Musica
Dotate… ma non solo di ugola canterina: ecco le sexy cantanti
Sono in cima alle classifiche musicali italiane… ma non solo: si tratta di donne con un bagaglio di innegabile sensualità che hanno deciso di mettere al servizio della hit parade!

Nell’attuale settore musicale non basta solo cantare bene. La musica è un arte a tutto tondo, che abbraccia svariati aspetti al motto di “anche l’occhio vuole la sua parte”. L’aspetto esteriore – che alcuni esterofili chiamano “look” – corre parallelo com la bellezza delle canzoni, rappresentando le due facce della cultura popolare. E’ innegabile che da quando è nata l’industria discografica, l’immagine costituisca una parte fondamentale nelle dinamiche del marketing musicale.
Rock e pop schierati nella valorizzazione dell’immagine
Anche le grandi star del rock hanno capito che oltre a voce, talento e ad una giusta dose di sensibilità o trasgressione, sul palco si viene giudicati anche per l’aspetto. A maggior ragione in ambito pop, alcune volte per compensare deficit di carattere artistico, diverse cantanti italiane si sono fatte notare non solo per la loro bravura,ma anche per gli atteggiamenti sexy, la presenza scenica e qualche “trucchetto” tipicamente femminile. Vi presentiamo quelle che per noi sono alcune delle cantanti più belle e affascinanti del momento.
Elodie
Vera pantera da palco, flessuosa, sinuosa, magnetica. Attraverso i suoi tratti distintivi, il suo sguardo e il suo fisico scolpito, incarna un genere di bellezza moderna e molto sanguigna. sofisticata. Sempre molto moderna, di tendenza ed audace negli abiti – che vanno dal glamour al casual-chic, perfettamente truccata e curata in ogni minimo dettaglio. Tutti aspetti che l’hanno trasformata in una specie di musa per molti stilisti che fanno a gara per contendersela. Non c’è videoclip o servizio fotografico dove Elodie manchi di colpire nel segno.



Annalisa
Un personaggio che sicuramente non passa inosservato è Annalisa Scarrone, voce fra le più amate e apprezzate del panorama musicale di casa nostra. Il suo look adottato ai suoi esordi anni era molto più semplice rispetto a quello che sfoggia ora, ma non per questo non rendeva giustizia alla sua bellezza. Anzi, per alcuni il viso pulito e la sua semplicità le hanno sempre dato quel tocco in più permettendole di avere un folto numero di sostenitori. Durante il corso del tempo ha preferito adottare un look decisamente più elegante e sofisticato, attraverso abiti che spesso risaltano la sua sensualità, negli ultimi tempi maggiormente esaltata. Duramte l’ultimo Sanremo l’abbiamo vista molto provocante, in giacca nera Dolce & Gabbana con scollo profondo, senza nulla sotto, mettendo in risalto il tatuaggio di una conchiglia tra i due seni, reggicalze in bella vista e tacchi alti. Con i suoi capelli rossi, gli occhi luminosi e un sorriso incantevole, incarna un fascino irresistibile che la rende unica nel suo genere.



Gaia
Per molti è lei la regina dell’estate 2024: il suo singolo Sesso e Samba, realizzato a 4 mani con Tony Effe è in cima a tutte le classifiche di ascolti. Anche nel suo caso talento fa rima con bellezza. Uno stile il suo molto riconoscibile, in grado di miscelare eleganza e modernità in modo personale. E poi quegli occhi azzurri e quella cascata di capelli…


Arisa
Rosalba Pippa è sempre più hot. Da qualche tempo la cantante, della quale conoscevamo da tempo le qualità artistiche, pubblica foto molto provocanti di nudo “vedo non vedo”. Sostenendo con forza il suo ennesimo messaggio di body positivity e svelando una verve molto erotica. Il suo look da educanda degli esordi rappresenta un lontanissimo ricordo: adesso Arisa mostra orgoglosamenye tutta la sua morbida femminilità, che sarebbe stato davvero un peccato mantenere nascosta.



Rose Villain
Presenza scenica davvero magnetica, con un vago sapore fetish. Saranno i suoi capelli blu, la sua grinta… ma nessuno può rimanere insensibile al suo aspetto. La sua cifra stilistica è un pop che vira verso la trap e l’elettronica, una specie di Madame combinata con Fishball e cmqmartina. Milanese di nascita ma New York d’azione (risiede nella “grande mela” ormai da 12 anni), unghie lunghissime dal nail art personalizzato e irriverente, una sensualità fluida che vede alternarsi cargo a vestitini mini super sexy.


Angelina Mango
Letteralmente esplosa con la vittoria di Sanremo, si sta rapidamente affermando come una delle cantanti più belle e talentuose d’Italia. Dotata di un fascino naturale in grado di catturare immediatamente l’attenzione. Giovane ma già in grado, combinando un look sofisticato con una personalità carismatica, di imporsi per grinta e presenza scenica. Una bellezza che riesce ad andare oltre il mero aspetto fisico, grazie ad una luminosità tutta sua che emana autenticità e personalità. Doti che, guarda caso, possedute dal suo indimenticabile papà…



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Musica
Chiamamifaro, la figlia di Cristina Parodi: “Smettetela di dire che sono raccomandata”
Angelica Gori, in arte Chiamamifaro, si fa largo ad Amici con talento e determinazione. È figlia di Cristina Parodi e Giorgio Gori, ma ci tiene a precisarlo: “Basta dire che sono raccomandata”. Ha cominciato da sola, suonando con lo zio Roberto dopo cena, e oggi sogna Sanremo. Il suo brano Perché? ha superato 1,5 milioni di ascolti e ha già conquistato Maria De Filippi e Rudy Zerbi. “In Italia ci sono poche cantautrici come me. Voglio farcela con la mia voce, senza spinte”.

Non chiamatela raccomandata. Chiamatela Chiamamifaro. Angelica Gori, figlia di Cristina Parodi e Giorgio Gori, ha deciso di tagliare corto con le polemiche. Vuole farsi strada nella musica con le sue sole forze, e l’ha detto chiaramente: “Con i miei genitori siamo d’accordo sul fatto che questa cosa la devo fare da sola. Non voglio che mi diano una mano in nessun modo. Ho passato una vita a sentirmi dire che sono raccomandata”, ha spiegato in un’intervista al settimanale Oggi.
E in effetti, la sua determinazione sembra funzionare. A Amici, dove è una delle voci più fresche di questa edizione, Angelica si è già fatta notare. Il suo primo brano Perché? ha superato 1,5 milioni di ascolti, e i successivi O.M.G. e Leone hanno convinto anche Rudy Zerbi, che ha deciso di puntare su di lei.
Il suo nome d’arte, Chiamamifaro, nasce da un ricordo d’infanzia: “Il faro è un posto sicuro, illumina sempre qualcosa o qualcuno. Quando ero piccola, andavo sotto un faro a suonare con la mia chitarrina, era un posto del cuore”, ha raccontato più volte. Oggi quel faro è diventato simbolo di una ragazza che vuole brillare senza riflessi di luce altrui.
Anche Amadeus, nel tempo, ha avuto parole di stima per lei: “Sei molto cresciuta. Prima eri concentrata solo su te stessa, ora entri nelle canzoni”. Un segnale? Forse. Lei intanto il sogno ce l’ha chiaro: salire sul palco di Sanremo. “In Italia le cantautrici come me sono poche. Per me sarebbe un sogno andarci”, confessa.
Se Maria De Filippi ha già puntato su di lei, non è da escludere che anche Carlo Conti, ora che ha raccolto il testimone da Amadeus, prenda appunti. Intanto, Chiamamifaro si gode il viaggio. E anche se il cognome fa rumore, lei sa che a parlare, alla fine, sarà solo la musica. Magari, proprio sotto un faro.
Musica
“Andrea è un uomo straordinario con una schiera di angeli custodi”, parla la moglie di Bocelli
Veronica Bocelli descrive suo marito Andrea come un uomo competitivo con sé stesso, determinato a superare ogni ostacolo. Sin da bambino, Andrea ha sempre cercato di dimostrare il proprio valore, affrontando sfide anche rischiose. “È vivo per miracolo,” racconta Veronica, sottolineando come il tenore abbia sempre avuto una forza interiore straordinaria. Se crediamo agli angeli custodi, Andrea ne ha un’intera schiera che lo ha protetto nei momenti più difficili della sua vita.

Una della cose della quali va più fiero Andrea Bocelli è la sua Foundation, che nasce dal desiderio del tenore di offrire agli altri le stesse opportunità che gli sono state concesse. “Andrea non ama la parola ‘give back’, come se dovesse restituire qualcosa di rubato. Lui vuole semplicemente condividere ciò che ha ricevuto,” spiega Veronica Bocelli.
Cosa fa la ABF
La Andrea Bocelli Foundation si impegna in progetti educativi e assistenziali, portando speranza a comunità in difficoltà. Tra le iniziative più significative troviamo la costruzione di scuole in zone colpite da disastri naturali e programmi di sostegno per giovani talenti.
L’amore tra loro: un legame indissolubile
L’amore tra Andrea e Veronica è nato in modo immediato e travolgente. “Reputo il nostro il matrimonio più veloce della storia, perché viviamo insieme dal giorno in cui ci siamo conosciuti,” racconta Veronica con ironia. Un amore autentico, fatto di complicità e sostegno reciproco.
Una vita di famiglia tra poesia e quotidianità
Nonostante la fama internazionale, Andrea e Veronica vivono una vita familiare semplice e autentica. “Ci chiamano Sandra e Raimondo. Lui mi scrive poesie, io gli porto il caffè ogni mattina e mi preoccupo di come si veste,” scherza Veronica. Quando non sono in tour, la loro priorità è la famiglia, evitando ristoranti e mondanità per godersi il calore domestico. L’incredibile storia di Andrea Bocelli è fatta di talento, determinazione e un cuore grande. La sua musica incanta il mondo, mentre la sua fondazione lascia un segno concreto nella vita di molte persone. Un esempio di come il successo possa trasformarsi in generosità e ispirazione per il futuro.
Il loro primo incontro nel 2002
La loro storia d’amore è un racconto affascinante di incontri casuali, intese immediate e una connessione profonda che ha resistito alla prova del tempo. Il loro primo incontro risale al 2002, durante una festa alla quale, ironicamente, nessuno dei due aveva inizialmente intenzione di partecipare. Veronica, allora ventenne, e Andrea, di venticinque anni più grande, si trovarono immersi in una conversazione che avrebbe cambiato per sempre le loro vite. Secondo quanto riportato da Veronica in un’intervista a Vanity Fair, il loro incontro fu caratterizzato da un’immediata sintonia. Nonostante la differenza d’età, sentirono subito una connessione speciale. Veronica ha raccontato che Andrea la corteggiò in modo rapido ma intenso, tanto che poco dopo decisero di andare a vivere insieme. Questo colpo di fulmine li portò a costruire una relazione solida e duratura.
Il loro reciproco regalo: Virginia
Nel corso degli anni, Andrea e Veronica hanno affrontato insieme numerose sfide, sia personali che professionali. La loro collaborazione si è estesa oltre la sfera privata, con Veronica che ha assunto un ruolo significativo nella gestione della carriera di Andrea. Questo ha rafforzato ulteriormente il loro legame, permettendo loro di condividere esperienze uniche e di supportarsi a vicenda in ogni aspetto della vita. Una relazione coronata dalla nascita della loro figlia, Virginia, nel 2012, e successivamente dal matrimonio nel 2014. Questi eventi hanno segnato tappe importanti nel loro percorso insieme, consolidando una famiglia unita e affiatata.
Musica
De André ai rapitori: «Potevate prendere Guccini». Il lato ironico e profondo di Faber, a 85 anni dalla nascita
Un’ironia tagliente anche nei momenti più drammatici, una musica che continua a parlare a generazioni diverse e un’eredità culturale che va oltre le canzoni. Fabrizio De André avrebbe compiuto 85 anni e a Montecitorio è andato in scena un omaggio alla sua arte, con il racconto inedito di Dori Ghezzi e il ricordo di chi lo ha conosciuto.

Potevate prendere Guccini. È con questa frase che Fabrizio De André rispose ai suoi rapitori nel 1979, mentre era nelle mani dell’Anonima Sequestri sarda. A raccontarlo è Dori Ghezzi, sua compagna di una vita, che in occasione dell’omaggio per gli 85 anni dalla nascita del cantautore ha ricordato il celebre episodio. «Uno dei rapitori disse che preferiva Guccini. Fabrizio gli rispose: ‘Potevate prendere lui, allora’», ha raccontato tra sorrisi e nostalgia.
Un’ironia che non lo ha mai abbandonato, nemmeno nei quattro mesi di prigionia. E che, forse, dice tutto su di lui: un artista che sapeva affrontare anche il dolore con un distacco beffardo e un pensiero sempre lucido. Ma De André non si limitò a scherzarci su: pochi mesi dopo scrisse L’indiano, un album che mostrava una solidarietà inaspettata nei confronti dei suoi stessi sequestratori. «Anche loro erano vittime, come gli indiani d’America», ha spiegato Ghezzi. Un punto di vista che lasciò il segno, tanto che, secondo lei, qualcosa cambiò davvero: «Dopo quel disco i rapimenti non sono più accaduti. A qualcosa è servito, si sono un po’ vergognati».
A Montecitorio, la Sala della Regina ha ospitato l’evento Ma tu rimani, buon compleanno Faber, voluto dalla Presidenza della VII Commissione Cultura e organizzato da AssoConcerti. Un omaggio che ha visto la partecipazione di istituzioni, artisti, addetti ai lavori e persino studenti delle scuole superiori. Perché De André non è solo storia, ma anche presente.
A ricordarlo, tra gli altri, è stata la vicepresidente della Camera Anna Ascani, che ha confessato di aver suonato in una cover band dedicata a lui quando aveva 17 anni. Un segnale chiaro di come la sua musica continui a parlare alle nuove generazioni. Lo dimostra anche il vincitore di Sanremo 2025, Olly, che nella serata dei duetti ha portato sul palco dell’Ariston un brano di De André, segno che la sua eredità musicale è più viva che mai.
Eppure, al di là delle celebrazioni istituzionali, chi lo ha conosciuto davvero sa che Faber non è mai stato solo un cantautore. Il sottosegretario Gianmarco Mazzi, che ha lavorato con lui per anni, lo ha ricordato con affetto: «Passava per uomo autorevole e serioso, invece era una persona molto simpatica, autoironica e di grande dolcezza d’animo».
Il presidente della Commissione Cultura, Federico Mollicone, ha invece sottolineato il valore letterario della sua opera: «Se oggi siamo qui non è solo perché ha scritto capolavori ancora ascoltati da tutti, ma perché è stato un evocatore di mondi, un raccontatore di storie uniche e universali».
Per chi lo ha vissuto da vicino, come Bruno Sconocchia, il suo ex manager, il suo contributo va ben oltre la musica: «Ci ha lasciato un’eredità culturale e sociale centrata sulla capacità critica, l’attenzione per il diverso e l’emarginato, la ricerca di giustizia e libertà».
E poi c’è il De André più intimo, quello che non amava raccontare se stesso nelle sue canzoni. «Non ha mai voluto cantarsi addosso, tranne forse in Hotel Supramonte», ha spiegato Ghezzi. «Degli amori non parlava, se non di quelli passati. Oppure sembrava raccontasse vite di altri e invece era lui. Possibile, ma non ho mai voluto scoprirlo neanche io».
Forse, in fondo, è proprio questo il segreto di De André: riuscire a raccontare l’umanità senza mai esporre troppo se stesso. Continuare a vivere attraverso le sue storie, senza bisogno di spiegarsi. E, anche a 85 anni dalla sua nascita, restare più attuale che mai.
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