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Musica

Il perdono funziona meglio dei tweet al vetriolo: pace fatta fra Madonna ed Elton John

Dopo anni di frecciatine, interviste al vetriolo e battaglie pop, Madonna ed Elton John seppelliscono l’ascia di guerra. Tutto è accaduto dietro le quinte del Saturday Night Live, dove un abbraccio ha messo fine a decenni di dissapori. Lei racconta tutto sui social, lui si scusa e rilancia con una proposta musicale. Fine dei litigi? Sembra proprio di sì.

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    Per anni ci hanno tenuti col fiato sospeso con battute pungenti, interviste velenose e quella sensazione che la rivalità fosse più vera del botox sui loro volti. Madonna ed Elton John (vero nome Reginald Kenneth Dwight) non se le sono mai mandate a dire: lei, regina del pop e dell’ambiguità, lui, baronetto del sarcasmo musicale. Ma ora, contro ogni aspettativa, è arrivata la pace.

    Social e sincerità: la confessione virale di Madonna

    È stata proprio la Ciccone a rompere il silenzio, pubblicando su Instagram il racconto del loro incontro. Tutto è nato dal suo desiderio di andare a vedere Elton John esibirsi al Saturday Night Live. E non da spettatrice qualsiasi: “Sono andata nel backstage per affrontarlo”, scrive. “Quando l’ho incontrato, la prima cosa che ha detto è stata: Perdonami”. Un attimo dopo, l’abbraccio. Poi, la rivelazione: Elton ha scritto una canzone per lei e vorrebbe collaborare. Fan in delirio.

    Playback e paillettes: il passato è passato?
    Le critiche di Elton non erano state leggere. Nel 2018 l’aveva definita “una spogliarellista da Luna Park”, accusandola di essersi persa inseguendo la dance invece di tornare alla sua essenza pop. Aveva persino attaccato l’uso del playback durante i concerti. Ma a ferire Madonna non erano solo le parole, bensì il fatto che provenissero da un artista che lei aveva sempre ammirato: “Mi ha fatto male sapere che qualcuno che stimavo così tanto provasse disprezzo per me”, confessa la cantante.

    E vissero tutti… in duetto?

    Nel suo post, Madonna racconta di un Elton John emozionato, pentito e pronto a scrivere un nuovo capitolo insieme. L’idea di una collaborazione tra i due è qualcosa che nessuno avrebbe osato prevedere. Eppure, eccoci qui: la regina del pop e il rocketman uniti sotto il segno del perdono. “È stato come se tutto si fosse chiuso in un cerchio”, scrive Madonna.

    Il valore della pace

    In un’epoca in cui i litigi tra celebrità vengono monetizzati a colpi di like e commenti, vedere due giganti della musica mondiale mettere da parte l’orgoglio è quasi rivoluzionario. Madonna ed Elton John dimostrano che, anche dopo anni di tensioni e orgoglio ferito, si può trovare spazio per una stretta di mano e, chissà, anche per un nuovo hit.

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      Musica

      La figlia di David Bowie debutta in musica, in nome del padre

      Lexi Jones, figlia di David Bowie e Iman, lancia il suo primo album “Xandri”, un mix tra pop, indie ed elettronica. Un’opera che fonde sperimentazione, introspezione e ricordi del padre. Ecco tutto quello che c’è da sapere sul debutto musicale di questa giovane artista.

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        Dopo mesi di indizi pubblicati su Instagram, tra teaser musicali e video d’infanzia, Lexi Jones ha pubblicato il suo primo album in studio, intitolato Xandri. La figlia ventiquattrenne di David Bowie e Iman Abdulmajid entra così ufficialmente nel mondo della musica, proponendo un sound originale che unisce pop, indie ed elettronica. L’album, composto da 12 tracce, rappresenta un viaggio emotivo e artistico, tra atmosfere oniriche e una forte carica personale. La copertina dell’album, che mostra due volti uniti alla stessa testa ma in tensione verso la separazione, simboleggia il dualismo tra identità e distacco.

        Il significato del titolo

        Il titolo dell’album non è casuale. Xandri deriva dalla parola greca per “difensore dell’umanità”, un riferimento che suggerisce la volontà di Lexi di raccontare esperienze intime e universali al tempo stesso. Il suo lavoro fonde sperimentazione sonora con un forte senso di nostalgia, rendendo omaggio all’eredità artistica del padre pur tracciando una strada autonoma.

        Il ricordo di David Bowie

        Nel 2022, Lexi ha condiviso su Instagram un toccante video in cui, da bambina, canta Somewhere Over the Rainbow seduta in grembo a suo padre. Nella didascalia ha scritto: “Il mio Mago di Oz”, un tributo affettuoso al legame indissolubile con Bowie. Nata il 15 agosto 2000, Lexi è l’unica figlia nata dal matrimonio tra David Bowie e Iman, un’unione iniziata a Firenze nel 1992 e durata fino alla scomparsa del cantante nel 2016, a causa di un tumore al fegato.

        Un percorso segnato dal dolore

        Nel 2024, Lexi ha pubblicato un testo personale sui social in cui racconta la difficile elaborazione del lutto: “Ho confuso la vita con la sopravvivenza quotidiana. Nel tentativo di colmare un vuoto gigantesco mi sono lasciata travolgere da tossine e veleni”. Cresciuta a New York, oggi vive a Los Angeles, dove lavora come modella e si dedica a musica e arte visiva. La perdita del padre ha avuto un impatto profondo: “Ho ferito le persone che amavo per far provare agli altri almeno una parte del mio dolore”, ha confessato.

        Una nuova voce da seguire

        Con questo disco, Lexi Jones dimostra di avere tutte le carte in regola per ritagliarsi uno spazio autentico nel panorama musicale contemporaneo. Un debutto ricco di significati, tra memoria, crescita e ricerca di sé. La figlia del Duca Bianco è pronta a brillare di luce propria.

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          Musica

          Per Pavarotti 90 lirica e pop a Verona: tutti insieme appassionatamente

          Il prossimo 30 settembre all’Arena di Verona un omaggio epico al Maestro, tra grandi voci liriche e stelle del pop. Da Laura Pausini a Carreras, il cast fa tremare le mura dell’Arena.

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            Modena non ne rappresentarà il palco… ma resta sicuramente il cuore. Il 12 ottobre 2025 Luciano Pavarotti avrebbe compiuto 90 anni. Per celebrarlo, il 30 settembre l’Arena di Verona ospiterà “Pavarotti 90”, un concerto-evento tra lirica e pop che riunisce alcuni dei più grandi interpreti del panorama musicale internazionale. Un omaggio al Tenorissimo, all’artista e all’uomo che ha fatto della musica un linguaggio universale.

            Bocelli, Domingo, Carreras & co: la lirica risponde presente

            A svelare i primi nomi ci hanno pensato Nicoletta Mantovani, presidente della Fondazione Pavarotti, e Ferdinando Salzano di Friends & Partners. E il cast è già da pelle d’oca: Placido Domingo, José Carreras, Andrea Bocelli, Vittorio Grigolo, Francesco Meli, Fabio Sartori, Jonathan Tetelman, Marcelo Alvarez. Con loro, regine della lirica come Angela Gheorghiu, Carmen Giannattasio, Mariam Battistelli e Giulia Mazzola. Un vero dream team vocale, unito nel nome di Luciano.

            Anche il pop fa la sua parte: Laura Pausini in prima fila

            Non poteva mancare la musica leggera, nel solco del leggendario Pavarotti & Friends. Ad aprire le danze del pop sarà Laura Pausini, grande amica di Pavarotti, con cui duettò più volte e che lo accompagnò nel celebre viaggio in Guatemala nel 2001. Ma non sarà sola: altri big della canzone italiana e internazionale verranno annunciati a breve.

            Giovani promesse e un sogno chiamato Accademia

            Oltre ai nomi noti, saliranno sul palco anche i giovani della Fondazione Pavarotti, coltivati con masterclass e concorsi. “È quello che mio padre avrebbe voluto: dare spazio ai nuovi talenti”, ha raccontato Alice Pavarotti. Il grande sogno? Aprire un’Accademia dedicata a Luciano. Ma, ammette Nicoletta Mantovani, “servono aiuti concreti”.

            Musica e solidarietà: perché Luciano è ancora qui

            A dirigere il tutto, l’Orchestra Fondazione Pavarotti, nata proprio per mantenere viva l’eredità musicale del Maestro. Parte del ricavato sarà destinato a Operazione Pane dell’Antoniano di Bologna e alla Casa Museo di Santa Maria Mugnano. E sì, molto probabilmente il concerto sarà anche trasmesso in TV e distribuito all’estero.

            E Modena? Nel cuore, se non sul palco

            Certo, c’è chi avrebbe voluto vedere questo evento a Modena, la sua città. Ma l’Arena di Verona è un tempio che ben si presta a questa liturgia musicale. E Luciano, ne siamo certi, avrebbe sorriso vedendo tutti questi artisti riuniti non per sé, ma per la musica.

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              Musica

              Si ritira il Beatle che (non) ce l’ha fatta: la sfiga leggendaria di Pete Best

              Da primo batterista dei Beatles a leggenda mancata: la storia di Pete Best, l’uomo che ha sfiorato la gloria e l’ha vista scivolare via. Ma alla fine, forse, ha vinto lo stesso.

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                Passato alla storia come “il quinto Beatle” ma non per meriti artistici: Best è il batterista che fu estromesso dai Beatles prima che diventassero davvero i Beatles. Nato a Madras, in India, nel 1941, Best entrò nella band nell’agosto del 1960, suonando con Lennon, McCartney, Harrison e Sutcliffe durante i famigerati concerti ad Amburgo. Era il figlio della proprietaria del Casbah Coffee Club, uno dei primi palcoscenici della band, e sembrava avere il posto assicurato. Ma qualcosa non funzionava.

                Non fece mai spogliatoio con gli altri

                A differenza dei suoi compagni, Pete Best era taciturno, si vestiva in modo più classico e si rifiutò di adottare il look da “Beatle”. Non legò mai davvero con gli altri membri. Secondo alcune fonti, la sua popolarità tra le fan a Liverpool dava fastidio a Lennon e soci. Ma il colpo di grazia arrivò il 6 giugno 1962, quando George Martin, storico produttore, lo giudicò tecnicamente inadeguato. Fu così che il gruppo, con l’approvazione del manager Brian Epstein, scelse Ringo Starr. Il resto è leggenda.

                “Grazie lo stesso”: il ritiro con dignità

                A 82 anni suonati, Pete Best ha annunciato il ritiro dalle scene, salutando con affetto i fan che lo hanno seguito nella sua carriera solista e nella Pete Best Band, fondata con il fratello Roag nel 1988. “Mi sono divertito un mondo”, ha scritto sui social, chiudendo con eleganza una parabola iniziata nell’ombra e terminata con una luce diversa, fatta di stima e rispetto.

                Ombre, riscatto e serenità

                Best ha vissuto anni difficili dopo l’addio ai Beatles: fece causa per diffamazione nel 1969, patteggiando poi privatamente. Lontano dalla musica per due decenni, tornò sul palco nel 1988. Ha sempre ammesso che l’esclusione fu dolorosa, ma ha imparato a farsene una ragione: “Ancora oggi non ne conosco il motivo, ma non mi preoccupa minimamente”. La sua è diventata una figura cult per i fan, simbolo di ciò che poteva essere, ma che, in fondo, è diventato comunque leggenda.

                L’ironia del destino: l’uomo che fece grande Ringo

                Paradossalmente, senza Pete Best non ci sarebbe stato Ringo Starr nei Beatles, e senza Ringo… chissà. Il “batterista mancato” ha ispirato biografie, documentari e riflessioni sul destino e sulla fortuna. La sua vita, pur vissuta nell’ombra del mito, è la dimostrazione che anche le storie tristi possono avere un lieto fine. Con dignità, ironia e un bel po’ di ritmo.

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