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Nel nuovo album WW3 Kanye West canta – anzi, rappa – l’addio a Bianca Censori

Kanye West torna a far parlare di sé, tra provocazioni discutibili, versi strappalacrime e una nuova copertina che ha già fatto alzare più di un sopracciglio. Il rapper annuncia un nuov album che promette scintille… e polemiche a non finire. Dalla canzone dedicata a Bianca Censori all’ennesimo scivolone social.

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    Kanye West, 47 anni e zero filtri, maestro attuale nell’arte scomoda della provocazione, ha ufficialmente annunciato l’uscita del suo nuovo album intitolato WW3. Un titolo bellicoso che, manco a dirlo, sembra anticipare una guerra personale più che musicale. Dopo mesi di sparate online, frasi shock e outfit più che controversi, il rapper torna al centro dell’attenzione. I fan sono curiosi, il mondo è perplesso, e i social… sono già in fiamme.

    Una dedica alla (quasi) ex

    Tra gli 11 brani dell’album, spicca Bianca, una canzone dedicata alla moglie Bianca Censori, ormai sull’orlo della fuga definitiva. Il tabloid Page Six ha svelato in anteprima alcuni versi:

    «La mia bambina è scappata. Ma prima ha cercato di farmi ricoverare. […] Finché Bianca non torna, resto sveglio tutta la notte, non dormirò».

    La canzone si articola tra attacchi di panico, insonnia e paragoni con la travagliata relazione tra Diddy e Cassie Ventura. Insomma, un mix di confessioni dolorose e sentimentalismo borderline, perfettamente in linea con lo stile emotivo-esplosivo del suo autore.

    Un rapporto malato

    Il rapporto tra Kanye e Bianca sembra ormai al capolinea. Dopo la comparsa ai Grammy in versione “total nude” – uno dei look più chiacchierati dell’anno – e l’ennesimo sfogo online del rapper con frasi inneggianti al nazismo, la Censori avrebbe deciso di prendere le distanze. Dichiarazioni come «Hitler era così innovativo» e «Sono un nazista» pubblicate su X (e poi rimosse) hanno scatenato un’ondata di critiche. Bianca, comprensibilmente, non vuole più condividere la scena con lui

    WW3 è un album o un esperimento sociale?

    Oltre ai testi, anche la copertina del nuovo disco fa discutere: pare raffiguri il cappuccio di un abito del Ku Klux Klan. Una scelta che, se confermata, getterà altra benzina sul fuoco. Che si tratti di una provocazione estrema o di un atto di marketing calcolato, è chiaro che Kanye

    Cosa aspettarsi davvero, tra drama e musica

    Nonostante (o forse proprio grazie a) le continue controversie, i fan sono impazienti di ascoltare WW3. Kanye sa come creare attesa e scompiglio, anche se a volte il confine tra genio e disastro si fa pericolosamente sottile. Resta da vedere se l’album sarà una bomba musicale o solo un’altra miccia accesa nel suo eterno show personale.

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      Musica

      I fan inviperiti sulla scelta di far esibire Lady Gaga al Forum di Assago

      I tanti sostenitori dell’artista americana sono davvero infuriati per la scelta della venue, che ha visto polverizzarsi i biglietti per le due date in pochi minuti. Il Forum di Assago esplode di fan… che restano fuori. Sui social scoppia la polemica: “Solo 16mila posti? Ma che senso ha?”

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        È bastato un clic sulla tastiera – o meglio.. non riuscire a farlo in tempo – per trasformare la gioia in frustrazione. Il ritorno di Lady Gaga in Italia ha scatenato un’isteria collettiva da record: i biglietti per le due date previste al Forum di Assago si sono volatilizzati in pochi minuti, lasciando a bocca asciutta decine di migliaia di fan.

        I preziosi tagliandi, com’era prevedibile, si sono rivelati insufficienti

        Coda virtuale, sala d’attesa, altra coda… e infine, prezzi da capogiro o la classica schermata: “Biglietti non disponibili”. Il tutto condito dal déjà-vu di rivendite online con tariffe triplicate. Il risultato? 32mila posti in due serate per un’artista da milioni di follower. Troppo pochi.

        Perché proprio Assago?

        A far discutere non è solo la rapidità con cui i tagliandi sono andati esauriti, ma soprattutto la scelta della location. Il Forum di Assago, con la sua capienza massima di 16.000 posti, viene considerato da molti fan “una location sottodimensionata per una superstar globale come Lady Gaga”. Sui social impazzano i commenti indignati:

        “Avete idea di quanti italiani aspettano da anni di vederla live?”
        “Con 69mila follower solo nella fanpage italiana, era logico che non bastasse uno stadio… figuriamoci un palazzetto”.

        Il tono generale? Quello di una comunità musicale tradita, che si interroga sulle scelte di organizzatori e promoter.

        Un problema europeo, anche se in Italia fa più male

        Non si tratta di un caso isolato: anche le date europee sono andate sold out nel giro di pochi minuti. Ma in Italia il problema è amplificato da una cronica carenza di grandi spazi per eventi musicali internazionali. E i fan, già esasperati dall’esperienza vissuta con Coldplay e Oasis, oggi vivono il concerto come un lusso per pochi eletti. E non è solo questione di prezzo: è un tema di accessibilità e rispetto verso chi supporta l’artista da anni.

        La rivendite alle stelle

        Nel frattempo, online sono già comparsi biglietti in rivendita a prezzi maggiorati, in alcuni casi oltre i 700 euro. Il fenomeno del cosiddetto secondary ticketing si ripete puntuale, mentre i sistemi di distribuzione sembrano sempre meno efficaci nel proteggere i veri fan.

        E ora? Attese nuove date… o nuove proteste

        Al momento non ci sono annunci ufficiali su eventuali date aggiuntive o spostamenti in spazi più grandi. Ma se il malcontento online dovesse crescere, chissà che qualcosa non cambi. La speranza, per migliaia di fan italiani, è che la voce dei Little Monsters venga ascoltata anche fuori dal palco.

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          Musica

          La “coca” e il mascara sulle guance: Fedez spoilera il nuovo brano e scatena i sospetti sulla dedica

          Dopo il clamore di Sanremo e le polemiche con Chiara Ferragni e Angelica Montini, Fedez lancia lo spoiler del suo nuovo brano: versi crudi, accenni alla droga e al dolore di una donna che ha pianto troppo. Chi è la destinataria del pezzo? L’artista tace, ma i follower iniziano a connettere i puntini.

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            Sembra tornato il Fedez che gioca a destabilizzare. Con l’attenzione mediatica calata dopo l’esplosione sanremese e i titoli su Ferragni, Montini e affini, ecco che arriva lo spoiler a sorpresa. Senza titolo, senza data di uscita, ma con un messaggio che fa rumore: questa mattina, prima delle nove, sul profilo Instagram del rapper è comparsa una storia con l’anteprima del suo prossimo brano. Pochi secondi, ma intensi come una stilettata.

            Nell’audio si sentono versi che fanno male:
            “Un valzer di parole crude / Non dire che non hai problemi con la coca / Lo fai solo se ti offrono e ne prendi pure poca / Ti circondi di persone ma ti senti sempre vuota / Io pensavo fossi un angelo / È la vista che si sfoca”.
            Poi, nella seconda parte:
            “Raccolgo i cocci della tua pace rotta che si infrange / Non c’è niente di peggio di una donna che rimpiange / Ti avevo detto in questa storia non si piange / Ti ho visto quasi sempre con il mascara sulle guance”.

            Parole che sembrano il resoconto amaro di una storia finita, una relazione intensa e tormentata, fatta di ferite reciproche. Il riferimento a una donna è chiaro. Ed è altrettanto chiaro che chi parla — Fedez — l’ha vista crollare più volte. Con il trucco sciolto, metafora (non troppo poetica) di un dolore costante.

            Impossibile non chiedersi: a chi è rivolto tutto questo? Ai fan non sfugge nulla, e le teorie si rincorrono. Dopo la separazione da Chiara Ferragni, vissuta tra paparazzi e comunicati congiunti, e la frequentazione (forse già terminata) con Angelica Montini, i sospetti si dividono. In molti si chiedono se non sia proprio a quest’ultima che Fedez dedichi il brano. D’altronde, già a Sanremo aveva accennato a una rielaborazione del classico Bella stronza di Marco Masini che sembrava contenere riferimenti personali. Ma anche allora, zero conferme.

            Fedez è uno che sa dosare silenzi e provocazioni. E mentre i suoi follower si arrovellano sulle storie passate, lui rilancia, ma non spiega. Nessun titolo, nessuna data, nessun nome. Solo versi duri, lividi, spogli di retorica.

            L’unica certezza è che questo nuovo brano si innesta perfettamente nella narrativa personale del rapper, sempre in bilico tra confessione e strategia. Un’autobiografia musicale a puntate, in cui ogni strofa è un colpo di scena. La domanda, ora, è una sola: chi è la donna che lui pensava fosse “un angelo”?

            E soprattutto, sarà lei a rispondere?

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              Questa estate nei negozi arriva il tesoro musicale del Boss

              Bruce Springsteen pubblica “Tracks II: The Lost Albums” – sette dischi inediti dal 1983 al 2018. Si tratta della raccolta tanto attesa del rocker americano che riunisce 83 brani mai pubblicati prima legalmente in un cofanetto da collezione.

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                Bruce Springsteen torna a sorprendere i fan con l’annuncio di Tracks II: The Lost Albums. Si tratt di, un’imperdibile raccolta in uscita il 27 giugno 2025 per Sony Music. Il cofanetto contiene sette album mai pubblicati, registrati tra il 1983 e il 2018, per un totale di 83 brani inediti che svelano nuove sfumature della carriera del Boss. Il musicista ha dichiarato: «I Lost Albums erano dischi completi, alcuni già mixati ma rimasti nel cassetto. Li ho ascoltati per anni insieme a pochi amici. È il momento di condividerli con il pubblico».

                Un viaggio attraverso 35 anni di musica nascosta

                Ogni album incluso in questa pubblicazione rappresenta un tassello inedito del percorso artistico di Springsteen. Dalla ruvidezza analogica di LA Garage Sessions ’83, ponte ideale tra Nebraska e Born in the U.S.A., fino ai groove elettronici delle Streets of Philadelphia Sessions, la raccolta esplora decenni di creatività lontano dai riflettori. Springsteen spiega: «Registrare da solo, a casa, mi ha dato la libertà di esplorare ogni possibile direzione musicale».

                Suoni e storie mai raccontati prima

                I sette album rivelano un’eclettica varietà di atmosfere:

                Faithless: concepito per una colonna sonora mai realizzata, dallo stile cinematografico.

                Somewhere North of Nashville: brani country con pedal steel, intimi e riflessivi.

                Inyo: storytelling vivido ambientato al confine messicano.

                Twilight Hours: atmosfere noir con arrangiamenti orchestrali.

                Ad anticipare la raccolta, è già disponibile il primo singolo: Rain In The River, tratto dall’album perduto Perfect World, un inno dal sapore epico tipico della E Street Band.


                🎧 Ascolta qui Rain In The River

                Un cofanetto da collezione per veri fan

                “Tracks II: The Lost Albums” sarà disponibile in 9 LP, 7 CD e il versione digitale. Ogni album possiede una veste grafica unica, accompagnata da un libro rilegato in tessuto da 100 pagine con foto d’archivio rare, approfondimenti scritti da Erik Flannigan, e un’introduzione personale di Springsteen. In uscita lo stesso giorno anche Lost and Found: Selections from The Lost Albums, una versione ridotta con 20 brani, disponibile in 2 LP o 1 CD.

                Una produzione curata nei minimi dettagli

                Il progetto è stato realizzato presso i Thrill Hill Recording Studios nel New Jersey, con la collaborazione del produttore Ron Aniello, l’ingegnere Rob Lebret e il leggendario Jon Landau alla supervisione.

                L’origine del suo soprannome

                Bruce Springsteen viene chiamato “The Boss” fin dagli inizi della sua carriera, ma non è stato lui a scegliersi questo soprannome… anzi, all’inizio non gli piaceva nemmeno! Prima di diventare una leggenda mondiale, Springsteen suonava nei bar e nei piccoli club con la sua band. Quando arrivava il momento di dividere i compensi dei concerti, era sempre lui ad occuparsene: prendeva i soldi e li distribuiva agli altri musicisti. Così, per scherzo (e un po’ per abitudine), gli altri iniziarono a chiamarlo “The Boss”, cioè “Il Capo”. Il nomignolo gli è rimasto attaccato anche quando ha iniziato a ottenere successo su scala nazionale e poi internazionale. Il pubblico e la stampa hanno cominciato a usarlo per indicare non solo il suo ruolo nella band, ma anche la sua presenza dominante sul palco e il suo carisma. Anche se lui ha dichiarato più volte di non amare particolarmente quel soprannome, perché non si è mai visto come un capo autoritario, bensì come un musicista tra i musicisti. Però col tempo ha accettato il titolo, che oggi è diventato parte della sua leggenda.

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