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Cinema

Olevano Romano, il piccolo borgo che ospita Hollywood: la serie su Amanda Knox porta visibilità e turismo

No alla villetta del delitto a Perugia, la serie tv di Amanda Knox trasloca a Olevano Romano. Risultato: un grande ritorno di visibilità e più turismo. Forse…

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    Il sindaco di Olevano Romano gongola. L’idea di traslocare le riprese della serie A Coming of Age Horror, in cui Amanda Knox, coinquilina della vittima nonché a lungo principale sospettata dell’omicidio di Meredith Kercher, racconta la sua versione dei fatti, da Perugia al paesino laziale piace. Piace al primo cittadino di Olevano – Umberto Quaresima – e, a quanto pare, anche a tutti i cittadini del paese.

    A Olevano Romano stanno a fa er cinema

    Olevano Romano, il pittoresco borgo medievale del Lazio, ha accolto quindi con entusiasmo le riprese della serie tv ispirata alla storia di Amanda Knox. La produzione ha scelto il paese per ricostruire una villetta simile a quella del delitto di Meredith Kercher, evitando così le tensioni ancora vive con la città di Perugia. La decisione ha avuto un impatto positivo per il territorio. Gli abitanti non solo hanno accolto calorosamente il progetto, ma molti hanno partecipato come comparse durante i dieci giorni di riprese. Il borgo, già famoso per le sue bellezze storiche, ha visto un fermento di curiosità e movimento economico immediato, come ha sottolineato il sindaco. “Questa visibilità potrebbe attrarre visitatori e promuovere il nostro territorio. Gli scorci suggestivi ripresi dalla produzione sono una vetrina unica per il nostro paese“.

    E del resto, quando gli ricapita…

    Anche la vice sindaca del paese laziale Silvia Viti ha ribadito il valore dell’iniziativa. “È un ritorno di visibilità per un paese che non ha nulla a che fare con i fatti di cronaca, ma che sa come cogliere le opportunità“. Dopo questa avventura cinematografica Olevano Romano ora spera di consolidare la sua immagine agli occhi dei produttori internazionali. Con l’auspicio che questo progetto possa aprire le porte a nuove collaborazioni cinematografiche.

      Cinema

      Quello che in pochi sanno sul primo Gladiatore di Ridley Scott

      Mentre al cinema comincia a macinare incassi il sequel, sempre diretto da Ridley Scott, la pellicola originaria è ancora oggetto di discussione tra i fan. Anche per alcuni aspetti che non in molti conoscono.

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        Il grande attore inglese Oliver Reed, che nel film interpretava Proximo (l’ex gladiatore divenuto mercante di schiavi che acquista Massimo e lo fa combattere nelle arene) è morto tre settimane prima della fine delle riprese principali. Sul seti di Malta l’attore venne colpito da un improvviso attacco cardiaco all’età di 61 anni. Visto che il suo personaggio era considerato tra quelli primari, una specifica clausola nella copertura assicurativa del film avrebbe permesso ai registi di rigirare tutte le scene che prevedevano inizialmente Reed con un altro attore. Gli assicuratori avrebbero provveduto a pagare circa 25 milioni di dollari. Tuttavia il regista non volle eliminarlo dal film. Optando per un completamento attraverso la tecnologia digitale.

        Chi era Oliver Reed

        Nato a Londra nel 1938, attivo dalla fine degli anni ’50, vanta un’importante attività di caratterista. Soprattutto in film d’avventura e horror della mitica casa di produzione Hammer, tra cui spiccano le pellicole col regista Terence Fisher. Uno dei protagonisti del cinema inglese degli anni ’60 grazie ai sodalizi con Michael Winner nei film Il complesso del sesso e I ribelli di Carnaby Street. E soprattutto con Ken Russell in Donne in amore (1969) e il controverso I diavoli (1971), in cui Reed mise il suo fisico e il suo volto sanguigno al servizio di ruoli memorabili.

        Crowe ferito per davvero

        Un altro aspetto che in pochi conoscono riguarda le ferite visibili sul volto dell’iconico protagonista Russell Crowe, subito dopo la battaglia iniziale. Contrariamente a quanto si potrebbe pensare, non si trattò di un trucco di scena… ma di ferite reali. Durante le riprese, l’attore venne disarcionato dal suo cavallo, cadendo su alcuni rami. L’incidente causò delle contusioni che rimasero visibili sul suo viso durante le riprese, aggiungendo un tocco ulteriore di realismo.

        Il colosseo di Malta

        Se pensateche le scene all’interno del Colosseo siano state girate all’interno del celebre monumento romano, vi sbagliate! La produzione della pellicola richiese il permesso di girare all’interno dell’anfiteatro per aggiungere maggiore epicità al film. Ma il Colosseo, in fase di restauro, negò il permesso necessario. Per risolvere il problema, la troupe si trasferì a Malta, dove venne ricreato un modello ridotto del Colosseo, grande un terzo delle dimensioni originali.

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          Cinema

          Il fenomeno Wicked: citando Il mago di Oz, con rimandi e citazioni d’attualità

          L’attrice Cynthia Erivo dichiara: «Mia madre ha visto il film ieri sera per la prima volta e ha pianto. È stato un momento speciale perché non sapevo come avrebbe reagito». Tanta l’emozione per aver visto “Wicked” alla prima organizzata nella sua città, Londra, insieme a un’ospite speciale. Al suo fianco la collega e «sorella» Ariana Grande.

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            Le due attici, spesso mano nella mano per sostenersi a vicenda, sono le due protagoniste dell’adattamento firmato da Jon M. Chu. Che riprende su grande schermo uno dei musical più longevi e amati degli ultimi vent’anni, sbarcato nei nostri cinema qualche giorno fa con Universal Pictures.

            La storia narrata nel film

            In Wicked viene descritta un’amicizia piuttosto improbabile. Da un lato Elphaba (Cynthia Erivo), considerata diversa per il colore verde della sua pelle ma dotata di un grande potere, dall’altro Glinda (Ariana Grande), popolare aspirante strega cresciuta nel privilegio e mossa dall’ambizione. Dopo l’incontro con il Mago di Oz, la loro amicizia raggiunge un bivio e le loro vite prendono strade molto diverse diventando, rispettivamente, la strega cattiva dell’Ovest e la strega buona del Sud.

            Lavoro duro preparatorio per Ariana Grande

            «Amare qualcosa così tanto come fan è diverso rispetto ad affrontarlo come lavoro», sottolinea Ariana Grande. Proseguendo: «Ho amato il viaggio di Glinda alla scoperta di se stessa. All’inizio non sa vedere fuori da sé a causa del modo in cui è stata cresciuta. Ha paura di non piacere e di non essere la persona più popolare nella stanza. Lavorando duramente per cambiare i muscoli della mia gola così da poter cantare da soprano, qualcosa di totalmente diverso rispetto alla mia carriera pop. Non volevo dare la possibilità a nessuno ti poter dire che non ero io quella giusta per interpretarla».

            Il pensiero va all’originale con Hudy Garland del ’39

            Se la magia del cinema rappresenta spesso qualcosa di inesplicabile a parole, l’incantesimo contenuto in Wicked possiede caratteristiche differenti, che vanno oltre i confini imposti da uno schermo. Quando ci si avvicina, per la prima volta, al Mago di Oz, vengono subito in mente Judy Garland e la pellicola diretta da Victor Fleming del 1939. Da allora, di adattamenti, in qualsiasi forma e formato, ce ne sono stati parecchi. Il Wicked di Jon M. Chu è diverso: sebbene fortemente legato al musical originale, riesce a far riflettere su tutta una serie di argomenti attuali, soffermandosi sulle loro sfumature e giocando con rimandi e simbologie tutt’altro che scontate.

            Cantando in volo

            La Erivo ha lavorato sodo per prepararsi, prima di girare: «Per la canzone Defying Gravity mi allenavo due ore tutti i giorni prima del set. Quella sequenza mi vede fluttuare in aria, ma quando canti in quel modo hai bisogno del terreno sotto i piedi. Ho lavorato sodo perché volevo sentire cosa si provasse a volare», racconta Erivo parlando dell’impegno messo nell’esecuzione delle canzoni che lei e Grande hanno intonato live sul set. Un’esperienza lunga due anni – intervallata dallo sciopero del 2023 che ha bloccato Hollywood – che ha cambiato le loro vite.

            Una famiglia adottiva

            «Ho guadagnato una famiglia grazie a Wicked. Elphaba ha preso spazio in me e mi ha aiutata a guarire delle ferite interiori», commenta la Erivo mentre l’amica Grande la osserva visibilmente commossa. «Sono dovuta andare in fondo a me stessa per ritrovare quei sentimenti. Recitare è mettere insieme i pezzi di un personaggio, ma anche immergersi dentro te stesso».

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              Cinema

              Alessandro Baricco e Angelina Jolie: una spaghettata per due

              Un incontro da “terzo tipo”: lo scrittore torinese e la grande attrice hollywoodiana insieme per presentare il film tratto dal libro “Senza sangue”. Lei afferma che si tratti di uno dei libri più belli mai letti nella sua vita.

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                Alessandro Baricco e Angelina Jolie insieme? Ci siamo persi forse qualcosa?!? Sì, sì… è successo per davvero, anche se l’incontro parrebbe essere stato generato da un’intesa prettamente professionale. Nei mesi scorsi, quelli che hanno preceduto la preparazione da parte della star di Hollywood di Without blood, il film di prossima uscita tratto dall’omonimo libro di Baricco (Senza sangue), i due hanno stabilito un’intesa molto forte. Lo scrittore, durante la presentazione del progetto al Torino Film festival, ha raccontato com’è nato il loro rapporto . Che è sfociato nel film scritto, diretto e prodotto dall’attrice americana.

                Il primo passo di Angelina, attraverso una mail

                Racconta lo scrittore, tra il serio ed il faceto: «Angelina mi scrisse una mail, ed è come se ti scrivesse Jessica Rabbit, o Topolino: non ho mai creduto che lei esistesse veramente. Mi ha scritto una lettera su Senza sangue che, forse, è il testo più bello su quel libro che ho letto nella mia vita». Lo scrittore racconta questo episodio con comprensibile soddisfazione; «Mi ha scritto una e-mail bellissima per dolcezza, intelligenza e comprensione. Sono rimasto folgorato. Angelina ha reso tutto facile, da quel momento è stata un’emozione dietro l’altra. Ci siamo rivisti sul set a Roma: il mio libro viveva nel suo film. Dentro il film c’è il mio colore. Il suo è stato un regalo».

                La Jolie ha cucinato per Baricco

                Una missiva che ha fatto scoccare la scintilla artistica fra i due. Per cercare di capire se da quelle parole di elogio potesse nascere un progetto concreto, i due si videro di persona: «Ci siamo conosciuti, e lei si è messa a cucinare un piatto di spaghetti: non male…», si complimenta Baricco. L’incontro è avvenuto a Los Angeles a casa di Jolie: «È stata una di quelle cose magiche che accadono nella vita di uno che fa un mestiere magico», racconta lui.

                Il libro: una discussione più che mai necessaria sulla guerra

                Angelina Jolie quasi arrossisce, poi si affretta a ricambiare il pensiero e la stima: «Lui scrive quasi come un regista, perché dipinge un’immagine così chiara. E quando l’ho letto ho percepito uno studio reale della nostra umanità e una discussione necessaria: oggi, penso, più che importante che mai».

                Si tratta di un noir fiabesco

                Dopo la pellicola Maria, presentata all’ultima Mostra del Cinema di Venezia, la star è tornata da noi in Italia per Without Blood, il suo quinto film da regista, tratto dall’omonimo romanzo di Baricco. Si tratta di una sorta di fiaba ambientata all’indomani di un generico conflitto, in una generica location, che si addentra sulle verità universali sulla guerra, il trauma, la memoria e la guarigione. Il libro dello scrittore torinese affonda nella complessità umana e non identifica i buoni e i cattivi, tutti hanno colpa e nessuno ha colpa. Gli interpreti sono Salma Hayek e Demián Bichir.

                Preconcetti dominanti sulle menti dei popoli

                «Il libro di Baricco è un viaggio sulle relazioni umane, un argomento più che mai importante al giorno d’oggi. Senza sangue parla di noi», racconta in maniera accorata Angelina Jolie che a Torino ha ricevuto la Stella della Mole. «Abbiamo cercato di entrare nella mente meravigliosa di Baricco ed essere il più fedeli possibile al suo libro. Il nostro viaggio non è stato realizzare il film, ma stare insieme per riflettere sul modo in cui ascoltiamo gli altri. Oggi si è incapaci di ascoltare e di sedersi a un tavolo per trovare un terreno comune. I preconcetti dominano le nostre menti».

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