu in quei momento che il fantasma di Belushi arrivò a dami l’ispirazione per il film, e a dirmi di smettere di drogarmi”. Con l’ectoplasma Slimer viene quindi trovato il modo per avere Belushi nel film. “È solo un sorriso con le braccia, come farò a farlo sembrare John Belushi?” aggiunge Johnson. Ma, vedendo Ghostbusters, ci si può rendere conto di quanto il risultato fu incredibile, rendendo omaggio al grande attore scomparso.

      Cinema

      Nel 2025 Ficarra e Picone saranno due dei mille garibaldini… tutti da ridere

      Una grande produzione da 18 milioni di euro che unisce Medusa e Rai Cinema con Tramp Limited e Bibi Film in collaborazione con Netflix. L’arrivo nelle sale è previsto per il 16 gennaio 2025, con lo sbarco nella successiva primavera su Mediaset e poi sulla Rai

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        Mentre il regista Roberto Andò stava girando La stranezza aveva già in mente di fare un film d’avventura riproponendo i tre attori principali, mescolando dramma e comicità, come spesso accade nella vita reale. Nasce così L’abbaglio, una pellicola dedicata alla storica impresa dei Mille nel 1860, attualmente in lavorazione in Sicilia. La triade attoriale che ritorna è naturalmente formata dal duo Ficarra e Picone, con l’aggiunta di Toni Servillo, che nel primo film interpretava Luigi Pirandello.

        Garibaldi e i suoi compromessi

        “Quello è stato un periodo di storia talmente cruciale, denso, dove si muovono idealità pure, basta leggere le cronache dell’epoca. C’era allora – dice ancora il regista – un entusiasmo interessato da parte di questi ragazzi che molto spesso erano musicisti, artisti. E poi si vede anche come Garibaldi si trovi allora costretto a far passare dei compromessi, una cosa che purtroppo anticipa l’oggi”.

        La trama

        Garibaldi inizia da Quarto l’avventura dei Mille circondato da giovani idealisti giunti da tutta Italia e da un fedele gruppo di ufficiali, tra i quali il colonnello palermitano Vincenzo Giordano Orsini (interpretato da Toni Servillo). Tra i militi reclutati ci sono anche due siciliani: Domenico Tricò, contadino emigrato al Nord, e Rosario Spitale, illusionista. Sbarcati in Sicilia, a Marsala, i Mille scoprono come l’esercito borbonico abbia un’enorme preponderanza numerica. Garibaldi escogita così un piano ingegnoso affidando una manovra diversiva al colonnello Orsini che si rivela vincente.

        Arriverà anche in tv

        Una grande produzione da 18 milioni di euro che unisce Medusa e Rai Cinema con Tramp Limited e Bibi Film in collaborazione con Netflix. L’arrivo nelle sale è previsto per il 16 gennaio 2025, con lo sbarco nella successiva primavera su Mediaset e poi sulla Rai

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          Cinema

          Chaplin amò oltre duemila donne! Ma che playboy l’indimenticabile interprete di Charlot…

          In una nuova biografia su Charlie Chaplin, lo scrittore Peter Ackroyd getta luce su aspetti oscuri della vita del leggendario attore-regista. Rivela una sconcertante ossessione di Chaplin per le giovani donne, una tematica che sta scuotendo l’opinione pubblica. Attraverso una narrazione avvincente, Ackroyd esplora le intricanti sfaccettature della vita sentimentale e sessuale di Chaplin, offrendo uno sguardo penetrante sul genio e sulle ombre che lo hanno accompagnato lungo la sua straordinaria carriera.

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            Per lui le giovani donne rappresentavano una specie di ossessione. E’ quello che sostiene lo scrittore Peter Ackroyd che, di recente, ha pubblicato una biografia su Charlie Chaplin. Un libro che, visto il suo contenuto, sta facendo discutere non poco l’opinione pubblica. Il geniale attore-regista avrebbe coltivato, durante la sua memorabile carriera, diverse presunte ossessioni sessuali. Avvalorate anche da una sregolata vita dal punto di vista sentimentale.

            Al centro dell’attenzione in tutti le feste ad Hollywood

            L’autore Peter Ackroyd è scrittore molto stimato e, per assemblare questa biografia, ha raccolto le dichiarazioni e testimonianze in tribunale delle ex mogli di Chaplin, alcune delle quali lo hanno definito come “irascibile”. Uomo di grande temperamento, non saltava un party fra quelli che venivano organizzati ad Hollywood, riuscendo sempre a porsi al centro dell’attenzione. Grazie alla sua mimica eccezionale, al suo modo di porsi che risultava vincente non solo con gli spettatori al cinema ma anche con le donne.

            Un numero impressionante di conquiste

            Sul genere femminile diceva: “Il mio ideale di donna? Potrei non essere davvero innamorato di lei, ma lei dovrebbe essere totalmente innamorata di me”. Questa la frase che compare in un’intervista a Vanity Fair nel 1926, opportunamente riportata nel libro in questione. Chaplin viene dipinto come un uomo “ossessionato” dalle donne, soprattutto minorenni. Un vero e proprio tipo “incorreggibile” nel corteggiare tutte le sue partner di set. Sembra che abbia confessato di aver avuto rapporti sessuali con più di 2.000 donne!

            Ossessionato dalla paura della perdita

            Non si poteva certo definire un adone… basso di statura e con la testa leggermente troppo grande per il suo corpo esile. Anche se con i suoi occhi azzurri, i capelli neri e la pelle chiara come l’avorio era comunque considerato da molti di bell’aspetto. Il suo vero problema era quello di non fidarsi mai delle donne: ossessionato dalla paura della perdita e dell’abbandono e incline a epici scatti di gelosia. Un atteggiamento – a pensarci bene col senno di poi – che si ritrova anche in alcuni suoi film, nei quali il protagonista risulta è schivo nei confronti delle donne ma spesso usa il bastone per agganciare i loro colli, gambe e trascinarle a sé.

            Edna e Mildred
            La 19enne collega Edna Purviance, conosciuta quando lui aveva 25 anni. La loro relazione naufragò a causa dell’attaccamento al lavoro di Charlie, capace di girare la stessa scena anche 50 volte, prima di giudicarla perfetta. Poi ci fu la 16enne Mildred Harris, conosciuta ad una festa: per conquistarla le inviò mazzi di rose rosse, aspettandola dopo le riprese in auto. I due divennero ben presto amanti: lei gli raccontò di essere incinta e un matrimonio riparatorio fu organizzato in brevissimo tempo. Divorziarono nel 1920 e in tribunale Mildred accusò Chaplin di “crudeltà”, raccontando di lui: “Era irascibile, impaziente e mi trattava come fossi una cretina”. 

            Lita Grey

            Dopo il flirt con la cacciatrice di dote Peggy Hopkins Joyce, fu il turno di Lita Grey di soli 15 anni, selezionata per il film La febbre dell’oro. Anche lei rimase incinta e per Chaplin fu come rivivere l’incubo di Mildred; le suggerì di abortire, ma lei rifiutò. Con lo spauracchio dei 30 anni di carcere destinati a chi si fosse reso colpevole di sesso con minori, l’attore confessò isuccessivamente: “Ero scioccato e pronto a togliermi la vita quando Lita mi disse che non mi amava ma che dovevamo sposarci”. L’attrice dichiarò ai giornalisti dell’epoca che Charlie era una vera “macchina del sesso”, capace di fare l’amore anche sei volte in una notte. Senza neanche faticare troppo! I due alla fine divorziarono e in tribunale lei l’accusò di aver tentato di minacciarla con una pistola ad abortire…

            Mildred Harris
            Poi ci fu Paulette Goddard che, conoscendo i suoi gusti, gli disse di avere 17 anni quando invece ne aveva 22. Con lei recitò in Tempi moderni e si vociferava nell’ambiente che si fossero sposati in segreto, anche se nessun documento legale lo comprovò mai. Fu la donna in seguito a raccontare di aver subito dei veri e propri atti di “bullismo” da parte di Chaplin. Qualche giorno prima della prima de Il Grande Dittatore nel 1940 lei lo lasciò. Altro che la maschera triste di Charlot,

            Chaplin era una sorta di gaudente Harvey Weinstein ante litteram

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              Cinema

              Matt Damon confessa le sue incredibili difficoltà sul set: “Baciare Scarlet Johansson, che incubo!”

              Matt Damon racconta l’esilarante episodio sul set di “La mia vita è uno zoo”: il bacio all’aglio con Scarlett Johansson

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                Matt Damon ha condiviso un aneddoto indimenticabile dal set del film “La mia vita è uno zoo”, dove ha dovuto baciare Scarlett Johansson. Damon ha raccontato con ironia di aver girato una scena romantica prima della pausa pranzo. Entrambi pensavano che le riprese fossero finite e si sono concessi un pasto. Scarlett, ignara del destino, ha mangiato un panino all’aglio.

                Al ritorno sul set, i due hanno scoperto di dover rigirare la scena del bacio. “Posso dirvi che baciare Scarlett con l’alito all’aglio è stato l’inferno!”, ha scherzato Damon. Non ha perso l’occasione per prenderla in giro per il resto delle riprese, trasformando quella che sarebbe potuta essere una situazione imbarazzante in un motivo di risate e complicità.

                Damon ha ricordato questo episodio durante un gioco con Emily Blunt in cui si discuteva se dire o meno a qualcuno che ha l’alito cattivo. “Se qualcuno ha l’alito cattivo, anziché dirglielo direttamente, gli offrirei delle gomme da masticare”, ha spiegato l’attore, ridendo. Tuttavia, con Scarlett, l’odore era così forte che anche le gomme non sarebbero state sufficienti.

                Nel film del 2011, Damon interpreta Benjamin Mee, un padre vedovo che acquista uno zoo per iniziare una nuova vita con i suoi figli. Tra le difficoltà della gestione dello zoo e le dinamiche familiari, il bacio all’aglio con Scarlett è diventato uno degli episodi più memorabili per Matt Damon. L’attore ha riso mentre raccontava l’aneddoto, sottolineando quanto la situazione fosse ironica e divertente, considerando la bellezza e il fascino di Scarlett Johansson.

                La sincerità e il senso dell’umorismo di Matt Damon hanno trasformato un momento imbarazzante in un ricordo divertente e un aneddoto da raccontare nelle interviste. Il pubblico ha apprezzato l’onestà dell’attore e la sua capacità di prendere con leggerezza anche le situazioni più “puzzolenti”. Scarlett, d’altro canto, ha dimostrato di avere uno spirito sportivo, accettando la presa in giro con grazia.

                Questo episodio è solo uno dei tanti che dimostrano la spontaneità e la capacità di adattarsi degli attori di Hollywood, che, nonostante il glamour e la fama, affrontano situazioni comuni come tutti noi… anche se con un po’ più di aglio del previsto.

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