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Musica

Per gli amanti del Duca Bianco apre a Londra un museo dedicato

In una nuova sede del Victoria and Albert Museum un’infinità di oggetti in mostra racconteranno il processo creativo di David Bowie, immortale rockstar. I fan sono in fibrillazione…

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    A Liverpool è prenotabile il tour dei Beatles, Elvis Presley ha la sua sontuosa Graceland visitabile durante l’anno. A breve anche David Bowie verrà celebrato con tutti i crismi, allestendo nel 2025 una meta di pellegrinaggio per i fan di tutto il mondo.

    Un’esposizione permanente in onore di un mito che non passa di modo

    Sarà inaugurata a Londra, città dove è nato l’artista e si chiamerà David Bowie Center. Verrà collocata in un nuovo spazio del Victoria and Albert Museum. Lo stesso museo che nel 2013 ha ospitato la mostra David is che successivamente ha fatto il giro del mondo raccogliendo milioni di visitatori. Il celebre museo, dedicato al design e alle arti applicate, tra i più importanti e visitati al mondo nel settore, ospiterà in maniera permanente l’enorme archivio della rockstar scomparsa il 10 gennaio 2016.

    250mila oggetti legati alla sua figura

    Il David Bowie center sarà collocato nel V&A East Storehouse, un nuovo spazio del museo londinese che verrà aperto a marzo prossimo a East London. Oltre all’archivio permanente di Bowie, sarà “un’esperienza” che conterrà oltre 250mila oggetti, 350mila libri e mille archivi. Unitamente ad attività di restauro e conservazione, aree di lavoro, sale di ricerca e lettura, gallerie e spazi espositivi e performativi.

    Il lascito di una personalità unica

    Un’esposizione all’insegna del Sound and Vision– per parafrasare uno dei pezzi di Bowie – cioè proporrà il mondo musicale e gli oggetti dell’autore di Heroes visti da vicino. Un’enorme quantità di elementi selezionati per ripercorrere il suo processo creativo, icona culturale e sostenitore della reinvenzione. Oggetti di vario tipo, foto, lettere personali, strumenti musicali e testi di canzoni celebri come Changes e Fame scritti di suo pugno, alcune anche con il metodo del cut up che l’artista aveva imparato dallo scrittore William Burroughs.

    Gli indimenticabili costumi, che hanno segnato i vari periodi della sua attività

    Tra i pezzi più scenografici ci saranno i costumi che hanno raccontato, insieme alla musica, le trasformazioni di Bowie dal glam di Ziggy Stardust al clown lunare di Ashes to Ashes. Dall’abito sartoriale del Duca Bianco al soprabito con la bandiera inglese di Alexander McQueen indossato negli anni ’90. “David Bowie è stato uno dei più grandi musicisti e interpreti di tutti i tempi. Il V&A è entusiasta di diventare custode del suo incredibile archivio e di poterlo aprire al pubblico” – ha dichiarato Tristram Hunt, direttore del museo londinese. Non a caso le sue innovazioni radicali attraverso la musica, il teatro, il cinema e la moda continuano ad influenzare il design e la cultura visiva. Ispirando personaggi comeLady Gaga, Tilda Swinton e Raf Simons.

    Un work in progress con l’aiuto di un pubblico trasversale

    Per sviluppare la mostra i curatori si sono consultati con i giovani di età compresa tra i 18 e i 25 anni provenienti dai quattro distretti di Hackney, Newham, Tower Hamlets e Waltham Forest. Inoltre, una serie di ospiti, collaboratori del musicista, esperti, creativi e ragazzi verranno stimolati a condividere le loro intuizioni e prospettive sull’archivio.

    L’acquisizione e la creazione del David Bowie Centre avviene grazie al David Bowie Estate con il supporto del Warner Music Group. Senza dimenticare una donazione della Blavatnik Family Foundation, fondazione voluta dall’imprenditore ucraino Leonid Blavatnik.

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      Una vita a frequenze diverse: Mauro Repetto racconta la storia mai finita con Max Pezzali

      Mauro Repetto si confessa: dal successo col Festivalbar alla partenza per New York, con il sogno di diventare sceneggiatore, senza pensare ai soldi. E ora, tra speranze e rimpianti, il desiderio di vedere Pezzali e Cecchetto riconciliati prima di diventare “tre vecchi in carrozzina”.

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        Per Mauro Repetto, l’altra metà storica degli 883, gli anni della giovinezza sono come una colonna sonora di successi e inseguimenti: un continuo rincorrere sogni e grandi traguardi. Ma quando ripensa a Max Pezzali e a quel periodo magico, torna anche un pizzico di malinconia. La sua storia, raccolta dal Corriere della Sera, sembra un film nostalgico: dalle prime note ai banchi di scuola, fino a quel trionfo al Festivalbar, raggiunto quando vivevano ancora tutti e due coi genitori.

        “Con Max ho vissuto momenti unici, è stato il mio migliore amico, un legame come il nostro è raro, speciale,” racconta Repetto. “Poi però qualcosa è cambiato, come due radio che all’improvviso non captano più le stesse frequenze.” Nessuna frattura clamorosa o litigi, solo un allontanamento silenzioso, quasi inevitabile. Ma la loro amicizia, sostiene, è ancora forte e vera. E mentre si augura una riconciliazione tra Pezzali e il produttore Claudio Cecchetto, spera in una scena che sa di amarcord: “Mi piacerebbe rivederli insieme per una birra, prima di diventare tre vecchi in carrozzina.”

        Un giorno, proprio Pezzali raccontò a Mauro del mondo musicale di New York, del rap e di una scena che lo ispirava. “Così, senza pensarci troppo, ho deciso di partire,” prosegue Repetto, raccontando quel “richiamo” che lo portò a inseguire l’America e i suoi sogni. “Non scappavo da niente, volevo solo vedere di persona quella giostra,” spiega. A New York l’attendevano però nuove sfide: si proponeva come sceneggiatore, ma con una conoscenza dell’inglese che, ammette, lasciava a desiderare.

        L’avventura, a discapito di un successo collaudato, segnò una svolta. Il nome 883 continuò senza di lui e, se per il pubblico fu un distacco, anche in famiglia il suo addio lasciò qualche cicatrice. “Mio padre mi rimproverava: ‘Altro che Uomo Ragno, hai ucciso la gallina dalle uova d’oro’.” Ma tra lui e Max, assicura, i soldi non sono mai stati la questione. “Tra di noi non si è mai parlato di soldi, solo di sogni. Sono andato per la mia strada, e per me l’importante era quel viaggio, il resto chissenefrega.”

        Le parole di Repetto portano con sé l’eco di quegli anni Novanta, quando il sogno e la ribellione si intrecciavano alla voglia di esplorare nuovi orizzonti. Ma l’amicizia con Max Pezzali rimane, e chissà che, tra una risata e una Tennent’s rossa, non torni presto anche quella “frequenza” che un giorno li unì e li portò a fare la storia della musica italiana.

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          Musica

          Il nuovo business dei Maneskin: a ognuno la sua newco da portare avanti da solo!

          Dopo i fasti dei concerti e delle hot parade, i membri dei Maneskin sembrano oggi concentrati nelle aperture delle loro rispettive srl, che potrebbero rappresentare il loro futuro. Tutti meno uno, il chitarrista Thomas Raggi.

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            Damiano David, frontman della band romana e il batterista Ethan Torchio hanno deciso di avviare un’attività parallela, costituendo due società ad hoc per il loro business. Fra le attività che questa nuove attività svilupperanno ci sono iniziative di produzione e vendita legate sempre allo show business. Senza dimenticare la ricerca di sponsor, le trattative contrattuali e l’incasso di royalties. Come a dire… non si vive di solo palco! Una saggia decisiome, visto che il successo non è detto che duri in eterno e, anche se una volta ti hanno cercato pure i Rolling Stones per aprire un loro show… non si sa mai quello che al mondo ti può capitar!

            Non sono stati i primi

            Alcuni mesi fa era stata la dinamica bassista Victoria De Angelis, cantante e co-fondatrice dei Maneskin, ad avviare una snc, chiamandola Davic. Inaugurando quello che sembra un nuovo corso fra i membri della fortunata band rcok, che parrebbero decisi a capitalizzare il successo ottenuto fino ad oggi, con ulteriori attività integrative. Il primo a muoversi è stato nelle scorse settimane il frontman Damiano David, aprendo un’attività attraverso la madre Rosa Scognamiglio davanti al notaio Marco Forcella, accompagnata dal figlio Jacopo, il fratello maggiore di Damiano.

            David e la sua newco

            Madre e figlio hanno così costituito la nuova Humans 23 srl, nella quale Damiano detiene il 95% e il fratello il restante 5%, ricorpendo la carica di amministratore unico. Una newco con un parco attività molto diversivicate, che vanno dalla produzione e stampa di testi su carta o supporti fonografici, elettronici o informatici, alle attività connesse allo sfruttamento dei diritti d’autore. Volendosi occupare anche di organizzazione di concerti, produzione di spettacoli musicali e gestione di pubbliche relazioni. Tutte cose comunque riconducibili al mondo della musica, considerando che l’esperienza finora fatta coi Maneskin dovrebbe aver messo in grado Damiano di capire al meglio tutti i meccanismi che governano lo show business.

            Anche Ethan si attiva

            Qualche giorno dopo sempre a Roma, davanti al notaio Tommaso Belli, si sono presentati il batterista del gruppo Ethan Torchio, accompagnato in questo caso dal padre Candido. L’attività che è stata formalizzata si chiama Under Torchio srl di cui Torchio junior ha il 95% e il genitore il restante 5%. Con un oggetto sociale molto simile a quello della società di Damiano che peraltro ricalca quello della Davic di cui Victoria è socia al 95% e il padre Alessandro detiene il 5% restante. Tutte società in aperta concorrenza o, forse, una strategia per spartirsi uno specifico mercato e dominarlo con attività collaborative?

            Manca solo Thomas

            In questo fervente panorama societario manca all’appello il chitarrista Thomas Raggi, Che lui, a differenza degli altri componenti, si accontenti dei 16 dischi di platino, 5 dischi d’oro e di oltre sessanta date sold out in Italia e in Europa?

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              Musica

              Patty Pravo si confessa: “Io e Riccardo Fogli? Non sono assolutamente la Yoko Ono italiana!”

              La liaison con Riccardo Fogli è cosa nota… ma la Pravo rispedisce al mittente le accuse di essere stata lei la causa della rottura di lui con i Pooh.

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                Finalmente sono stati svelati i retroscena dell’abbandono dei Pooh da parte di Riccardo Fogli. O almeno questa è la versione di Nicoletta Strambelli, in arte Patty Pravo. Che ha risposto per le rime all’ex fidanzato e collega. Non sentendosi minimamente responsabile della crisi che portò il suo ex ad abbandonare la band, nel 1973.

                La versione di Fogli davanti a Mara Venier

                Vediamo prima cos’aveva affermato Fogli durante un’intervista in tema. Il cantante toscano aveva dichiarato: “È successo che io mi ero fidanzato con Nicoletta, Patty Pravo. La storia iniziò quando io ero ancora sposato con Viola Valentino, e le prime settimane abbiamo fatto tutto di nascosto. Poi iniziarono a uscire i primi articoli. Né io né Nicoletta parlavamo con la stampa ovviamente, ma poi la questione divenne una cosa sempre più grande e grave. Viola mi cacciò di casa. E Patty era una donna troppo nota, stava diventando troppo invadente per il gruppo. La verità è che molto amichevolmente con tanto affetto i miei migliori amici mi hanno detto questa faccenda si complica si parla di te e di Nicoletta, si mescola questa cosa e non va bene mi è stato chiesto che cosa decidi?”.

                Ha fatto tutto lui, io non c’entro nulla

                Trascorre un po’ di tempo e la Pravo replica in questo modo: “Non c’entro niente con il suo abbandono. Anzi, mi sarebbe piaciuto fosse rimasto. Era un gruppo meraviglioso, che faceva pezzi bellissimi. Perché avrei dovuto dirgli di andarsene? Ipotizzo che all’origine dell’addio ci fosse un desiderio di intraprendere una carriera solista. Ha deciso lui”. Ammettendo sul finale di trasmissione “Io non sono una ragazza fedelissima” in merito alla separazione con Fogli, con il quale si sposò simbolicamente in Scozia nell’anno nel quale lasciò la band di Facchinetti e compagni.

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